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Messaggi del 13/01/2012

L'Etica non si prescrive. E' diventata variabile!

Post n°5649 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Nuova colorita pagina per il mondo del calcio. Proprio ieri è arrivata l'interpretazione della Corte di Giustizia Federale sulla norma 22 bis delle Noif (Norme organizzative interne federali) in merito alla permanenza del presidente della Lazio Lotito all’interno del Consiglio Federale dopo la pronuncia della sentenza di primo grado del processo calciopoli.

Come avvezzo, visti i contenuti non chiari per questa particolare fattispecie, Giancarlo Abete aveva chiesto un parere consultivo alla Corte di Giustizia Federale presieduta da Giancarlo Coraggio.

Ricordiamo che con la delibera 450 emessa dalla Giunta Coni, il 20 dicembre veniva introdotta una normativa etica in base alla quale devono essere sospesi dalle cariche di consiglieri tutti i dirigenti condannati per reati sportivi anche se solo in 1° grado.

La Corte di Giustizia Federale si è pronunciata contrariamente a quello che era l’indirizzo della Giunta del Coni e si è così espressa: «Le disposizioni allo stato vigenti non consentono di individuare un’ipotesi di sospensione dalla carica di consigliere federale di condanna con sentenza penale non definitiva di primo grado». Ma quello che ha dato maggiormente fastidio a Petrucci è il fatto che pur non essendo richiesto, la Corte di Giustizia Federale ha espresso un parere anche sulla direttiva della Giunta del Coni ed in questi termini: «Su questo quadro normativo, non incide la direttiva adottata dalla Giunta Nazionale del Coni, che non può che riguardare il futuro, perché è comunque norma sopravvenuta e in quanto tale non applicabile a vicende anteriori e perché non è "autoesecutiva".»

Petrucci infuriato reagisce emanando subito un comunicato stampa dai toni forti: «Meraviglia nella maniera più assoluta che un organo consultivo federale abbia esteso un proprio parere a fattispecie giuridiche non richieste, e comunque di esclusiva competenza della Giunta Coni. In un momento in cui il caldo italiano ha assoluto bisogno di ritrovare certezza di comportamenti etici e trasparenti, inspiegabilmente nell'ambito della Federcalcio viene espressa un'interpretazione che va ben al di là delle richieste di merito, diventando una pericolosa invasione di campo e una sgarbata intromissione nelle prerogative dell'Alta Corte di Giustizia presso il Coni, unico organo con funzioni consultive e giurisdizionali al quale il Coni fa riferimento per Statuto. Resta inteso che la direttiva emanata il 20 dicembre è immediatamente esecutiva e le Federazioni sono state già chiamate a recepire al più presto i relativi adeguamenti normativi. I principi etici non prevedono pareri interpretativi».

Abete non si pronuncia, è in forte imbarazzo. Questa volta l’ha combinata grossa. Magari starà pensando di chiedere un nuovo consulto a qualche altro saggio o consiglio di legali Figc… Vediamo se e quando troverà parole di circostanza atte a giustificare un’altra imbarazzante pagina di politica sportiva (perché non si può chiamare giustizia questa cosa qua…).

L’ etica difesa oggi da Petrucci è la stessa usata nel 2010 da Abete che ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia: «l’etica non va in prescrizione», salvo poi non applicare il principio ai fatti… Perché la discrezionalità sta nel non applicarla ad ogni circostanza ma solo laddove è opportuno…

Ma quello che ancora una volta ci troviamo a commentare è l’ennesimo esempio di doppiopesismo nel giudizio di Petrucci e compagnia cantante. Perché l’etica non si giudica, ma si prescrive e si interpreta (questa volta si), solo quando è chiamata a giudicare i comportanti tenuti dall’inter e dai suoi dirigenti, pur valutati da Palazzi - l’inflessibile super procuratore – da articolo 6 (ricordiamo la relazione del 4 luglio 2011).

Se poi aggiungiamo che anche Paolillo (quello che cercava lavoro a Nucini, mentre ancora era un arbitro in attività) alza la voce sull’argomento: «Lotito non può rappresentare la Lega di Serie A e sarebbe stato di buon gusto da parte sua autosospendersi in attesa dell'esame della riforma dell'art.22 delle Noif», possiamo avere il quadro completo. Eticamente da schifo!

Ahi ahi ahi Petrucci, come è variabile questa interpretazione di etica!

Commenta l'articolo sul nostro forum!


 
 
 

Hanno chiuso Paparesta nello spogliatoio!

Post n°5648 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

Lucaboo2

Da molti anni alcune “classifiche” stilate da organizzazioni più o meno sovranazionali valutano la maggiore o minore libertà di informazione nei vari stati. Scorrendo via via le liste a partire dalla vetta o dalla coda della classifica, ci sono i nomi che più o meno tutti ci aspettiamo di trovare a quei “piazzamenti”.
Lassù lassù i paesi scandinavi, da sempre paladini delle libertà individuali, laggiù, una Geenna dove languono paesi con nomi tristemente noti ai TG anche in questi giorni, dove tutti i cittadini sono liberi di avere un'opinione, purchè coincida con quella di chi è al Potere.
Quello che sorprenderà molti (ma non forse gli amici del forum di GLMDJ) è il piazzamento della nostra simpatica Repubblica stivaliforme. Per trovare infatti il nostro paese del sole e del mare, della pizza, degli spaghetti e del vino buono, dobbiamo scendere alcuni scalini... e così facendo, nella discesa, incontriamo nomi di Paesi che nella nostra grassa ignoranza occidentale credevamo fermi alle capanne di paglia e alle sveglie al collo: Namibia, Mali, Burkina Faso.
E già, signori. Ruga alquanto dirlo, lo so.
Ma questi signori, che magari non hanno un piatto di minestra davanti, hanno un sistema di Informazione più libero e democratico del nostro.
Mentre noi siamo prodi e fieri abitanti del “Bel Paese là dove il sì risuona”. Sempre se il padrone lo permette, beninteso. Altrimenti ciccia.

Sintomatico di questo problema è un episodio avvenuto qualche giorno fa: durante una delle solite trasmissioni sportive dove si analizzano al microscopio le immagini delle partite del giorno per la gioia dei tifosi-abbonati (e la gioia ancora più grande dei direttori delle reti televisive), è sorto un diverbio fra l'ex-arbitro Paparesta (oggi “opinionista televisivo”, termine che non si è mai capito bene cosa significhi) e l'allenatore del Milan Allegri.
L'ex-fischietto ha giudicato sbagliata la concessione del rigore al Milan durante la partita con l'Atalanta (col quale i rossoneri hanno per l'ennesima volta sbrogliato la matassa domenicale) in quanto, con le immagini alla moviola, non sembrano “sussistere gli estremi per il calcio dagli 11 metri” (come dicono quelli seri).
Apriti cielo.
Allegri (e dico Allegri, mica Mazzone o Cosmi, due dal temperamento assai più sanguigno e “fumino”) litiga con Paparesta, e in seguito arriva una nota dall'Ufficio Stampa del Milan: nessun tesserato dei rossoneri sarà più a disposizione per rilasciare interviste o per partecipare a trasmissioni vista la divergenza d'opinioni sull'episodio.
E già questo dovrebbe far riflettere più d'uno: “O dite quello che piace a noi, o non ci giochiamo più e ci portiamo via anche il pallone”.
L'episodio varca i confini del surreale se aggiungiamo che la Televisione iscritta nella “Lista nera” del Milan è proprio il canale sportivo della Mediaset.
Voglio dire... non stiamo discutendo sul fatto che Radio Maria non faccia una buona pubblicità ai film di Tinto Brass. O che sulla Padania dovrebbe esserci l'elogio del Festival della Canzone Napoletana.
Se qualcuno si fosse perso qualcosa, ricordiamo che tanto Sport Mediaset che il Milan appartengono alla stessa “galassia” economica, la holding Fininvest.
Vero che il sottoscritto ha assistito (giuro) ad una litigata tra due fratelli dove il minore dava al maggiore del “figlio di” (il tutto in presenza della madre), ma stavolta mi pare ancora peggio.

Due sono le questioni che mi vengono in mente davanti a questo fatto.
La prima è che, se prendessimo per buono il concetto del “se non si dice che sono bravo allora non ci sto”, allora tutti i tesserati e i dipendenti della Juve, compresi i loro familiari fino alla settima generazione, per almeno quattro lustri dovrebbero rilasciare interviste solo alla Gazzetta del Canavese e al giornalino della scuola elementare di mia figlia. Invece, prigionieri di un'incredibile Sindrome di Stoccolma, si prestano giornalmente a riempire le pagine e le trasmissioni dei nostri carnefici farsopoliani.
La seconda è che d'ora in poi, a meno che Paparesta non voglia lasciare la Moviola per passare a fare la pubblicità dei Miracle Blades (e non necessariamente nel ruolo di quello che i coltelli li impugna), ci penserà (lui o chi per lui) due volte prima di giudicare un episodio riguardante il Milan. E contando che (come ebbi a dire in un precedente articolo) è sconcertante la frequenza con cui i difensori delle squadre avversarie sono soliti sgambettare, falciare, abbattere, gambizzare Ibrahimovic e compagni all'interno delle loro aree (e non dico di più...), stiamo pur sicuri che gli eventuali episodi dubbi verranno trattati in tutta fretta o “dimenticati”.
Fatto salvo aprire un'inchiesta parlamentare se a cadere in area è Krasic, beninteso.
Tanto noi siamo quelli pronti a porgere sempre l'altra guancia. E anche altro, se ce lo chiedono.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2068


 
 
 

     

 

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