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Messaggi del 09/11/2011

Nicola Penta: "Telefonate occultate e non prese in considerazione: c'č malafede da parte di qualcuno.

Post n°5526 pubblicato il 09 Novembre 2011 da nadir63l
 

 Evidenti incongruenze nella sentenza. Il futuro? Moggi unico in appello, gli altri prescritti"

www.tuttojuve.com

All’indomani della sentenza di primo grado su Calciopoli abbiamo contattato il consulente della difesa di Luciano Moggi, Nicola Penta che ci ha raccontato in esclusiva per TuttoJuve.com il day-after e ha fatto un’analisi della situazione, anche in previsione futura.

Dottor Penta, una sentenza dura nei confronti di Luciano Moggi, al quale è rimasta l'associazione per delinquere e altre nove frodi sportive. Come si può spiegare questa sentenza? Cosa non ha funzionato?

“Intanto premetto che da cittadino vanno assolutamente rispettate le sentenze. Da juventino invece non l’accetto perché noi abbiamo fatto un lavoro molto importante, durato 4 anni, partito dal processo GEA dove Moggi era accusato di associazione a delinquere finalizzato al controllo del mercato calcistico italiano. Il nostro lavoro fu finalizzato a dimostrare che non c’era solo lui a parlare con i designatori arbitrali ma tutti. Per cui se non sono l’unico a chiamare cade il presupposto del vincolo dell’esclusività, sbandierato dalla farsa della giustizia sportiva. Volevamo dimostrare con la ricerca delle telefonate che le cosiddette persone vicine a noi che non potevano esserci associate in quanto  c’era da parte loro una situazione di odio anche feroce, basta ascoltare le telefonate. In una Lanese si augura la morte di Bergamo nella sua stalla, in un’altra Bergamo sostiene che Lanese fa la guerra sia a lui che a Pairetto per diventare designatore. Ognuno pensava a sé stesso fregandosene dell’altro. E poi, Bergamo e Maria Grazia Fazi al telefono si augurano che la Juve perda una partita, o ancora Bergamo dice a Pairetto che sperava che Nedved non facesse gol nella partita col Bologna. Dico io: come si fa a non prendere in considerazione queste telefonate? Vuol dire che c’è malafede da parte di qualcuno”.

Lei che sentenza si sarebbe aspettato?

“Io mi aspettavo l’assoluzione. È scritto nelle carte. Non hanno preso in considerazione le telefonate che abbiamo messo in evidenza durante la fase dibattimentale. Prendiamo quella famosa Della Valle-Moggi, dove Moggi era accusato di essere l’organizzatore della salvezza della Fiorentina, pilotando l’esito di Lecce-Parma. Questa partita, finita 3-3, è stata ampiamente portata alla ribalta come la madre di Calciopoli, trascurando il fatto che parlavamo della peggior difesa del campionato contro uno dei migliori attacchi. Prevedere tanti gol era scontato, quindi non capisco la stranezza di quel risultato. Nella famosa telefonata che abbiamo riportato noi a un certo punto i carabinieri sostengono che Moggi abbia detto a Della Valle “Dai, pensiamo a salvare la Fiorentina” e la cosa è stata intesa come augurio e rassicurazione che ci avrebbe pensato lui. Invece la telefonata si conclude con Moggi che dice: “Noi andiamo a Milano e vinciamo e voi pensate a salvare la Fiorentina”. Telefonata quindi inequivocabile e Moggi è stato assolto. Ma le altre partite non sono state prese in considerazione dal collegio giudicante. Posso dire che avremmo potuto anche portare telefonate con giocatori che dicevano: “Mi sono fatto un autogol” e ci avrebbero condannato lo stesso. Abbiamo subito lo scontro fra Procura della Repubblica e Collegio Giudicante dove ci sono state ripetute ricusazioni, cosa mai successo nella storia giudiziaria. Questo scontro l’abbiamo pagato noi e da appassionato di calcio dico che questa è una sconfitta per tutti”.

Secondo indiscrezioni trapelate ieri in aula, il giudice Casoria sarebbe stata propensa all'assoluzione, mentre al contrario i giudici a latere avrebbero espresso parere di condanna. Le risulta? E se sì, cosa ne pensa?

“Così sembra, ho sentito gli avvocati che dicevano questo. Di cose se ne dicono tante, io non so dire cosa sia successo realmente, quel che è certo è Moggi come altri sono stati condannati. Mi fa sorridere che sia stato condannato per associazione a delinquere persino l’arbitro Dattilo per Udinese-Brescia, reo di aver espulso Jankulovski per un pugno a Mannini. La cosa assurda è che il cartellino rosso gli era stato suggerito dal guardalinee che aveva segnalato il fallo. Davvero incredibile”.

La Juventus intanto è stata assolta

“Sono contento, ma anche qui ci troviamo di fronte a un’incongruenza. La Juve viene ritenuta estranea e allora bisogna capire a che pro Moggi otteneva questi favori. In qualità e a vantaggio di cosa? Che poi parliamo di accuse in partite come quella di Cagliari, dove la Juve pareggiò e col Milan, altro pari. Vi pare che uno che vuole comprare un arbitro lo fa per strappare un punto? Moggi aveva così paura che la Juve cadesse col Cagliari che ha fatto di tutto per racimolare un pareggio? Se uno vuole comprare l’arbitro lo fa per portare a casa i 3 punti. Evidentemente chi ha investigato non conosce l’argomento calcio e non si è avvalso di consulenti, o magari c’era qualche nemico della Juventus, anche perché sono stati occultati degli sfavori nei confronti dei bianconeri”.

Come interpreta il comunicato del club bianconero?

“Niente di particolare, semplicemente che prendono atto della sentenza e che rivorranno ciò che gli è stato tolto, ossia i due scudetti vinti sul campo”.

A fine udienza l'avvocato della Juve ha esultato, suscitando la reazione stizzita dell'entourage di Luciano Moggi. Conferma?

“Questo avvocato non lo prendo in considerazione. Facile dire “abbiamo vinto” quando ci sono persone come me che hanno sgobbato e hanno ascoltato 30-40 mila telefonate, ricostruendo la storia di 10 anni di calcio. Io dico, almeno un po’ di rispetto!  La Juve ha vinto perché gente come Trofino e come Proreschi hanno sostenuto che la Juve fosse la squadra più forte, con 3 palloni d’oro in 10 anni. Hanno lavorato per anni giorno e notte e meritano un riconoscimento”.

Come ha reagito Luciano Moggi alla sentenza?

“Moggi è abbattuto, una cosa del genere stende un toro. Oggi è un po’ più risollevato perché sta analizzando a mente fredda le condanne. Sostanzialmente la condanna è stata data e adesso c’è da rimboccarsi le maniche, aspettare 90 giorni per le motivazioni delle sentenze e capire i parametri utilizzati per condanna e assoluzione. Poi si procederà in appello”.

Credete ancora di poter ottenere giustizia?

“Di questo se ne occuperanno gli avvocati di Moggi, io adesso ne esco fuori da questa cosa. Quello che dovevo fare l’ho fatto per tanti anni e nel miglior modo possibile, ma se non è bastato mi dispiace davvero tanto. Purtroppo è emerso che ci sono telefonate occultate, lo stesso dottor Beatrice al Corriere dello Sport ha dichiarato che le ultime telefonate portate dalla difesa Moggi non le ha mai ascoltate. C’è chi ha fatto il lavoro dell’ascolto di queste telefonate segnalandole come estremamente rilevanti, ma evidentemente qualcun altro le ha eliminate: questo un fatto assodato, il resto sono deduzioni dalle sensazioni. Come sulle sensazioni si accusava la Juve di vincere le partite perché c’era qualcosa sotto”.

Cosa succederà nel futuro?

“L’unica cosa certa del futuro è che l’unico che andrà sotto processo in appello fra un anno e mezzo  sarà Luciano Moggi, perché tutti gli altri imputati saranno prescritti”.

 
 
 

Alex e la Juve. Una lunga storia d'amore...

Post n°5525 pubblicato il 09 Novembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di G. Fiorito

Fai finta di non lasciarmi mai anche se dovrà finire prima o poi questa lunga storia d'amore.
Ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai. (Gino Paoli)

La tragedia della nostra dimensione umana è nel tempo che scriviamo. Sappiamo che sarà finito, eppure viviamo di aneliti all'infinito, il più fallace dei quali è l'amore, che non è amore se non è per sempre.
La storia di Alessandro Del Piero con la Juventus è diventata la leggenda del cavaliere che non abbandona la sua Signora. Un'onda di isterico disappunto ha travolto l'universo dei tifosi bianconeri all'annuncio del Presidente Agnelli, che come uno che sta pronunciando un assioma evidente, ha affermato nel corso dell'ultimo cda della Juventus che Alessandro Del Piero sta giocando l'ultimo campionato con la maglia bianconera.
Non vorrei scrivere di Alex. Ogni volta che l'ho fatto, mi sono vista scaraventare addosso tutto l'affettuoso entusiasmo che il Capitano scatena. Celebrandone le gesta col virtuosismo delle mie parole, ho creduto di rubargli qualcosa. Di approfittare della sua gloria. Di vivere per un istante nel bagliore di una ribalta che in fondo era soltanto un poco della sua luce riflessa. Di essere l'ultimo cerchio sonoro dell'eco che il suo nome sprigiona. Che poi è quello che ad Alessandro Del Piero rimproverano i suoi detrattori. Coloro che affermano che ha dato tanto alla Juve e dalla Juve ha avuto tutto.
Un talento temprato su un carattere tenace e volitivo. Una professionalità estrema. Un sacro rispetto delle regole, degli avversari, dei tifosi. Un campione che ama la musica, la pallacanestro e il golf, la ragazza della porta accanto. Un fascino da eroe sul campo e da antieroe nella vita privata. Un grande sportivo e una bella persona. E non è vero che non ha saputo essere decisivo, come dicono quelli che non si definiscono delpieristi. E forse anch'io, che delpierista sono stata, oggi sento di dover chiedere scusa ad Alex, per aver desiderato che lasciasse il calcio agonistico la sera dell'ovazione del Bernabeu.
Alex ha reinventato il vuoto di Baggio. Ha impresso il suo nome nella storia con il "gol alla Del Piero", un tiro a parabola a rientrare dal vertice sinistro dell'area di rigore verso l'incrocio dei pali più distante, con il quale ci ha deliziato nell'edizione della Champions 1995/96, siglata dalla vittoria e dalla conquista della Coppa Intercontinentale. Sua la rete più bella e inutile della storia del calcio, un colpo di tacco al volo, contro il Borussia Dortmund nella finale persa per 3 a 1, al rientro da un infortunio muscolare a causa del quale Lippi lo aveva tenuto fuori dal primo minuto. Ma sue le dieci reti che ci condussero alla finale di Champions persa contro il Real Madrid, alla quale arrivò ancora tormentato da un altro infortunio.
Investito del ruolo di capitano, negli anni seguenti formò una superba coppia d'attacco con David Trezeguet. I record e le reti più belle di Pinturicchio, comprese le punizioni, è facile trovarli su qualunque almanacco come su you tube. Io amo particolarmente la perla col Dortmund, che nella sua gelida bellezza trascrive la beffa del destino. Frantuma la volontà personale schiantandola nel caso. Una serie di infortuni culminati l'8 novembre 1998, al minuto 92 di Udinese Juventus, con la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, gli aveva chiesto il conto per la giovanile sorte benigna. Calciopoli ha disegnato gli ultimi capitoli della nostra storia di juventini e della sua personale. Un momento difficile. Una crisi. Una lettera. Quella che Alessandro ci ha scritto nell'imminenza della serie B, chiamandoci tutti sulla stessa bandiera. La nave era senza nocchieri. Scacciata la Triade, John Elkann non aveva saputo afferrare il timone e le figure scelte per la guida non avevano certo il carisma necessario a spronarci a crederci ancora. Quel carisma aveva allora il solo Alessandro. Non si è sottratto alla prova, ma l'immagine della Juventus si è confusa con la sua. Non di rado accade che un legame d'amore da sublimato degeneri in morboso. E' quello che per un poco di tempo è accaduto. Del resto ancora oggi il volto pulito di Del Piero è testimonial ambito di tante campagne pubblicitarie. Al Capitano rimproverano di aver fatto il suo gioco, anche quando ha promesso di firmare un assegno in bianco. Mossa astuta, che tuttavia ci ha risparmiato lo squallore di una guerra per gli alimenti.
Alessandro vuole giocare. Giocare e vincere, come dice spesso a ogni inizio di stagione. Ha seguito anche un allenamento personalizzato per restare sul campo, come desidera, fino a 40 anni. Come ha fatto Altafini, al quale è spesso paragonato, il quale ha ancora nella voce, nel corso delle sue telecronache, la foga del giocatore che corre con il pallone incollato al piede. Non sappiamo cosa Alex sceglierà di fare, ma sarà per sempre il nostro Capitano. Conscio dell'effetto che ogni sua decisione potrebbe avere su ogni cuore juventino.

If you love somebody set them free (Sting)

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1947


 
 
 

     

 

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