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Messaggi del 12/11/2011

I chiarimenti di Giandomenico Lepore...

Post n°5529 pubblicato il 12 Novembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Barbato

Ancora leggermente frastornato dalla mazzata ricevuta martedì sera alle 20.00, ho finalmente capito una cosa: le sentenze vanno rispettate.
Del resto qualunque personaggio “autorevole” chiamato a commentare la sentenza di Napoli inizia sempre la sua analisi con questa frase. La conclusione poi è “aspettiamo di leggere le motivazioni”.

Posto quindi che ho perfettamente capito che non è consentito insultare una sentenza e posto anche che dovrò aspettare non meno di altri 85 giorni per leggere come si riuscirà a motivare una serie di decisioni così contradditorie, ho avuto però la fortuna di ascoltare ieri a Radio Radio il parere del Procuratore Capo di Napoli Giandomenico Lepore.
Aldilà delle opinioni sulla colpevolezza di Moggi, quello su cui tutti gli organi di informazione sono stati costretti a convenire è la “discutibile” conduzione delle indagini e la gestione dei due anni e nove mesi del processo di Napoli.

La sensazione che si è percepita da subito è stata quella dell’imbroglio (ovviamente nella accezione riportata dalla Treccani e resa più popolare dall’avvocato Prioreschi: una gran confusione!).
Io, come credo tanti altri, ci siamo da subito sentiti imbrogliati, vittime di una confusione quasi chirurgica che è passata attraverso innumerevoli situazioni che non ci hanno mai fatto sembrare le indagini e il successivo processo gestiti con la garanzia e la chiarezza che ci si aspetta quando si parla di Giustizia.
Nessuno meglio del Capo di quella Procura poteva dissipare queste nostre confusioni.
Vediamo allora cosa ha dichiarato Giandomenico Lepore.

L’intervista, alla quale mi sono avvicinato con curiosità e senza preconcetti, inizia con una una legittima manifestazione di gioia: “l’Ufficio della Procura è soddisfatto della sentenza, che conferma l’ottimo lavoro fatto da Beatrice, Narducci e Capuano”.
Nulla di particolare, ne siamo convintissimi anche noi.

Aggiunge poi il Procuratore Capo che a tale sentenza si è giunti “nonostante i tentativi di pregiudicare le indagini, prima con la fuga di notizie e poi con una serie di accuse frutto di immaginazione”.
Qui, almeno io, comincio a riavvertire quella spiacevole sensazione di imbroglio (confusione..) di cui parlavo prima..
Ho sempre pensato che la fuga di notizie, oltre che a servire per non far andare in prescrizione i fatti del 2004/2005 nell’ambito sportivo (noi siamo la Juve, mica l’Inter), sia stata uno dei punti forti dell’Accusa.
Del resto, che io ricordi, a fuggire sono state solo notizie ben “indirizzate”. Non ricordo sinceramente che sia uscito il Libro giallo dell’Espresso con le intercettazioni di Facchetti, Moratti, Carraro o i colloqui Bergamo/Fazi e Bergamo/Rodomonti…ma forse ricordo male io, mi imbroglio da solo.
Sulle accuse frutto di immaginazione ricordate da Lepore la sensazione di imbroglio assume connotati anche misteriosi.
A cosa si riferisce?
Alle accuse ai Carabinieri di aver glissato sulle dichiarazioni rese dall’unico teste, Rosario Coppola, che faceva effettivamente riferimento a pressioni sul mondo arbitrale da parte di una squadra?
Oppure alle accuse rivolte ai titolari dell’indagine per non aver tenuto conto delle tante intercettazioni “baffate di rosso” che non erano compiacenti al teorema accusatorio?
O forse all’ultima notizia arrivata nell’aula 216 sul taglio della Della Valle/Moggi?
Non lo so….non si capisce. Questo riferimento mi fa sentire ancora più confuso, cioè imbrogliato.

A questo punto il conduttore della trasmissione, Ilario Di Giovanbattista, domanda come mai secondo alcuni sarebbero state omesse alcune cose e come mai quello che è emerso solo grazie alle difese non sia stato ritenuto importante fin dall’inizio.
La risposta di Lepore è chiarissima: “Noi non abbiamo agito perché purtroppo le indagini furono pregiudicate dalla fuga di notizie, tanto è vero che addirittura un settimanale se ne uscì con un libro sulle intercettazioni, il che significò l’interruzione dell’attività investigativa”.
Dalla risposta sembrerebbe che la pubblicazione (non) autorizzata delle intercettazioni che hanno creato quel sentimento popolare, alla base anche delle sentenze sportive (Giudice Serio), abbiano impedito alla Procura di allargare le indagini anche alla società Onesta e Prescritta per definizione, purtroppo…
E io che invece avevo capito che Coppola era andato stato uno dei primi ad essere ascoltato in via Inselci, che avevo capito che le intercettazioni dell’Inter tirate fuori dalle difese già esistevano dall’inizio delle indagini - e che erano persino state baffate di rosso da qualche (troppo) solerte Carabiniere - evidentemente non avevo invece capito nulla.
Mi sento totalmente imbrogliato…vado in confusione completa, ma ringrazio il Procuratore Capo per avermi chiarito la questione.

Lepore però dice anche un’altra interessante cosa che, non lo nascondo, porta il mio status di “imbrogliato” a livelli di guardia: “Non potevamo creare dei reati per far contento quella squadra o quell’altra squadra”.
Mi vengono in mente le frodi sportive contestate…le magliette di De Santis, le ammonizioni di Petruzzi, Nastase e Jankulovski….e penso a come saranno felici i giornalisti che facevano il sorteggio per aver scampato la galera.

La successiva domanda viene fatta da Roberto Renga, che chiede a Lepore se ha la sensazione che sia venuto fuori tutto, e se veramente ritiene che non esistessero altre cupole al di fuori di Moggi.
Lepore precisa che “La Procura va alla ricerca di reati, non di sensazioni….”.
Qui, bisogna ammetterlo, la risposta è da vero uomo di Giustizia. Non posso non pensare a tutti i testi sentiti in dibattimento e alle loro testimonianze “sensazionali” (non nel senso di “eccezionali”, ma proprio nel senso di “basate su sensazioni”).
Adesso sono più tranquillo, anzi no..ho confusione in testa, mi sento parecchio imbrogliato.

Poi, sempre in riferimento ad altre eventuali cupole aggiunge “Noi pensiamo in base a quello che ci hanno consentito di fare…cosa che in effetti noi siamo stati pregiudicati dalla fuga di notizie che chiaramente ci ha bloccato le indagini”.
Eh già, c’è stata la fuga di notizie che ha impedito l’approfondimento del materiale acquisito prima…..forse è stato meglio così. Del resto Bettega non è stato mai neanche nominato, hai visto mai….

A questo punto riprende la parola Ilario Di Giovanbattista che ricorda come Moggi abbia parlato di sentenza scritta.
Dico la verità, questo è anche il mio pensiero e la mia attenzione si fa massima.
Ecco la testuale risposta di Lepore: “Moggi lo sa…e lo sa benissimo. Soprattutto fra noi e il Collegio ci sono state delle incomprensioni vere, noi siamo stati costretti a fare ben due volte un’istanza di ricusazione per cercare di riportare nella regolarità il processo. Quindi non è una “sentenza scritta”, anzi….si tratta di un caso più unico che raro…”
Visto che sto sentendo l’intervista in podcasting, premo il tasto pausa e resto 4 minuti buoni a concentrarmi. Questa voglia non mi voglio fare fregare, voglio capire.
Dunque..la prova che la sentenza non era già scritta risiede nelle due istanze di ricusazioni fatte contro il Giudice Casoria.
Cerco di ricordarmi chi le ha fatte, chi erano i testimoni nel procedimento disciplinare e a un certo punto mi torna in mente la voce della Casoria che racconta delle continue pressioni ricevute per abbandonare il processo.
Mi rendo conto che la sensazione di imbroglio continua a pervadermi, e mi sento stordito.
La sensazione di confusione mentale mi fa addirittura “sognare” di una lettera scritta dal Procuratore Capo al Presidente del Tribunale in cui si chiedeva di far abbandonare un processo al Presidente del Collegio….sono troppo confuso, non ci sono elementi per ritenere quella di martedì una sentenza scritta, è chiarissimo. Ripremo il tasto “play”.

Tocca a Franco Melli fare le domande. Il giornalista romano chiede se ritiene un infortunio l’uscita di Narducci “Piaccia o non piaccia” e chiede anche come si spiega la nascita di calciopoli, se ha avuto modo di seguire il processo Telecom e le dichiarazioni della Plateo.
Bella domanda, bravo Franco!
Lepore risponde che “Benché la Procura abbia 200.00 processi in corso - 200.000??? Mi viene da pensare alle 61 udienze e ai due anni e nove mesi di processo…ma non ci sono anche processi più seri da fare? – ho seguito fin dal primo momento la questione. Quando venivano fatte delle critiche io chiedevo. E mi hanno detto che non c’erano intercettazioni dell’Inter di rilevanza penale, e quindi non potevamo prenderle in considerazione”
Qui, finalmente, si sgombra il campo da tutti gli equivoci su una vicenda di cui troppo si è parlato: quelle intercettazioni non erano rilevanti.
Mi pare anche evidente che Lepore legga poco i giornali e guardi ancora meno la televisione. Solo così si spiega il fatto che non abbia mai sentito l’ex PM dire che quelle telefonate proprio non esistevano.
Sul Processo Telecom, ovviamente, nessuna risposta….neanche per il Procuratore Capo di Napoli quel processo esiste, soprattutto quando viene accostato a calciopoli.
Comincio a sentirmi un po’ meno confuso e un po’ più imbrogliato.

Prende la parola….udite udite…Ruggggerooo Palomboooo, che però, a parte le congratulazioni d’obbligo per lo splendido successo conseguito ( Lepore ormai ha preso confidenza con l’intervista radiofonica, per un attimo temo che contraccambi le congratulazioni ), fa una domanda che mi sono sempre fatto anche io. Chiede se a disposizione di Borrelli e Guidone Rossi fossero state messe tutte le intercettazioni, anche quelle non di rilevanza penale e anche quelle dell’Inter.
Qua Lepore si mostra umile, è un uomo come tutti gli altri, controlla 200.000 procedimenti penali….
“Onestamente non glielo so dire con precisione….quelle che potevamo dare le abbiamo date. E onestamente, proprio perché sapevamo che c’era anche il profilo disciplinare sportivo e i tempi lì sono più celeri, lasciammo i documenti. Ora non so poi i documenti cosa comprendevano….certo che quantomeno un input per un eventuale indagine poteva esserci pure…comunque non posso garantire per tutto, perché non ho seguito io personalmente il processo….ma sempre come capo dell’Ufficio, quindi…”
Ecco, finalmente abbiamo avuto la risposta alla domanda che ci facciamo da anni….Lepore è il Capo di quell’Ufficio e seguiva sempre tutto. Ed era perfettamente conscio dell’importanza che aveva il materiale in loro possesso per la Giustizia Sportiva….però….mica può sapere con esattezza cosa hanno dato a Borrelli, lui supervisionava come Capo Ufficio.
Se avesse dovuto controllare se venivano date a Borrelli anche le intercettazioni degli altri, persino tutte quelle baffate in rosso e se magari si fosse anche dovuto mettere ad accertarsi che le intercettazioni non venivano tagliate e cucite, chi li seguiva poi gli altri 199.999 procedimenti??
Questa cosa la abbiamo finalmente chiarita, e non c’è alcuna confusione. Andiamo avanti.

Tocca poi a Luigi Ferrajolo prima congratularsi anche lui per lo splendido successo conseguito e poi, ma guarda un po’, fare un’altra domanda birichina.
Chiede il presidente dell’USSI se sulla famosa fuga di notizie (che ha impedito l’approfondimento di indagini sul materiale emerso un anno e mezzo prima…) venne fatta un’indagine per trovare il colpevole.
Anche in questo caso Lepore è costretto, suo malgrado, a ricordarci di come una Procura della Repubblica Italiana abbia dei limiti oltre i quali non è consentito andare.
“Fu fatta l’indagine, ma purtroppo con la fuga di notizie è difficile trovare il colpevole, perché poi, girando girando, arriviamo al segreto professionale. L’unico che ci potrebbe dire qualcosa è il giornalista, e poi c’è il diritto di cronaca.”
A volte il Procuratore Capo della Procura di Napoli può chiarirci le idee, in questo caso non è stato possibile proprio.
Certo io ho sempre pensato che non dovesse essere tanto difficile capire chi potesse essere stato.
Utilizzando per esempio il sistema ad incroci, già sperimentato con successo per l’attribuzione delle sim straniere, forse si poteva chiedere a Di Laroni di prendere carta e penna e provare a mettere da una parte i 12 carabinieri frequentatori di quell’Ufficio e dall’altra i 3 giornalisti che si vedevano con loro e che poi hanno pubblicato le informative.
Ma non è venuto in mente, e in questa vicenda si deve saper rispettare anche il diritto di cronaca e il segreto professionale, oltre che le sentenze.

L’ultima domanda se la prende Franco Melli, che chiede come sia spiegabile l’opposto destino, nelle sentenze, di persone che erano così strettamente legate come Moggi e Fabiani e come Bergamo e la Fazi.
“Leggiamo le motivazioni, io posso parlare dell’accusa originaria…” .

L’intervista finisce così.
Credo che ognuno abbia rispettato il suo ruolo: i giornalisti hanno fatto il loro lavoro, Giandomenico Lepore ha senz’altro dimostrato di essere il Capo della Procura di Napoli e l’ascoltatore, cioè io, continua a sentirsi confuso, anzi, come dicono Prioreschi e la Treccani, imbrogliato.

Nota finale: vorrei riportare il commento del giorno successivo fatto sempre a Radio Radio da Franco Melli:
“Ieri ho sentito un commento che doveva essere illuminante a proposito di come sono andate le indagini, ma francamente mi ha fatto tanta tristezza. Perché se la nostra sorte è affidata a una specie di gioco dei bussolotti, e cioè al fatto che certe indagini vanno avanti e poi si fermano perché c’è una fuga di notizie, perché l’Espresso esce con il libro nero, siamo veramente in cattive mani.
Un inchiesta seria non può fermarsi davanti a niente e soprattutto deve fare in modo che non ci siano fughe di notizie. E se ci sono deve sapere il per come e il perché e deve sapere individuare i responsabili.”


In ogni caso fra un po’ Giandomenico Lepore andrà in pensione, dicono che potrebbe succedergli Raffaele Guariniello.


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