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Messaggi del 17/11/2011

In questo mondo di ‘eroi’…

Post n°5539 pubblicato il 17 Novembre 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

Calciopoli è nato come processo mediatico e come tale può essere ancora identificato.
In realtà si potrebbe parlare di una esposizione mediatica ad intermittenza: grande risalto e titoli cubitali in alcuni casi, silenzio assoluto in altri.
La sentenza dell’8 novembre, letta in maniera veloce e quasi “sbrigativa” dal Presidente del Collegio Teresa Casoria (forse aveva fretta di non affaticare eccessivamente le corde vocali, secondo alcuni messe a dura prova in Camera di Consiglio), è stata accompagnata da un notevole dispiego di mezzi radiotelevisivi (bravissimi a capire in anticipo che quello sarebbe stato il giorno giusto, quando in molti ritenevano si dovesse attendere il 22) e seguita dalla solita bagarre mediatica, relativi commenti faziosi dei soliti occupanti il salotto televisivo ed esplosioni di interviste e approfondimenti che hanno coinvolto un po’ tutti.

Vediamo le reazioni.

Il PM Narducci: "Sono più che soddisfatto per come è andato a finire il processo: è un risultato notevolissimo, che premia un lavoro enorme e svolto tra mille avversità. E' stata spazzata via la più grande operazione di mistificazione mai condotta in questo paese attorno ad un processo. La sentenza riconosce l'assoluta verità probatoria raggiunta dalle nostre attività investigative e accoglie in pieno la nostra impostazione, stabilendo che quella che operò in quel periodo fu un'associazione per delinquere e che quello era un calcio malato e corrotto. Alla fine hanno contato i fatti che noi abbiamo dimostrato, respingendo qualsiasi operazione che cercava di allontanare la verità. L'atteggiamento della difesa di Luciano Moggi non ha pagato, si è rivelato inconsistente: non ha provato in alcun modo a confutare quello che noi sostenevamo, o almeno a fornire una versione diversa dei fatti per come noi li prospettavamo. In sostanza è un atteggiamento di chi non è teso a dimostrare la propria innocenza o estraneità, ma piuttosto a dire che c'erano anche altri a fare quelle cose: operazione buona solo dal punto di vista mediatico. Anche altri dirigenti hanno avuto colloqui con la classe arbitrale e non sono stati trattati allo stesso modo? Quelle intercettazioni non avevano lo stesso valore probatorio dei colloqui che hanno riguardato gli attuali imputati e la sentenza ci ha dato ragione anche in questo".

Il procuratore capo della procura di Napoli Lepore: “La Procura di Napoli non crea falsi problemi o questioni, quello che e’ stato ipotizzato si è rivelato tutto vero”. Non è vero che le indagini sono state svolte in una sola direzione. Gli elementi sono stati valutati ma non potevamo creare dei reati per fare contenta uno o l’altra squadra. Uno dei classici sistemi difensivi per scagionarsi è accusare altre persone. E mai come questa volta non è stata una sentenza già scritta: tra noi ed i collegi ci sono state delle incomprensioni, tant’è vero che siamo stati costretti a due istanze di ricusazione per ristabilire la regolarità del processo. Nonostante le indagini siano state pregiudicate da fughe di notizie. Un settimanale pubblicò tutte le intercettazioni e quindi non si poterono fare altre indagini. Il calcio oggi è più pulito ma ci sono ancora dei lati oscuri, delle influenze esterne che agiscono su alcuni individui per cambiare l’esito delle partite”.

Il Colonnello Auricchio: "Noi abbiamo fatto una indagine su quella che abbiamo ritenuto essere una organizzazione criminale ben definita: i dati raccolti hanno poi confermato questa nostra ipotesi accusatoria. Non abbiamo mai avuto l'ardire di occuparci di una inchiesta sull’intera storia del calcio. E non è stata un’inchiesta sulla Juventus come si è detto — evidentemente per raccogliere il consenso mediatico di una buona fetta di tifosi di una storica società — ma semplicemente di una investigazione sui comportamenti di soggetti nei cui confronti si sono avanzate delle accuse. Non sono stati raccolti rumors da bar dello sport o da qualche articolo di giornale ma elementi di valenza probatoria che un tribunale italiano, in nome del popolo italiano, ha valutato".

Il Gup del Tribunale di Napoli De Gregorio: “Quella del rito abbreviato è arrivata dall' esame delle sole prove raccolte per la richiesta del rinvio a giudizio, quella del collegio della Nona sezione viene dopo che in dibattimento sono arrivati strumenti di prova diversi, ma alla fine si è arrivati alla stessa conclusione. Il Tribunale ha dato la stessa importanza alle prove che io avevo ritenuto importanti: le intercettazioni, le frequentazioni, le schede svizzere. Dal dispositivo c' è la conferma che non è emerso nessun elemento per poterli prosciogliere. Bisogna attendere le motivazioni, comunque due possono essere le ipotesi: la prima è che non abbia ritenuto Luciano Moggi e la Juventus responsabili dei danni nei confronti delle parti civili che si erano costituite; la seconda ipotesi è che abbia ritenuto la Juventus non responsabile in quanto Moggi non era dotato di poteri di firma. Sì, io ho più volte scritto che Moggi e Giraudo - ricordo che al rito abbreviato era ricorso l' amministratore delegato della società bianconera - operavano per favorire la Juventus”

E la stampa.

Sconcerti: "La sentenza di Napoli su Calciopoli dice che allora era tutto vero. Moggi guidava un’organizzazione che mirava ad alterare i risultati. La condanna è molto dura e non lascia spazio a interpretazioni. Confesso di essere sorpreso, mi è sempre sembrata esagerata l’accusa di associazione a delinquere. Così come mi era sembrato sbagliato togliere il secondo scudetto. La sentenza di ieri dice che sbagliavo. La condanna non riguarda un episodio, riguarda un’intera gestione. Ci sono dentro anni e anni di calcio che siamo condannati a guardare in modo diverso. Se hanno ragione i giudici del tribunale di Napoli, che calcio abbiamo visto negli anni di Moggi? O c’è ancora chi pensa sia tutto un equivoco, peggio, un complotto?" .

Travaglio: “Quando Umberto Agnelli lo ingaggiò, Moggi era imputato a Torino per aver fornito prostitute ad arbitri per le partite di Uefa del Torino. Quindi fu assunto proprio perché si sapeva chi era e come operava. Moggi aggiunge che le schede telefoniche estere da lui usate le pagava la Juventus, per aggirare lo “spionaggio industriale Telecom-Inter”: e allora perché le passò ai designatori Bergamo e Pairetto? Anziché lasciarsi lo scandalo alle spalle, come aveva fatto suo cugino John Elkann, Andrea Agnelli figlio di Umberto e amico di Moggi e Giraudo ha ripreso a gridare al complotto e a rivendicare gli scudetti dello scandalo, giustamente revocati. Ora, con la sentenza di Napoli e i messaggi di Moggi, ha quel che si merita. Forse, anziché vellicare gli istinti peggiori della tifoseria peggiore, farebbe bene a guardare al futuro. A farsi spiegare lo “stile Juventus” da chi ancora sa cos’è come Boniperti, Trapattoni, Zoff e Platini. E magari a costruire stadi più sicuri” .

Beccantini: “Un altro complotto? No Grazie. Negli anni di Calciopoli così facevano molti, non tutti. E più di tutti, faceva Moggi. Per questo, ritengo doveroso un podio delle responsabilità, ma più che nel cuore di una organizzazione che teneva sotto scacco i campiona-ti, mi sembrava di essere capitato nel bel mezzo di una guerra per bande: peccato che alcune di esse siano state tenute fuori dai tribunali. Per Narducci, c’era la cupola e c’erano gli altri. Ne prendo atto. Rimangono i dodici anni di storia juventina fra il 1994 e il 2006, le stagioni della Triade, scandite da trionfi su trionfi e racchiuse tra farmaci prescritti e telefoni bollenti” .

Palombo: “Ora che Calciopoli è tornata ad essere soprattutto Moggiopoli - e a dirlo è la sentenza di Napoli che laurea l' ex direttore generale della Juventus unico «promotore» dell' associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva che inquinò il campionato 2004-2005 - sarebbe arrivato il momento di guardare avanti. Ma, a quanto pare, non è ancora possibile. Il comunicato con il quale la Juventus l' altra sera ha festeggiato lo scampato pericolo d' una richiesta danni in questo senso non aiuta. Passi per la «totale estraneità ai fatti contestati» che forse, come lascia intendere De Gregorio, il magistrato del rito abbreviato che condannò Giraudo, potrebbe anche rivelarsi non propriamente tale. Sono questioni da tribunale penale, le seguiremo con la consueta attenzione ma restandone ben volentieri a distanza di sicurezza…. Lo sapeva bene l' avvocato Zaccone, ed è arrivato il momento che anche Andrea Agnelli ne prenda atto. Con serenità, e con la coscienza che i tifosi vanno anche educati. Gli scudetti sono 27 e quei due andati perduti non torneranno più indietro. Meglio, molto megl[/i]io aggiungerne di nuovi, magari da subito. Guardare avanti, per l' appunto” .

Bocca: “Avevo detto che Calciopoli aveva bisogno ormai di una via d’uscita, ma ormai è saltato tutto, andiamo esattamente verso la direzione opposta.”

Gamba: “Quello che sfugge è il motivo per cui la Juventus abbia eletto la Figc come unica responsabile di tutte le sue sventure: non sono stati piuttosto i magheggi di Moggi e Giraudo (condannati in via definitiva dai tribunali sportivi e in primo grado da quello di Napoli) a spedire la Juve in serie B? Non sono stati i loro metodi a inquinare l'immagine del club più titolato d'Italia? Se non è soltanto colpa loro, non è almeno anche (soprattutto, si direbbe) colpa loro? Perché, allora, non avviare una causa parallela pure nei confronti degli ex amministratori? Da Moggi, la Juve ha preso le distanze in maniera formale, lasciando intendere che commettesse porcherie all'insaputa della società: se dunque si sente vittima di Lucianone, perché non citarlo in giudizio? E se poi l'Inter è stata così disonesta da non meritare lo scudetto a tavolino, come può la Juve reclamare - e anzi vantare - quelli che, per disonestà ben più grandi, le sono stati tolti? Agnelli conduce molte battaglie, ma con tratti di incoerenza. Applaude Palazzi che invita Moratti a rinunciare alla prescrizione ma non ha mai criticato chi, grazie alla prescrizione, si salvò nel processo doping. “

C’è di tutto per avere un’idea chiara della situazione.
Uomini garanti della legge che si esaltano davanti alle telecamere per poter far bella mostra di sé.
Lepore, Narducci, Auricchio e De Gregorio tornano a parlare ed esaltano una sentenza che per ora appoggia un impianto accusatorio assurdo, esultando come degli ultrà da stadio. Ma dovrebbero essere garanti della legge, non ultrà.

Si dice che il calcio sia cambiato dopo calciopoli.
Ma ieri come oggi c’è Travaglio che, in estasi, termina il suo articolo con la provocazione sulla sicurezza dello stadio (cosa c’entra?). Palombo torna ad usare il termine “moggiopoli” e Gamba, in deliro nerazzurro, scrive un articolo intriso di odio sportivo (complimenti!), riportando notizie non veritiere.

Sono loro i nuovi eroi: tifosi ultrà che hanno inquinato l’informazione e condizionato l’opinione pubblica.
E i garanti della legge si fanno scudo dietro quell'opinione pubblica ingannata.
Ma che vergogna!

Rimane uno sport le cui Istituzioni si dichiarano incompetenti su ogni linea, incapaci oggi di garantire il regolare svolgimento di ogni singola competizione.
Perché sono ancora li?

La Juve deve rimanere colpevole per dare credibilità a questo mondo sportivo che parla di etica ma mai di giustizia.
La Juventus deve fermarsi, il sistema non può permettersi di far emergere la verità.

Che tristezza e che povertà di valori e di uomini!

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