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Messaggi del 25/10/2012

Marchisio: «Voglio chiudere la carriera con la Juventus»

Post n°6614 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da nadir63l
 

Il centrocampista bianconero: «Voglio vincere tanti trofei in bianconero e raggiungere magari i record di Buffon e Del Piero»

Marchisio: «Voglio chiudere la carriera con la Juventus»© Foto Liverani
MILANO - Claudio Marchisio non esclude un giorno di poter giocare all'estero, ma il suo obiettivo è chiudere la carriera nella Juventus. "Nella vita mai dire mai, ma la mia intenzione è giocare tanti anni con la Juventus, magari raggiungendo i record di Buffon e Del Piero e poi chiudere la mia carriera in bianconero", ha spiegato il centrocampista, che è diventato uno dei leader della squadra ma non si candida al ruolo di capitano. "Da noi c'è sempre stata una gerarchia fondata sulle presenze e l'anzianità - ha spiegato Marchisio all'ANSA, durante la presentazione a Milano di Fifa 13, di cui è testimonial -. Ora la fascia ce l'ha Buffon e il suo vice è Chiellini, che è più grande e ha più partite di me con la Juventus. Non è una cosa a cui penso, il mio obiettivo è giocare e vincere altri trofei come l'anno scorso". Intanto i bianconeri sono in testa al campionato e, dopo aver battuto il Napoli, il 3 novembre affronteranno l'Inter. "Ma assolutamente non sarà una sfida verità - ha notato -,lo si diceva già con il Napoli e probabilmente lo si dirà anche per la partita contro la Lazio, ma ci sono tanti appuntamenti importantissimi, a partire da quello con il Catania". E poi c'è la Champions League, dove finora la Juventus ha raccolto solo tre pareggi. "Con il Nordsjaelland abbiamo giocato una buona partita ma la reazione è stata tardiva, solo dopo aver subito gol. Finche c'è la possibilità di passere il turno - ha spiegato Marchisio - ci dobbiamo credere, senza fare calcoli su quello che succedera" fra Chelsea e Shakhtar, pensiamo solo a vincere contro i danesi al ritorno".

MARCHISIO IN COPERTINA CON MESSI, ECCO FIFA13 - EA Sports ha scelto come testimonial italiano al fianco di Lionel Messi proprio il centrocampista bianconero, grande appassionato di questo videogioco. "In questo periodo gioco meno perchè siamo quasi sempre in ritiro, ma cerco di ritagliarmi uno spazio per divertirmi con gli amici", ha raccontato il centrocampista della Juventus, rivelando che a volte gli capita di arrabbiarsi come se fosse in campo:
"Una volta ho rotto il joypad con un calcio perchè avevo perso una partita importantissima di un torneo con un amico".

 
 
 

Calcio: 408 milioni di buoni motivi per capire…

Post n°6613 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di P. Cicconofri


Iniziamo dalle cose importanti, le sole che interessano veramente il governo del calcio: i 408 milioni di euro di finanziamento annuale dello Stato allo sport italiano Il 30 ottobre ci sarà un consiglio nazionale con ordine del giorno il bilancio preventivo per il 2013, con relative previsioni di spesa.
Con questo presupposto, in mancanza di azioni meritevoli da ricordare e con lo sport in crisi d’ideali e di risultati, le attenzioni dei tifosi ed investitori devono essere distolte.

Gli argomenti non mancano: Conte può essere ancora oggetto di accuse, noi “non possiamo non sapere” che il calcioscommesse si regge sulle sue spalle; la Federazione e gli addetti ai lavori possono invece non sapere che un intero mondo sportivo sta andando allo sfascio.
Ironia della sorte: tutti conoscono i giochetti del campionato italiano, tanto da renderlo terreno di conquista per bande di truffatori. Ogni fine stagione sono decine i “biscotti” che, tra un’ammiccata e l’altra da parte dei media amici, passano come normale risultato di campo. Ed è logico a chiunque che un simile atteggiamento può in qualche modo favorire anche le scommesse illegali. Logico e visibile a tutti tranne a chi dovrebbe garantire un campionato regolare. Sappiamo oggi, grazie al grande lavoro della giustizia sportiva, che per limitare il fenomeno delle scommesse clandestine è necessario allontanare Antonio Conte, e dare la giusta fiducia a qualche pentito, così da permettergli, tra una confessione in progressione e l’altra, di poter rientrare nella grande famiglia sportiva italiana.
Rispetto solo in apparenza, invece, per chi segue alla lettera il codice sportivo. Farina, l’eroe che denunciò il tentativo di combine, ha dovuto prima smettere di giocare e poi emigrare in Inghilterra dove gli è stata concessa l’opportunità di insegnare fair play ai giovani dell’Aston Villa. Un epilogo da benservito in stile italiano; un incentivo a chi in futuro vorrà collaborare…

Per non parlare dell’ultima moda targata Figc: accertarsi del rispetto delle regole rendendosi ridicoli agli occhi del mondo, con buona pace di chi riversa ancora speranza in questo sport.
Diversi quotidiani sportivi hanno evidenziato la notizia (da nessuno smentita) che, per contrastare eventuali contatti tra il tecnico juventino e la squadra, gli ispettori Federali avrebbero passato alcune ore ad ispezionare lo Juventus Stadium alla ricerca di condotte segrete. Se le attenzioni degli ispettori federali venissero canalizzate verso le cose serie, magari questo sport potrebbe guadagnarne …

Se il calcio italiano non attira più le attenzioni dei grandi campioni ed investitori, continua ad essere la gallina dalle uova d’oro per tanti altri. Spazio negato al gioco del calcio per favorire chi usa gli scandali per vivere di luce riflessa. Non mancano gli esempi: Narducci, ex pm di calciopoli a Napoli che usa materiale d’indagine per scrivere un libro; Di Martino ospite principale all’interno di un format sportivo come quello di Stadio Sprint. Pochi giorni prima della condanna a due anni di carcere per bancarotta fraudolenta nel processo sul crac di Victoria 2000 (la finanziaria che incorporava il Bologna prima della cessione del 2005), Gazzoni Frascara aveva trovato spazio all’interno della trasmissione “5 minuti di recupero” condotta da Carlo Paris, per addebitare i suoi fallimenti a calciopoli.

A seguire, per meglio preparare il terreno al secondo grado del rito abbreviato del processo calciopoli, arriva la condanna della Corte Dei Conti che quantifica i danni d’immagine per lo scandalo del 2006; 14 persone tra designatori e arbitri dovranno risarcire la Federcalcio per «Violazione senza precedenti dei principi di lealtà sportiva». Poco importa il colossale conflitto d’interesse di Ivan De Musso, presidente della Sezione Giurisdizionale per il Lazio, che ha firmato il provvedimento e che casualmente è uno dei membri della IV sezione giudicante della Corte Federale. E poco importa se chiedono danni anche a chi è stato assolto risultando estraneo alle accuse. Spettacolare…

Normale anche che Capozucca, ds del Genoa, dichiari apertamente che un giocatore, Destro, è stato “obbligato” ad andare alla Roma, perché Preziosi non avrebbe “mai fatto uno sgarbo alla società giallorossa”. E pensare che solo qualche anno fa è stato imbastito un processo, quello alla Gea, su presunte pressioni subite dai calciatori.

E’ giusto riconfermare i finanziamenti allo sport, meno giusto farli amministrare a chi ci ha portato a viverlo in questo modo. Adesso torniamo a parlare degli spifferi provenienti dalla Procura di Bari, c’è un nuovo pentito che afferma che anche Conte sapeva delle combine… O forse no…

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2593

Pubblicato sul numero 40 di Professione calcio: :


 
 
 

Asamoah e Vucinic, gli indispensabili

Post n°6612 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da nadir63l
 

Con loro (e Pirlo) è un’altra Juve. Vanno bene le rotazioni per dosare le energie, ma non tutti i giocatori sono uguali

Asamoah e Vucinic, gli indispensabili© LaPresse
TORNO - Non è vero che sono tutti uguali. Ok, va bene il turnover, l’interscambiabilità, l’abolizione dei termini “titolari” e “riserve”, ma alla fine il campo è giudice sovrano: esistono gli Indispensabili. Ed è proprio il bello del calcio, sì, quei giocatori più bravi che magari possono attraversare giornate storte o momenti no, eppure valgono il prezzo del biglietto. E il risultato finale. La Juventus di Antonio Conte che esalta il concetto di gruppo non rifugge la realtà. Gli Indispensabili vestono anche la maglia bianconera. Vogliamo individuarne tre? Eccoli: Kwadwo Asamoah , Andrea Pirlo , Mirko Vucinic . La ristretta cerchia potrebbe chiaramente allargarsi, ma già così il film ha i suoi attori protagonisti.

CHUCK, SI GIRA - Si può vicere senza di loro, ovvio. Ed è stato già dimostrato. Senza Pirlo Chuck Norris , ad esempio, Madama ha sconfitto il Chievo. Ma nulla toglie pesantezza alla sua “indispensabilità”. Come dice l’ad Beppe Marotta , il centrocampista metronomo trotterella per novanta minuti e alla fine nei dati ufficiali è sempre tra quelli che hanno percorso più chilometri nel corso del match. Chiamatelo maratoneta. E con le idee chiare. Martedì sera soltanto l’abilità dell’invasato Jesper Hansen non gli ha concesso il gol da calcio da fermo, tanto per chiarire il concetto. Pirlo ha un peso specifico che nessun altro giocatore può vantare, Pirlo è unico. Che si conservi così per un po’ di anni.

TURBO “ASA” - A Copenaghen è mancato, e non poco, Asamoah. Giocherà pure fuori ruolo, ma a sinistra sa innestare il turbo come pochi. Devastante nella spinta, bravo a cercare il dialogo con i compagni ed - eventualmente - nel cross. Poi, non c’è bisogno di chiedergli copertura, gli viene naturale combattere anche dietro per la squadra. Paolo De Ceglie , detto senza offesa, è altro tipo di giocatore. Quando è in forma, sa essere pure lui utile alla causa, ma non è nel suo momento migliore e così ne vengono fuori i limiti, anche tecnici. L’anno scorso ha mostrato grande crescita e continuità di rendimento, migliorato assai dalla cura Conte. Deve ritrovare quella verve. Però, a sinistra non ci sono alternative. Non a caso i dirigenti avevano chiesto Pablo Armero all’Udinese, solo che lo volevano in prestito e il club friulano da quell’orecchio non ci ha voluto sentire. Di “Asa”, quindi, ce n’è uno. L’allenatore l’ha lasciato a Torino per riaverlo al meglio contro il Catania. D’altronde, nella gara con il Napoli era stato toccato duro.

 
 
 

Telecom_risarcimenti. De Santis convoca Moratti

Post n°6611 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

di G. Fiorito

Radio Manà, 19 ottobre 2012. Parole e musica di De Santis: “L'Inter mi ha pedinato per un anno. Cipriani lo fece su mandato dei nerazzurri. Il problema di Calciopoli nasce a Milano, con gli stessi personaggi implicati a Napoli. Facchetti? Lui mi chiamava perché la stessa FIGC dava i numeri ai tesserati”.
L’ex arbitro non ci sta e convoca a testimoniare Moratti, Tronchetti Provera, Caterina Plateo, Tavaroli e Cpriani, seguendo la via tracciata da Bobo Vieri, che il 4 settembre ha ottenuto in primo grado un risarcimento meno cospicuo del previsto, ma che certifica la responsabilità dell’Inter nei dossieraggi illegali Telecom. Vedremo se stavolta il presidente dell’Inter, che nel maggio 2010 si rifugiò negli Stati Uniti d’America per non testimoniare a Napoli e non fu più richiamato, si presenterà finalmente al banco dei testimoni.

Quelli che Canale Inter ha definito “i vaneggiamenti di De Santis” si basano su un numero talmente cospicuo di riscontri e deposizioni che coincidono, da far ritorcere la definizione contro coloro che un tempo si vantarono, festeggiando in smoking bianco uno scudetto assegnato a tavolino, di vincere senza rubare. E’ passato quasi un anno da quando la signora Caterina Plateo, segretaria di A. Bove e membro di comprovata fiducia all’interno della sicurezza di Telecom al punto di essere menzionata da A. Pompili, nel libro Le tigri di Telecom, come la persona che si recò in Brasile a prelevare il cd con la prova dei dossieraggi della Kroll, ha deposto al processo Telecom di Milano indicando i nomi di coloro che erano stati posti sotto osservazione illegalmente. Tra giugno e settembre Tavaroli e Cipriani hanno chiarito che il mandante dell’attività illegale di spionaggio è stato Massimo Moratti, il quale si sarebbe servito di Giacinto Facchetti e della sua collaborazione con Danilo Nucini, all’epoca dei fatti arbitro in attività, per girare le dritte al capo della sicurezza di Telecom e al fidato titolare dell’agenzia di investigazioni Polis d’Istinto affinché fosse redatto il ”Dossier ladroni”. Non è più un mistero per nessuno che Moratti, con la collaborazione di Tronchetti Provera, che contemporaneamente era presidente di Telecom e sedeva nel cda dell’Inter, si sia reso colpevole del grave reato di spionaggio industriale. Né lo è mai stato, perché lo stesso Moratti fu di bocca larga nel 2006, rilasciando a Beccantini per la Stampa e a Sabelli Fioretti per Il Corriere della Sera Magazine dichiarazioni che non smentivano l’attività di intelligence e anzi la attribuivano a Tavaroli Salvo poi andare a dichiarare al procuratore federale di non sapere nulla del “Dossier ladroni”.
E’ un mistero il pasticciaccio del quale furono autori Borrelli e Palazzi, che nel 2007 si passarono il testimone nella staffetta alla guida della procura federale, archiviando il caso dei dossieraggi illegali Telecom con una formula che sembrava rimandare alla prescrizione e che la Gazzetta dello Sport lesse come un’improbabile “assoluzione sportiva” di Moratti. Come ha osservato Gigi Moncalvo, sottolineando il parere contrario di Tuttosport che avrebbe auspicato una chiamata in causa di Facchetti.

Secondo Tuttosport, nell’udienza del 24 ottobre della causa che vede De Santis contro l’Inter, di fronte a Paolo Gallinelli e Federico Lucarelli, legali di De Santis, gli avvocati dell’Inter, Luisa Beretta e Silvia Trupiano hanno eccepito sulla prescrizione della condotta e un difetto di legittimazione passiva, poiché l’Inter non sarebbe responsabile dello spionaggio e il risarcimento andrebbe richiesto direttamente a Telecom. Peccato che lo stesso Cipriani abbia testimoniato al processo Telecom che fu proprio l’Inter a saldare il conto dei dossieraggi attraverso la Pirelli, società facilmente riconducibile a Tronchetti Provera, per motivi di segretezza. Ricordiamo che la sentenza Panasiti del giugno 2010 ha già accertato che Tavaroli e Cipriani agivano alle dipendenze di Tronchetti Provera, ritenuto inaffidabile nelle sue dichiarazioni, e secondo i suoi interessi.

De Santis ha prodotto la sentenza Vieri, i legali della società nerazzurra la condanna di De Santis a Napoli e quella inflitta dalla Corte dei Conti la scorsa settimana per risarcire la FIGC.
De Santis chiede all’Inter di essere risarcito per essere stato, insieme con i suoi familiari, pedinato, intercettato e spiato fin dentro i conti correnti bancari.
La causa è iniziata il 13 marzo 2012 e gli avvocati del club di Massimo Moratti hanno depositato presso il tribunale di Milano un documento nel quale si affermerebbe che l’Inter ha appreso del “Dossier ladroni” dalla stampa. I legali hanno cercato di far ricadere le responsabilità dei dossieraggi su Facchetti, che in questo documento appare privo delle necessarie deleghe, mentre è Moratti ad essere indicato come l’amministratore dotato di tutte le deleghe necessarie a rappresentare la società nerazzurra e a sottoscrivere contratti vincolanti.

Dopo l’udienza del 24 ottobre il giudice dovrà sciogliere la riserva sull'acquisizione delle documentazioni presentate e sull'ammissione dei testimoni. Non si conosce la data della prossima udienza.
Secondo Abete gli interisti sono al sicuro, protetti come al solito dall’ombrello salvifico della prescrizione. Invece Cipriani ha testimoniato che l’Inter ha perpetrato la sua attività di spionaggio fino al 2006, quando con lo scoppio di calciopoli si sarebbe ritenuta soddisfatta del lavoro svolto. Un lavoro fatto confluire nelle indagini che i carabinieri stavano svolgendo a Roma attraverso il pc di Tavaroli, che sequestrato il 3 maggio 2005 a Milano, approdò il 9 maggio in Via In Selci per essere ispezionato con il suo prezioso carico: il “Dossier ladroni”. I conti non tornano. Gli spiati di ieri sono gli imputati di oggi.

Frattanto. Il 19 ottobre Ilgiornale.it ha dato notizia che è passata la linea Bernabé ed è stato raggiunto “l’accordo di transazione tra Telecom Italia e gli ex amministratori Carlo Buora e Riccardo Ruggiero che porterà nelle casse della società 2,5 milioni… Anche se i piccoli azionisti, che si sono avvicendati negli interventi, hanno sottolineato che ancora non è chiara l'entità del danno apportato alla società: un report di Deloitte parla di una cifra tra i 19 e i 27 milioni, ma secondo altri potrebbero essere anche 400”. Secondo il Corrierecomunicazioni.it Asati ha chiesto l’azione di responsabilità verso Marco Tronchetti Provera, con una lettera al Cda, al Comitato di Corporate Governance di Telecom Italia, alla Consob e alla procura di Milano “In riferimento alla disponibilità degli atti del fascicolo delle indagini della Procura di Milano su Tronchetti per ricettazione…”. Secondo Asati, l’associazione azionisti di Telecom Italia, nel corso dell’assemblea di ieri “il Collegio Sindacale non si è distinto per una conoscenza seria e approfondita di fatti così gravi avvenuti nella società tanto che ha addirittura ammesso che nel Rapporto Deloitte del dicembre 2010 non è stata inclusa proprio l'Operazione K (spionaggio alla Kroll)”.

Giustizie in corso, che si specchiano l’una nell’altra, mettendo a fuoco un enigma risolto da tempo. Ma che continuamente sfugge. Fino a quando qualcuno non salderà il conto.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2592

un'ottima ricostruzione da diffondere

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