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Messaggi del 15/06/2012

L'avvocato Gallinelli a Ju29ro: "Il PC di Tavaroli inviato a Roma è una strana coincidenza"

Post n°6008 pubblicato il 15 Giugno 2012 da nadir63l
 

Fonte: Ju29ro.com
© foto di Micri Comunication

Il Processo Telecom entra nel vivo. Mercoledì mattina è tornato in aula Giuliano Tavaroli, ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom, per essere interrogato in merito ai dossier illegali realizzati fino al 2004 dai dipendenti e dai consulenti dell’ufficio da lui diretto. Nella prima parte dell’interrogatorio, quella svolta nell’udienza precedente, aveva confermato di avere avuto incarico da Moratti per spiare De Santis. Ieri ha rincarato la dose, confermando che anche altre persone del mondo del calcio sono state “attenzionate” su incarico della società nerazzurra, ed in particolare Luciano Moggi. Per approfondire il tema abbiamo sentito l’avv. Gallinelli, difensore di Massimo De Santis, l’ex arbitro che in questo processo si è costituito parte civile.

Avv. Gallinelli, leggendo gli atti di questo processo la sensazione è che ogni udienza contribuisca ad arricchire il puzzle che ben conosciamo con una nuova importante tessera.
E’ proprio così. La novità di oggi è che, studiando le carte, ho rinvenuto un atto della Procura di Milano risalente al 9 giugno 2005. È un decreto d’ispezione che riguarda materiale informatico di Tavaroli sequestrato il 3 maggio di quello stesso anno negli uffici Telecom. Viene deciso di far monitorare quel computer, a partire dal 15 giugno 2005, ai carabinieri della seconda sezione del nucleo operativo di via in Selci a Roma, guidata dal tenente colonnello Attilio Auricchio.


Secondo Lei come mai ciò avviene e a che titolo?A mio parere questo evento è l’anello di congiunzione tra quanto accadde a Milano e a Napoli. Indubbiamente è una strana coincidenza che il computer di Tavaroli sia stato ispezionato, nell’ambito delle indagini su Telecom, dallo stesso ufficio dell’Arma che si occupava di Calciopoli, sul finire della stagione sportiva 2004-05, quando le indagini su Calciopoli non erano state chiuse e le informative sulle schede svizzere dovevano ancora essere realizzate.

Lei è a conoscenza dell’esito di quell'ispezione?
Per approfondire questo aspetto ho chiesto di poter visionare e studiare il verbale dell’operazione per capire quali furono i risultati di quell'ispezione e per quale motivo fu fatta a Roma, mentre poteva essere fatta benissimo a Milano. Studiando le date, passa circa un mese, e davvero non si capisce come mai il PM Napoleone decide di spedire il tutto a Roma. Cercheremo di fare chiarezza.


Emblematica a nostro parere è la chiamata in causa di Adamo Bove: Lei che ne pensa?Senza dubbio la storia di Adamo Bove, ex dirigente della Security TIM, è una delle più misteriose di tutta la vicenda Telecom. Non dimentichiamo che il suo suicidio è avvenuto in circostanze poco chiare. Tra l’altro, durante le precedenti udienze abbiamo appreso che presso il suo ufficio era installato non solo il programma Radar per monitorare e interrogare in maniera anonima il traffico telefonico ma anche, e questo dovrebbe essere illegale, un apparecchio RT-6000 per ascolto e registrazione delle telefonate, identico a quello normalmente in uso alle Procure e alla polizia Giudiziaria.

Tutto ciò cosa Le suggerisce?
Il fatto che Tavaroli chiami in causa come “esecutore” materiale di queste indagini proprio Adamo Bove conferma i nostri sospetti soprattutto sulle modalità di acquisizione dei tabulati che poi hanno portato alle analisi del maresciallo Di Laroni sulle schede svizzere. Peraltro il Tavaroli ha più volte parlato di attività finalizzate ad accertare episodi di frode sportiva, di dossier consegnati a Facchetti e a Moratti, ma non ha mai accennato agli esiti di questi accertamenti, il che mi fa pensare che fossero assolutamente negativi. E qualche tempo fa anche lo stesso Moratti in un'intervista mi pare abbia affermato che dalle indagini sull’arbitro De Santis non uscì nulla.

Resta il fatto che Nucini fu spedito dalla Boccassini. Quali sono i punti di contatto con quanto affermato da Tavaroli in aula?
Moratti davanti a Borrelli dichiarò in maniera ambigua di essersi rivolto a Tavaroli, ma di non avergli dato nessun mandato, né di aver visionato alcun report. Esattamente il contrario di quanto dice Tavaroli, che afferma invece di aver avuto l’incarico di verificare quanto rivelato dall’arbitro Nucini a Facchetti e di aver consegnato proprio a quest’ultimo un resoconto. Ma fu lo stesso Moratti a confermare di aver spedito Nucini davanti alla Boccassini, per cui è improbabile che non conoscesse il contenuto di quel dossier. Peraltro la Boccassini, sentito l’arbitro, decise di archiviare tutto con il famoso modello 45. Possiamo perciò ipotizzare non solo che alla base dell’archiviazione ci fosse la mancanza assoluta di materiale probatorio, ma anche che il materiale che l’Inter aveva fornito a sostegno delle sue accuse fosse proprio il contenuto dei dossier di Tavaroli, e quindi frutto di attività illegali. In ogni caso da tempo ho chiesto di poter visionare il fascicolo per valutare quanto accaduto. E fino ad oggi non mi è stato concesso.

Lei pensa che quello stesso materiale, ripudiato dalla Boccassini, possa essere stato “riciclato” ed utilizzato per l’indagine di Napoli?
Questo non possiamo dirlo con certezza. Tuttavia alcune coincidenze fanno veramente pensare. In particolare sappiamo ad esempio che molti dei nomi che Tavaroli ha ammesso di aver fatto dossierare sono finiti, pari pari, nel fascicolo di Narducci. Si pensi alla vicenda Ceniccola, per esempio. Ma non solo. Il fatto che il computer di Tavaroli sia finito tra le mani di Auricchio, che in quel momento stava indagando proprio su mandato di Narducci, appare davvero inquietante.

Alla luce di quanto accaduto, quali sono i prossimi passi che farete?
Ovviamente stiamo studiando le carte con attenzione. Non credo sia il momento di anticipare le nostre future strategie. Di sicuro ascolteremo Emanuele Cipriani, uno degli esecutori materiali dei dossier, che dovrebbe venire a testimoniare dopo l’estate. E cercheremo di completare i dettagli di un quadro che ci sembra fin troppo chiaro. Dopodiché decideremo i passi da compiere, anche nell’ambito della giustizia sportiva.

 
 
 

Sbatti la verità in prima pagina…

Post n°6007 pubblicato il 15 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

Luca Pisapia, con un articolo dal titolo “Calcioscommesse, per alcuni tifosi il nemico è il giornalista”, ha preso le difese dei colleghi Mensurati e Travaglio, recentemente criticati dalla nostra redazione. Il fatto non ci sorprende: gli appartenenti ad una casta, siano essi giornalisti, politici o affiliati al potere di qualsiasi altro genere, talvolta possono anche fingere qualche litigio, ma poi sono estremamente reattivi e compatti, quando è necessario difendersi da "attacchi" esterni.

Occorre precisare che noi non "riscriviamo" niente, ma riportiamo i fatti troppo spesso omessi da chi è giornalista di professione. Abbiamo trascritto il processo di Napoli per intero, senza tralasciare né modificare nessuna parola, nemmeno quelle di quei testimoni d'accusa la cui attendibilità è stata immediatamente esclusa dalla stessa Corte. Potete dire di aver fatto la stessa cosa?

Non siamo noi quelli che dagli atti - ancora segreti - delle procure, estrapolano solo quello che è utile alla linea editoriale santa e inquisitoria. Non siamo noi quelli che operano incessantemente con il solo scopo di creare una realtà di comodo, anziché raccontarla.

Precisiamo che abbiamo chiaramente indicato nella premessa del nostro articolo che noi "condanniamo chi ha minacciato i due giornalisti" e che "non sappiamo se è solo millanteria" il colloquio tra Mensurati e lo zingaro. Può verificarlo dai nostri articoli, che non spariscono per incanto, come invece accade sui siti di giornali blasonati e largamente diffusi in Italia.
Potete dire di aver fatto la stessa cosa?

Quello che è sempre più chiaro, e la replica di Pisapia ne è una evidente testimonianza, è il fastidio verso chi ricerca la verità e contesta le versioni di comodo, non omologandosi all'archetipo del lettore da indottrinare.

Il Signor Pisapia dovrebbe invitare il collega Mensurati a scrivere un nuovo libro-scandalo su calciopoli, con le intercettazioni mancanti nella prima edizione. Non so se ne è a conoscenza, ma in questi anni, mentre si spegnevano le luci della ribalta giornalistica, ne sono emerse molte altre, ben più gravi, di soggetti che qualcuno continua a descrivere come immacolati. Nuove realtà non autenticate da veline uscite non si sa come da qualche procura, ma rese note all’interno di udienze pubbliche di un processo penale. Materiale consultabile da tutti quelli che hanno voglia di conoscere la verità. Dovrebbe invitarlo a mettere in evidenza quella realtà insabbiata che, senza il filtro della selezione, permetterebbe una visione integrale e corretta dello scandalo di calciopoli.

Ricercare la verità non è una colpa. La vergogna è che a farlo non sia il giornalista. Calciopoli ci ha insegnato che passare il tempo ad informarsi significa combattere contro chi impone subdolamente una visione parziale della realtà.

La classifica mondiale della Libertà di Stampa 2011-2012 vede l’Italia al 61° posto. Non c’è bisogno di aggiungere altro.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2324



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Il momento del calcio. Dai metrosexual di Paone alla solita 7 ...

Post n°6006 pubblicato il 15 Giugno 2012 da nadir63l
 

Immagine IPB

di G. Fiorito

C’era un bisogno impellente di una nazionale di bravi, buoni e belli. Lo scandalo di scommessopoli lo esigeva per le istituzioni sportive. Il paese lo chiedeva un po’ per spostare tradizionalmente gli interessi dallo spread e l’IMU sul calcio e un po’ per dimostrare che se ce la fanno gli azzurri ce la possiamo fare anche noi. Invece è arrivato Cecchi Paone e sono rimasti solo i belli. Anzi, i super belli, quelli che intendono esserlo a ogni costo: i metrosexual.
Saremo per sempre grati a Cecchi Paone per aver colmato una lacuna non da poco nel panorama culturale italiano. Alzi la mano chi era a conoscenza del fenomeno. Io no. Cioè, a ripensarci bene, quando sono al mare, mi rendo conto che molti individui di sesso maschile sono diventati improvvisamente glabri e non fanno che parlare di creme solari e costumi alla moda. Pensavo che fosse in atto una sorta di evoluzione della specie dovuta che ne so, magari alla qualità dei tessuti che non è più quella di una volta.
L’evoluzione c’era, ma era un’altra. In America ci ragionano dagli anni ’90. Il termine fu usato infatti per la prima volta nel 1994 da Mark Simpson sul giornale The Independent. Si tratta dell’evoluzione dell’uomo metropolitano (l’unità di misura state tranquilli che non c‘azzecca per niente), il quale si starebbe concentrando tutto su interessi che un tempo erano appannaggio della femmina. La risposta maschile alla donna in carriera. L’uomo che si prende i nostri spazi per compensare i vuoti lasciati dall’appropriarsi dei suoi da parte dell’ex sesso debole. Cerette, cremine, massaggi e tanto glamour. Un’evoluzione del gusto che va oltre la cura inverosimile di sé. Ristoranti e cibo che più trend non si può. Prelibatezze sofisticate in cucina, ma anche a teatro. Un nuovo esteta dedito anima e corpo ai piaceri della vita. Un redivivo Andrea Sperelli ambientato nelle moderne metropoli.
Ecco perché non mi sento di accordare agli ipotetici esponenti della specie presenti in nazionale il titolo definitivo di metrosexual, fin qui dettato a quanto pare dalla semplice ossessione del capello curato e del muscolo turgido rivestito di maglietta firmata.
Ecco però che la stampa italiana, poco incline a cogliere le sottigliezze delle cose, ma sempre ben disposta a sguazzare nel torbido, non ha perso occasione per rivolgere giusto a Cassano, uno che con l’antropologia e la sociologia in vita sua c’ha avuto a che fare poco e niente, un paio di domande succulente alle quali Fantantonio ha reagito né più né meno che da quello che è: un ragazzo di borgata. La querelle è sembrata rientrare alla vigilia della partita con la Croazia, quando Andrea Pirlo ha risposto ai giornalisti sfruculiatori che chiedevano se fosse giunto il momento per i calciatori gay, come vorrebbe Paone, di fare outing: “E’ arrivato il momento di parlare di calcio”.

Il momento è arrivato anche su La 7, che nella serata di giorno 13 ha visto Fabio Caressa e Tito Boeri ospiti della Gruber. Un’altra occasione persa. Per una televisione che sta crescendo e non solo negli ascolti, non fa bene dover constatare ancora una volta che di crescita riguardo a certe questioni non se ne parla nemmeno. Avevamo lasciato La 7 alla vigilia di Natale alle prese con calciopoli e scommessopoli, ospiti Moggi e Beha. Allora fu Corrado Formigli a non saper cogliere professionalmente l’occasione e a zittire gli astanti, procedendo a una strana comparazione dei due scandali del calcio senza porne in rilievo la differenza cruciale dell’ingerenza o no della malavita e del conseguente giro di denaro sporco.
Stavolta i nostri due ospiti presentano il libro di Boeri Parlerò solo di calcio e con una sufficienza sfrontata analizzano i vizi di questo calcio malato che esclude i giovani di talento e affoga tra corruzione e debiti, “generati non da investimenti, ma per la spesa corrente” . Naturalmente il consiglio è di guardare e ascoltare tutta la trasmissione
8 e ½ e di leggere il libro, che a giudicare dalle osservazioni fatte in studio sembra scritto già da qualche decennio. Curioso che persino sul forum di SKY sia stata riportata e discussa la notizia che conoscono pure a Londra e ha per fonte www.juventus.com: ” Lo Juventus Stadium non è solo motivo di orgoglio per la società e i tifosi bianconeri. E’ un vanto italiano nel mondo. E in occasione delle Olimpiadi e dell’International Architecture and Design Showcase di Londra, sarà tra i simboli dell’eccellenza del design del nostro paese, magistralmente rappresentata dal marchio Pininfarina.
Proprio a Pininfarina e alle sue creazioni la capitale inglese dedicherà infatti una mostra, nella quale, a fianco della torcia olimpica di Torino 2006 e della Ferrari FF, l’azienda torinese ha selezionato lo Juventus Stadium, come una delle massime espressioni del suo design applicato all’architettura e all’interior design”
. Che cosa è la costruzione, in odore di eccellenza, del primo stadio di proprietà di una squadra di calcio italiana se non un investimento?

La trasmissione si sofferma su un altro punto interessante, chiosando che la competizione calcistica è falsata dal potere mediatico, che secondo Caressa è la maggiore fonte di sostentamento del calcio. Boeri aggiunge che l’attenzione mediatica è stata al centro di calciopoli insieme all’esistenza di manager senza scrupoli che operavano pressioni sugli arbitri, mentre Caressa pone dei distinguo tra le aziende che si sono trovate dentro lo scandalo a causa delle intercettazioni e altre che hanno dovuto difendersi dagli attacchi mediatici. Siccome nello stesso giorno della trasmissione si è avuta un’importante udienza a Milano del processo Telecom, le cui vicende sono state completamente ignorate tanto dalla conduttrice quanto dagli interlocutori, consiglio a tutti loro di invitare di nuovo Oliviero Beha per farsi spiegare come stanno le cose, ma stavolta senza zittirlo.

L’ottimo giornalista si è espresso ancora una volta sul suo blog sulla buona fede di giornali e giornalisti, proponendo una corposa sintesi dei fatti e dei fattacci annessi e connessi al processo Telecom di Milano: “Due questioni. La prima: leggendo qui capirete meglio che cosa è stato o non è stato lo scandalo di Calciopoli. La seconda: misurate la buona fede sui giornali del 14 giugno, per vedere dove queste notizie escono. Se non escono o escono defilate, siete autorizzati a pensare che tutti quelli che lo fanno vi stanno prendendo per il culo (e naturalmente anche per lo Stivale)”.

Riguardo a scommessopoli, secondo Caressa le scommesse illegali attecchiscono meglio nei campionati minori anche grazie al lavoro dovizioso di SKY, che con le sue numerose telecamere in campo impedisce che il risultato di una partita possa essere determinato da accordi presi in precedenza. Ecco dunque svelato perché le partite di serie A non sono truccate. In virtù del vasto pubblico che le segue. Peccato che nel processo sportivo di calciopoli non fu consentito alle difese di produrre in aula le videocassette delle partite incriminate. E ri-peccato se secondo il giornalista di SKY in Italia possiamo vantare una legislazione sportiva garantista e avanzata, per quanto vincolata da criteri di velocità.
Per questo i media dovrebbero incentivare l’autodenuncia. No, grazie. Finora i media hanno fatto abbastanza. E’ un compito che dovrebbe spettare alla magistratura. Anche se pure da quel versante non sempre si può stare tranquilli.

Narducci docet. L’ex pm di Napoli garantista non è per niente, o meglio lo è solo quando le accuse lo riguardano di persona, poiché lui, che in passato fu accusato di farsi comprare la cocaina da un pentito, non avrebbe voluto che Bonucci e Buffon, nemmeno indagato per scommessopoli, partecipassero agli Europei.

Chiudiamo con il caso Balotelli, che ci serve in studio la riedizione della solfa dei calciatori viziati, che dovrebbero essere messi dalle società nelle condizioni di partecipare ad eventi che li pongano di fronte alla realtà, visto che vivono in un loro mondo dorato. Proprio come i politici. Tanto per fare i tecnici anche noi, perché non diminuire i loro stipendi per riportarli coi piedi per terra? O cederli quando c’è penuria di soldi, come pare stia facendo persino Galliani?

Ai posteri l’ardua sentenza.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2323

complimenti Giusy!



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Zuliani: "La Juve sta cercando di portare a Torino Van Persie"

Post n°6005 pubblicato il 15 Giugno 2012 da nadir63l
 

Il telecronista "bianconero" di Mediaset Premium, Claudio Zuliani, ha espresso alcune considerazioni sulla Juventus e sulla Nazionale, in un'intervista concessa a SoccerMagazine.it. Ecco le sue dichiarazioni, raccolte dal collega Christian Schipani:

Se arrivasse un avviso di garanzia a Bonucci ad Europeo in corso, come dovrebbe comportarsi Prandelli dopo il precedente di Criscito?

“Secondo me non arriverà”.

Van Persie, Lewandoski, Suarez: sono solo voci di mercato o c’è realmente una trattativa?

“Penso che la Juventus stia seriamente tentando di portare a Torino Robin Van Persie”.

In che reparto dovrebbe operare la Juventus per il mercato estivo?

“In tutti e tre i reparti”.

Anche quest’anno la Vecchia Signora ha fornito, in gran parte, giocatori alla Nazionale. Come mai, in Italia, la Juve è l’unica che adotta questa politica di puntare sui giocatori nostrani?

“Non saprei, evidentemente gli altri cercano il giocatore più affermato a livello internazionale che però ha costi più elevati”.

Giovinco vestirà bianconero o continuerà la sua carriera altrove?

“Potrebbe continuare la sua carriera vestendo altre maglie”.

Cosa pensi della scritta “30 sul campo” al posto delle stelle sulla maglia del prossimo anno?

“E’ una scritta di necessità virtù”.

 

Dei giocatori bianconeri presenti nella Nazionale, chi potrà risultare più decisivo in questo Europeo?

“Il centrocampista Andrea Pirlo”.

Essendo un telecronista “tifoso”, sei più esposto alle stesse tifoserie, anche avversarie, tanto che hai ricevuto anche contestazioni in diretta tv. Cosa ti senti di dire proprio ai supporter avversari in merito al tuo lavoro?

“Sinceramente niente”.

 
 
 

SAREBBE DA PALLONE D'ORO...

Post n°6004 pubblicato il 15 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

Anche ieri, ancora una volta in stagione, Pirlo decisivo, anche senza la vittoria italiana. Purtroppo per l'Italia, purtroppo per la Juventus, di Pirlo ce n'e' uno, inarrivabile, visti i dati statistici irraggiungibile.

Dopo la stagione fantastica, Andrea anche in nazionale sta ripetendo le magie bianconere. Assist al bacio nella prima partita, punizione magica nella seconda.

Nella scorsa stagione momenti difficili, vissuti quasi da separato in casa, ecco però questa da protagonista assoluto a Torino, un'annata dove Pirlo ha preso per mano la squadra e i compagni e li ha accompagnati anche grazie alla sapiente regia di Mister Conte, allo scudetto. Una sorpresa per tanti, non per la società Juventus che ha saputo cogliere l'attimo, a differenza del Milan.  A luglio Pirlo è entrato da campione, in punta di piedi, quasi senza valori acquisiti e anche un grande come Pirlo al pari degli altri di centrocampo si e' messo in gioco per conquistarsi giorno dopo giorno la stima e l'affetto di tutti, come se fosse bianconero da sempre. In bianconero ha indossato la numero 21 che fu di un certo Zidane e ora chissà potrebbe seguirne le orme in tutto e per tutto.

Quella 21 portò a Zidane il pallone d'oro, se Andrea riuscisse a fare un ottimo europeo, nulla gli potrebbe essere vietato, nemmeno il sogno di vincere quel pallone prestigioso che in tanti a Torino hanno vinto. Il suo sogno pero' e' legato alla nazionale, se non supererà il turno il sogno rimarrà tale.

 
 
 

     

 

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