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Messaggi del 18/07/2012

DE CEGLIE: "Spero di restare alla Juve fino a fine carriera.

Post n°6166 pubblicato il 18 Luglio 2012 da nadir63l
 

 Del Piero ci manca, resterà un grande nei nostri cuori. Sarebbe bello giocare contro il Barça"

tuttojuve.com

Fonte: dai nostri inviati a Chatillon
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Bagno di folla per Paolo De Ceglie, salito sul palco del Summer Village per incontrare i tifosi bianconeri. Il terzino valdostano sta rispondendo alle domande poste dai presentatori di Juventus Channel, Valeria Ciardiello e Dj Nanà. Ecco le sue parole, trascritte integralmente da Tuttojuve.com:

Come stai Paolo?
"Tutto bene, dai, un po' stanco, però tutto bene".

E' dura, avete ripreso subito...
"S', siamo riparti forte".

Hai fatto un po' di vacanza e ti sei riposato?
"Un po' di vacanza lo abbiamo fatto ma è solo un ricordo".

Tu sei di Aosta e giochi casa. Vuoi raccontarci qualche aneddoto di quando venivi in ritiro con papà Giulio?
"Sì, sono venuto per parecchi anni, ero piccolo, avevo dieci anni, dodici anni, e quindi ero dall'altra parte del palco. Oggi essere qui è una grande gioia. So cosa vuol dire essere di là e li ringrazio comunque tutti per la presenza e per la vicinanza".

Ieri c'era una bella atmosfera allo stadio di Saint Vincent, quando toccava palla c'era un boato. Sei il beniamino di casa...
"Qui gioco in casa, quindi qualche parente, cugino, sicuramente c'era in tribuna".

Ti è mai capitato di giocare con la maglia della Juventus in Valle d'Aosta?
"Sì, avevo giocato un torneo da piccolino, qui a Saint Vincent".

In prima quadra il tuo esordio...
"In prima squadra la prima volta".

Un bel momento...
"Sì, è stato bello, soprattutto perchè c'erano i miei parenti, non mi avevano mai visto giocare dal vivo, mia nonna, persone che magari non possono spostarsi fino a Torino, è stato bello".

Ti emoziona questa cosa o riesci a rimanere freddo?
"E' solo un piacere".

Finirai la carriera alla Juve? La tua carriera sarà solo bianconera?
"Sicuramente è quello che mi auguro. Ho sempre tifato per questa squadra, ho sempre giocato per questa squadra, quindi spero di giocare fino alla fine qui".

Sabato altro test molto importante con il triangolare di Bari, e fra tre settimane c'è già il primo trofeo in palio. Si ricomincia subito con la voglia di fare bene...
"Sì ci sono un sacco di amichevoli per preparare la Supercoppa e quindi cercheremo di affrontarle come partite vere, come finali, per prepararci poi alla partita col Napoli".

C'è questo rito tra di voi di scambiarvi le maglie. Tu a chiederesti alla maglia come ricordo?
"Non lo so, sicuramente...".

Quella di Del Piero ce l'hai quindi la escludiamo. Vi manca in ritiro Alex?
"Sì, sicuramente, Ale non può che mancare. Bisogna farci l'abitudini purtroppo, però resterà sempre un grande nei nostri cuori".

Tornando alla maglia che vorresti tenere nella tua collezione personale?
"Magari una maglietta del Barcellona, perchè è la squadra che ha vinto di più in questi anni, quindi sarebbe bello giocare contro il Barcellona".

E avere la maglia di Messi...
"Perchè no?".

Tu sei la prova che i sogni si possono realizzare. Qual è il consiglio che ti senti di dare ai ragazzi che vogliono intraprendere il tuo percorso?
"Il consiglio quando si è piccoli è quello di giocare per divertirsi e non per pensare...'Un giorno sarò calciatore'. Il primo pensiero è sempre quello del divertimento, perchè il calcio resta come prima cosa un gioco e soprattutto per i bambini. Poi se si ha la fortuna di andare avanti, piano piano bisogna rincorrere gli obiettivi che sono diversi dal gioco".

Cosa fate nel tempo libero quando siete in ritiro, nella scuola alberghiera? Perchè non uscite la sera?
"Siamo un pochettino stanchi, quindi di solito andiamo in camera, stiamo un po' al computer, televisione e poi dormiamo".

Quindi tanto riposo...
"Sì, molto riposo".

Stai migliorando la tua tecnica come deejay?
"Ogni tanto mi diverto, poi magari quando tu mi dai qualche lezione miglioriamo".

Su twitter dicono perchè hai lascia Demi Moore...
"Non so, non andavamo più d'accordo, era finita (scherza Paolo, mentre gli mostrano la foto dell'ex marito dell'attrice, Ashton Kutcher, ndr). Eravamo troppo lontano, lei è in America, non era facile".

Hai ancora la Jeep col tricolore sul cofano?
"No, quella l'ho dovuta levare. Era una scommessa che avevo fatto con un amico e l'ho mantenuta. Poi è stato bello festeggiare così, in quel modo, una cosa simpatica che avevo deciso di fare con un amico in tempi non sospetti"(redazione TuttoJuve.com).

 
 
 

ESCLUSIVA TJ - Paolo Monelli: "Jovetic come Baggio. Se i Della Valle lo cedono scatta la rivoluzione..."

Post n°6165 pubblicato il 18 Luglio 2012 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

A fine anni ottanta giocava in coppia con Roberto Baggio nell'attacco della Fiorentina. Più di vent'anni dopo il clamoroso passaggio dai viola alla Juventus del Divin Codino un'altra stella gigliata potrebbe approdare alla Vecchia Signora. Parliamo di Steven Jovetic, per analizzare la situazione TuttoJuve.com ha intervistato in esclusiva l'ex bomber viola Paolo Monelli.

Jovetic come Baggio ventidue anni dopo?

"Potrebbe essere il nuovo Baggio. Non solo per le caratteristiche tecniche, ma anche per ciò che provocherebbe a livello ambientale".

L'addio del montenegrino farebbe scattare la rivoluzione.

"Credo proprio di sì. Rispetto ad allora però c'è maggior smobilitazione a Firenze. Dopo gli addii di Behrami e Gamberini la Fiorentina ha ridimensionato i proprio progetti e le proprie ambizioni".

Lo possiamo considerare un Top Player?

"Jovetic è il giovane più forte del nostro campionato. Firenze potrebbe esplodere in una contestazione clamorosa come ai tempi della cessione di Baggio, se dovesse perdere l'ultima stella che ha in squadra".

Lei ha giocato con Roberto. Ci fa un paragone?

"Come Roberto, Jovetic lo rivedo abile nello spaziare e giocare alle spalle di un'unica punta. Seconda punta è il suo ruolo naturale. Chiraramente una seconda punta che segna tanto come era Baggio che ha fatto 205 gol in Serie A".

Con chi lo vedrebbe bene in coppia in bianconero?

"Forse alla Juve servirebbe in coppia con Matri più che con Vucinic".

 
 
 

Moggi su Libero "Lucio si e' liberato da un peso.."

Post n°6164 pubblicato il 18 Luglio 2012 da nadir63l
 

© foto di TuttoMercatoWeb
Nel consueto editoriale su Libero, Luciano Moggi torna sulle parole del brasiliano Lucio: "MILANO, 18 luglio 2012 - La presentazione dell'ex interista Lucio alla Juve ha rispolverato polemiche per altro mai sopite. «Ha ragione il presidente Andrea Agnelli: gli scudetti sono 30», ha dichiarato il brasiliano e se lo dice lui, che conosce bene l'ambiente interista, bisogna credergli (noi comunque eravamo convinti da tanto). Non l'avesse mai detto, povero Lucio, si è subito scatenata la banda interista. Sentite Beppe Severgnini su Twitter: «I calciatori moderni sono come i vecchi jukebox: metti la moneta e cantano la canzone che vuoi». E se dice questo, lui che conosce bene i modi comportamentali nerazzurri, c'è da credergli. Mi dicono infatti che ogni giocatore della rosa interista era stato fornito di un jukebox, con in più un direttore d'orchestra, per insegnare il famoso inno «Noi vinciamo senza rubare» al termine del campionato 2006/07. Peccato che poi il Procuratore federale Palazzi abbia scoperto che... E non poteva mancare ovviamente Moratti, che così ha risposto a Lucio (lui sì con una frescaccia): «Le dichiarazioni del nuovo difensore della Juve sono frescacce». Naturalmente, non c'è da meravigliarsi. Ogni qualvolta va in difficoltà o le cose gli vanno poco a genio, il patron interista si rifugia sempre in battute di comodo, così non risponde sul merito; e per quanto concerne chi potrebbe ritenersi offeso, in questo caso il calciatore, basta la Gazzetta a catalogare lo sfogo: Moratti lo ha detto «con simpatia». Che tradotto significa: nessuno tocchi l'intoccabile. In un'altra situazione, assai più grave, Moratti si spinse a definire «accuse stupide» quelle di Palazzi, perché aveva compreso Facchetti nel novero dei dirigenti dell'Inter che si erano resi responsabili di illecito sportivo (punibile con la B). Il patron interista disse anche che si trattava di accuse inaccettabili e, ecco la perla, che «è solo un attacco del pm, senza processo ognuno può dire quello che vuole». Peccato che il processo non si sia potuto fare perché l'Inter non ha voluto rinunciare alla prescrizione nel frattempo intervenuta. Sempre fortunato come Gastone il presidente della «banda degli onesti». C'è sempre qualcosa o qualcuno che lo salva, fosse anche Facchetti. È scritto nella memoria difensiva sulla vicenda delle spiate a go-go e delle richieste di risarcimento danni: l'Inter non ha fatto niente, e se anche l'avesse fatto Facchetti (a ordinare le spiate), non ne aveva le deleghe. Tecnica perfetta di come si mandano a mare, nonostante l'icona e tutto il resto, anche gli intoccabili. Talvolta, però, a Moratti è andata male. Per esempio quando, sempre per il processo delle spiate, Tavaroli (l'ex capo della Security Telecom) ha detto: «I dossier? Li ha ordinati Moratti». Salvo casi del genere, il presidente dell'Inter è sempre pronto a nascondersi dietro altri. A Lucio voleva dire e non ha detto, ma c'è sempre la Gazzetta a far sapere il suo retro-pensiero: «Qualcuno (La Juve? Il manager?) potrebbe aver suggerito al giocatore la dichiarazione antiInter». Torno sulla dichiarazione di Lucio («Sugli scudetti della Juve la penso come Agnelli: sono 30», e dico che bisogna intendersi. Se Lucio si è espresso così, può averlo fatto semplicemente perché all'Inter non poteva esprimere la sua libera opinione. Qualcuno annoti: al tempo dello scudetto di cartone del 2006 il difensore era al Bayern, ma conosceva bene la squadra torinese per essere stato eliminato ben quattro volte dalla Champions. Perché non dobbiamo pensare che fin da allora si sia fatto una precisa convinzione su quanto accaduto in Italia? Credo che da nessun'altra parte si siano verificati casi in cui un ex componente del cda di un club viene occasionalmente nominato commissario della Federcalcio e come primo provvedimento regala lo scudetto al suo ex club. Chiaro che fin quando è stato nei salotti e sui campi interisti Lucio non ha avuto occasione di far conoscere le sue (difformi) opinioni in merito. A Moratti dà fastidio, ma, oddio, se si trattasse davvero di frescacce, non dovrebbe essere così... Sappiamo tutti invece che il patron si è sentito ferito e che il suo motto per dipendenti e calciatori è quello apodittico: «O con me o contro di me». Con tanti saluti al libero pensiero. Eppure, un campanello d'al larme avrebbe dovuto giungergli da qualcuno degli ex interisti che hanno cambiato parere su verità propinate dall'Inter e naufragate poi davanti alla verità dei fatti. Anche Mancini, per fare un nome, ha cambiato molte delle sue idee, mentre altri come Vieri hanno dovuto accettare l'amara verità di un club che lo faceva spiare. Oppure Ibrahimovic che addirittura, da nerazzurro, disse: «Con la Juve ho vinto due scudetti». Per me Lucio si è semplicemente liberato di un peso..."

 
 
 

Abete si ricandida alla presidenza della Figc?

Post n°6163 pubblicato il 18 Luglio 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di M. Giacomini

La notizia è ufficialmente “ufficiosa” ed è di quelle che fanno riflettere. Giancarlo Abete ha annunciato che si ricandiderà alla poltrona di presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Lo ha fatto con una telefonata, avvenuta alla fine della scorsa settimana, ad un presidente di Lega, per il momento senza proclami pubblici, come se il “non legato alle logiche della poltrona” volesse sondare il terreno degli elettori e vedere di quante sabbie mobili è lastricato il percorso.

Ora la contesa si fa interessante perché la telefonata è stata fatta a quello che sembrerebbe il grande competitor per la cadrega di Via Allegri. Sfogliando la margherita è difficile vedere chi possa votare un Abete bis, o ter che dir si voglia: la Lega di A, dopo l’attacco ricevuto dal numero uno della FIGC a ridosso della sconfitta nella finale europea, sembra sempre più sul piede di guerra tanto che anche Andrea Agnelli durante la presentazione delle nuove maglie della Juventus ha difeso il lavoro di Maurizio “ diciamo” Beretta, che a questo punto sembra sempre più deciso a restare al suo posto, affermando che: “Mi dà fastidio che si dica che in Lega non succeda niente; si sta parlando e lavorando tanto per la ripartizione dei diritti televisivi, si sta lavorando seriamente negli ultimi sei mesi. Spero che i frutti di questo lavoro si vedano entro i primi di agosto, riponendoci come Lega come interlocutore credibile”. Colpito e affondato Giancarlo Abete.

Andrea Abodi non dovrebbe sposare la causa di colui che alla guida della Lega di B avrebbe voluto Michele Uva, ma Abodi in questo periodo si è nascosto a tal punto che non parla neanche più del codice etico di cui si era fatto paladino. La Lega Pro sembra quella più defilata riguardo al futuro della Federcalcio. Sicuramente le ambizioni di Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega diretta da Mario Macalli, si scontrano con Antonello Valentini, che ricopre lo stesso ruolo in FIGC. L’ago della bilancia può diventare la Lega Nazionale Dilettanti del presidente Carlo Tavecchio, forte del peso del suo 33% in fase di votazione.
“Non c’è nessuno all’interno del Palazzo che creda che possa farcela”, così una persona vicina al presidente Giancarlo Abete ha commentato la notizia, ma se “il non legato alle logiche della poltrona” ha deciso di scendere in campo deve aver condotto qualche sondaggio, o almeno aver avuto qualche rassicurazione, che si stia muovendo la longa manus di Gianni Petrucci? Vi terremo informati.

Intanto, tanto per non smentirsi mai, non si hanno ancora notizie riguardo le risultanze dell’ufficio legale della FIGC e dell’avvocato Ilaria Gioia riguardo le modifiche alle norme elettive volute dal presidente dell’AIA Marcello Nicchi. Le modifiche antidemocratiche sono in vigore e sembrerebbe che l’unico ad aver chiesto spiegazioni sia stato Mario Macalli, che ha confermato al nostro Filippo Gherardi di aver mandato una lettera ad Abete chiedendo spiegazione, e ottenendo rassicurazioni (sic!) riguardo anche il caso dei “pirati” di cui abbiamo ampiamente parlato nei numeri scorsi. Carlo Tavecchio dal canto suo a precisa domanda di Delfina D’Ambrosio ha affondato il colpo contro il presidente Abete affermando di non condividere quanto accaduto ma che dovrebbe essere il “non legato alle logiche della poltrona” ad intervenire ma che Abete “forse preferisce disinteressarsene”. Ricordiamo comunque ad entrambi i presidenti che loro fanno parte di quel Consiglio Federale che ha votato le modifiche regolamentari: avrebbero potuto chiedere tempo per valutare bene la situazione e poi rifiutarsi di apporre la loro firma su quell’obbrobrio antidemocratico. Ma la solita voce vicina al presidente FIGC ci ha spiegato che: “Abete ha fatto capire a tutti che quella modifica andava firmata….”.

Ringraziamo per la collaborazione: :
 
 
 

     

 

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