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Messaggi del 27/09/2012

Pomeriggio dedicato alla tattica. Conte pensa a Matri in coppia con Vucinic.

Post n°6512 pubblicato il 27 Settembre 2012 da nadir63l
 

Scongiurato lo scontro dialettico Carrera-Zeman: domani parla Filippi

© foto di Federico De Luca

19:10 - Meno due a Juventus-Roma. Antonio Conte, come sempre accade con l'approssimarsi delle gare, oggi pomeriggio ha curato l'aspetto tattico a porte rigorosamente chiuse: dopo il riscaldamento, la parte atletica e un esercizio di possesso palla, il tecnico bianconero ha lavorato sui meccanismi da ripetere sabato sera allo Juventus Stadium. Secondo le ultimissime indiscrezioni di Sky Sport, Conte starebbe pensando di rilanciare Alessandro Matri, schierandolo contro la Roma accanto a Mirko Vucinic.
Domani la squadra sarà di nuovo in campo nel pomeriggio. Prima dell’allenamento, alle 15.30, Claudio Filippi incontrerà i giornalisti in conferenza stampa. Dunque non parlerà come di consueto Massimo Carrera, ma il preparatore dei portieri bianconeri, che è anche assistente di Antonio Conte. Una mossa volta molto probabilmente ad abbassare la tensione in vista dell'arrivo di Zeman allo Juventus Stadium. Carrera, infatti, faceva parte di quella Juve infangata dal boemo e difficilmente avrebbe tenuto a freno la sua lingua.

18:15 - La Juventus si è allenata dalle ore 15:00 a Vinovo a porte chiuse per preparare la sfida con la Roma. Antonio Conte starebbe pensando di effettuare un po' di turn over. Secondo Sky Sport, ci potrebbe essere l'ipotesi che contro i giallorossi possa giocare a centrocampo Paul Pogba che così potrebbe far riposare Andrea Pirlo. Leonardo Bonucci, oggi si è allenato a parte e le sue condizioni sarebbero da valutare. In attacco Mirko Vucinic sembrerebbe certo del posto, bisognerà capire chi sarà al suo fianco. Al momento, Fabio Quagliarella sembra essere favorito rispetto ad Alessandro Matri.

 
 
 

ESCLUSIVA TJ - Massimo De Santis: "Le intercettazioni dell'Inter? Era chiaro che ci fosse qualcosa di anomalo.

Post n°6511 pubblicato il 27 Settembre 2012 da nadir63l
 

 Altre squadre stranamente non punite"

 
© foto di Federico De Luca

Massimo De Santis commenta le dichiarazioni dell'investigatore privato Emanuele Cipriani che parla di come nel 2002 e nel 2003 l'Inter avesse commissionato indagini illegali su di lui, oltre che su Moggi, Giraudo, la GEA e il presidente della Reggina Foti. In esclusiva per TuttoJuve.

Massimo De Santis, l’investigatore Cipriani ha dichiarato sotto giuramento che l’Inter nel 2002 e nel 2003 aveva commissionato indagini illegali su Moggi, Giraudo, la GEA, Foti e Lei.

“L’unico commento che posso fare è che queste dichiarazioni confermano che le indagini dell’Inter erano né più né meno le indagini di Calciopoli. Per cui ecco il discorso che ho sempre fatto sia io che il mio avvocato Gallinelli che la genesi è quella e nessuno si mai soffermato a pensare perché siamo noi gli unicio intercettati e non altri soggetti. Poi sono entrate in ballo altre società. Il cardine eravamo io, Moggi, Giraudo e la GEA”.

Perché si è deciso di colpire solo voi?

“Parlo per me e dico che sicuramente c’erano invidie interne. C’era Nucini che andava a vendere notizie false e tendenziose a una società che non riusciva a vincere e doveva giustificarsi in qualche modo”.

Insomma, lo scenario non sembra del tutto chiaro

“Io ho una causa in corso contro l’Inter e mi pare chiaro che ci sia un qualcosa di anomalo in quello che è accaduto, ma è chiarissimo che le indagini su di me siano state fatte per conto dell’Inter, commissionate direttamente da Moratti e dell’Inter. Ribadisco: è anomalo a fronte di altre intercettazioni che gli inquirenti non estendessero le indagini a tutto il resto, agli altri soggetti e alle altre società. D’altra parte l’obiettivo erano Moggi, De Santis e la GEA a e tutti i passaggi ripercorsi dalle analisi dei dossier Telecom Pirelli riconducono a questo filo conduttore. È palese che tutto sia nato dall’Inter e si fa di tutto per chiudere gli occhi e non voler capire ciò, perché è evidente”.

Perché l’Inter si è accanita su di Lei?

“Il problema è questo: io sono condannato per nessuna partita della Juve, cosa anomala. E comunque tutte le intercettazioni in cui l’Inter ne usciva colpevole, così come altre società non sono state trattate dagli inquirenti. Ci fosse stato un processo sportivo adeguato, se la procura di Napoli avesse aperto a tutti le intercettazioni avremmo oggi uno scenario completamente diverso, la storia è stata stravolta totalmente. Su i me è stato cucito un vestito addosso che non era il mio. Tutto andava contro, guarda caso: leggiamo la sentenzia della Casoria e si vede che io non ci sono mai in telefonate dirette, mai. Un po’ singolare come cosa. Non c’è stata una giustizia equa, è stata fatta una cosa di gravità abnorme”.

Inutile dire che non è sorpreso dalle affermazioni di Cipriani

“Ma no, sono cose scoperte nel 2006 all’indomani di Calciopoli e l’unica novità è la GEA, anche se qualcosa era già uscito. La cosa anomala è che a fronte di queste carte la FIGC non ebbe a proseguire un procedimento”.

 
 
 

La carica dei deferiti, squalificati, inibiti, indagati

Post n°6510 pubblicato il 27 Settembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Anche se i veri protagonisti del nostro calcio dal 2006 sono gli scandali, tutte le alte cariche sportive rimangono ancorate alle loro poltrone prestandosi, come dei tifosi a qualche chiacchiera da bar sport, dedicandosi tra una battuta e l’altra alla prossima campagna elettorale. Un'arte antica quella di assecondare il sentimento popolare per distogliere le attenzioni dalle manovre scorrette di una casta di politici del (nel) pallone che fanno quadrato intorno ai loro privilegi.

La vetrina calcistica italiana mette in mostra una realtà tutt’altro che idilliaca dove il poltronismo inerme mal si colloca: atleti sul cui capo pende accuse pesanti tranquillamente in campo; l’allenatore campione d’Italia oscurato negli sky box e seguito a vista da ispettori federali; sagome di cartone che sostituiscono presidenti inibiti; tifosi che invadono i distinti e costringono i giocatori a togliersi la maglia.

E se la giustizia sportiva, capeggiata da quel Palazzi che con calciopoli aveva ampiamente mostrato tutti i suoi limiti, con scommessopoli ha messo a nudo scorrettezze evidenti. Proposta di recente anche un'interpellanza firmata da 100 parlamentari (già in odore di elezioni politiche) diretta a Gnudi contenente la richiesta di modificare l'ordinamento sportivo, sulla base della "palese" violazione della Costituzione "nei recenti processi ad opera della giustizia sportiva". Nel 2006, quando si consumava calciopoli dov'erano? Le violazioni erano ancora più evidenti, ma c'erano forse situazioni da dover far andare in prescrizione?

Una premessa: nonostante la promessa di Abete di chiudere i processi prima del fischio iniziale della nuova stagione, il campionato è ripartito nel mezzo del caos calcioscommesse a cui si aggiungono gli imbarazzi di un gestione senza regole.
Il presidente Preziosi, interdetto dall’ingresso allo stadio per la vicenda legata a Genoa-Venezia (2004-05), è indagato formalmente anche per la violazione del daspo (il 26 agosto scorso aveva assistito alla gara d’esordio dei rossoblù). Ricordiamo che lo stesso ha una condanna passata in giudicato per bancarotta fraudolenta (fallimento del Como nel 2004) definita col patteggiamento a 23 mesi; 5 anni di squalifica con proposta di radiazione per la combina con il Venezia, “sanata” con la conciliazione secretata con la FIGC (il 17 maggio scorso è stato rigettato il ricorso contro la sentenza d’appello che confermava a Preziosi la pena per frode sportiva); altri 6 mesi per aver, da inibito, fatto mercato con l’Inter (Milito-Motta); deferito nei giorni scorsi per i fatti di Genoa -Siena. Ricordiamo anche che, nonostante l’eccellente curriculum di specchiata “moralità”, Preziosi era anche finito agli onori della cronaca per una possibile candidatura come vicepresidente della Lega di A nei primi mesi del 2012.

Non è il solo a godere di un trattamento speciale. Il portiere del Torino Gillet, il difensore dell’Inter Ranocchia, indagati dal procuratore Laudati sono tranquillamente scesi in campo. Paolo Cannavaro e Gianluca Grava sono ancora in attesa di giudizio: dovranno difendersi dalle accuse del loro ex compagno di squadra, Matteo Gianello, che ha confessato di aver chiesto loro di partecipare alla combine di Napoli-Sampdoria del 2010. Mazzarri sarà deferito? Aveva giustificato ai magistrati il pareggio di Napoli-Inter, sulla base di “una legge non scritta dello sport”. Antonio Conte sta scontando una squalifica di 10 mesi per un’omessa denuncia sostenuta dalle sole parole di Carobbio. De Laurentis è stato sentito dagli uomini della procura federale in merito ai fatti di Pechino, quando disertò la premiazione. Seguiranno provvedimenti? Non dimentichiamo Mauri, in attesa di giudizio è passato dagli arresti al campo di gioco per finire nuovamente sotto accusa, questa volta per riciclaggio (presunto conto in Svizzera). Lotito è stato riammesso nel consiglio federale da Petrucci attraverso la sospensione dell’articolo 11 del codice etico, dopo che lo stesso ne aveva deciso la sua estromissione a causa della condanna di primo grado relativa a calciopoli. E come se non bastasse, Sergio Artico dovrà anche pronunciarsi su alcune operazioni di mercato per le quali la Procura di Milano aveva ipotizzato anche un giro di false fatturazioni (36 tesserati a giudizio).

Lasciamo alla fine l’esame più impietoso, quello dei numeri: le squadre italiane sono più povere e meno competitive. Un calcio incapace di innovare che è rimasto a vedere altre realtà crescere e superarlo. Da questa stagione l’Italia si presenta con tre squadre in champions league, la quarta persa a favore della Germania con portoghesi e francesi che si stanno avvicinando (ma se in Europa League le squadre italiane fanno scendere in campo le seconde linee, come e quando si potrà recuperare terreno?). Politica sportiva inesistente che non hai mai voluto affrontare il tema riforme ; stadi fatiscenti e organizzazione insufficiente per garantire la sicurezza negli impianti. E notizia recente il parere di "non conformità" della commissione provinciale di vigilanza per lo Is Arenas di Cagliari; al Franchi di Firenze è stata un’impresa trovare una postazione sicura per Antonio Conte (l’ad viola aveva anche consigliato all’allenatore della Juve di “vedere la partita alla tv...”). A Napoli, un'aggressione contro un gruppo di svedesi tifosi dell'Aik, ha preceduto la partita di Europa League.

Nonostante le lacune di una gestione equivoca, gli intoccabili rimarranno intoccabili, più intenti a seguire l’ultimo comizio di Zeman che a garantire una competizione regolare
.

Pubblicato sul numero 36 di Professione calcio: :


 
 
 

Cipriani conferma la forchetta delle responsabilità

Post n°6509 pubblicato il 27 Settembre 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

di G. Fiorito

Ancora conferme dal processo Telecom di Milano riguardo al coinvolgimento dei vertici dell’Inter nell’affare dei dossieraggi illegali. Anche Cipriani, rispondendo al controinterrogatorio degli avvocati della difesa, presente Luciano Moggi, ha testimoniato l’attività di intelligence privata ai danni della GEA. La dichiarazione fa eco a quella della signora Caterina Plateo, che in tal senso aveva già deposto lo scorso novembre, allungando la lista a diversi esponenti del mondo del calcio, tra i quali l’arbitro De Santis e Luciano Moggi. E si inserisce nel solco delle affermazioni di giugno di Tavaroli, che aveva indicato in Massimo Moratti il mandante degli spionaggi condotti in collaborazione con Facchetti.

Correva il 2002 e i personaggi della spy-story si incontravano alla SARAS per incaricare la Polis d’Istinto del lavoro sporco, che nei primi mesi del 2003 avrebbe fatto la sua comparsa sui giornali.
Ho un amico interista. Giorni fa si ragionava del declino del calcio italiano e delle responsabilità dell’inversione di rotta di società come Inter e Milan, che in passato hanno investito molto per vincere e oggi si ritrovano a tirare la cinghia. Non è stupido il mio amico. Attribuisce a Moggi gli innumerevoli insuccessi nerazzurri antecedenti il triplete, ma sa benissimo che tra le fila degli onesti per antonomasia è passata gente come Roberto Carlos, Pirlo, Cannavaro, Davids, Seedorf, liquidata spesso per essere sostituita da Carneadi senza storia. Gli ho chiesto chi fosse all’epoca di certe manovre societarie non solo di mercato il Direttore Sportivo della sua squadra del cuore e non ha saputo rispondermi. Ho avuto allora chiara la visione di come e perché calciopoli abbia avuto origine. Succede che il subconscio operi la selezione degli eventi personali rimuovendo le immagini dolorose. Quello che non dovrebbe accadere è che il fenomeno assuma dimensioni collettive. In poche parole, se è accettabile che Antonio rimuova dai suoi ricordi fatti e persone che fanno sì che la sua coscienza sia attanagliata dai rimorsi, non si può supinamente ammettere che organi preposti e funzionari pagati per far rispettare le regole del calcio e della vita civile facciano altrettanto.

Il 5 maggio del 2002 si consumava una delle sconfitte più indicative della gestione Moratti. L’inter perdeva inesorabilmente con la Lazio, squadra amica e tifoseria gemellata a mo’ di biscotto, un campionato vinto, che inaspettatamente la Juventus agguantava per non aver trascurato di vincere la sua ultima partita di campionato con l’Udinese. Il presidente immacolato non se la prendeva con l’hombre vertical, del quale in seguito le cronache avrebbero narrato, e lui non l’avrebbe negato, il coinvolgimento nella combine di numerosi match che gli erano costati il rischio di finire orizzontal per mano dei boss delle scommesse. L’illibato Massimo non rifletteva sugli errori e le inutili spese folli della sua dirigenza tanto care a Carraro e a Matarrese. No. In un impeto visionario la sua coscienza operava un transfert e si rifugiava nel comodo attribuirne la colpa al sistema Moggi.

Ne parlavano i media. Giornalisti dalla bella penna ne facevano letteratura, come nel caso di Crosetti, che alla GEA attribuiva il compito di braccio armato della Triade nell’esercizio del suo presunto strapotere. Tutte chiacchiere. Un processo ha sancito la caduta dell’accusa di associazione a delinquere, mentre la diffusione delle telefonate degli intercettatori ha restituito un’altra realtà, che casomai illustra in maniera più veritiera uno scontro di poteri o sistemi che dir si voglia dietro le quinte del palcoscenico erboso del calcio. In questo agone oggi è possibile analizzare come gli attori si attrezzavano per vincere. A sei anni di distanza da calciopoli, con il senno di poi e con la possibilità di inquadrare gli eventi su piani prospettici più aderenti ai vari protagonisti, la forchetta delle responsabilità si allarga a dismisura.

Dai bracci della giustizia pendono in modo assai sbilenco due piatti. Su quello juventino, eliminate le responsabilità della società bianconera dalla sentenza di Napoli, rimangono 21 telefonate per un totale di 6 comportamenti antisportivi che sommati hanno dato luogo a 1 illecito strutturato (cioè finto) per una norma costruita ad hoc a posteriori. Più i contenuti sconosciuti delle sim svizzere, che oggi sembrano sempre più trovare giustificazione alle tesi difensive di Moggi, che abbiamo compreso perché fosse obbligato a difendersi da quello che comunemente si chiama spionaggio industriale e vale un reato. Sul piatto interista appare in bella mostra la somma di alcuni acronimi: TELECOM + SISMI + CNAG. Più alcuni accessori indispensabili come il silenzio di magistrati esaltati per la grande statura morale dimostrata in tangentopoli ma veramente piccolini riguardo all’affaire calciopoli e l’acquiescente incompetenza della FIGC.

"Se non si collega la sentenza-Vieri, questa intervista a Tavaroli e l’intero paesaggio in cui si è sviluppato Calciopoli, vuol dire che si è in malafede. Invito dunque i lettori a verificare quanti (oltre al sottoscritto negli anni…) tra i media e i “mediani” dei media riporteranno le dichiarazioni di Tavaroli ma creando il nesso logico con lo scandalo che ha decapitato Moggi. E a proposito, del
suicidio di Bove come mai nessuno parla più? Cliccate sul cognome… e soprattutto collegate, collegate, forse qualcosa si capirà".
(Oliviero Beha)

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