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Messaggi del 14/08/2012

Miglior giocatore Uefa: Pirlo chiude al quarto posto, ma č davanti a Xavi

Post n°6303 pubblicato il 14 Agosto 2012 da nadir63l
 

Andrea Pirlo non potrà concorrere fino in fondo al premio di miglior giocatore tra tutti i campionati europei di calcio. Il regista della Juventus, pur avendo raccolto tantissimi consensi, si è piazzato al quarto posto, alle spalle di coloro che si contenderanno l'importante riconoscimento. Una giuria di 53 giornalisti sportivi (uno per ogni federazione affiliata alla UEFA) ha ristretto una lista di 32 giocatori scegliendo Andrés Iniesta, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Sono loro i tre candidati per il premio UEFA Best Player in Europe 2011/12.
Al quarto posto - come detto - figura Andrea Pirlo, che però è riuscito a precedere un certo Xavi Hernández, forse colui che viene ritenuto il miglior centrocampista del mondo.
I primi tre andranno al voto decisivo il 30 agosto a Montecarlo, in occasione del sorteggio per la fase a gironi di UEFA Champions League.

4 Andrea Pirlo (ITA) – Juventus (90 punti)
5 Xavi Hernández (ESP) – FC Barcelona (57)
6 Iker Casillas (ESP) – Real Madrid CF (53)
7 Didier Drogba (CIV) – Chelsea FC* (31)
8= Petr Čech (CZE) – Chelsea FC (14)
8= Falcao (COL) – Club Atlético de Madrid (14)
10 Mesut Özil (GER) – Real Madrid CF (10)

*Trasferito allo Shanghai Shenhua FC
Il premio, creato in collaborazione con European Sports Media (ESM), celebra il miglior calciatore di qualsiasi nazionalità che ha giocato in una federazione affiliata alla UEFA nella scorsa stagione.

 
 
 

A prova di bomba?

Post n°6302 pubblicato il 14 Agosto 2012 da nadir63l
 

Twitter: @DavideTerruzzi
© foto di Federico De Luca

Accanimento, caccia alla streghe, inquisizione. La decisione della Procura Federale guidata da Stefano Palazzi di impugnare la sentenza di proscioglimento nei confronti di Bonucci e Pepe (non dimentichiamo anche gli altri tesserati tirati in ballo da Masiello), sta facendo molto discutere e solleva un vespaio di critiche. Prima di passare alla letture delle carte, evidenziamo quanto accaduto nel corso del processo di primo grado. Durante l'arringa di Chiappero, Palazzi chiede una sospensione, fatto insolito, proponendo al legale di patteggiare la posizione di Bonucci derubricando il reato da illecito sportivo a omessa denuncia con un passaggio della squalifica da 3 anni e 5 mesi a soli 3 mesi. E' evidente un segnale di chi ha capito che le cose si stanno mettendo male per lui e cerca, in zona Cesarini, di salvare capra e cavoli salvaguardando il proprio lavoro e il castello accusatorio messo in piedi. Addentriamoci ora nella lettura delle carte contenute nella sentenza della Disciplinare.
Questa è l'accusa di Andrea Masiello:

"Durante la settimana che precedeva la partita, sempre ho visto De Tullio (operatore nel settore delle scommesse con concessionaria “Intralot”), in un’altra occasione, una delle tante in cui andavo a mangiare al suo locale a Poggiofranco, sondava il terreno per poter cercare di coinvolgere altri miei compagni, oltre a me, a cercare di portare a fine una partita con tanti gol. Lui mi disse se ero disponibile a contattare dei miei compagni del momento, io riferii a Belmonte, Salvatore Masiello, Bonucci, Parisi e Belmonte che Nico De Tullio era interessato a portare, a scommettere, a portare la partita in porto con tanti goal. Io gli riferii questa idea di De Tullio e loro erano intenzionati a portarla avanti. Fatto sta che, si, la partita si disputò, fini 3 a 3. A fine partita, al mio ritorno da Udine, la settimana seguente andai da De Tullio accompagnato da Iacovelli, il quale ci consegnò 8 mila euro, e disse che aveva fatto una scommessa ridicola e, appunto, che aveva guadagnato pochissimo rispetto a quello che voleva guadagnare, Ci dette 8 mila euro, ed io di questi 8 mila euro ne diedi due a Iacovelli, e 6 me li presi io. Ah! Poi, quando eravamo in albergo a Udine, Salvatore Masiello contattò Pepe e gli fece l’esempio della Ferrari, se voleva acquistare la Ferrari. Al momento che staccò la conversazione ci disse a noi che non era interessato, però alla fine la partita finì con tanti goal. Io non so poi se i miei compagni hanno percepito i soldi da De Tullio o no…” Dichiarazioni del 24 febbraio 2012 durante l'interrogatorio di fronte al pm di Bari. Gli stessi inquirenti domandano quando abbia contattato i compagni coinvolti nella combine: “Nello spogliatoio sicuro, li presi da parte, non davanti a tutti”. Peccato, come sanno ormai anche i muri, che Bonucci non fosse presente a Bari quella settimana perché impegnato con la Nazionale in uno stage preparatorio ai Mondiali. Masiello si rende conto di aver detto una castroneria e corregge due volte il tiro: la prima davanti al gip quando afferra che l'incontro con Bonucci è avvenuto dopo il ritorno di quest'ultimo dalla Nazionale, poi il 10 luglio davanti a Palazzi e ai suoi uomini sostiene: “Ricordo perfettamente che Bonucci non era presente nel corso della settimana, ma ci raggiunse in ritiro e, proprio in quella circostanza, gliene parlai ricevendo anche da costui la personale disponibilità alla combine; precisamente il colloquio avvenne durante il viaggio in pullman della squadra dall’aeroporto all’albergo in Udine; ricordo che eravamo tutti seduti vicino, al centro del pullman, e ci confermammo reciprocamente la disponibilità a concludere la gara con un pareggio con un over". Attenzione: Masiello cambia posizione dopo aver letto sui giornali quanto sostenuto da Bonucci. Si accorge dell'errore e dà un'altra versione affermando che l'accordo è stato raggiunto in pullman, ricostruzione smentita da tutti.

Così interviene la Disciplinare: Ovvio che le dichiarazioni di Andrea MASIELLO sul punto non appaiano credibili, non essendo univoche e certe; peraltro le stesse sono state puntualmente smentite da tutti i diretti interessati e non hanno trovato alcun riscontro oggettivo. E quanto sopra vale per BONUCCI così come per BELMONTE e Salvatore MASIELLO, accusati solamente dalle dichiarazioni di Andrea MASIELLO e anche loro coinvolti nel confuso e contraddittorio racconto in ordine all’evento in questione; nei loro confronti le dichiarazioni rilasciate da Andrea MASIELLO presentano contraddizioni sin troppo evidenti. Appare obiettivamente poco credibile, se non inverosimile, che i presunti sodali di Andrea MASIELLO, dopo avere aderito alla proposta combine e dopo avere ottenuto sul campo quel pareggio che sarebbe stato predeterminato a tavolino, non si siano interessati in nessun modo alla presunta vincita, ad esempio chiedendo al loro interlocutore notizie in ordine alla quantificazione della stessa, né tanto meno si siano curati di passare all’incasso." Insomma, fanno 3 a 3 e non vanno a ritirare la loro parte sulla vincita? Lo hanno fatto così, per la gloria e per divertimento? Per provare l'emozione di un risultato pirotecnico ricco di gol? A ulteriore prova, ecco quanto dichiarato da De Tullio davanti ai pm di Bari "Hanno mai ricevuto la loro parte?“No. Quella se l’è inventata lui, quella partita, quella partita se l’è inventata lui di nuovo


Si passa poi alla telefonata tra Pepe e Salvatore Masiello. Anche qua, Andrea Masiello fa confusione. Davanti ai pm di Cremona il 15 marzo afferma: S. Masiello telefona a Pepe “chiedendogli se voleva acquistare una Ferrari". Attenzione, alla parola acquistare. Perché? Leggete quanto afferma Andrea Masiello il 10 luglio davanti alla Procura: “ricordo che dopo i saluti di rito gli chiese se voleva vendere una Ferrari”. Ecco, confusione tra acquistare e vendere che per la Disciplinare è ulteriore prova della non credibilità di Andrea Masiello alla luce di quanto messo in luce in precedenza. La pistola fumante è però la telefonata: non esiste nessuna prova che sia avvenuta, ma secondo la Disciplinare non è provato che la parola Ferrari sia un termine cifrato per intendere la partita.

Insomma, alla luce di tutto questo, appare decisamente chiaro come le motivazioni della Disciplinare siano molto chiare, dure, nette e decise. Ai limiti dell'impossibile convincere i giudici a cancellare quanto fatto dai loro colleghi. Galdi della Gazzetta parla di "memoria a prova di bomba", a noi, e non solo a noi, a prova di scasso sembra l'innocenza di Bonucci e Pepe.

 
 
 

Scommessopoli a colori....

Post n°6301 pubblicato il 14 Agosto 2012 da nadir63l
 



Immagine IPB

di E. Loffredo

Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di leggere alcuni articoli sulla sentenza che ha ufficializzato la condanna di dieci mesi ad Antonio Conte (le sanzioni e le assoluzioni si conoscevano già da giorni...). Un dato mi è apparso evidente quasi tutti esprimevano motivi di critica alla sentenza e/o alla giustizia sportiva. Tutti tranne quelli di un quotidiano, indovinate quale.

Se da Alvaro Moretti e Simone Di Stefano ("Ma non finisce qui") potevamo aspettarci un'aperta critica alla Procura federale e alla commissione disciplinare, lo stesso non potevamo attenderci da altre firme. Eppure anche alcuni storici sostenitori della giustizia sportiva hanno dovuto riconoscere che la condanna a Conte nel migliore dei casi è poco spiegabile. Maurizio Crosetti ("Giustizia sportiva tutta da rifare") ha rimarcato la ridicola figura fatta da Palazzi, che prima chiede tre anni e sei mesi e poi rincorre Bonucci (e anche Pepe) offrendogli il patteggiamento. Il giornalista di La Repubblica afferma addirittura che «Ci sono magistrati che si dimettono per molto meno».
Marco Mensurati e Giuliano Foschini si spingono addirittura a confutare alcuni passaggi delle motivazioni che condannano (in primo grado) Conte a stare dieci mesi lontano dalla panchina, il titolo del loro articolo è eloquente: "Le troppe contraddizioni dei giudici un teste credibile solo contro alcuni".
Chissà, forse Crosetti e Mensurati per una volta danno risalto ad aspetti cari al popolo bianconero solo per poter spendere in futuro una loro imparzialità. Fatto sta che non hanno ignorato aspetti macroscopici della decisione di Artico.

Chi come al solito segue la propria linea editoriale è la gazzetta dello sport. Nei due articoli a firma di Palombo (“Toni rispettosi, ecco il fatto nuovo”) e Galdi ("Juve, una botta e due sollievi) non si fa altro che ricopiare in carta carbone le motivazioni della Disciplinare, avendo cura di non metterne in dubbio la logicità e le contraddittorietà. Anzi, pare (almeno a chi scrive) di assistere al un tentativo (l'ennesimo) di voler corroborare le decisioni di Artico presso l'opinione pubblica. Entrambe le penne della gazzetta sottolineano inoltre l'atteggiamento più soft della Juve. Atteggiamento ravvisabile sia nella nota della società (di tutt'altro tenore rispetto a quella di una settimana prima in cui si definiva «dittatoriale» l'agire della FIGC), che nelle parole dell'avvocato Chiappero: «Palazzi è stato corretto».Alla Gazzetta il solco viene seguito anche per presentare al popolo gli appelli di Palazzi contro i proscioglimenti della Disciplinare. Al di là di quel «juventini ancora a processo» riferito a Pepe e Bonucci (poi ci dicono che non è vero che puntano proditoriamente i fari solo su tutto quello che è bianconero), è emblematico che il quotidiano rosa definisca «a prova di bomba» le memorie d'appello di Palazzi. Dando per scontato che il quotidiano di Verdelli e Palumbo abbia il testo del ricorso (non sarebbe una novità, visto che loro certe carte le ottengono sempre prima), è sintomatico che si produca già in un giudizio sulla solidità dell'impugnativa del procuratore federale. Anche questo è un ottimo tentativo per indirizzare l'opinione pubblica e anche i componenti della Corte di giustizia federale. Quelli del giornale rosa sono fatti così, quando la procura federale ha bisogno di essere in qualche modo legittimata, loro ci sono sempre. Gli amici che ci stanno a fare?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2427

 
 
 

I NUOVI EROI SONO LORO DUE...

Post n°6300 pubblicato il 14 Agosto 2012 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Nella vita bisogna avere gli attributi e saper lottare per le proprio convinzioni. Pesoli, giocatore del Siena e' sicuramente il nuovo eroe bianconero e non solo per colori, uguali a quelli della vecchia signora. Si e' incatenato alla FIGC e sta lottando per i suoi diritti. Onore a chi lotta strenuamente e prova ad abbattere leggi arcaiche e anacronistiche. Chiedere un confronto, che francamente vorremmo vedere anche tra Carrobbio e i ventitré testimoni pro Conte non solo e' doveroso e giusto. E' qualcosa che non dovrebbe solo esistere, ma essere garantito dalla costituzione. Pesoli nuovo eroe e con lui coloro che seguiranno il suo esempio. Pesoli ha detto: "Mi sento ferito per la condanna, e vorrei un confronto con chi mi accusa, e cioè con Carobbio e Gervasoni. Non sto mettendo in discussione il lavoro dei magistrati e di Palazzi ma mi vorrei difendere in maniera giusta. Mi stanno rovinando la vita per una cosa che non ho fatto. Prima di smettere di giocare vorrei lottare con tutte le mie forze. Attendo qualcuno, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, resterò qui fino a quando non ce la faccio più".

A Pesoli, autore del primo gesto clamoroso ha farro seguito Nassi, scambiato addirittura per Carobbio da alcune testate nei mesi scorsi.
Lottare strenuamente per la libertà e in questo caso il proprio diritto al lavoro non solo e' doveroso, ma fondamentale per essere uomini con la U maiuscola. Massimo sostegno, quindi, a queste persone con la speranza che siano ascoltate, come per Antonio Conte, quattordici milioni di tifosi sono con voi.

 
 
 

     

 

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