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Messaggi del 27/05/2012

La Juventus ricorda Umberto Agnelli, il presidente della prima stella

Post n°5963 pubblicato il 27 Maggio 2012 da nadir63l
 

Naturalmente anche la Juventus, attraverso il proprio sito ufficiale, ha ricordato la figura dell'ex presidente bianconero Umberto Agnelli, a otto anni esatti dalla sua scomparsa. "Otto anni fa ci lasciava Umberto Agnelli. Era il 27 maggio 2004 e con lui se ne andava una parte importantissima della Juventus, perché il Dottore ha legato il suo nome ad alcune delle pagine più gloriose storia bianconera - si legge su Juventus.com -. Presidente dal 1955 al 1962, alla guida della società vinse tre scudetti. Quello del 1958 fu quello della prima stella, da lui stesso varata come simbolo dei dieci trionfi, in qualità di Presidente della Federazione. E oggi che la squadra ha conquistato il tricolore e la terza stella, tutta la Juventus è orgogliosa di averne onorato la memoria".
 

 
 
 

Verratti: "Resto a Pescara"

Post n°5962 pubblicato il 27 Maggio 2012 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

"Resto a Pescara". Queste le parole di Marco Verratti nel pre-partita contro la Nocerina di ieri. Il giovane talento abruzzese ha fatto capire di voler restare biancazzurro per un altro anno per crescere e acquisire la giusta esperienza in serie A. A questo punto la Juventus deve trovare l'accordo con il Pescara per acquistarne la meta' e lasciarlo un altro anno in Abruzzo. Non sara' semplice, vista la concorrenza di Milan, Inter e Napoli

 
 
 

Heysel, parola d'amore

Post n°5961 pubblicato il 27 Maggio 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

Domenico Laudadio

Andrea Agnelli ha mantenuto la parola: “L'angolo della memoria” per le vittime dello stadio Heysel di Bruxelles è nel cuore del nuovo museo della Juventus.

In antropologia un totem è un'entità soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una persona, un determinato clan o l'intera tribù, al quale ci si sente legati per tutta la vita. Mi piace pensare in questo modo alla stele che la Juventus Football Club ha dedicato alle 39 vittime dello stadio Heysel di Bruxelles nel suo “J Museum” sorto a Torino nei pressi del suo nuovo stadio alla Continassa.

Un gesto molto semplice, ma affettivamente altrettanto nobile che finalmente restituisce tra le braccia di madre alla “Vecchia Signora” quei 39 tifosi dispersi nel Belgio”, richiamati uno ad uno per nome e cognome al suo seno. Un segno di purezza e coerenza del Presidente Andrea Agnelli, all'epoca della strage bambino, che lo aveva promesso alla cerimonia del 25° anniversario della strage nel giardino della sede sociale alla presenza dei familiari delle vittime.

Erroneamente alcuni organi di stampa attribuirono in quella occasione alle parole del neo Presidente bianconero l'annuncio di una sala della memoria, probabilmente intesa come un museo nel museo della Juventus. In verità Andrea Agnelli si riferì letteralmente ad “un luogo per ricordare queste persone ”... E proprio così è stato. Unendo la terra con il cielo, la Juventus ha inciso alla memoria su una lunga stele nomi e cognomi di quei 39 innocenti per un battesimo di eternità. Atto dovuto, certamente, ma non più così scontato dopo 27 anni di oblio nella memoria delle precedenti gestioni del club e dei mass media italiani.

Nonostante questo, resterà sempre molto complesso e contraddittorio il rapporto fra l'etica dei sentimenti umani e la indubbia legittimità di un trofeo così prestigioso, vinto comunque con merito e impegno sul campo di gioco, festeggiato da tifosi e calciatori, esposto sia in occasione del rientro all'aeroporto di Caselle, maldestramente, che anonimamente nella sala dei trofei. Per rispetto dei caduti e dei loro familiari, fra l'altro invitati dalla Juventus a presenziare alla cerimonia d'inaugurazione, sarebbe cosa buona e giusta listare a lutto quel trofeo, restituendogli buona parte della dignità della sua stessa presenza. Basterebbe, almeno, annodarle anche una di quelle sciarpe bianconere che servirono a detergere il sangue dei feriti, a coprire i volti dei morti.

Nell'ottica dell'ideazione del museo è stata privilegiata evidentemente una esposizione figurativa e multimediale finalizzata ad un impatto emozionale, rinunciando alla forma museale tradizionale di comunicazione in forma didascalica. “L'angolo della memoria” dedicato all'Heysel non è sfuggito a questa scelta prioritaria, ma visibilmente ancora in forma più criptica, privata dei suoi riferimenti storici di repertorio che ne identificassero le ragioni dell'esposizione.

Onestamente, il racconto dettagliato e documentato di una simile cruenta tragedia, vero e proprio incubo della storia juventina di sempre, poco si adeguerebbe all'atmosfera edulcorata e onirica d'insieme dell'ambiente museale. Da un lato, quindi, personalmente comprendo la scelta “tecnica” degli organizzatori, dall'altro non condivido il fatto di non accompagnare il totem con almeno una fotografia o un video a testimonianza di quell'evento e di quel trionfo marchiato dal sangue da 39 innocenti.

Dunque la Juventus avrebbe finalmente “fatto la pace con l'Heysel” ? Può darsi, forse di più con se stessa, ma credo anche, dopo tanti anni di richieste private del sottoscritto, di gruppi e associazioni di tifosi alla società, che il cerchio si è ormai chiuso. Non è stato importante che alla fine non sia conciso per contenuti e forme quanto domandato in questi anni per quello spazio alla memoria. L'unica cosa che veramente conta, seconda solo al gradimento dei familiari delle vittime, è che i cuori trafitti dell'Heysel siano ritornati nel cuore pulsante della storia della Juventus, proprio lì in quel museo, dove ancora battono ritmicamente come in quella infausta sera del 29 Maggio 1985, prima del passaggio oltre... Non li senti ?! Juve...Juve...Juve...Juve...


Sala della memoria Heysel

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2283

Domenico Laudadio

Andrea Agnelli ha mantenuto la parola: “L'angolo della memoria” per le vittime dello stadio Heysel di Bruxelles è nel cuore del nuovo museo della Juventus.

In antropologia un totem è un'entità soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una persona, un determinato clan o l'intera tribù, al quale ci si sente legati per tutta la vita. Mi piace pensare in questo modo alla stele che la Juventus Football Club ha dedicato alle 39 vittime dello stadio Heysel di Bruxelles nel suo “J Museum” sorto a Torino nei pressi del suo nuovo stadio alla Continassa.

Un gesto molto semplice, ma affettivamente altrettanto nobile che finalmente restituisce tra le braccia di madre alla “Vecchia Signora” quei 39 tifosi dispersi nel Belgio”, richiamati uno ad uno per nome e cognome al suo seno. Un segno di purezza e coerenza del Presidente Andrea Agnelli, all'epoca della strage bambino, che lo aveva promesso alla cerimonia del 25° anniversario della strage nel giardino della sede sociale alla presenza dei familiari delle vittime.

Erroneamente alcuni organi di stampa attribuirono in quella occasione alle parole del neo Presidente bianconero l'annuncio di una sala della memoria, probabilmente intesa come un museo nel museo della Juventus. In verità Andrea Agnelli si riferì letteralmente ad “un luogo per ricordare queste persone ”... E proprio così è stato. Unendo la terra con il cielo, la Juventus ha inciso alla memoria su una lunga stele nomi e cognomi di quei 39 innocenti per un battesimo di eternità. Atto dovuto, certamente, ma non più così scontato dopo 27 anni di oblio nella memoria delle precedenti gestioni del club e dei mass media italiani.

Nonostante questo, resterà sempre molto complesso e contraddittorio il rapporto fra l'etica dei sentimenti umani e la indubbia legittimità di un trofeo così prestigioso, vinto comunque con merito e impegno sul campo di gioco, festeggiato da tifosi e calciatori, esposto sia in occasione del rientro all'aeroporto di Caselle, maldestramente, che anonimamente nella sala dei trofei. Per rispetto dei caduti e dei loro familiari, fra l'altro invitati dalla Juventus a presenziare alla cerimonia d'inaugurazione, sarebbe cosa buona e giusta listare a lutto quel trofeo, restituendogli buona parte della dignità della sua stessa presenza. Basterebbe, almeno, annodarle anche una di quelle sciarpe bianconere che servirono a detergere il sangue dei feriti, a coprire i volti dei morti.

Nell'ottica dell'ideazione del museo è stata privilegiata evidentemente una esposizione figurativa e multimediale finalizzata ad un impatto emozionale, rinunciando alla forma museale tradizionale di comunicazione in forma didascalica. “L'angolo della memoria” dedicato all'Heysel non è sfuggito a questa scelta prioritaria, ma visibilmente ancora in forma più criptica, privata dei suoi riferimenti storici di repertorio che ne identificassero le ragioni dell'esposizione.

Onestamente, il racconto dettagliato e documentato di una simile cruenta tragedia, vero e proprio incubo della storia juventina di sempre, poco si adeguerebbe all'atmosfera edulcorata e onirica d'insieme dell'ambiente museale. Da un lato, quindi, personalmente comprendo la scelta “tecnica” degli organizzatori, dall'altro non condivido il fatto di non accompagnare il totem con almeno una fotografia o un video a testimonianza di quell'evento e di quel trionfo marchiato dal sangue da 39 innocenti.

Dunque la Juventus avrebbe finalmente “fatto la pace con l'Heysel” ? Può darsi, forse di più con se stessa, ma credo anche, dopo tanti anni di richieste private del sottoscritto, di gruppi e associazioni di tifosi alla società, che il cerchio si è ormai chiuso. Non è stato importante che alla fine non sia conciso per contenuti e forme quanto domandato in questi anni per quello spazio alla memoria. L'unica cosa che veramente conta, seconda solo al gradimento dei familiari delle vittime, è che i cuori trafitti dell'Heysel siano ritornati nel cuore pulsante della storia della Juventus, proprio lì in quel museo, dove ancora battono ritmicamente come in quella infausta sera del 29 Maggio 1985, prima del passaggio oltre... Non li senti ?! Juve...Juve...Juve...Juve...

 
 
 

CLAMOROSO: VAN PERSIE DICE NO ALL'ARSENAL, PER LUI...

Post n°5960 pubblicato il 27 Maggio 2012 da nadir63l
 

© foto di RICHRD PELHAM

Nella serata di ieri, Van Persie, come riportano i nostri corrispondenti da Londra, avrebbe detto no ad un'offerta di circa 8 milioni di sterline l'anno. Arsene Wenger era pronto ad un'ultimo assalto, ma l'olandese avrebbe declinato non ascoltando l'offerta. Secondo le ultime indiscrezioni, l'olandese vuole una squadra che gli permetta di vincere qualcosa e in prima fila ci sarebbe il Manchester City e poi come anticipato dalla nostra redazione la Juventus. L'offerta del City sarebbe particolarmente allettante perché di 10,5 milioni di sterline l'anno, l'offerta bianconera più bassa ma il progetto tecnico più stimolante con Van Persie al centro del progetto. La settimana prossima sarà comunque la settimana chiave. L'agente Kees Vos volerà a Manchester per parlare con emissari del City e questo sarebbe l'incontro con la seconda pretendente dopo il "famoso" viaggio a Torino delle settimane scorse. A questo punto si dovrebbe avere la situazione definita e il giocatore sceglierà la prossima squadra.

 
 
 

     

 

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