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Messaggi del 28/08/2012

ESCLUSIVA TJ - Del Piero, sì al Sion

Post n°6377 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

Twitter: @DavideTerruzzi
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Secondo quanto raccolto in esclusiva da TuttoJuve.com, Alessandro Del Piero avrebbe accettato l'offerta del Sion. L'annuncio ufficiale è previsto nella giornata di domani. L'ex numero 10 della Juventus ha già comunicato la notizia e andrà così a far compagnia al suo amico Rino Gattuso.

 
 
 

Solo la Juve, si ve(n)de solo la Juve!

Post n°6376 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di L. Basso

Un antico comandamento del giornalismo, quello vero, recitava: "Un cane che morde un uomo non fa notizia, un uomo che morde un cane sì". Il senso di queste parole è chiaro: la normalità non fa (o non dovrebbe fare) notizia, il fatto insolito o eclatante, in grado di attirare l'attenzione, deve invece finire in prima pagina.
Il giornalismo delle nuove generazioni, invece, pare aver stravolto questa storica regola, gettando in prima pagina la normalità, la certezza, e facendola passare a sua volta per qualcosa di sensazionale. Ottimo metodo per riempire le nove colonne e per dare al popolino piccole e facile direttive di pensiero, per attirare l'attenzione della "ggente" su ciò che interessa e spostarla da cosa è meglio che resti un po' celato.

Basti pensare ai titoloni che in questo periodo campeggiano su tutti i quotidiani: "le città soffocate dall’afa" "L’Italia nella morsa del caldo-Killer" e poi giù una lista di perturbazioni che altro che il buon vecchio "Anticiclone delle Azzorre" di Bernacchiana memoria. "Minosse", "Caronte" per finire addirittura con "Lucifero".
Papè Satan Aleppe per dire in pratica che... è Agosto e fa caldo. E d'inverno farà freddo. E in primavera farà tiepido. Banalità su cui, però, viene concentrata l'attenzione della massa in conformità ai principi studiati molti anni fa da Joseph Goebbels. Un piccolo numero di idee ripetute instancabilmente, presentandole sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto, senza dubbi o incertezze.
Date poche e ben raccontate belle in pasto all'opinione pubblica e questa se ne ubriacherà. E in una sorta di tossicodipendenza mediatica, ne avrà sempre più bisogno, ne patirà l'astinenza... Servono nuove fandonie, nuove bubbole, nuova fuffa. E ogni giorno sempre di più, sempre di più...

Tornando al nostro mondo pallonaro, quale potrà mai essere la Vera Verità, il Dogma Inviolabile che nessuno può smentire?
Bravi. La Juve ruba!
Mettetevi le cuffie ed entrate in cabina. Avete 40 secondi per dire i nomi di almeno 20 nomi di personaggi coinvolti nell'affaire Scommessopoli.
Ci siete riusciti? Sèè bravi, con una ricerca su Google ero capace anche io! Basandoci invece solo sulla nostra memoria, dite quel che volete ma vi saranno venuti in mente tre nomi: Conte, Bonucci e Pepe. Quelli ripetuti all'infinito, alla nausea, da giornali, radio e televisioni.

Così come anni fa calciopoli è stata alla fine trasformata in moggiopoli (quanti si ricordano che anche la Lazio e la Fiorentina furono penalizzate?), oggi scommessopoli è qualcosa che pare coinvolgere solo Conte, Bonucci e Pepe. Che bada bene, ammesso e non concesso che avessero anche commesso le peggio atrocità, l'avrebbero fatto indossando le casacche del Siena, del Bari e dell'Udinese. Ma poco importa. Come per una sorta di peccato originale all'incontrario, ora sono alla Juve, e quindi sono per forza ladri e lo sono stati anche in passato.
Di Portanova, di Masiello e di Di Vaio alla "ggente" non interessa una cippa. Non "vendono", non fanno notizia. E -occhio!- è meglio che la "ggente" non si interessi nemmeno ad un'eventuale coinvolgimento di Ranocchia (Secondo il Procuratore, però, pare che tutta la difesa del Bari si radunava per "aggiustare" le partite ma solo dopo aver mandato il giovanotto a portare il cane fuori a fare i bisognini).
L'opinione pubblica deve per forza focalizzarsi su quei cattivoni, quei farabutti della Juve. Su Conte che per 10 mesi non deve andare in panchina. Anzi, neanche allo stadio. E neppure presiedere gli allenamenti.
Temo che la prossima esternazione di Zeman tenderà anche a bandirlo dal pranzo della domenica dalla suocera. E con la benedizione di Petrucci gli verrà vietato anche l'accesso al talamo nuziale.

Ma d'altro canto è un film già visto e che rivedremo mille e mille volte. Pensate a cosa rimane di questo weekend: la Juve ha vinto grazie a due errori arbitrali, un rigore fasullo e un goal "non goal".
Peccato che il rigore (che davvero "c'era ma non c'era") non sia stato segnato, e che la palla di Pirlo fosse dentro di una buona spanna. Ma tutto questo copre eventuali dubbi su rigori non dati a Palermo, Udinese o altri. Dormi, popolo, che va tutto bene...

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2461

 
 
 

L’assoluta credibilità di Carobbio/4

Post n°6375 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

L’ingenuo tra risentimento e gossip


Immagine IPB



Riepilogando: Carobbio è l’unico testimone che chiama in causa Conte; nessuno ha confermato la sua versione sulle fantomatiche riunioni pre-gara, quelle in cui l’allora allenatore del Siena avrebbe annunciato l’esito di due incontri; Antonio Conte ha registrato più di 20 testimonianze a favore, ritenute non credibili ma inspiegabilmente rimaste senza nessun seguito (l'omessa denuncia doveva essere addebitata a tutti i partecipanti alla riunione). Abbiamo anche visto la centralità della figura di Carobbio legata al suo ruolo con la banda degli zingari e di come, grazie al suo pentimento, ha visto la derubricazione degli illeciti, con pene notevolmente ridotte. Nessun riscontro esterno alle parole di Carobbio e molte incertezze nella ricostruzione di Palazzi. In più, come ogni buon scandalo che si rispetti, non può certamente mancare un po’ di gossip.

La difesa di Antonio Conte ha sollevato anche la questione del risentimento personale di Carobbio. Una premessa: non entreremo nell’argomento se non parlando di quanto già noto, anche se, vista la platealità con cui era stata ripresa l’intervista della signora Carobbio rilasciata al settimanale “Oggi” da parte di tutti i media, è stato naturale focalizzare le attenzioni anche su questo aspetto.

Elena Carobbio aveva definito il marito «un ingenuo, un "facilone", caduto in un gioco più grande lui». L’intervista era accompagnata da foto in bella posa della signora che con aria rilassata e sorridente consigliava a Conte di mettersi l’anima in pace perché il marito aveva detto la verità.

Non so cosa ne pensate voi, ma da quanto percepito dalle ricostruzioni fatte attraverso le sue stesse parole, Carobbio appare tutto fuorché un ingenuo. Tiene i contatti con la malavita, incassa soldi, consiglia i compagni sui comportamenti da tenere in campo; in tutte le circostanze “losche” lui è sempre in primo piano finendo per essere l’accusatore di Conte. Insomma, oltre che nelle combine riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche nell’inchiesta. Quei riflettori che non hanno accompagnato in egual modo la sua carriera, per lo più anonima, lo stanno investendo oggi.

Leggendo l’audizione di Coppola dell’11.07.2012, proprio ricordando “l’ingenuo” Carobbio, mi ha colpito una frase che riporto per intero:

«Non avevo con Carobbio un rapporto al di fuori del’attività calcistica. Tengo a precisare che io sono sposato ed ho tre figli e che giravano voci nello spogliatoio che Carobbio, ancorché sposato, avesse altre frequentazioni femminili. Nella mia veste di giocatore tra i più anziani mi sono sentito in dovere di richiamarlo più di una volta ad un comportamento più consono a quello di un marito e di un atleta. Ricordo che le reazioni di Carobbio furono per un paio di volte quelle di liquidarmi con una battuta scherzosa; in altre successivi occasioni mi mandò a quel paese…».

La gazzetta dello sport, in un articolo del 5 agosto, aveva definito «un’mportante conferma» quella che arrivava dal camionista Vittorio Gatti - coinvolto nell’inchiesta - che aveva «precisato di avere saputo dalla moglie di Carobbio che la lite con la compagna di Conte non ci sarebbe mai stata».

A dare peso a tutta questa vicenda sono ancora una volta i media, sempre pronti a confutare ogni mossa difensiva di Conte. I legali di Conte avevano sollevato il problema legato alla mancata concessione del permesso in occasione della nascita della seconda figlia di Carobbio; alcune testimonianze parlano di accuse rivolte dalla signora Carobbio verso la compagna di Conte in occasione di una festa in cui erano presenti altre persone, rivendicando di aver speso 1500,00 € per un'ostetrica per seguire il parto.

Riepiloghiamo: la signora Carobbio concede un'intervista a "Oggi", la difesa del tecnino salentino fa presente dell'acredine che la stessa ha mostrato in presenza di altri testimoni verso Conte aggredendo verbalmente la sua compagna. Palazzi cerca di dimostrare l'ottimo rapporto di "Pippo" con la squadra e l'allenatore, la stampa corre in aiuto con la storiella di Gatti nemmeno presente alla festa, un suo ex compagno evidenzia che alcune voci di spogliatoio parlavano di altre frequentazioni femminili.

Insomma, la storia della presunta lite tra donne - e relativi arricchimenti progressivi da autotrasportatore -, può essere considerata come si vuole. Ma se dovessimo fare lo stesso tipo di confutazioni da cronaca (su pagine) rosa, allora dovremmo notare, testimonianze alla mano, che la signora Carobbio conosce ben poco il marito. Perché quell'"ingenuo facilone", mentre la moglie era a casa a fare confidenze a Gatti o dal parrucchiere a spendere i soldi guadagnati dal marito, combinava quello che ha combinato e forse trascorreva tempo anche con altre donne. E questa dovrebbe essere solo una nostra illazione. Ci piacerebbe allora che neanche altri facessero illazioni su una colpevolezza non dimostrata.



L’assoluta credibilità di Carobbio/3
L’assoluta credibilità di Carobbio/2
L’assoluta credibilità di Carobbio/1

 
 
 

Le contraddizioni di Carobbio: ecco il caso Gheller

Post n°6374 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

La ricostruzione del caso Gheller (difensore del Pavia all'epoca al Novara e squalificato sei mesi nell'ambito del processo sul calcioscommesse) effettuata da Antonio Corsa
Fonte: di Antonio Corsa
© foto di Federico Gaetano/TuttoLegaPro.com

Ho appena finito di leggere il carteggio relativo al calciatore Mavillo Gheller. La reazione immediata che ho avuto è stata la rabbia. Vediamo se, raccontando la sua storia, proverete anche voi la stessa emozione dinanzi ad una giustizia che è sempre più una caccia alle streghe. Vi ricostruisco brevemente la sua storia.

Gheller è stato “nominato” (manco fossimo al Grande Fratello) da Pippo Carobbio. No, non nell’interrogatorio davanti al GIP di Cremona del 20 dicembre 2011: Novara-Siena, lì, non venne neanche menzionata da Carobbio. No, nemmeno in quello davanti al PM del 19 gennaio 2012, dove Pippo –non sia mai una ammissione – negò di aver mai manipolato partite del Siena. Lo fa il 29 febbraio 2012 davanti alla procura federale: ormai certo di essere deferito dichiara – guarda caso – la piena disponibilità a collaborare. E guai ad essere maliziosi. Prima dice che ci fu un accordo tra giocatori, poi tira in ballo il pezzo da 90, Conte, e parla di giocatori informati durante la riunione tecnica (si noti la contraddizione) e, infine, ci aggiunge pure “la verifica”. «Ricordo che, oltre a parlarne con l’intera squadra durante la riunione tecnica, ne parlai, singolarmente al campo, con Bertani e Gheller del Novara, prima della partita». Punto. E quando dico punto, intendo letterale. Non chiarisce, però se ha ricevuto risposta, se è stata positiva, se solo uno dei due giocatori interrogati aveva notizie in merito all’eventuale combine, ecc. Riparla infine di Gheller il 17 aprile 2012, quando il PM, dopo le rivelazioni fatte a Palazzi, decide di convocarlo per chiedergli conto “delle novità”. In questa occasione dice: «Quando riferisco di avere parlato al campo con Bertani e Gheller del Novara voglio dire che prima di giocare ho chiesto una sorta di conferma di un accordo che comunque era già stato concluso». Una “sorta di conferma”. Ma non è finita: Carobbio il 10 luglio ha un’ultima audizione davanti alla procura federale: patteggia ex. art 24 (con ammissione) e, nella ricostruzione che fa di Novara-Siena, il nome di Gheller non compare più, sostituito da quello di Larrondo, giovane calciatore del Siena che gli avrebbe chiesto, riscaldandosi, come comportarsi nel caso fosse entrato.

Per questo, Gheller è stato deferito da Palazzi per illecito sportivo con richiesta di squalifica per 3 anni e 6 mesi. Il che, anche riflettendoci un attimo e prendendo per buone le parole di Carobbio (intendo: la versione dove ne fa il nome), sarebbe un nonsense: perché illecito? Gheller quella partita nemmeno la giocò: finì in tribuna. Illecito per aver risposto – in una delle ricostruzioni di Carobbio – ad un “Tutto ok riguardo all’accordo preso tra le due società?” (versione 2.0 dell’accordo fra calciatori). “Si, ok”. Da parte di un calciatore, Gheller, che neanche volendo avrebbe potuto prendere parte alla gara poiché assistette alla stessa dal settore Distinti.

E’ talmente evidente, l’osservazione (per tutti tranne che per Palazzi, s’intende) che persino la Commissione Disciplinare, nella sua sentenza, ha derubricato l’illecito in “semplice” omessa denuncia, con squalifica che è scesa a 6 mesi.

L’ha fatto, però, solo perché non avrebbe potuto fare altrimenti (“gli può essere imputata esclusivamente l’omessa denuncia di un illecito di cui era a conoscenza, ma non la partecipazione a esso, non risultando che abbia posto in essere alcun comportamento finalizzato al raggiungimento dell’accordo ovvero alla sua successiva attuazione”). Un compitino insufficiente, però, perché ancora una volta non si è davvero voluta accertare la verità. Perché dico questo? Perché Gheller, nell’unica (a differenza di Carobbio) audizione avuta presso la procura federale, l’8 marzo 2012 (parentesi: si è presentato senza legale non avendo idea che di lì a poco sarebbe stato deferito per illecito), ha sostenuto come nell’incontro prepartita avesse scambiato quattro chiacchiere con Sestu, Reginaldo e Carobbio del Siena, tutti e tre ex compagni di squadra.

Un procuratore serio, a questo punto, cosa fa? Chiama entrambi e chiede ad entrambi di quell’episodio, direte voi. Per voi Palazzi l’ha fatto? Ovviamente no. Sestu è stato “usato” (come raccontato qui) – tra l’altro palesemente in maniera scorretta – per sostenere l’accusa, ma non gli è stata fatta alcuna domanda su Gheller. Reginaldo nemmeno quello. E una Commissione davvero garantista cosa avrebbe fatto? A esplicita richiesta dell’avv. Agostini di ascoltarli in dibattimento, avrebbe risposto positivamente (l’accusa, ripeto, era 3 anni e 6 mesi: insomma di carriera finita). E invece no, basta quanto (non) raccolto da Palazzi. Lo stesso che illogicamente chiede l’illecito.

In tutto questo, giova probabilmente ricordarlo, Mavillo Gheller non è indagato dalla procura di Cremona (a differenza di Carobbio). E, come già sicuramente saprete, le dichiarazioni di Carobbio con riferimento ad altri accusati (Antonio Conte) si sono rivelate inattendibili per questa partita. Che facciamo? Alcune righe delle sue accuse le depenniamo e altre le lasciamo?

Ditemi voi se questi sono processi fatti seriamente o inquisizioni vere e proprie.

Di seguito la lettera scritta e letta da Gheller durante il dibattimento del 2 agosto scorso. Più di mille parole. “Siamo uomini, prima di giocatori”!

 
 
 

Tnas: oggi o domani il ricorso

Post n°6373 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Secondo l'edizione odierna di Gazzetta dello Sport, il pool di legali di Antonio Conte nella ha fatto gli straordinari per presentare al Tnas oggi, o al massimo domani, il ricorso d’urgenza contro la sentenza della Corte d’Appello federale che ha confermato i 10 mesi di squalifica per il tecnico bianconero pur prosciogliendolo su Novara-Siena. Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero vogliono la sospensiva della pena per permettere la panchina a Conte domenica a Udine. Venerdì, la risposta sulla sospensiva. il 15 potrebbe già esserci la risposta del Tnas all'appello. Il collega GB Olivero nel suo articolo poi aggiunge: "Il caso Mastronunzio Il ricorso punta soprattutto sulle numerose incongruenze riscontrate a partire dal caso Mastronunzio, considerato un autogol da parte della Procura federale: l’attaccante che giocava nel Siena di Conte fu escluso, per sua stessa ammissione, non perché non volesse partecipare a una combine ma perché infortunato, come dimostrano bollettini medici e certificati di quel periodo. E lo stesso Mastronunzio ha dichiarato pubblicamente quali fossero le ragioni della sua esclusione e che comunque, da ex giocatore dell’Ancona, non avrebbe mai accettato di combinare una partita a favore dell’Ascoli, storica rivale. Per quanto riguarda, infine, la vicenda di AlbinoLeffe-Siena e del famoso «Conte non poteva non sapere che Stellini si era accordato» che poi determina l’omessa denuncia e la squalifica, si fa notare comesiano stati condannati Garlini e soprattutto Poloni, collaboratore di Mondonico, ma non il tecnico stesso. Mondonico poteva non sapere?"

 
 
 

Tuttosport - Assalto del Bayern a Vidal e Marchisio: la Juve rifiuta 60 milioni!

Post n°6372 pubblicato il 28 Agosto 2012 da nadir63l
 

© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Dopo averli messi in vetrina per l'intera stagione, la Vecchia Signora ha rinchiuso in cassaforte tutti suoi gioielli, proteggendoli dagli assalti degli sceicchi e di munifiche società estere. A giugno, i bianconeri hanno rifiutato un'importante offerta del Paris Saint-Germain per Andrea Pirlo. Ora, secondo Tuttosport, Marotta avrebbe respinto una maxi-offerta del Bayern Monaco per la coppia Marchisio-Vidal. I tedeschi avrebbero messo sul piatto 60 milioni di euro per portare subito in Germania le due colonne del centrocampo juventino. Un'offerta analoga a quella presentata dal Psg per Thiago Silva e Ibrahimovic. I due campioni bianconeri sarebbero stati espressamente richiesti dal tecnico tedesco, Jupp Heynckes, intenzionato a rafforzare notevolmente la propria rosa per cercare di dare l'assalto alla Champions League, dopo aver perso la finale col Chelsea nel maggio scorso. Offerta respinta al mittente. La Juventus, infatto, punta allo stesso obiettivo: vuole tentare la scalata al tetto d'Europa. E con Marchisio e Vidal l'impresa è possibile. Lo sa bene Heynckes, ma lo sa molto bene anche la dirigenza bianconera.

 
 
 

     

 

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