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Messaggi del 08/10/2012

Vidal giura amore eterno: "Alla Juve sto bene, potrei finire qui la carriera"

Post n°6556 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il vero top player la Juventus ce lo ha già in casa. Centrocampista fantastico, in grado di recuperare una miriade di palloni, con il vizio del gol ed in più giovane e pagato poco. Sono queste le principali caratteristiche di Arturo Vidal, 25enne cileno arrivato a Torino l'anno scorso. E' stato uno dei principali artefici della conquista del tanto atteso scudetto ed è una pedina fondamentale per il gioco di Antonio Conte.

Il numero 23 bianconero ha rilasciato un'intervista alla FIFA parlando della sua avventura italiana e lanciando messaggi d'amore alla Vecchia Signora: "Quando si è in un club come la Juve si deve sempre competere per vincere. Con i rinforzi arrivati in estate la Juve è migliorata ulteriormente rispetto all'anno scorso: penso che possiamo conservare il titolo e fare un buon cammino in Champions League. Le esperienze in Germania e in Italia - aggiunge il cileno - mi hanno aiutato ad accettare le critiche più serenamente e mi hanno fatto crescere. Il mio forte temperamento mi ha aiutato a sfondare in Bundesliga e in serie A, se non hai qualcosa di speciale non riesci a fare carriera fuori dal Cile".

Sul suo rendimento e su un futuro lontano da Torino ci tiene a precisare: "Credo di attraversare - prosegue il cileno - la fase migliore della mia carriera. Gioco in uno dei più grandi club della storia del calcio che la scorsa stagione ha vinto il titolo senza perdere nessuna partita. La forza in più viene dai tifosi che sono sempre molto vicini. Quando ho accettato di venire alla Juventus sapevo che era un club che non vinceva da molto ma nello stesso tempo ero convinto di poter ottenere grandi risultati. Il campionato italiano è molto difficile e non mi aspettavo di vincere lo scudetto al primo anno. Esperienze in Liga e Premier League? Non ci ho mai pensato, io sto bene alla Juve e se dovessi restarci per tutta la carriera sarei felice".

 
 
 

Calcioscommesse. L'inguacchio di Napoli e Lazio...

Post n°6555 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da nadir63l
 



Immagine IPB

di G. Fiorito

A conti fatti, Conte ci rimette sempre. Nella giornata del 2 ottobre è saltata la conciliazione e sembrano avviarsi a essere respinte tutte le richieste di istanza istruttoria avanzate dalle parti, con il risultato che venerdì 5 ottobre il TNAS dovrebbe comunicare al tecnico bianconero l’esito dell’arbitrato.
Secondo le previsioni di Tuttosport si dovrebbe pervenire a una riduzione della sanzioni che dovrebbe riportare Conte sulla panchina della Juventus il 16 dicembre contro l’Atalanta, dopo 24 partite saltate. La decisione “dovrebbe” soddisfare tutti, poiché sarebbe interesse della giustizia sportiva mantenere un atteggiamento severo nei confronti dell’omissione di denuncia, a prescindere che Conte abbia volontariamente estromesso Mastronunzio dalla partita Albinoleffe Siena o a causa di un infortunio, che costituirebbe solo un’aggravante. Se il TNAS dovesse rifiutarsi di riascoltare i testimoni (era molto atteso il confronto con Carobbio), cadrebbero le speranze di appellarsi a un precedente per i calciatori meno noti coinvolti nello scandalo delle scommesse, che rivendicano la possibilità di poter esercitare il loro diritto alla difesa. Ricorderete a tal proposito che Alessandro Pesoli si era incatenato in agosto davanti alla FIGC nel tentativo di creare un movimento di opinione intorno al suo caso.

Correva il 26 luglio e
Repubblica.it si domandava quale sarebbe stato il calendario seguito da Palazzi nel processo al calcio scommesse.
La notazione più immediata parlava dell’esclusione di Lazio, Napoli e Genoa dal filone che avrebbe preso il via giorno 1 agosto e per queste squadre dava l’appuntamento a settembre. Siamo arrivati alla prima settimana di ottobre. L’Europa League si gioca in barba alla probabilità che Lazio e Napoli possano andare incontro a penalizzazioni che avrebbero potuto escluderle dalla competizione.
Abbiamo assistito agli sviluppi del caso Conte, che continua a scontare i dieci mesi di squalifica inflitti ancora prima della finale di Supercoppa italiana, quando il Napoli fece esercizio di antisportività contestando le decisioni arbitrali e non presentandosi alla premiazione.
Intanto la GDF ha fatto visita su mandato della procura di Napoli alla società partenopea e alla FIGC, presso gli uffici di Castel Volturno e Roma, per acquisire documenti relativi alle procedure di acquisto e cessione dei diritti sulle prestazioni sportive dei calciatori e ai rapporti con gli agenti. Secondo l’articolo citato, a dettare i tempi della giustizia sportiva e a dare la precedenza al Lecce, al Grosseto e al Siena, sarebbe stata la fretta dovuta all’inizio delle competizioni, ma francamente troviamo difficile raccapezzarci.

La Lazio sta continuando a gestire senza problemi anche il campionato, nonostante Mauri sia stato tradotto in manette in carcere lo scorso mese di maggio e di nuovo indagato da una quindicina di giorni anche dalla magistratura svizzera, per chiarire i movimenti di un conto corrente della madre presso il quale grava il sospetto siano stati versati i pagamenti di alcune partite combinate. Il Napoli, nonostante il suo presidente, il suo allenatore e persino i suoi tifosi si rendano spesso promotori di lamentele e azioni legali dettate da mania di persecuzione, altrettanto. Un centinaio di supporters partenopei si è rivolto all’avvocato Gaetano Di Cicco per chiedere la ripetizione della finale disputata in Cina e ha inoltrato un esposto alle procure della Repubblica di Parma e di Roma e alla procura della Federcalcio nei confronti dell’arbitro Mazzoleni. Forse è il caso di rivedere la posizione dei napoletani, lasciando ai lettori di trarre le conclusioni su chi realmente ha potuto godere fino a oggi di vantaggi e sull’opportunità di lasciare che il procuratore federale Palazzi continui per ulteriori 4 anni a occupare la sua poltrona, a dispetto delle richieste di par condicio avanzate da Andrea Agnelli.

Nonostante Palazzi abbia stralciato il filone azzurro in agosto e non abbia ancora manifestato l’intenzione di porvi mano, il filone di Napoli era rientrato nelle audizioni degli investigatori federali condotte fino al 25 luglio. I casi sono piuttosto noti. Riguardano anzitutto Sampdoria Napoli 1 - 1, ultima del campionato 2009/2010. Matteo Gianello avrebbe tentato di coinvolgere i compagni di squadra Cannavaro e Grava nella combine della partita, ma i due non avrebbero accettato. Secondo la Repubblica.it del 4 gennaio scorso, che anticipava un articolo di Panorama, ci sarebbero dei punti in comune tra l’inchiesta di Cremona e quella del pool di pm della procura di Napoli che si occupa dei cosiddetti “reati da stadio” , a causa di quattro partite finite sotto la lente dei magistrati lombardi che hanno registrato volumi anomali di puntata proprio in Campania.
Volumi sospetti di giocate graviterebbero su Napoli Parma 2 - 3 del 10 aprile 2010. Per testimoniare dell’esigenza di velocità della giustizia sportiva, leggiamo addirittura da un articolo del 5 febbraio 2011 di
Repubblica.it che la partita fa parte di un gruppo di incontri che comprendevano anche Cagliari Napoli e Chievo Napoli, giocate tra il 10 aprile e il 2 maggio 2010 e segnalate attraverso l’invio di documentazione opportuna al procuratore Stefano Palazzi.

Napoli Parma è la partita dell’”inguacchio” e non solo perché costò ai partenopei il mancato raggiungimento di un posto in CL. Secondo Il Fatto Quotidiano, nei faldoni fatti pervenire alla FIGC dall’Antimafia, sarebbero state comprese una serie di intercettazioni ai fratelli Cannavaro nelle quali non si desumono responsabilità penali, ma si fa riferimento a una telefonata nella quale Paolo Cannavaro e il suo procuratore Enrico Fedele discutono dell’allontanamento dell’austriaco Erwin Hoffer dalla panchina del Napoli, perché, come suggerisce un amico a Fedele, sotto ci sarebbe “qualche inguacchio”. Secondo una fonte ritenuta di fiducia, tra il primo e il secondo tempo della partita si sarebbero registrate puntate anomale, effettuate da persone riconducibili al clan Lo Russo e a quello degli Scissionisti. Secondo La Gazzetta dello Sport dell’8 giugno 2011 lo stesso De Laurentiis riferì al sindaco De Magistris della presenza di Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore, a bordo campo durante Napoli Parma, spiegando che era stato accreditato da uno dei manutentori dello stadio e non risultava sottoposto a provvedimenti restrittivi per reati da stadio.

Nel mirino delle procure ci sono anche Lecce Napoli dell’8 maggio 2011 e Milan Napoli 3 - 0 del 28 febbraio 2011, contenuta in uno degli atti depositati in procura a Cremona il 3 giugno 2011. Nell’informativa si fa menzione di due intercettazioni telefoniche tra Massimo Erodiani e Mario Pirani, avvenute il giorno del match, una alle h 14:42 e l’altra verso la fine del primo tempo, alle h 21:12, con le squadre sullo 0 - 0. Nella prima i due sembrano discutere in modo generico su eventuali puntate da destinare all’incontro, nonostante facciano menzione di una giocata da 10.000 euro. Nella seconda alludono a Benevento Cosenza (finita nell’inchiesta come una delle partite “aggiustate”) e Pirani afferma : “Sì sì già sta a posto”. Quindi Erodiani si informa sul gioco del Milan e Pirani risponde: “Il Milan... Massimo... sta giocando... ti dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero”. Erodiani: “Addirittura”. Pirani: “Se gliene fa uno...il Milan gliene fa quattro... il Napoli si difende il Milan attacca ma non... non attacca veramente”. Nel secondo tempo il Milan va in gol 3 volte e vince. Con Ibrahimovic su rigore, al quarto minuto, Boateng e Pato.

Stefano Palazzi è nato a Napoli nel 1961. Dovrebbe essere il primo ad avere interesse a dimostrare che la squadra della sua città è fuori dalle logiche e dagli interessi della camorra. Per questo forse tergiversa ancora nel sottoporla a giudizio, perché nessuno abbia a pensare che la sua fretta possa essere motivata da interessi personali.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2555

 
 
 

Calcio fermo alle promesse e buone intenzioni...

Post n°6554 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

E’ come se il tempo non passasse mai, siamo sempre fermi alle promesse e alle buone intenzioni, tranne poi scoprire, nei fatti, che nessun passo avanti è stato compiuto e che le buone intenzioni non sono altro che parole al vento.

Fioccano interviste in tempo di elezioni ed è arrivato il turno di Albertini, vice presidente della Figc. In un’intervista concessa alla Gazzetta dello sport, il vicario di Abete definisce «scandaloso» il caso Verratti. Si sofferma sui problemi del calcio, più preoccupato ad assicurarsi sovvenzioni «a mo’di sussidio» che «non degli investimenti».. Poi spazio a un lungimirante progetto: le squadre B come in Spagna. «Perché da noi no? Dicono che toglierebbero posti. Ma il professionismo è meritocrazia: prenderebbero solo i posti che meritano. E con il progetto sportivo arriva anche quello economico: ti finanzi vendendo i giocatori».

Un’ottima proposta se non fosse che in Italia il problema principale è quello della gestione ( e di chi gestisce) il carrozzone del calcio. Gestione affidata a chi si barcamena tra i doveri imposti dal ruolo e mille altri interessi in aperto contrasto con tutto quello che è meritocratico dove, per far girare la ruota, più che la competenza serve l’incompetenza al momento giusto. Il circolo è chiuso da anni, le riforme dovrebbero essere fatte da coloro che fino ad oggi hanno distorto le regole. D’altra parte chi rinuncerebbe volentieri a una gestione che da così tanto lustro? Il Coni – ad esempio - è un ente pubblico che gestisce oltre 400 milioni l’anno di fondi governativi (409 nel 2012, 448 nel 2011), più le sponsorizzazioni (un centinaio). Una gallina dalle uova d’oro che assicura denaro, prestigio e visibilità.

E la realtà fallimentare, che prima ci ha declassato a livello internazionale, ora è ben visibile anche dentro le nostra mura: il crollo delle presenze allo stadio, anche in zone dove da sempre la passione ha resistito anche agli scarsi risultati sul campo, esprime il disappunto del tifo più di mille parole. Una dimostrazione che questa politica sportiva non ha premiato nemmeno il calcio giocato e la passione, allora perché riconfermarla?
C’è un unico modo per ripartire: passare dalla teoria ai fatti. Le teorie che oggi ruotano intorno alla politica sportiva, quella con cui amano riempirsi la bocca di buoni propositi per poi bloccarsi dietro alla macchinosa via del compromesso, devono lasciare lo spazio alla concretezza.
Il campionato va riformato? Bene, si inizi da subito, senza permettere che interessi di facciata procrastinano la decisione all’infinito. Servono manager competenti per snellire e velocizzare un arcaico modo di governare, non politici con il loro clientelismo.

Inutile continuare a leggere delle mille sfaccettature relative alle legge sugli stadi. Chi ha avuto la volontà e la lungimiranza di voler costruire uno stadio, senza necessità di coprire le lacune di una gestione che non permette di investire sulle strutture, l’ha fatto e i risultati sono ben visibili (Juventus Stadium). Chi vuole continuare a crogiolarsi dietro questa fantomatica legge, comprendo l’intento di colonizzare intere aree senza dare priorità al progetto sportivo, può rimanere in attesa ancora per diversi anni. A chi conviene questo immobilismo? A chi è in attesa di accaparrarsi di capre e cavoli o al calcio?

Istituzioni sportive serie, come dovrebbero essere la Figc e il Coni, devono vigilare affinché interessi privatistici non mettano in crisi lo sport o meglio, non dovrebbero approvare quei progetti utili solo per rinsaldare amicizie politiche sostenendo realtà in crisi attraverso l’abuso di potere di un sistema malleabile (scorretto) . Il fatto che Palazzi, il procuratore della Figc, sia stato appena riconfermato per altri quattro anni fa capire non c’è interesse a riformare la giustizia sportiva: si va avanti con le stesse persone, pur avendo le stesse mostrato la loro inadeguatezza.

Negli anni sono stati invitati ad entrare nell’esclusivo circolo sportivo, imprenditori che potevano investire soldi, favorendo la loro ascesa con i più svariati compromessi (illeciti prescritti, inchieste mai aperte, amnistie varie, eliminazione a tavolino degli avversari più pericolosi…); bastava finanziare e tutto era perdonato e superato. Scelta sbagliata anche questa, perché non accompagnata da un vero progetto di crescita.
E logico chiedersi a questo punto, senza ritornare a elencare situazioni note: sarà più forte la volontà di salvare il calcio o quella di salvare il proprio orticello con ogni mezzo?


”Ogni potere umano è composto di tempo e di pazienza” . (Honoré de Balzac, Eugènie Grandet, 1833)

Pubblicato sul numero 37 di Professione calcio: :


 
 
 

     

 

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