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Messaggi del 18/08/2012

De Rensis a Sky: "Puntiamo al proscioglimento, le carte parlano chiaro.

Post n°6322 pubblicato il 18 Agosto 2012 da nadir63l
 

 Ci sono mostruose incongruenze, persone perbene non credute. Agnelli straordinario con Conte"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ospite dell'edizione delle 19.30 di SkySport 24, l'avvocato De Rensis ha parlato del processo d'appello che inizierà lunedì prossimo:

"Abbiamo affato un incontro con la collega Bongiorno che abbiamo accolto con molto piacere, è una collega dai grandi valori con cui c'è sintonia perfetta, ci avviamo a questo appuntamento importante in cui cercheremo di evidenziare le nostre ragioni, evidenziare soprattutto ciò che è stato soprattutto nelle carte della sentenza"

Come sta Conte? Lunedì sarà a Roma?

Be' devo dire con grande obiettività che sta dimostrando una grande forza, un grande impegno, dimostrando di sapere scindere le due questioni: essere l'allenatore della Juventus, con tutte le responsabilità che ne conseguono, alle attenzioni e all'impegno nel seguire questa vicenda che lo coinvolge. Lui è molto sereno, molto concentrato, sapete benissimo che il patteggiamento è stata un'opportunità che lui ha digerito con grande, grande, grande fatica e adesso è una cosa della quale non si parla più. Ora si va a processo per evidenziare le sue ragioni, che sono tante, e che speriamo vengano acclarate."

Cosa vi aspettate?
Noi lottiamo per il proscioglimento, crediamo che le cartine parlino, parlino molto e parlino bene. Speriamo di non essere gli unici a pensare questo. Conte è possibile che sia a Roma, voglio sottolineare come Antonio sia stato molto chiaro nel rispetto di chi giudica e la sua presenza è ulteriore segno di rispetto per far vedere quanto lui tenga a questa vicenda, non solo dal punto di vista conclusivo, ma vuole essere in aula per respirare l'aula, per viverla e stare al fianco degli avvocati.

E' vero che Conte non voleva patteggiare?
Lei ha percepito benissimo. Fargli accettare i 3 mesi di patteggiamento (non è ammissione di colpa, ma opportunità), era stato faticoso, poi è successo quello che è successo. C'è stata una quintuplicazione della richesta, in alcuni casi una ottuplicazione nel caso di Bonucci, quindi noi andiamo a processo per rivendicare il patteggiamento, perché siamo innocenti.

Quali saranno le vostre motivazioni per l'appello?
Ovviamente non vi dirò nulla (ride ndr). Anche questo fa parte della nostra linea: la esponiamo ai giudici, poi ne potremmo parlare con tutti.

Su quali aspetti vi soffermate?
La sentenza è stata pubblicata, la potete trovare sui siti: siamo molto in disaccordo, e vi garantisco che vi accorgerete quanto siamo in disaccordo e quanti elementi porteremo per provare innocenza.

Non è passata la linea dell'astio di Carobbio nei confronti di Conte e quella dei testimoni. Viene riproposta?
Diciamo che il lavoro fatto, aiutato dal collega Chiappero, sempre prezioso, ha dimostrato dei fatti non dei racconti. Credo che in appello questi fatti saranno ancor più rafforzati e il motivo di acredine avrà dei rafforzamenti.

Come mai si è creduto a Carobbio e non ai giocatori che hanno smentito il pentito?

Senza entrare nel merito della vicenda nostra, a volte non è corretto affermare che la giustizia sportiva sia accusatoria, a volte, e non sto facendo riferimento a noi, c'è il rischio che da accusatorio diventi sommario che è ancora peggio. Io credo che l'appello sarà un'occasione di riflessione oltre che di raggiungimento dei nostri obiettivi. Momento di riflessione su che cosa è la giustizia sportiva.

Cosa rappresenta l'ingresso di Giulia Bongiorno?

E' importante che sia presente l'avvocato Chiappero che rappresenta la Juventus ed è un caro amico. Il summit di ieri non è durato cinque ore, è un normale incontro tra avvocati e clienti, l'ingresso di Giulia Bongiorno è un arricchimento, speriamo sia avvicendevole, per me lo è sicuramente, collega con cui c'è sintonia molto forte. Abbiamo lavorato su come impostare la linea difensiva davanti ai giudici.

Nel caso in cui lunedì ci fosse sconto, come vi comportereste?

Il nostro obiettivo è il proscioglimento. Avremmo potuto accettare una nuova formulazione di un patteggiamento, ma non rientra nella nostra linea. Andiamo dritti al proscioglimento, non perché ne siamo convinti noi, ma perché le carte che leggiamo dicono che dobbiamo fare questo. Palazzi ha detto: "Le carte parlano chiaro", ha proprio ragione, parlano chiaro.

C'è poi il terzo grado?
Qualora non raggiungessimo quanto prefissato, c'è un altro grado. Bisogna sempre ricordarsi che i conti si fanno alla fine. Grande sintonia con la Juve, l'apporto della società nella persona del presidente Agnelli è straordinario e dentro lo straordinario ci sono tante cose.

Cosa pensa della protesta di Pesoli?

Non conosco Pesoli, ma mi sono fatto delle domande. Quando ci sono le vite delle persone che passano dalle tue mani, ti devi fare delle riflessioni. Perché questo ragazzo si è incatenato? Io penso che uno dei motivi sia questo: nei tribunali ordinari c'è discorso logico, io credo che il grande problema della giustizia sportiva è che non esiste discorso logico. Quando la giustizia si vuole imporre e non si fa seguire scatena queste reazioni. Tanti gli esperti di illogicità: se tu per tentato illecito hai 36 mesi e chi è illecitato per 3 anni e mezzo, 4, ha 24 mesi... Riferimenti non casuali, voluti, anche nel fenomeno del pentitismo ci vuole logica: se chi ha accusato Pesoli avesse 5-6 anni, se ci fosse stato un contradditorio, forse Pesoli non si sarebbe incatenato, ma gli aspetti delle incongruenze sono altri. Chi svolge le indagini, è chi decide se vai a processo: è come se nei processi ordinari, polizia, carabinieri decidessero. Io dopo la mia arringa, non posso decidere assieme ai giudici. Chi fa le indagini materialmente, non deve essere chi decide il deferimento. Poi ci sono altri aspetti: due tre cose che non andrebbero a discapito della velocità

Perché Carobbio cita Conte solo la terza volta che è interrogato?
Lei mi tenta a entrare nel merito, non è solo quella di una delle tante mostruose incongruenze. Siccome le incongruenze sono molte... Ci sono delle persone perbene, dellepersone perbene, perbene che hanno testimoniato davanti alla Procura della Repubblica e le testimonianze sono poi passate alla Procura Federale e quindi alla Disciplinare, e quindi queste persone perbene non sono state credute ma non sono state deferite. E allora? Affrontiamo anche i fantasmi... Se io potessi controinterrogare Carobbio, staremmo 15 ore. Non è possibile che io parli per 7 minuti, non si deve concludere con un bagno di sangue, ma finiremo questo processo con queste regole, ma i giudici devono tenere contro dell'illogicità. Le carriere sono tutti di Serie A, le squadre sono di A o B.

 
 
 

L’assoluta credibilità di Carobbio/2

Post n°6321 pubblicato il 18 Agosto 2012 da nadir63l
 



Immagine IPB

Il discorso emozionante

Partiamo da un virgolettato di Palazzi contenuto nell’atto di deferimento del 25 luglio 2012:
«Carobbio riferisce, con dovizia di particolari, i contenuti della riunione tecnica durante la quale Conte avrebbe informato la squadra dell’accordo raggiunto. Al riguardo diversi tesserati, nonché lo stesso Conte, ricordano il discorso particolarmente emozionante formulato in tale occasione».

Un passo indietro. E’ stato evidenziato un po’ ovunque il fatto che, pur prendendo per vere le dichiarazioni di Carobbio, l’ omessa denuncia non è stata contestata a tutti i presenti alla famosa riunione. Leggendo le svariate pagine del deferimento, il tentativo di Palazzi di focalizzare l’attenzione verso il tecnico Antonio Conte è evidente anche dal differente approccio quantitativo (svariate pagine di supposizioni) che Palazzi utilizza per sostenere la ricostruzione dell'accusa, affidata in toto alle parole di Carobbio.

L’arricchimento progressivo delle dichiarazioni del pentito, lo portano all’ultima audizione, quella delle rivelazioni (o aggiustatine funzionali?) focalizzando proprio quegli aspetti, come appunto il “discorso emozionante”, richiamato casualmente da Palazzi a conferma della veridicità del racconto del pentito.


Audizione Carrobbio del 29/02/12
«In Novara-Siena del 30.4.11 ci fu un accordo per fare finire la gara in parità… Ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara… Non sono certo di chi per primo si accordò, comunque Drascek venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con Vitiello. Credo che quello sia stato il primo contatto».

Interrogatorio PM Carobbio del 17/04/12
«In sostanza Conte si limitò a dire che avremmo pareggiato la partita e che era stato raggiunto un accordo per il pareggio…Non so chi esattamente abbia partecipato alla conclusione di questo accordo… Naturalmente quella era una partita in cui la posizione delle due squadre in classifica rendeva quasi scontato che ci sarebbe stato un pareggio».

Audizione Carobbio del 10/07/12
«Ricordo molto bene quella riunione tecnica in quanto l’allenatore, dopo averci detto che era stato raggiunto un accordo per il pareggio, ci parlò poco della gara e degli aspetti tecnici, ma ci fece un discorso molto emozionante sulla sua carriera, in relazione all’obiettivo che la nostra squadra stava per raggiungere: infatti, ottenuto il punto, concordato, nella gara in oggetto, ci sarebbe servito solo un altro punto in 4 partite per la matematica promozione; ricordo bene il discorso sia perché fu molto coinvolgente, sia perché era del tutto anomalo che in una riunione pre-partita non si affrontassero quegli aspetti tecnici che il mister curava sempre in maniera quasi maniacale». (…) «Ricordo che, durante la gara, mentre mi scaldavo a bordo campo insieme al mio compagno Larrondo, lo stesso, essendo un ragazzo giovane e straniero, mi chiese, alla luce di quanto riferito da Conte nella riunione tecnica, come si doveva comportare se l’allenatore l’avesse fatto entrare in campo; lo tranquillizzai dicendogli di entrare, facendo movimento senza segnare».

Anche in questo caso succede che con il tempo, Carobbio ricorda particolari della famosa riunione tecnica che tendono chiaramente a dare credibilità all’intera sua testimonianza invero ricca di «non sono certo», «non so» delle prime audizioni.

Fa pensare che l’arricchimento progressivo delle dichiarazioni di Carobbio arrivi anche grazie a quel “discorso emozionante” che altri tesserati, chiamati dalla procura federale, avevano proprio voluto evidenziare. Mi riferisco ad esempio a Coppola («..Mi ricordo dell’emozione che ho provato ad ascoltare le parole del mister che ha esortato la squadra ad impegnarsi al massimo perché la posta in palio era importante»).

Ancor più strano è il richiamo dello stesso passaggio fatto da Palazzi sia per la ovvia ricerca della correità di Carobbio tramite altre testimonianze (richiamata spesso dal procuratore nel deferimento), sia per arrivare alla formulazione dell’ipotesi giustificativa dell'accordo del “tecnico vincente”. Scrive Palazzi a tal proposito: «In un tecnico vincente come Conte, il rischio di mancare tale risultato della promozione a quel punto del campionato, può bene averlo indotto ad accettare anche il "compromesso" di un pareggio… Il tutto, comunque, in linea con le caratteristiche di un allenatore che, proprio perché fortemente motivato a vincere, non poteva accettare il rischio di non raggiungere l’obiettivo della promozione».

Queste dichiarazioni del 10 luglio che si incastrano così bene rimarcando quegli aspetti che portano alla conclusione di Palazzi, accolta parzialmente anche dalla disciplinare di Artico, sono così casuali o un po’ forzati? Il buon “Pippo”, non ricorda bene aspetti fondamentali delle accuse che casualmente arricchisce di particolari soltanto nell’ultimo interrogatorio. E questi particolari non sembrano quantomeno dubbi?

Il tutto perché l’obiettivo è solo Conte - rimarchiamolo - e come tale la tesi colpevolista verso l’allenatore era l’unica da perseguire con alcuni aspetti aggiunti o fatti combaciare proprio nell’ultimo interrogatorio.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2436

 
 
 

L'irresponsabile sportivo

Post n°6320 pubblicato il 18 Agosto 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

di E. Loffredo

Uno dei responsabili è Mazzarri Walter da San Vincenzo in provincia di Livorno. Con le dichiarazioni davvero poco moderate sulle decisioni arbitrali e sugli avversari della partita di Supercoppa Italiana il tecnico della SSC Napoli ha dimostrato di avere davvero scarso senso di responsabilità in un ambiente facilmente infiammabile. Irresponsabilità ancor più evidente se si pensa che le dichiarazioni in questione sono giunte quando ormai i violenti focolai post-Pechino (alimentati da parte napoletana) erano in via di estinzione.

Assistiamo ad una recrudescenza polemica molto preoccupante, si sta caricando una rivalità agonistica facendola diventare odio civile. Perché se Mazzarri invece di rimanere impermeabile a quella subcultura del tifoso antijuve - ancor più radicata nell'isterico tifo napolista -, se ne fa coinvolgere fino a diventarne uno dei capipopolo, allora vuol dire che la violenza è un fatto voluto. Il tutto è sportivamente subdolo ed eticamente gravissimo se pensiamo che ciò può voler essere utile solo a nascondere i propri demeriti di gioco ai tifosi che non hanno lo spirito critico per giudicare una partita. Complimenti a Mazzarri!

Le parole di Walter da San Vincenzo potrebbero poi prestarsi ad una facile allusione: non si sta preparando il terreno fatto delle solite scuse buone solo per giustificare eventuali insuccessi agli occhi dei tifosi? Ma non lo vogliamo pensare, noi preferiamo aspettare di vedere chi si comporterà meglio sul campo, aspettiamo di vedere chi saprà offrire il miglior gioco possibile, che è da sempre il miglior mezzo per raggiungere la vittoria.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2437

Mazzarri attacca: "Carrera ha visto un'altra partita. Spirito olimpico? Meno male che non siamo rientrati. Da che pulpito..."



E' un Walter Mazzarri ancora furibondo quello che si presenta ai microfoni in conferenza stampa per parlare del match di domani sera tra Napoli e Olympiacos. Il motivo: ovviamente la Supercoppa italiana. Sull'accusa di scarso spirito olimpico da parte degli juventini l'allenatore partenopeo risponde: "Mi viene subito da fare una battuta. "Non siamo rientrati perché tutti erano sotto la doccia". Questa è la risposta a chi non guarda il proprio orto ma in casa altrui. Avrei voluto vedere loro subire quello che abbiamo subito noi, a cui hanno fatto seguito le decisioni del Giudice sportivo. Non tanto per Tosel, ma per quello che hanno scritto gli arbitri. Siamo stati cornuti e mazziati. Se noi rientravamo in campo e ci trovavamo gli arbitri davanti cosa poteva succedere? Ci sono state grandi iniquità. La decisione del Napoli è stata la migliore. Quando sono stato espulso sono andato in tribuna in cui mi sono arrivati diversi messaggi in cui mi chiedevano di dire al presidente di ritirare la squadra. Ho visto la partita quattro/cinque volte, c'è stato un momento in cui mi volevo dimettere. A ferragosto sono stato in un feudo juventino e tutti si scusavano con me, mi hanno detto che non volevano vincere in quel modo e mi hanno convinto a restare, perché qualcosa vuol dire che si può cambiare. Behrami ha subito un rigore clamoroso, ma ci può stare. Non ci può stare, però, che si applicano due metri di giudizio diversi. Se manda via un nostro calciatore per proteste deve farlo anche con la squadra avversaria". Ma non è finita qui: "Bisogna vedere da che pulpito viene la predica. Da loro non lo accetto. Ci sono delle regole anche sui 28 scudetti e loro non le accettano. S'è fatto molto bene a non rientrare in campo perché altrimenti poteva succedere molto di peggio". Non mancano frecciate su Massimo Carrera: "Probabilmente non l'ha vista la partita, i cartellini sono usciti tutti in un'unica direzione. Dal primo all'ultima minuti c'è stato un comportamento a sfavore del Napoli. Nella fase importante della gara non è stato assolutamente come ha detto quel signore lì". Mazzarri ha avuto da ridire anche sulla squalifica che gli costerà l'esordio della sua squadra a Palermo: "Se sono qui a parlare in questo modo è perché ho ancora voglia di lottare. Questa partita può servire per tutti, su certi parametri bisogna essere attenti e rigorosi. Siamo su altissimi livelli e se si sbaglia si paga. In base agli atti che ho letti, nel caso della mia espulsione, si parla dell'arbitro che ha sentito alcune frasi, ma non è così. Le ha sentite il guardalinee, nemmeno il quarto uomo. Addirittura ci sono inesattezze pazzesche sul verbale. Ho applaudito in occasione del rigore, ma non quando sono stato espulso. La nostra parola, però, non conta. Siamo stati cornuti e mazziati. Io sono più carico di prima, ma vorrei che su quello che dico si costruisse. L'errore tecnico può capitare sia a noi che agli altri.Ho visto Hamsik, un ragazzo molto intelligente e ha detto che ce l'andremo comunque a giocare a Palermo con calciatori importanti, non mi piango addosso. Sono fiducioso su questa squadra. Anche contro la Juventus fino all'episodio del rigore ce la stavamo giocando alla grande fino al rigore. Questo mi dà forza e fiducia". La chiusura è un auspicio per la stagione che verrà: "La gara di Pechino è un allarme per la prossima stagione? No, non lo credo. Voglio però che si cambi come mentalità. Anche gli arbitri devono cominciare a essere tranquilli. Una volta si chiamava sudditanza psicologica, ma quando si protesta - che sia un esordiente o un campione conclamato - devono essere tutti uguali. Questo è un fattore che incide molte volte. Deve esserci più attenzione nei confronti delle squadre che si comportano correttamente. Ho predicato calma alla squadra. Ora cosa dico a behrami che non ha protestato quando su di lui è stato commesso un fallo in area e non ha protestato? Così non va bene... Non voglio fare la vittima, solo che quello che è successo non deve succedere. Non devono più succedere certe sudditanze psicologiche. Pandev per la prima volta si era rivolto al guardalinee ed è stato cacciato. Può essere giusto, ma bisogna farlo anche per gli altri. Sulle regole non c'è discussione, il problema è che va applicata sempre e comunque per tutte e due le squadre. In questa partita non c'è stata parità".

tuttojuve
http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=106576

 
 
 

L’assoluta credibilità di Carobbio/1

Post n°6319 pubblicato il 18 Agosto 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Prendiamo in esame l’atto di deferimento di Palazzi del 25 luglio 2012. L’unico accusatore di Antonio Conte è Filippo Carobbio che grazie alle sue dichiarazioni permette a Palazzi di deferire il tecnico juventino chiedendone, dopo il mancato patteggiamento, la condanna a quindici mesi di squalifica per "omessa denuncia", derubricati dopo la prima giornata del processo sportivo a dieci mesi.

"L’assoluta credibilità di Carobbio" e la sua "attendibilità" con dichiarazioni “positivamente riscontrate”, “univoche e concordanti”, citando le definizioni usate da Palazzi, che in modo ossessivo ne abusa ogni qual volta deve sostenere le accuse sulle sole parole del pentito, trovano nei fatti - spulciando lo stesso atto di deferimento del procuratore sportivo -, un chiaro segno contrario.

Proviamo a vedere come l’arricchimento progressivo delle dichiarazioni di Carobbio, in realtà mostra una sua attendibilità alquanto labile. Partiamo con il primo esempio.

Siena- Piacenza del 19.02.2011

Interrogatorio del 29.02.2012
«Arrivato a Siena, come di consueto, verso la fine del campionato, intorno a marzo incontrai in un ristorante alla periferia di Siena il Gervasoni, Gegic e Ilievsky, come da loro richiesta e questa fu la prima e l’ultima occasione in cui vidi quest’ultimo; nel corso della cena dopo avermi raccontato di Siena-Piacenza, già combinata (…) Gervasoni mi riferì che Siena-Piacenza del 19/02/11, con il coinvolgimento suo, di Catinelli e di Cassano».

Interrogatorio PM Carobbio del 17/04/2012
«Quanto alla partita Siena Piacenza del 19/02/2011 terminata 2 a 3, confermo quanto ho già dichiarato davanti a lei. Prendo atto delle dichiarazioni di Carlo Gervasoni che in particolare riferisce che in occasione di una sua visita, unitamente a Ilievscky e Gegic, posteriore alla partita, mi sarebbe stato dato un regalo dai due slavi per il mio contributo, ma trattasi di circostanza del tutto falsa. Io da quella partita non ho ricavato assolutamente nulla e non ne ero affatto informato della combine».

Audizione Carrobbio del 10.07.2012
«In relazione a Siena- Piacenza del 19.02.11, ribadisco di aver appreso dell’avvenuta alterazione della gara da Gervasoni solo successivamente all’incontro ed in particolare durante la settimana precedente Atalanta-Piacenza del 19.03.11; confermo che il Gervaoni, in occasione della cena organizzata con Gegic e Ilievsky di cui ho già riferito, mi disse che lui, Catinali e Cassano si erano “venduti” la gara che prevedeva un over; nessun calciatore del Siena era stato coinvolto, anche perché il raggiungimento dell’over non richiedeva la partecipazione degli avversari; devo peraltro ritenere che , una volta raggiunto l’over, a fine primo tempo vincevamo 2-1, il Piacenza si sia comunque giocata la gara che, poi in effetti ha vinto (…) quanto al presunto regalo ricevuto dagli zingari nel corso della precedente cena, citato da Gervasoni, devo precisare che, al termine dell’incontro conviviale, Gegic, vedendomi non disponibile agli inviti che mi aveva formulato durante la cena al fine di partecipare ad alterazioni delle gare del Siena, si alzò e mi infilò nel taschino € 500,00, invitandomi ad andare a prendere un caffè; non feci commenti, né gli restituii il denaro».

Carobbio nella prima audizione non cita l'episodio, nel secondo interrogatorio nega di aver ricevuto il regalo e nell’audizione del 10.07.11 confessa di aver ricevuto dei soldi. Arricchimento progressivo?

Palazzi come si comporta in questa circostanza? Non solo non mette in evidenza il fatto, ma quasi lo giustifica. Il procuratore federale scrive infatti: «… Carobbio che con dichiarazioni autoaccusatorie in relazione all’omessa denuncia, ammette di essere stato a conoscenza dell’illecito negli stessi termini indicati dal Gervasoni ed ammette anche sostanzialmente di aver ricevuto un regalo dagli slavi così come appunto riferito dal medesimo Gervasoni; regalo che evidentemente, in una fase nella quale gli slavi iniziavano a coinvolgere il Carobbio nell’attività di alterazione delle gare ai fini di scommesse, poteva ben ricondursi logicamente e credibilmente al silenzio dallo stesso serbato e, pertanto, alla sostanziale cooptazione del calciatore attraverso la dazione di un primo compenso in denaro contante»

Ricordiamoci la data del 10 Luglio, perché questo giorno sarà per Carobbio il giorno delle rivelazioni (o delle aggiustatine funzionali) prima nascoste.

Questo è il teste credibile di Palazzi.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2435

 
 
 

     

 

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