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Messaggi del 13/09/2012

Vucinic: "La Juve è più forte dell'anno scorsor"

Post n°6455 pubblicato il 13 Settembre 2012 da nadir63l
 

con Giovinco, Matri e Quagliarella non faremo rimpiangere il top player
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Mirko Vucinic ha rilasciato qualche battuta ai microfoni del sito il calcio24.com, sul volo Alitalia che lo ha portato da Roma a Torino, dopo le fatiche con la Nazionale montenegrina. Ecco le sue parole, rilasciate al collega Salvino Cavallaro: "Senza barba né baffi, sembro più giovane? Sarà, l'ho fatto per pesare meno e, di conseguenza, faticare ancora meno nella corsa. Che cosa penso della Juve di oggi? Posso dirti che è più forte dell'anno scorso e, anche se non è arrivato il top player che tutti desideravano, sono sicuro che io, Giovinco, Matri e Quagliarella non lo faremo rimpiangere. Senza dimenticare il danese Bendtner che è un campione e sono certo che si integrerà presto nella nostra squadra".

 
 
 

Zazzaroni: due giri intorno… alla verità

Post n°6454 pubblicato il 13 Settembre 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di M. Barbato


L’11 settembre su Radio Radio lo Sport è andato in onda un emblematico siparietto fra il giornalista Ivan Zazzaroni e l’avvocato Massimo Zampini, tifoso juventino e conduttore nella stessa Radio Radio della trasmissione radiofonica “Il Bianco e il Nero”.
L’argomento erano le note dichiarazioni rilasciate da Vialli su Zeman in cui l’opinionista di SKY ha accusato l’allenatore della Roma di essere un “paraculo” e di trattare solo gli argomenti a lui comodi.
Si era arrivati a parlare della carriera dell’allenatore boemo, secondo alcuni dei presenti penalizzata in maniera significativa dall’ostruzionismo che il mondo del calcio - evidenti e scontate le allusioni alla cupola Moggi sgominata nel 2006 - avrebbe attuato nei suoi confronti impedendogli così di poter dimostrare quel valore tecnico in maniera così inequivocabilmente da lui stesso ricordato nella deposizione al processo per calciopoli, quando, a chi gli ricordava i 2,5 miliardi di lire percepiti in seguito alla trappola che Moggi gli aveva teso mandandolo a Napoli, così rispondeva : “ Sono sempre pochi per la mia bravura. Io in quegli anni ero uno dei più bravi allenatori d’Europa. Eppure in Italia smisi di allenare”.
E questo deve in effetti essere anche il pensiero di Ivan Zazzaroni che ieri spiegava come “Aldilà dei risultati Zeman non ha avuto vita facile perché c’era un tipo di government che non lo voleva fra le balle oppure lo spingeva in zone ad alto rischio”.
Zazzaroni tesseva le lodi di Zeman anche per un altro motivo “Qualche scheletro nell’armadio ce l’ha anche lui ma almeno ha la forza di denunciare e noi ne approfittiamo perché sappiamo che quando abbiamo bisogno di una verità che non siamo in grado noi di scrivere andiamo da lui che ce la da sempre “. Onore quindi ad un giornalista che ricorda come a volte chi dovrebbe fare informazione non la fa e preferisce che siano altri ad esporsi.
A quel punto è stata chiesta un’opinione a Massimo Zampini, che ha provato spiegare come forse ad allontanare Zeman dal calcio importante di quegli anni più che Moggi siano stati gli insuccessi conseguiti nella sua carriera costellata da esoneri e tonfi, anche in paesi lontani dalla longa manus moggiana come la Serbia e la Turchia.

A questo punto, per capire bene come un certo tipo di giornalisti ritengano essere gli esclusivi depositari della verità e per capire anche come (non) amino confrontarsi in pubblico con chi la pensa in maniera diversa (peraltro avendo ragione), riporto fedelmente il dialogo fra Massimo Zampini e Ivan Zazzaroni.

Zampini: Non c’è dubbio che Zeman abbia pagato, io mi permetto però di ricordare gli esoneri in Serbia, Turchia, a Napoli. Ricordo che dal 2006 Moggi non c’è più e dal 2006 al 2012 però non è stata chiesto proprio da Milan, Barcellona o Roma….
Allora o il calcio è cambiato oppure Zeman non pagava esclusivamente proprio questo, soprattutto in Serbia e Turchia.
Zazzaroni (interrompendo) : Scusami…scusami, su Turchia e Serbia tu non conosci la storia: in Serbia lo hanno esonerato perché c’era una lotta di potere fra i due proprietari non per i risultati, in Turchia lo hanno esonerato (ndr: dice proprio così “lo hanno esonerato” ma fra un po’ cambierà versione) perché non lo pagavano….quindi non andiamo a buttare lì cose generiche.
Zampini: Basta guardare i risultati, le partite le conosco bene.. Zeman a Napoli, e io ero presente, ha detto di essere il migliore allenatore del mondo e che tutti gli esoneri erano illeciti tranne quello con la Lazio.. E’ una ricostruzione che, va bene, passa per quella ufficiale e qualcuno lo ha accolto in Italia con questa ricostruzione, anzi è un icona…..
Zazzaroni (interrompendo nuovamente e, probabilmente, dopo avere fatto una ricerca su internet) : Sei abbastanza disinformato….lui non è stato esonerato in Turchia (ndr: ma lo avevi detto 30 secondi fa, Zazza!? ) ma si è dimesso….è una bella cavolo di differenza.
Zampini: ma guarda bene…guarda bene…..
Zazzaroni (interrompendo) : A me non devi dire “Guarda bene”, io lo faccio per mestiere, tu lo fai per simpatia…Zeman si dimise.
Zampini: è questa la cosa grave. Non sapere come è andata l’esperienza di Zeman in Turchia e pensare che stesse andando alla grande e si è dimesso perché non c’erano i soldi credo dimostri che non lo hai fatto bene, nonostante tu lo faccia per mestiere, se vuoi metterla così…
Zazzaroni (sopravanzando con la voce e parecchio alterato) : Zampini, Zampini ascolta…ascolta…ascolta….il mestiere tu non me lo puoi insegnare, tranquillo. Guarda stai sereno perché non è giornata. Fra te e me ci sono sei categorie di differenza. Lasciamo stare, parla di quello che sai, parla di quello che sai. Non metterti ad affrontarmi sul tema del mio lavoro…
Io a te ti faccio due giri attorno…ti faccio due giri attorno, ma stai tranquillo.. ma per favore, parla di quello che sai..parla di quello che sai, non di me.
Zampini: allora per piacere, Ivan, non parlare mai più di Procure, di denunce, perché io faccio quel mestiere e tu no, quindi per piacere silenzio su quello. Io credo si discuta sulla base delle idee e non di chi siamo, spero…se no non mi chiamate proprio
Zazzaroni (interrompendo): tu mi hai detto che io non so come è andata in Turchia, ti posso garantire che non lo sai tu.
Zampini: tu hai detto a me “Tu fai un altro mestiere…io lo faccio per mestiere, tu no, quindi informati meglio”. Io non parlo così coi miei interlocutori, parlo secondo le mie idee che possono essere contestate ma…
Zazzaroni (ancora interrompendo) : va bene..va bene, Zampini…cambiamo discorso, parla con qualcun altro.

Ora, aldilà del fatto che una volta partiti dai reali motivi che hanno allontanato Zeman dal calcio importante l’oggetto del contendere era diventato il motivo per cui l’allenatore boemo aveva interrotto il suo rapporto con il Fenerbache, credo che sostenere la propria tesi con l’arroganza e la maleducazione dimostrata ieri da Ivan Zazzaroni non faccia altro che qualificarlo come professionista dell’informazione in maniera ancora più esplicita del contenuto che cercava di far emergere dalle sue frasi: “Sei disinformato…..A me non devi dire…..Io lo faccio per mestiere, tu lo fai per simpatia…..fra te e me ci sono sei categorie di differenza…..Non metterti ad affrontarmi sul tema del mio lavoro”.
Lavoro, peraltro, che effettivamente Zazzaroni dimostra di svolgere in maniera anche un po’ approssimativa. Sostenere infatti che Zeman se ne sia andato da Istanbul perché non pagato dal Presidente o è una confidenza ricevuta al bar dal suo amico Azir (ndr: Azir Yildrim è il nome del presidente dell’epoca. Sicuramente Ivan lo chiamerebbe per nome, qualora mai lo conoscesse) oppure è una sua libera interpretazione sulle dimissioni rassegnate da Zeman dopo tre mesi in cui aveva ottenuto solo 3 vittorie e dal lui stesso così spiegate nella conferenza stampa di commiato in Turchia : “ Dopo tre mesi lascio il Fenerbache perché non sono riuscito ad ottenere i risultati desiderati “.
Zeman ha fallito anche lì, piaccia o non piaccia a Zazzaroni, e che si sia dimesso spontaneamente oppure perché invitato a farlo non cambia nulla: i soldi li prendeva, erano i risultati che mancavano.

L’arrogante maniera di confrontarsi dimostrata ieri da Ivan Zazzaroni con Massimo Zampini, il cui unico torto – oltre a quello di essere educato e parlare di cose che conosce - era quello di dare una notizia vera, ci ricorda anche che l’educazione e l’umiltà non vengono insegnate negli show televisivi a chi evidentemente ne avrebbe ancora più bisogno di un passo di danza.
Discutere di calcio – di Zeman per giunta – apostrofando il proprio interlocutore con frasi tipo “Guarda, stai sereno che non è giornata” oppure “Ma stai tranquillo….stai tranquillo…..Io a te ti faccio due giri intorno…due giri intorno” , il tutto peraltro detto con bullesco tono intimidatorio e interrompendo continuamente, dimostra anche dal punto di vista umano chi sia Ivan Zazzaroni.

Se l’uomo, prima che il giornalista, ci leggerà mai accetti questa proposta: vada a trovare Azir e si faccia riraccontare la storia, poi faccia pace con Zampini, lo porti al centro di una pista di una qualunque balera e ci faccia finalmente vedere questo “doppio giro” intorno.
Magari nel ballo qualcosa di buono ci potrà insegnare.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2497

 
 
 

Capello: "La Juve di Conte è tra le favorite di Champions. E rivincerà il campionato.

Post n°6453 pubblicato il 13 Settembre 2012 da nadir63l
 

 Del Piero in Australia? Bella idea"



13.09.2012 09:10 di Redazione TuttoJuve Twitter: @Tuttojuve_com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

L'ex allenatore di Juventus e Milan, Fabio Capello, attualmente commissario tecnico della Russia, ha rilasciato una lunga intervista a "La Gazzetta dello Sport" nella quale ha parlato anche delle big del calcio italiano. Ecco i passaggi principali:

"IL MILAN DOVRA' AFFRONTARE LA CHAMPIONS CON UMILTA'" - "Milan in Champions? Non riesco ancora a valutare la forza del Milan dopo la perdita dei due giocatori migliori, ma è fatale che ne risenta parecchio. I giovani... Come sta Boateng? Lui sarà un fattore importante, e aggiungo che De Jong è stato un buon acquisto. Direi che Allegri deve a tutti i costi partire bene in casa con l'Anderlecht, perché i belgi lontano da Bruxelles perdono parte delle loro qualità, e poi andare a San Pietroburgo usando molta cautela. Che tipo di ambiente troverà? Uno stadio piccolo e strapieno, un buon terreno e la temperatura dell’ottobre russo, perfetta per giocare. Il problema è che troverà anche uno Zenit che dà sette giocatori alla mia nazionale, che si è appena rinforzato con due campioni come Hulk e Witsel, e cui Spalletti ha dato un'identità tattica molto evoluta. Voglio dire che la difesa del Milan si troverà una sola punta da marcare, Kerzhakov, ma quattro o cinque incursori capaci di lanciarsi in area tutti assieme. Ed è tutta gente di qualità. Zenit superiore? Ripeto: il Milan deve affrontare il girone con umiltà e cautela, senza pensare che il fatto di essere uscito dalla prima urna costituisca un titolo di favore. Anche il Malaga è pericoloso. Non ha i grandi giocatori di Real e Barcellona, anzi ha perso Cazorla, ma Pellegrini ha fatto memorizzare alla squadra quel tipo di gioco spagnolo basato sul possesso palla che fa soffrire le italiane. Il Milan si può qualificare, ma a patto di essere molto bravo".

"PER LA JUVE IN EUROPA SARA' MENO DURA" - "Per la Juve sarà meno complicato? Dovrebbe. Lo Shakhtar è un’avversaria noiosa, ma meno forte, mentre con i danesi basterà non distrarsi. Mi piace quel debutto in casa dei campioni in carica. Il Chelsea è cambiato, ha più personalità rispetto all'anno scorso, e almeno in campionato Di Matteo è ripartito bene. Anche per fugare il fantasma di Guardiola. In Supercoppa, però...".

"IMPRESSIONATO DA FALCAO, E' IL NUMERO UNO" - "Colpito da Falcao? Allora, lo scorso giugno vengo invitato a Bogotà per una partita benefica: devo guidare una rappresentativa del Resto del Mondo opposta agli Amici di Messi. Ho il tempo di un breve allenamento il giorno prima, e il mio centravanti è Radamel Falcao. Bene, in tutta la mia carriera soltanto un giocatore mi lasciò un'impressione superiore al primo sguardo, e fu proprio Leo Messi la sera del Gamper contro la mia Juve. Falcao è un attaccante grandissimo, oggi sicuramente il numero uno".

"CONTE? NO COMMENT" - "I problemi giudiziari di Conte? È un argomento che preferisco non toccare. Da lontano si giudica male, e poi sono troppo amico di Andrea Agnelli".

"SCUDETTO? LA JUVE PARTE NETTAMENTE FAVORITA" - "Juve favorita anche senza Conte? Sì, il vantaggio in partenza è netto perché non solo Conte ha costruito un meccanismo che funziona bene, ma a quel meccanismo sono stati aggiunti pezzi di valore. La Juve è candidata a succedere a se stessa in Italia, e le sue rivali principali mi sembrano Napoli e Roma più delle milanesi. Non è che Milan e Inter non mi convincano. È che un ricambio generazionale così pronunciato richiede tempo per venire assorbito. Le milanesi hanno iniziato un cammino, vediamo con quale determinazione sapranno percorrerlo. Prendiamo Stramaccioni: penso che Moratti l'abbia scelto non perché sia giovane, che sarebbe assurdo, ma perché è bravo. Adesso lo sostenga, però, perché anche il più talentuoso dei tecnici, ma vale per ogni lavoro, per crearsi un'esperienza deve poter sbagliare senza che sia un dramma. Il Napoli è pronto all'ultimo salto, ha tutto per compierlo a partire da Cavani. La Roma ha qualcosa di meno, ma per esperienza personale posso dire che si tratta della piazza con le maggiori potenzialità di crescita. La gente dell’Olimpico chiede soltanto la libertà di entusiasmarsi, e Zeman in questo senso è una garanzia, dove va lui ribolle tutto".

"REAL FAVORITO IN CHAMPIONS" - "La vera favorita in Champions è il Real Madrid. Una rosa pazzesca, credo la migliore di sempre. Venti giocatori fortissimi e intercambiabili. Lo vedevo favorito già l'anno scorso, figuriamoci adesso".

"DEL PIERO IN AUSTRALIA? BELLA IDEA" - "Del Piero in Australia? È una bella idea per un ragazzo deciso a conoscere il mondo. Via dalle balie casalinghe, non mi stanco di ripeterlo, è così che stiamo crescendo, noi italiani del pianeta calcio. È così che siamo diventati ovunque i professionisti più

 
 
 

Le ultime parole famose di Ignazio La Russa

Post n°6452 pubblicato il 13 Settembre 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

di G. Fiorito

Ignazio Benito Maria La Russa è un politico italiano noto per essere stato ministro della difesa del IV governo Berlusconi e per l’abitudine di recarsi a vedere le partite dell’Inter con voli di stato. Leggiamo dal Fatto quotidiano dell’8 aprile 2011: “Può un ministro della Repubblica usare l’aereo di Stato come fosse un taxi per andare allo stadio? Ignazio La Russa lo fa. Lo ha fatto martedì 5 aprile, per andare da Roma a Milano, dove giocava la sua Inter, e poi tornare in nottata nella capitale. E lo ha fatto altre volte in passato. È atterrato a Milano, attorno alle 18.30 di martedì. Ha viaggiato a bordo di un aereo P180 dell’Arma dei carabinieri proveniente da Roma. È poi ripartito attorno alle 23, con un aereo dell’Aeronautica militare, identificativo MM 62210. In mezzo, la partita allo stadio di San Siro, dove l’Inter è stata sconfitta 5 a 2 dallo Schalke, la squadra decima in classifica del campionato tedesco” . (
Link).

La Russa è una vecchia conoscenza e una vecchia volpe della politica italiana, ragion per cui eccolo e dal suo punto di vista a ragione, rifarsi sotto con le consuete battute di spirito che da sempre lo contraddistinguono e lo pongono al centro delle attenzioni sagaci e colorite di Fiorello e Crozza, in prossimità delle prossime agognate elezioni amministrative. Il nostro non solo ha preso spunto dal recente brutale duplice omicidio di Milano per attribuirlo a ideologie diverse dalla sua ancora prima che si diffondesse la notizia del ritrovamento in casa delle vittime di un cospicuo quantitativo di droga, ma si è lanciato in altre simpatiche affermazioni legate al mondo del calcio. In primis attaccando la Juventus, cosa da ritenersi più che fisiologica per un interista, che di ciò fa la ragione della sua vita. Conversando di calcio alla Summer School di Frascati avrebbe detto: "Quando la Juve, giocando con iattanza, ha battuto la giovanile dell'Inter 9 a 1, inizia l'inseguimento della terza stella che non ha ancora conquistato. Ma ora arriva. Ogni 10 inquisiti una stella". A parte che per quel volo citato anche lui sarebbe indagato, grazie al processo per il passaporto falso di Recoba e a quello Telecom di Milano qualche inquisito nerazzurro non è difficile trovarlo, la battuta non è di prima mano, anzi ricicla forse volutamente quanto affermato da Luciano Moggi su Libero già da quattro giorni: “Sembra che l'Inter partecipi ad un campionato parallelo per cui ogni 10 prescrizioni possa aver diritto ad una stella sulla maglia” . Il riferimento a quella partita non è molto onorevole per l’Inter, poiché la qualifica secondo una delle celebri trovate del potente vento antijuventino del web ad aspirante ante litteram di ciò che è diventata ufficialmente nel 2006: la Tavolini F.C.

A beneficio dell’onorevole La Russa ricordiamo cosa accadde. Il 4 giugno 1961 Sandro Ciotti coniò la celebre frase “Clamoroso al Cibali” durante la trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”. Era l’ultima di campionato e il Catania si prendeva la rivincita sull’Inter e sul 5 a 0 patito all’andata per effetto di 4 autoreti, ma anche sulle beffe di Helenio Herrera che aveva definito gli etnei “una squadra di postelegrafonici”. La Juventus pareggiava in casa con il Bari e vinceva il terzo scudetto sotto la presidenza di un giovanissimo Umberto Agnelli, lasciandosi dietro uno strascico di veleni nei quali si può riconoscere la genesi di calciopoli. Juventus Inter del 16 aprile 1961 è una partita infinita, ma che non è mai stata giocata, sebbene le squadre siano scese in campo due volte. Nerazzurri e Bianconeri si disputarono il campionato a sette giornate dalla fine. Secondo le cronache il Comunale si riempì di 10.000 spettatori in esubero sui 72.000 che poteva contenerne. Il pubblico venne fatto confluire a bordo campo. L’Inter stava giocando bene, forse meglio della Juventus, ma nella mente di Herrera scattò l’idea tavolino. Rinunciò a giocare con questa pacifica invasione e fece sospendere l’incontro, che gli venne assegnato a tavolino. Un brillante ricorso presentato dall’avvocato Chiusano fece sì che venisse rigiocato. Il 10 giugno l’Inter, che aveva perso a Catania l’ultima chance per lo scudetto, per ripicca fece scendere in campo la primavera, prendendosi una goleada. E’ vero che Umberto Agnelli era anche presidente della Federazione, ma pochi sanno che non era la prima volta che a causa del boom della passione per il calcio in quegli anni si erano tollerate analoghe situazioni. Nel campionato della prima stella la Juventus aveva sportivamente accettato di giocare con addosso il fiato dei tifosi sia a Padova che a Napoli, ottenendo un pareggio e una sconfitta, ma vincendo lo scudetto.

L’ultima della serie infinita di parole famose attribuite a Ignazio La Russa è stata ripresa da Gramellini per La Stampa (
Commenta l'articolo sul nostro forum!): “A Vendola, che dice che non conta essere figli biologicamente ma che è solo una questione culturale, dico che Sandro Mazzola è diventato un campione perché era fisicamente e non solo culturalmente un Mazzola”. Fossi La Russa, lascerei perdere i rapporti di consanguineità tra i fratelli Mazzola, che di coltelli se ne tirano da decenni. Fossi interista, lascerei perdere proprio, visto che la casa editrice Bradipolibri di Torino ha vinto la causa che l'Inter aveva intentato contro il libro di Ferruccio Mazzola che illustra certe pratiche di doping della società nerazzurra. Fossi di Paternò, e sono di Misterbianco, che ci confina, mi ricorderei di un proverbio delle mie parti: “Annevu fa amuri”, con il quale la saggezza popolare accredita l’appartenenza della prole non in base all’esame del dna, ma per il fatto di prendersene cura, comunemente detto amore.

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