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Messaggi del 24/09/2012

Cellino: Miami Vice...

Post n°6497 pubblicato il 24 Settembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Quella che segue è una delle tante storie che certifica il degrado del sistema calcistico italiano. Un degrado che non sembra importare a nessuno nelle segrete stanze del potere pallonaro.

Nella stagione 2002-2003, causa inagibilità di parte delle strutture dello stadio Sant'Elia di Cagliari, la società isolana decise di istallare delle tribune "Dalmine". Si creò, così, lo stadio metallico nello stadio. I più maliziosi dicono che si giunse a questo a causa della prolungata mancanza di manutenzione da parte della società isolana sulla struttura dello stadio. Queste stesse strutture vedremo in seguito che avranno una seconda vita nel prossimo futuro.

Fra alti e bassi si gioca, in questa condizione di strana incertezza e provvisorietà. Arriva il 2008, anno in cui si sceglierà la candidatura per l'europeo del 2016 (andato alla Francia) e in cui i nostri eroi federali (gli stessi che tre anni prima avevano perso l'edizione degli europei del 2012) prenderanno l'ennesima scoppola. Fra i vari progetti si ipotizza la costruzione dello stadio di proprietà (del Cagliari), ovvero la Karalis Arena al posto del Sant'Elia, grazie anche ai finanziamenti a pioggia che sarebbero dovuti arrivare dallo Stato. L'europeo va (fortunatamente per gli sprechi che ci sarebbero sicuramente stati) ai cugini francesi e non se ne fece niente.

Da quel momento iniziano una serie di contenziosi fra amministrazione comunale cagliaritana e Cagliari Calcio. I motivi sono la cessione dello stadio ma anche e soprattutto le mancanze, che ci sono, proprio per la manutenzione dello stadio. Di rimpalli e di intrecci ce ne sono talmente tanti che indicare quale delle due parti (in questi anni cambiano anche due amministrazioni comunali di colori ben differenti) ha più colpe risulta essere un'impresa impossibile.

In tutto questo caos il presidente Cellino ne inventa una nuova: la Karalis Arena (diversa e soprattutto low cost rispetto alle bozze progettuali per gli Europei) si farà ad Elmas; a pochi metri dall'aeroporto. Proprio per quest'ultimo motivo nasce un nuovo contenzioso. Sui terreni scelti (acquistati da Cellino) questa volta le autorità aeroportuali possono comunque avere diritto di veto per via proprio di possibili ampliamenti dello scalo. Anche in questo entrare nei meriti del contenzioso è un ginepraio assurdo, visto che entrambe le parti hanno più di un motivo dalla loro e non tutti trasparenti. Il blocco dell'idea celliniana arriva addirittura dalla magistratura che blocca tutto con qualche inchiesta (ancora in corso). Nel mentre Cellino afferma di aver già costruito lo stadio (tutto in acciaio) ed averlo in un magazzino romano, smontato. I più scettici pensano che in quel magazzino ci sia un solo settore e che sia l'ennesima boutade. Anche questo settore tornerà nella storia come per le tribune metalliche del S. Elia.

Si arriva ai giorni nostri. Lo scorso anno, nel mentre gli attriti fra città di Cagliari e Cagliari calcio aumentano, il Sant'Elia ritorna inagibile. Dopo qualche partita a mezzo servizio Cellino "sposta" il campo a Trieste (dove La Juve vince il suo, il nostro, 30esimo scudetto). Proprio nei giorni dei nostri festeggiamenti, Cellino ha l'ennesimo "colpo di genio" per la stagione successiva, visto che sia a Cagliari che a Elmas di possibilità per costruire ce ne sono zero: realizzare uno stadio provvisorio a Quartu Sant'Elena al posto di un campo di periferia esistente. Stadio composto per 3/4 delle tribune metalliche del Sant'Elia (più alcune aggiunte nuove) e con la tribuna in carpenteria metallica della Karalis Arena (unico settore costruito). Per il nuovo "impianto", denominato Is Arenas, è corsa contro il tempo. La prima partita si gioca in un clima strano, a porte chiuse, all'interno di un cantiere in condizioni al di sotto degli standard minimi di sicurezza (lo dice la stessa prefettura che afferma che l'OK è stata una vera e propria forzatura).

L'apice si raggiunge però in questa settimana. È chiaro che non ci siano ancora le condizioni per ospitare tifosi nello stadio, visto che nel cantiere si è ancora in alto mare. Nonostante tutto, la società cagliaritana decide di mettere in vendita i biglietti (oltre agli abbonamenti già staccati). Mancano i certificati di agibilità e ieri la prefettura decide di far svolgere la partita con la Roma a porte chiuse. Cellino da Miami, però, attraverso il sito ufficiale, aizza i suoi tifosi a presentarsi all'Is Arenas contro la decisione delle autorità. Ieri sera dalla prefettura arriva la decisione (sacrosanta) del rinvio e forse le penalizzazioni per la squadra di "casa"… Oggi in tutto il mondo deridono il nostro calcio. Ovviamente. Giustamente. Tanto più se si pensa che per una mera questione burocratica relativa alle certificazioni sull'acciaio con cui si erano realizzate parti strutturali dello Juventus Stadium il sempiterno Guariniello, che il Dio dell'Antijuventinismo militante l'abbia sempre in gloria, ebbe ad insinuare che lo stadio non era agibile e per questo rinviò a giudizio i progettisti e il direttore dei lavori.

Una situazione paradossale figlia di un sistema calcistico italiano bacato, che puzza dalla testa (Cellino è anche rappresentante della Lega in federazione) , in cui non ci sono regole né per gli impianti (che in televisione danno all'estero una bruttissima impressione del nostro calcio), nè per la difesa e la valorizzazione dei marchi sportivi. Intanto il nostro calcio arretra ma il vero "problema" resta Conte e la sua sistemazione "sicura", quella sì, all'interno dei varii stadi da terzo mondo italiani….

 
 
 

CARRERA: "A Firenze partita normale. Conte potrebbe anche non venire, tra me e lui forte telepatia.

Post n°6496 pubblicato il 24 Settembre 2012 da nadir63l
 

 Il cammino è ancora lungo. Jovetic? Non serviva, abbiamo già i top player in attacco"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In questi minuti, al Media Center di Vinovo, Massimo Carrera sta rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa della vigilia di Fiorentina-Juventus. Tuttojuve.com sta riportando integralmente ed in tempo reale le sue dichiarazioni:

Sembra più facile del previsto, nel senso che al di là della partita di domani le altre grandi non stanno praticamente andando avanti. Voi siete già scappati e avete fatto meglio dell'anno scorso. Che tipo di pensiero ti viene in mente a questo punto?
"Che siamo solo alla quarta giornata, quindi sicuramente le altre squadre si riprenderanno. Noi sappiamo che il cammino è ancora lungo, dobbiamo lavorare e migliorare. Il nostro obiettivo è solo quello".

Al di là di quello che dice la classifica adesso, l'impressione, guardando le partite, è che la Juve abbia ancora dei margini di crescita. Questa consapevolezza può essere la cosa migliore di questo avvio di stagione? Un'altra cosa: tu hai giocato a Firenze, quando si è sul quel campo si avverte che c'è un ambiente particolarmente ostile? Davvero per chi la gioca è una partita un po' diversa?
"Sicuramente sappiamo che abbiamo ampi margini di miglioramento, quindi per questo cerchiamo di lavorare e di sbagliare il meno possibile. Sappiamo che dobbiamo fare ancora tanto, dobbiamo cercare di migliorare tante cose e abbiamo tempo per farlo. Poi quando sei in campo le partite le vivi in campo, non pensi a quello che succede fuori, quindi è una partita come tutte le altre. Sicuramente l'attesa all'esterno può essere più forte di altre partite però i giocatori in campo la vivono come una partita normale".

Collegandomi a questo tema, se tu fossi Conte andresti a Firenze o vista la situazione te ne staresti a casa?
"Francamente potrebbe anche non venire, non guardare la partita, perchè in questo mese e mezzo che lavoriamo in questa maniera abbiamo affinato un metodo di telepatia veramente forte, quindi la pensiamo nella stessa maniera. Anzi, adesso mi sta dicendo delle cose che a voi non posso dire, perchè so quello che sta pensando. A parte gli scherzi, noi lavoriamo in settimana e sappiamo quello che dobbiamo fare in ogni caso, come si svolge la partita, se dobbiamo fare dei cambi, se in un modo, se nell'altro, quindi siamo sulla stessa frequenza. La pensiamo uguale, vediamo il calcio in un modo uguale, abbiamo giocato assieme, ci conosciamo, sappiamo cosa vogliamo dalla squadra e penso che questa è la cosa più importante".

Siete davvero convinti che possa succedere qualche episodio problematico in tribuna a Firenze? Avete avuto dei segnali? Firenze, al netto della rivalità con la Juve, è una città civile, ha inaugurato il terzo tempo, insomma...
"No, io mi auguro di no, anche perchè spero che tutto finisca con degli sfottò, come dev'essere il calcio, che non vada al di là di offese o di altro di peggio. C'è questa rivalità, però mi auguro finisca tutto nel miglior modo possibile".

Dicevi prima che le altre squadre si riprenderanno. Sembra di ascoltare - a proposito di telepatia - Antonio Conte all'inizio dello scorso anno, quando la Juve andava bene e le altre stentavano. Questa Juve rispetto allo scorso anno dà la sensazione di essere una squadra più forte? E se come dicevate voi l'anno scorso del Milan, quest'anno solo la Juve può perdere questo Scudetto...
"No, sicuramente siamo consapevoli della nostra forza, abbiamo rinforzato la rosa, sappiamo quello che dobbiamo fare, sappiamo i nostri obiettivi, sappiamo che dobbiamo lavorare e migliorare, quindi questa è la cosa più importante. Poi guardiamo in casa nostra. Sicuramente le altre hanno iniziato male, ma siamo solo alla quarta giornata, quindi hanno tempo per migliorare e lo faranno sicuramente. Noi dobbiamo solo guardare in casa nostra e cercare di fare meno errori possibili".

Come staff tecnico avevato fatto la bocca all'idea di allenare Jovetic?
"No, non avevamo parlato di questo, anche perchè noi abbiamo una rosa che l'anno scorso ha vinto il campionato, quindi abbiamo attaccanti che stanno dimostrando di essere - come dite tutti - dei top player. Non avevamo bisogno di altri giocatori".

Che tipo di gara vi aspettate? Quanto inciderà la voglia di riscatto della Fiorentina dopo i cinque gol dell'anno scorso?
"Sicuramente sarà una partita difficile, perchè sappiamo che siamo imbattuti, quindi qualsiasi squadra ci vuole battere. Troveremo una squadra che quasi sicuramente giocherà a specchio; l'abbiamo vista, sappiamo come gioca e quindi bisogna andare sempre con questa voglia di giocare, di far la partita e di non tralasciare questa provincialità, che magari a qualcuno dà fastidio, mentre secondo me serve per fare risultati".

Dobbiamo ci dobbiamo aspettare un turnover abbastanza massiccio visto che col Genoa e col Chievo hai cambiato metà squadra? Poi volevo chiederti se fin adesso le scelte sono state fatte per un fattore fisico o anche in base a valutazioni tecniche...
"Ripeto quello che dico sempre, sono valutazioni che si fanno nella rifinitura, quindi c'è l'allenamento di oggi. Valutaremo chi sta meglio fisicamente, chi non sta meglio fisicamente e cercheremo di mandare in campo la squadra che ci offre più garanzie e basta. E' sempre questa la risposta. Valutiamo quella che potrebbe essere la squadra più idonea anche in base alla squadra che affrontiamo".

 
 
 

Modello Farina o modello Carobbio?

Post n°6495 pubblicato il 24 Settembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Si fa un gran parlare di Farina, soprattutto da quando la sua storia è stata raccontata come una bella favola (ospite d’onore della Nazionale, ambasciatore della Fifa). Ne parlano (troppo) anche Prandelli, Abete, Petrucci, fingendo di mostrare attenzione verso il giocatore che con coraggio ha denunciato il tentativo di combine. Un pour parler senza concretezza ma con molta retorica.

Un richiamo agli eventi. Simone Farina denuncia alla procura federale di Stefano Palazzi la proposta di combine ricevuta da Zamperini , che gli aveva offerto 200 mila euro per perdere la gara di Coppa Italia contro il Cesena, a fine settembre. Dopo ben 40 giorni (come riportato da notizie di stampa), con un fax del 3 novembre, Palazzi avverte la procura di Cremona della confessione di Farina, ma solo dopo essere venuto a conoscenza degli sviluppi e di imminenti nuovi arresti.
Carobbio, il pentito su cui Palazzi ha costruito la sua inchiesta, è accusato di 416 pluriaggravato da cui deve difendersi in sede di giustizia ordinaria. L’accusa è di associazione a delinquere (composta da un numero superiore a 10) e reato transnazionale. Rischia una pena molto alta: per questi reati in Turchia alcuni calciatori - come ricordava l'avv. Bongiorno - sono stati condannati a 13 anni di reclusione.

L’avvocato Bongiorno, nell’arringa a difesa di Antonio Conte aveva così spiegato la situazione: “Carobbio ha fatto una scelta: la scelta di cercare di difendersi in sede penale con quello che sta facendo qui nel processo sportivo”… “Se Carobbio riesce a trasformare l’associazione a delinquere in frode sportiva passa da quella pena altissima, alla mera frode sportiva”… “se io fossi stata legale di Carobbio gli avrei suggerito: devi derubricare il tuo reato; il tuo reato non deve essere associazione per delinquere pluriaggravata, perché rischi pene enormi: tu devi derubricare quegli accordi che sono stati posti in essere in esecuzione del piano degli zingari, in accordi da spogliatoio; in così fan tutti”.
Inutile ricordare che nell’ultima audizione, quella rivelatrice del 10 luglio davanti alla giustizia sportiva, Carobbio fa esattamente quello cui l’avvocato Bongiorno ha ben riassunto. Da un semplice esame del materiale disponibile sul web (provvedimenti di Palazzi e della procura di Cremona), emerge un Carobbio come l’anello di congiunzione (accentratore?) con gli zingari: incassa soldi, consiglia i compagni sui comportamenti da tenere in campo, un tuttofare sempre nel vivo degli eventi illeciti.

Abbiamo chiare due realtà. Una in cui un giocatore, Farina, non famoso, che non tira in ballo nomi immagine, che si comporta da perfetto sportivo e denuncia nei modi e nei tempi corretti il tentativo di combine alla giustizia sportiva, che vede la sua denuncia accantonata in un cassetto.
L’altra dove un pentito, Carobbio (“Pippo”), solo dopo essere stato colto con le mani nella marmellata, cerca di derubricare la sua pena attraverso “l’arricchimento progressivo” delle sue dichiarazioni confessorie, spesso con ricostruzioni a rate contraddittorie con le precedenti e con quelle poste in correlazione ad altri testi, ottenere la massima fiducia del procuratore sportivo che su di lui basa la sua accusa.

C’è chiaramente qualcosa che non va. Se è vero che l’obiettivo della giustizia sportiva è quello di frenare velocemente comportamenti illeciti, è inspiegabile che una denuncia come quella di Farina venga presa in esame solo quando non è più possibile farne a meno. Chi potrà mai dire se quella denuncia avrebbe o no avuto un seguito se la procura di Cremona autonomamente non avesse condotto un’inchiesta parallela? E’ o no un comportamento che denota come la federazione non abbia interesse a far scoppiare il bubbone pur essendo a conoscenza di comportamenti illeciti?
Ma quale è l’altra assurdità della situazione? I pentiti spinti a fare nuovi nomi ed allargare il giro, hanno tirato dentro all’inchiesta chiunque poteva essere funzionale per ottenere uno sconto di pena, senza essere chiamati a provare le loro accuse. Parole che hanno giustificato, in alcuni casi, il deferimento e la condanna di giocatori in relazione a quelle partite di fine campionato dove, senza più obiettivi, non solo i risultati sono scontati ma quasi invocati da un ambiente abituato a questa farsa di fine stagione. Per la cultura sportiva italiana è normale "regalare" le partite di fine campionato e la Federazione è da anni che vede questa realtà come la vediamo tutti noi. Poteva fare qualcosa prima che si arrivasse a questo punto?
Il pentito così facendo ottiene lo sconto ed una pena di molto inferiore a quella che doveva essergli comminata per i reati posti in essere, ha la prospettiva di rientrare dopo qualche anno all’interno del mondo sportivo e magari “insegnare ai bambini” i valori dello sport. Farina sarà costretto ad emigrare in Inghilterra per insegnare le regole del fair play a dei ragazzi. Altra bella figura per il nostro calcio!

Dicono che la miglior difesa sia l’attacco, sarà per questo che Palazzi accusa l’ambiente del calcio di essere omertoso. Inutile nascondersi dietro parabole di convenienza: l’ambiente è così anche e soprattutto perché non adeguatamente protetto dalla federazione. Ne abbiamo la piena dimostrazione dai fatti.
Anche perché allo stato attuale, al prossimo tentativo di combine, il “Farina” della situazione deciderà di denunciare il reato rischiando la fine della propria carriera, magari con una federazione disinteressata che lascerà la sua denuncia in un cassetto, o sceglierà la strada premiante di Carobbio?
Gli attestati di stima, i richiami all’etica (o all'etichetta?) di abetiana memoria, possono servire per quei talk show tutte lacrime costruiti appositamente per emozionare, oppure per mostrarsi all’opinione pubblica come virtuosi, non certamente per dare un segnale concreto di lotta alle scommesse clandestine.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2519

 
 
 

In risposta alla lettera di Filippo Pucci

Post n°6494 pubblicato il 24 Settembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

(Presidente del Centro Coordinamento Club Viola)

Signor Pucci, mi rivolgo a Lei per esprimere il profondo rammarico provato da tanti amanti del calcio, qualunque sia la loro fede calcistica, dinanzi all’atteggiamento tenuto dalla sua Associazione di tifosi, e da Lei rappresentata, riguardo alla lettera scritta al Presidente Abete.
Mi riferisco alla tolleranza da lei dimostrata, o meglio al far finta di niente, di fronte alla vere storture che gravitano intorno al mondo del calcio e ben più gravi del comportamento tenuto da un allenatore che nel rispetto di una squalifica per omessa denuncia, lungi dall’essere dimostrata in maniera inequivocabile, si limita a comportarsi esattamente come gli viene imposto da quelle Regole Federali che è Lei stesso con quella lettera a contestare.

Immagino che il motivo per cui Lei decida in questi giorni di prendere “carta e penna” e lanciare il grido di sdegno di tutta la tifoseria viola verso quello che per Lei è un evidente schiaffo al buon senso e alla cultura sportiva - da sempre sbandierata come ai vertici dei valori della tifoseria di Firenze - sia un profondo desiderio che, in quello che comunque è un gioco, debbano essere rispettati i valori dello sport ben oltre quello che può esserci scritto in un insieme di regole.
Io sono d’accordo con Lei, in questo.
Vorrei però credere che questa Sua iniziativa nascesse veramente da quei nobili valori di cui Lei si fa portavoce, ma non ci riesco proprio.

E allora Le domando, sig. Pucci, come mai questa attenzione al buon senso oltre le regole non sia stato invocato in passato quando lo squalificato
Josè Mourinho trovava qualunque sotterfugio per far sentire la sua voce in campo, senza che nessuno avesse a che dire.
E soprattutto Le domando come mai nel 2001 non leggemmo alcuna Sua lettera indirizzata ai vertici federali riguardo a quanto si stava verificando nei confronti di un altro allenatore, di nome
Roberto Mancini. All’epoca non si poté certo parlare né di “tolleranza zero” né di “far finta di niente” da parte dei vertici federali.
Ricorderà infatti che si trattò di un vero e proprio “atto di imperio” da parte dell’allora Commissario Straordinario Petrucci che, nonostante il parere negativo del Settore Tecnico di Coverciano, b>consentì alla Fiorentina di tesserare come allenatore una persona non in possesso del patentino e per giunta già tesserato nella stessa stagione per un’altra società (non Le sfuggirà che all’epoca era vietato), il tutto anche portando alle dimissioni di Azeglio Vicini dall’incarico di Presidente dell’Assoallenatori.
Come oggi si trattava di una questione riguardante un allenatore di calcio, al quale venne consentito - molto più che furbescamente - di accomodarsi sulla panchina della Sua squadra del cuore con un autentico colpo di mano, in barba alle regole e con il disappunto di tutte quelle persone che le regole le avevano sempre rispettate e che quei requisiti necessari per allenare li avevano regolarmente conseguiti.

E allora, signor Pucci, mi permetta di farle notare che non è così che ci si dimostra paladini della cultura sportiva, che nel suo caso sembra essere evidentemente di facciata e di comodo.
Non si restituisce credibilità al gioco più bello del mondo invocando il rispetto delle regole - nel caso di Conte neanche lontanamente violate - solo quando fa comodo e di mezzo ci sono gli antipatici di turno.
Io apprezzo molto il Suo intento di volere un calcio che torni ad essere uno sport vero e lontano da storture di qualunque genere ma - con tali argomentazioni - il suo sembra solo un pericoloso tentativo di far crescere la tensione intorno a una partita di calcio. , evidentemente dettato dal trauma subito la scorsa stagione con quel mortificante 0-5 ad opera della Juventus di Antonio Conte.
Proprio fra qualche giorno infatti, ed è per questo che la sua lettera sembra non casuale, si giocherà a Firenze quella che per voi è la madre di tutte le partite.
Quale occasione migliore di mostrare al mondo intero la proverbiale sportività del popolo viola?
Raduni allora la sua tifoseria, lasci perdere le vernici specchiate dei box dove si accomoda l’allenatore Campione d’Italia e aiuti il suo Presidente a trovargli un biglietto per martedì sera, se possibile di tribuna.
Per esorcizzare questa evidente paura verso il nostro allenatore potrebbe anche lei fingere un alluvione in città ( in che rapporti è con il sindaco e il Prefetto? Buoni come lo è De Laurentis con il sindaco di Napoli? ) ma tanto, dovunque riusciate a relegare Conte, il suo spirito lo ritroverete negli occhi di 11 ragazzi con la maglia bianconera. È loro che dovrete provare a battere non lui.
Ai suoi tifosi dica quindi di godersi una bella giornata di calcio e lasci perdere il resto.

Ovviamente, visto che Lei si arroga il diritto di voler tutelare il gioco più bello del mondo, non dimentichi di verificare che dagli spalti gremiti di sportivissimi tifosi viola non si alzi neanche un grido che offenda la memoria di quegli amanti di calcio, a nome anche dei quali immagino abbia scritto al Presidente Abete, e che per vedere una partita di calcio hanno perso la vita.
Anche non vedere neanche una di quelle magliette infamanti nello stadio sarebbe un qualcosa che restituirebbe un minimo di credibilità alla tifoseria a nome della quale Lei scrive lettere pubbliche e ridicole.




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