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Messaggi del 16/11/2011

AGNELLI: "Ognuno faccia il proprio mestiere: io sono presidente della Juventus e devo tutelarla.

Post n°5538 pubblicato il 16 Novembre 2011 da nadir63l
 

Abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo. Chiedo a Petrucci di aprire un tavolo politico

© foto di Alberto Fornasari

Alle 17:30, in una conferenza stampa convocata al Media Center di Vinovo, il presidente della Juventus Andrea Agnelli risponderà alle ultime esternazioni del presidente del Coni Gianni Petrucci e del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Il numero uno della società bianconera si esprimerà anche sulla decisione del Tnas di non competenza e farà il punto sulla situazione dei ricorsi. La redazione di TuttoJuve.com, sta seguendo in diretta l'evento, riportando integralmente ed in tempo reale le dichiarazioni del presidente Andrea Agnelli:

"Buonasera a tutti quanti. Diciamo che sono state giornate intense e questa mattina il presidente del Coni Petrucci ha tenuto una conferenza stampa che io ho ascoltato molto attentamente. E' chiaro che nel discorso che tutti quanti voi avete ascoltato, il presidente non abbia mai citato la Juventus, ma in alcuni suoi passaggi è stato chiaro a tutti il riferimento che ha fatto alla società Juventus e, a mio modo di vedere le cose, specialmente quando ha parlato di doping legale. Credo che, giustamente, abbia anche fatto un commento e alcune riflessioni su quello che è il drammatico momento che sta vivendo il Paese, probabilmente una delle crisi più importanti della storia recente di questo Paese. Oggi si è insediato il nuovo Governo, con alla guida il professor Mario Monti ed i suoi ministri. Credo che anche da parte mia personale e della società Juventus vada un grande in bocca al lupo, perchè il lavoro che avranno da svolgere sarà sicuramente importante. All'interno di questo lavoro molto importante, a me viene da fare una riflessione, che è sicuramente molto importante in un momento delicato come questo. E' molto semplice, ma anche molto efficace e credo che la cosa più opportuna sia che ognuno il faccia il proprio mestiere: i dirigenti facciano i dirigenti, i muratori facciano i muratori, gli impiegati facciano gli impiegati. Io faccio il presidente della Juventus con grandissimo orgoglio. E quindi come presidente della Juventus devo tutelare i suoi interessi. Oggi, però, il presidente Petrucci ha fatto anche un appello molto importante: ha richiamato ed ha cercato di coinvolgere tutti quanti su quello che deve essere il ritrovamento di un'armonia e serenità all'interno del mondo dello sport, all'interno del mondo sportivo, ed in particolar modo - che ha citato più volte - quello del calcio ad alto livello. Io credo che sia giusto e doveroso che ogniqualvolta un'istituzione lanci un appello sia giusto coglierlo. Il presidente, nei suoi vari passaggi, ha ricordato tante volte quello che è un suo punto fondamentale,  e questo è il rispetto delle regole. La Juventus, per quanto mi riguarda, ha sempre, e ribadisco sempre rispettato tutte le regole ed ha intenzione di continuare a farlo. Certo è che una serie di avvenimenti che sono avvenuti dal maggio 2010 ad oggi sono stati diversi ed è difficile fare di tutta l'erba un fascio. A me piace in questa fase fare un piccolo excursus di quello che è successo e ricordare i vari fatti. Il tutto nasce nel maggio del 2010 a fronte di un esposto che la Juventus ha presentato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e col quale chiedevamo di verificare se i presupposti che hanno portato all'assegnazione del titolo di campione d'Italia 2005/2006  - quindi quello che io ho ricordato in altri momenti, l'assenza di comportamenti poco limpidi -, fossero ancora validi alla luce di quanto emerso successivamente. Questo è stato il momento in cui noi facciamo questa richiesta. Questa nostra richiesta che nello specifico è: 'La società esponente ha dunque ragione di ritenere che risponda a giustizia ed equità la revisione di codesta e spettabile Federazione della citata decisione del 26 luglio del 2006, alla luce del materiale probatorio recentemente emerso e già acquisito al tempo dell'indagine'. Il nostro esposto presentato nel maggio 2010 diventa lettera morta per 14 mesi. E qui c'è una mia prima riflessione che è doverosa da fare con gli ordinamenti di giustizia sportiva: un maxi processo, se così vogliamo chiamarlo, come quello che è avvenuto nel 2006, ha avuto corso in meno di quattro mesi ed ha portato a pesantissime condanne, mentre invece si debbano aspettare 14 mesi per ottenere una risposta ad un semplice esposto di otto pagine. Qui già c'è una prima differenza notevole. A me piace ricordare inoltre che il 26 ottobre del 2010, riceviamo da parte della Federazione  - quindi siamo a cinque mesi dopo la presentazione del nostro esposto - una lettera in cui ci comunica che ha valutato di assumere ogni determinazione in ordine alla richiesta avanzata all'esito dell'attività già in corso. Quindi, noi, quantomeno a ottobre, sappiamo che l''attività d'indagine è già in corso da parte della procura federale. Quindi, questa è la lettera che noi riceviamo dalla Federazione e noi  - come ho sempre ricordato - siamo sempre stati estremamente fiduciosi del buon funzionamento e del buon esito da parte degli organi di giustizia sportiva. Passano però da questa lettera che noi riceviamo ad ottobre.... abbiamo avuto chiaramente diversi rapporti informali, quindi rimaniamo fiduciosi, ma è solo il 1° luglio del 2011, quindi otto mesi dopo, che arriva la relazione del procuratore Palazzi. E, coincidenza, arriva a qualche giorno da quando trascorrono i termini di prescrizione degli atti contestati. Mi piace ricordare cosa diceva la relazione di Palazzi. E vi leggo nuovamente alcuni passaggi: "...una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito...per via di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo al fine di condizionare il settore arbitrale. Intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l'Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. In relazione a tali gare l'Inter si pone quale interlocutore privilegiato per il consenso preventivo della definizione di un arbitro, eccetera..'. Arrivando alla conclusione, dove il procuratore Palazzi ritiene che 'le condotte in parola sono tali da integrare la violazione oltrechè i principi di cui l'articoli 1, comma 1, del codice di giustizia sportiva, anche dell'oggetto protratto di cui all'articolo 6, comma 1 del codice di giustizia sportiva, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità  e indipendenza che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale in violazione del previgente articolo 6, comma 1, 2 eccetera..'. Questo era quanto emerge dalla relazione del procuratore Palazzi, che come vi dicevo prima avviene pochi giorni dopo l'avvenuto trascorrere dei termini di prescrizione per gli atti probatori. A questo punto è chiaro che la vicenda non può che diventare politica, tant'è che viene chiesto al Consiglio Federale di esprimersi in merito alla relazione del dottor Palazzi. A me piace ricordare che fino a quel giorno, fino al 18 luglio, noi abbiamo avuto, come è giusto che sia e come è giusto che debba essere come ha ricordato oggi il presidente Petrucci, totale fiducia su quello che era l'ordinamento sportivo. E abbiamo rispettato assolutamente tutte le regole. Quando il Consiglio decide di non decidere, noi dobbiamo valutare qual è il modo migliore per tutelare gli interessi della Juventus. E solo quando il Consiglio, che ha tutti i poteri per rivedere una decisione del Consiglio stesso - il Commissario straordinario in sè racchiude in sè tutti i poteri del Consiglio Federale, quindi il Consiglio Federale ha la possibilità di rivedere una decisione del Consiglio Federale stesso... - e solo in quel momento, quando il Consiglio si dichiara incompetente, che noi decidiamo di utilizzare tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelare la Juventus in ogni sede. A me piace anche ricordare, con la massima serenità, e la massima tranquillità, che gli strumenti legali, previsti dall'ordinamento giuridico italiano, sono gli stessi a cui fanno fede i principi dell'ordinamento giuridico sportivo italiano. L'ordinamento giuridico sportivo italiano è un ordinamento all'interno di un ordinamento superiore della giustizia italiana. Quindi è con grande serenità che valuto e accolgo il richiamo al rispetto delle regole da parte del presidente Petrucci. Rispetto delle regole che però deve valere sempre e per tutti. Siamo quindi passati ad un altro grado della giustizia sportiva, il ricorso al Tnas. Tnas che si è dichiarato anch'esso incompetente ieri. Ma non è tanto sulla competenza o sull'incompetenza...,ma come voi sapete, il rito presso il Tnas prevede anche la facoltà di conciliazione tra le parti. E giustamente il presidente Petrucci ha parlatyo di doping legale. A me fa piacere ricordare di nuovo però, con la massima serenità, però, che a quell'incontro di conciliazione io ero l'unico presidente presente; la Federazione e l'Inter hanno mandato i loro legali. Quindi i legali avevano un mandato ed io ero quindi l'unico presidente in grado di conciliare eventualmente le varie posizione. La Juventus quindi era presente nella persona del suo presidente, me stesso, in questa sede; le altre istituzioni hanno deciso che non era il caso di essere presenti ed hanno loro mandato i legali. Detto tutto ciò mi sembrava doveroso, perchè è vero ed è corretto concordare sul fatto che il clima si sia effettivamente riscaldato dal punto di vista legale, però è giusto anche ragionare perchè da parte nostra...non è che si sia surriscaldato, però abbiamo deciso di intraprendere una serie di passi alla luce di quelle che sono state le risposte da parte dell'ordinamento sportivo. Il presidente Petrucci oggi ha fatto un appello e ha chiesto giustamente a tutti noi di fare un passo indietro. Ecco, io chiedo invece al presidente Petrucci ed al neo presidente dello Sport e Turismo, il dottor Piero Gnudi, a cui faccio chiaramente un grosso in bocca al lupo, di fare un passo avanti tutti assieme e di aprire veramente e finalmente un tavolo politico dove confluiscono due grandi elementi: da una parte tutti i fatti che hanno concorso  a generare il fenomeno del 2006 e dove questi si possano serenamente valutare e trarre le giuste conclusioni, alla luce di tutti i fatti emersi dal 2006 al 2011. Dall'altro, concentrare i  nostri sforzi - lo dico come istituzione, lo dico come società, lo dico come persona che ha ricevuto una grandissima educazione sportiva, che è presidente di una società di calcio, che è un consigliere federale della Federazione Italiana Golf - quindi dove possano confluire tutti i nostri sforzi per creare un futuro allo sport italiano migliore ed in particolar modo -. come ha giustamente citato il presidente Petrucci oggi  - il futuro del calcio ad alto livello, che mi piace ricordare, è una delle prime dieci industrie italiane ed una dei maggiori contribuenti dello Stato Italiano. Quando dico questo, dico in particolare, leggi sugli impianti sportivi che sono ferme, legge 91/81, che è obsoleta, la legge Melandri, che alla ricerca di un principio di equità ha invece generato un principio veramente difficoltoso da gestire; la riforma del codice di giustizia sportiva.  Questi sono alcuni esempi dove il mondo dello sport deve confluire su un unico tavolo e cercare di portare avanti un discorso di crescita. Questo tavolo ha la possibilità di portare avanti questi discorsi se ci sono le volontà politiche da parte di tutti, per riportare quello che era l'auspicio madre, a cui faceva riferimento il presidente Petrucci e quella sensazione di armonia e serenità che deve esistere all'interno del mondo dello sport. Io per primo ho sempre detto  - e qui vado incontro al presidente Petrucci una volta di più - credo che il calcio, come gli altri sport, sia un gioco ed ho sempre ricordato che a me piace il calcio dappertutto, soprattutto quando ci sono i bambini che lo giocano al parco. Però è anche giusto essere consapevoli che ad alto livello, il mondo del calcio, è un business da centinaia di milioni di euro ed ha bisogno di leggi adeguate che lo regolino. Grazie, io avrei terminato. Queste sono le riflessioni che volevo fare con voi oggi".

Spazio alle domande dei giornalisti:

Volevo capire meglio questo raccogliere l'appello di Petrucci alla pacificazione nel concreto in cosa si estrinseca? La sentenza di Napoli ha detto che la Juve non aveva alcuna responsabilità oggettiva per l'operato della dirigenza precedente. A questo punto, visto che non essendoci responsabilità, c'è stato un danno, voi pensate ad un'azione di responsabilità nei confronti di Luciano Moggi?
"Rispondo alla prima domanda. Chiaramente il tavolo che noi chiediamo deve essere a questo punto il capo dello sport italiano a convocarlo. Noi reputiamo che sia giusto ed equo portare da una parte - per rassenerare gli animi di tutti quanti - tutti gli elementi che sono emersi dal 2006 ad oggi, in relazione alle note vicende giudiziarie. Dall'altra parte concentrare tutti i nostri sforzi per sviluppare lo sport. Credo che l'agenda da questo punto di vista la detti il presidente Petrucci e che non gli venga dettata, in quanto capo dello sport italiano. Dall'altra parte, sulla seconda domanda, io stesso qualche mese fa, in un'intervista che rilasciai dissi con serenità, è chiaro che quando ci sono vicende giudiziarie di questo tipo è giusto e corretto attendere il terzo grado di giudizio, quello definitivo. All'epoca fui molto criticato per questa mia presa di posizione che trovo corretta: finchè la giustizia non compie il suo termine è difficile poter valutare alcuni elementi. Discorso diverso è nei confronti della Federazione, perchè abbiamo esaurito all'interno della giustizia sportiva i gradi di giudizio, e quindi la richiesta danni. Non abbiamo più luoghi dove accomodarci nella giustizia sportiva". 

Se verrà presentato questo tavolo della pace, tu ti presenterai come un furbastro o come un proprietario arrogante? Poi se in concreto ci sarà un passo indietro o se continuerete a portare avanti la richiesta di danni per 440 milioni. O quello che ha detto Petrucci vi farà spostare obiettivo?
"In merito alla prima domanda, io mi presenterò come Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Chi mi conosce meglio, conosce il mio carattere, conosce come mi pongo dinanzi ai problemi e come tale mi porrò. In secondo luogo, ripeto, ci sono dei problemi aperti: da una parte abbiamo gli elementi che riguardano il passato e dall'altra gli elementi che riguardano il futuro. Non spetta a me decidere, non spetta a me dettare. Questo è un buon modo, a mio giudizio, che ha il capo dello sport italiano per portare il clima di serenità e armonia che auspicava. L'agenda è in mano sua".
 

 
 
 

avete voluto calciopoli??? ora ve la tenete!!!!

Post n°5537 pubblicato il 16 Novembre 2011 da nadir63l
 

Petrucci: "Basta, non ne posso più: calcio malato di doping legale. Chi grida di più pensa di vincere, ma non vincerà. Porremo regole per bloccare questa arroganza e ci difenderemo"

© foto di Alberto Fornasari

Il Presidente del CONI, Gianni Petrucci, sta tenendo una conferenza stampa al Salone d'Onore per fare il punto della situazione sulla vicenda dello scudetto 2006, alla luce della decisione del Tnas che si è dichiarato incompetente sul ricorso bianconero. Ecco le sue parole, raccolte dagli inviati di TuttoJuve.com a Roma:

"Prima di parlare del calcio, vedendo Carlo Magri, voglio approfittare per fare a lui grandi complimenti perchè le nostre ragazze stanno stravincendo, si sono qualificate e ci stanno dando grandi soddisfazioni. Carlo, complimenti a te, alla tua Federazione, all'allenatore e a tutte le ragazze. Il primo tempo è fatto, adesso aspettiamo il secondo tempo. Ma l'argomento di oggi lo conoscete. Io non ci sto, non ci posso stare a tutto quello che sta accadendo nel mondo del calcio di vertice. Basta, basta, non se ne può più. Oggi le pagine dei giornali sono più piene di aspetti giuridici, legali, che di aspetti sportivi, calcistici. Oggi il calcio di vertice è malato di doping legale, legale, doping legale. Voi vi rendete conto perchè siete attenti osservatori quello che sta accadendo: assenza di mancanza di rispetto, assenza di etica, di rispetto delle regole. Oggi chi grida di più pensa di vincere, ma non vincerà. Non vincerà. Finchè c'è questa struttura, finchè lo sport italiano è così solido com'è, e lo stiamo dimostrando ogni giorno, non prevarranno i prepotenti, gli arroganti. Cioè, io vedo delle cose alle quali non ho mai assistito. Facciamo un po' la storia del calcio di vertice: la prima giornata non si è giocata, mancava un contratto collettivo e ad oggi non c'è ancora la firma del contratto collettivo. Nessuno dice niente. A marzo si è dimesso il presidente della Lega di Serie A: il regolamento prevede che quando un presidente si dimette, il vicepresidente convochi l'assemblea per le elezioni. Assenza totale. Perchè? Perchè non c'è un vicepresidente. Ma di fronte a questo, possiamo andare avanti così? Ci sono delle regole che valgono per tanti anni, scopriamo dopo tanti anni che non sono più valide, perchè non si sa. Una Federazione ben diretta.... e lo difendo e lo difenderò sempre il presidente Abete perchè sta facendo il suo dovere fino in fondo. Allora viene criticato perchè non mostra i muscoli, perchè non aggredisce. Cioè, oggi l'eroe è l'aggressore. Ma di questo passo dove andiamo avanti? Il calcio non è che possa essere commissariato da prefetti che io rispetto; il calcio di vertice, se seguita così, sarà commissariato dalla pubblica opinione. Lo vedete voi, non lo sto dicendo io che sono presidente del Coni. Non parlo di tutto il calcio, io parlo del calcio di vertice, di una parte del calcio di vertice. Parlo di quelli che pensano di essere furbi. L'altroieri io ero a Milano per il Premio Facchetti e non sapevo quello che sarebbe perchè non lo sapevo. Ho fatto una battuta alla quale credevo: che oggi ci sono più avvocati nel calcio che dirigenti e goleador. Sono stato fortunato o sfortunato, puntualmente si è verificato tutto. Oggi, ogni regola, viene aggirata da furbastri, da avvocati che dicono tutto e l'opposto di tutto, a seconda se difendono una posizione. Ma questo è logico pure sotto un certo senso. Lo sport è etica, lo sport è un gioco, oramai lo sapete. Lo stiamo rovinando noi, le colpe sono di tutti. Tutti, mi ci metto io in testa: tutti, tutti, tutti, perchè si sta arrivando a una china dalla quale non sappiamo come fermarci. Allora che possiamo fare? Col segretario generale, con i vicepresidenti stiamo vedendo, abbiamo interpellato questa mattina e ieri sera degli esperti per vedere e per chiedere. Cioè, contemporaneamente a quello che sto dicendo io, un presidente incaricato, il professor Monti, sta salendo al Quirinale per sciogliere la riserva; ecco, forse nel momento più delicato della vita del Paese, dove i problemi sono certamente più importanti che il nostro piccolo mondo, perchè noi ci riteniamo forti....vedete tante volte i presidenti che dicono? 'I soldi sono i nostri, le regole devono cambiare'. No, cari presidenti, i soldi saranno i vostri, ma le regole le fa lo sport italiano, le fa lo stato, le fa la legge, le fa la Federcalcio, la Lega agisce su delega. Noi vogliamo tutelare i vostri investimenti cari presidenti, ma voi li state distruggendo. Le riunioni in Lega voi le vedete, finiscono sempre con qualche richiesta; io sono stato sette anni segretario, chiamava un presidente gentile, educato, anche i presidenti che dicevano che erano scomodi al cosiddetto palazzo. Oggi non è più così; oggi devi stare attento perchè da un momento all'altro arriva un insulto. Poi che fanno? Poi che sanno? Che se loro fanno ricorso diretto potrebbe scattare la clausola compromissoria, la aggirano, la fanno fare da qualche presunto nuovo dirigente, per cui dicono: 'Io devo tutelare l'immagine dei miei azionisti, della mia società'. E' tutta un'aggressione, non ci sto, non ci sto, non ci sto. Lo sport italiano ha una grande credibilità nel mondo e questo lo tuteleremo con tutte le nostre forme. Abbiamo una giunta, un consiglio nazionale, persone che ragionano. Ma cosa pensano le altre Federazioni del calcio? Cosa pensano? Loro dicono, a noi non ci interessa. Ma a me interessa. Interessa quello che pensa la pubblica opinione. I giornali li scrivete voi, oramai dovete essere esperti di diritto, non di tecnica calcistica. Oramai, ogni giorno, se il presidente si ferma, dal tifoso viene preso come uno che si arrende. Allora su chi alza la voce si dice: 'Mamma mia, che attributi ha il mio presidente'. Ma non si va lontani. E noi, noi porremo delle regole che bloccheranno questa arroganza. Abbiamo interpellato degli insigni professori ai quali non si può misconoscere la conoscenza del diritto e che io vado anche a leggere; e noi nel più breve tempo possibile cercheremo di difenderci da questa aggressione: se serve la linea interna del Coni, se serve la linea interna della legge, sapendo però che con tutti i problemi che ha il Paese è anche umiliante che noi andiamo a chiedere in questo momento delicato una difesa del nostro mondo, perchè una parte del nostro mondo non si sa difendere da solo. E allora dico alla Lega di Serie A, domani avete una riunione: non vi riunite per attaccare il presidente del Coni; se lo volete fare, fatelo, certamente non ho paura, ma fate un qualcosa di costruttivo, da marzo non c'è un presidente di Lega, da marzo. Ma chi ve lo impedisce di eleggerlo? Il contratto collettivo non viene firmato perchè non si sa. Avete visto la Lega di Serie B? L'ha fatto in un amen. L'ha fatto velocemente. Ecco, io non mi voglio dilungare oltre. Sapete che questo è un messaggio di affetto per il mondo del calcio, non di scontro, perchè io vengo da quel mondo, io mi entusiasmo per le partite, mi entusiasmo del calcio giocato. Avete visto che belle immagini ha dato ieri Buffon? Avete visto, oggi su tutti i giornali, non solo gli sportivi, ma anche i politici, quello che ha detto al Capo dello Stato? Avete visto l'affetto che ha il Capo dello Stato per il nostro mondo? Avete visto il massimo rappresentante dell'unità del Paese quello che ha detto per noi, verso di noi?.  Noi siamo più presenti al Quirinale di qualsiasi altra azienda, categoria di lavoratori. Siamo sempre lì per le nostre vittorie, e allora diamoci una regolata. Noi in testa, il Coni in testa. La Federazione sta lavorando seriamente, il calcio è fatto da 15mila società, non esiste solo il calcio di vertice. Ma lo sappiate, presidenti, le regole le fa il Coni e non le cambierete voi".

 
 
 

     

 

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