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Messaggi del 05/11/2012

Juve-Inter_Agghiacciante

Post n°6650 pubblicato il 05 Novembre 2012 da nadir63l
 

glmdj


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di G. Fiorito


Sono passati due giorni, ma è come se il triplice fischio dell'arbitro fosse arrivato un attimo fa. La mia ira non si placa. Perché non si può perdere la prima partita allo JS con la banda dei prescritti. In queste quasi 48 ore abbiamo letto alcune ottime disamine tecniche di gente del WEB, perché sui giornali e le televisioni che godono delle punte di lettura e di ascolto, si è continuato a leggere e ad ascoltare nella stragrande parte dei casi di come abbia fatto bene al calcio e al campionato questa sconfitta della Juve.

Il cosiddetto derby d'Italia l'hanno preparato con cura. La Juve invece ha perso il bandolo della matassa e quel possesso palla che sembrava essere il suo leit motiv. Sul piano fisico ha accusato i molteplici impegni e sofferto la carenza realizzativa delle punte. Trovo che dopo Vucinic, Quagliarella e Matri siano da preferire al danese e a Giovinco, che è l'errore più grande di Conte, il quale ha fatto un lavoro da grandissimo allenatore, ma mi pare da criticare quando stabilisce gerarchie e dogmi tattici. Un peccato mortale lasciare fuori Pogba. Detto questo mi complimento con Stramaccioni, che ha saputo nascondere l'ansia di diventare grande, ma interisticamente ha creduto di esserci riuscito solo per avere battuto la Juve, che in Italia sarebbe come superare l'esame di maturità, ma anche lo spartiacque del tifo: juventino o antijuventino. Su tutto non ho gradito una sorta di inerzia fisica e mentale della squadra, non concentrata e volitiva come la Juventus dovrebbe sempre essere.

L'euforia gneralizzata di tutti i nostri avversari, ma sarebbe meglio definirli nemici, è stata ben riassunta dall'AD della Fiorentina Mencucci, che almeno vede la sua squadra in crescita, mentre altri all'inizio partiti lancia in resta e via via superati dall'Inter, preferiscono deputare la seconda squadra di Milano ad artefice del riscatto delle loro frustrazioni, senza provocare nemmeno le ire di un De Lurentiis o un Lotito. Sicché ho veramente paura della similitudine che mi è salita su per la schiena come un'onda umida e fredda. Agghiacciante, direbbe il Conte di Crozza. Ricordate la partita di Perugia, quella dello scudetto del giubileo? Quel novello diluvio universale lavava le colpe della Triade e il calcio ritornava pulito. Mi infastidii, soffrii, ma la Juve tornò a vincere. Non bastò. Moratti si mise a spiare e architettarono calciopoli.

Similmente da sabato sera risuona l'eco di una nuova sirena, che urla alle nefandezze che gli arbitri non hanno smesso di compiere a vantaggio della Juve. Nonostante abbiamo assistito in questi 7 anni a uno scempio continuo del regolamento del gioco del calcio, riscritto per i disonesti di Milano. Che ha intonato soltanto l'acuto nel goal che Maicon realizzò contro il Siena con mezza Inter in fuorigioco. E nella cinquantina di partite dei nerazzurri senza rigori contro. Nessuno ebbe a dire nulla, né qualche impavido moviolista, né il signor Totti quando l'Inter gli sfilò da sotto il naso lo scudetto.

L'hanno preparata con cura Juventus Inter. La volevano vincere. Io la vorrei rigiocare con Conte in panchina, perché ha commesso degli errori, ma non ha avuto modo di ripararli. E vorrei rigiocare gli ultimi 6/7 campionati abolendo la prescrizione. Perchè non vale che uno che non abbia sopportato processi solo perché non si è potuto processare, adesso prenda a pretesto i presunti errori arbitrali a vantaggio dei soliti avversari per nascondere al mondo che Vieri e De Santis vogliono essere risarciti per essere stati spiati da lui e dai suoi colleghi del cda dell'Inter e della Telecom, che spesso erano la stessa cosa.
E un'altra cosa vorrei fare. Giocare il campionato dopo che tutti i procedimenti relativi al calcioscommmesse siano stati effettuati. Troppo facile silurare Conte appena in tempo per escluderlo dalla finale di Supercoppa Italiana. Troppo banale non accontentarsi di un patteggiamento di tre mesi, ma farli diventare dieci solo per ridurli a 4.

Nel frattempo, con Criscito, Milanetto e Dainelli anche Palacio è stato coinvolto nell'affaire del derby genovese. Preziosi aveva appena ceduto il giovane Rodrigo a Moratti, ma si era affrettato a dichiarare che in caso di squalifica lo avrebbe addirittura risarcito. A settembre la procura di Genova ha disposto l'archiviazione e tolto dagli impicci anche il presidente rossoblu per le dichiarazioni dell'ultra Leopizzi intorno a Genoa Venezia del 2005, per intervenuta prescrizione. Il 7 agosto Ranocchia ha ricevuto un avviso di garanzia per la combine di Salernitana-Bari, ultima giornata del torneo di B della stagione 2008-2009. L'11 ottobre, in un articolo di Massimo Sarti su leggo.it, a caldo dopo le dichiarazioni del capo della polizia Manganelli che sembravano presagire ulteriori sviluppi, l'interista si professava tranquillo dal ritiro della stessa nazionale che in estate aveva escluso Criscito, mentre Christian Maggio gli veniva incontro dicendosi sicuro della sua estraneità ai fatti del calcioscommesse. Tranquillità assoluta anche da parte di Palazzi, che non si è ancora pronunciato né nei riguardi di Ranocchia, né dell'Inter, sulla quale grava il peso di 4 incontri sospetti nell'ambito del calcioscommesse, persino dei tempi del triplete di Mourinho.
Quanto a Christian Maggio, è tranquillo anche lui, visto che per il Napoli sono arrivati finalmente i deferimenti per il calcioscommesse, ma nessuno manifesta fretta di arrivare a sentenza e i giornali se ne disinteressano, tutti presi dal nuovo clima di caccia alle streghe contro la Juve. Come se di errori arbitrali non se ne fossero visti tanti anche a vantaggio del Milan o dell'Inter o di qualunque altra compagine tiri calci ad un pallone in questo paese di Auricchi sordi e ciechi alle cose che non interessano.

Eppure a me sembra giunto il momento che qualcuno si svegli . Per esempio il Torino, che contro la Lazio si è visto pareggiare nei minuti di recupero la partita che stava vincendo a causa di una rete di Mauri, che è stato anche arrestato in maggio e interrogato da un pm svizzero per un conto dove si sospettano essere transitati i proventi delle scommesse truccate, che la madre avrebbe intestato oltr'Alpe. Come la metterebbero i granata se alla fine del campionato quei due punti persi dovessero tornare utili in chiave salvezza?

Avremmo potuto, avremmo dovuto prepararla meglio. Però avrei voluto giocarla con Conte in panchina. E anche le prossime vorrei giocarle con Conte in panchina. Tanto per dare regolarità al campionato, che non mi pare falsato dagli errori arbitrali, quanto dalla giustizia a singhiozzo di Palazzi . Anche se all'Inter, fin dal suo primo scudetto, non è mai piaciuto battersi ad armi pari. Il 24 aprile 1910 non diede il proprio consenso a rinviare la finale-spareggio con la Pro Vercelli, che nella stessa data aveva tanti giocatori impegnati in una partita con la nazionale militare. L'Inter vinse così il suo primo scudetto, contro una compagine schierata per protesta di ragazzini di 11 anni, mentre la Pro Vercelli dovette beccarsi anche una squalifica della FIGC per aver presentato ricorso. L'era del cartone era iniziata.

 

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Giovinco ha fallito. E' ora di cambiare

Post n°6649 pubblicato il 05 Novembre 2012 da nadir63l
 

Troppo leggera e poco prolifica la coppia con Vucinic. La Formica Atomica nelle 13 partite giocate in stagione ha segnato una doppietta a Udine e un gol con la Roma. Ininfluenti

Giovinco ha fallito. E' ora di cambiare© Foto Liverani
TORINO - Dicono che conti si facciano alla fine, ma esporsi a quel punto sarebbe troppo semplice. E sterile. Meglio prendere posizione subito, quello che Sebastian Giovinco (l’oggetto del contendere) fatica a fare in questa Juve che l’ha riaccolto, dopo due anni di lontananza, come l’uomo della provvidenza in grado di aggiungere imprevedibilità e classe a una squadra soprattutto muscolare. Un trapianto che, tre mesi dopo, è a rischio di rigetto. Finora Giovinco nulla ha aggiunto alla Juve scudettata e qualcosa le ha tolto. Questo nonostante Antonio Conte , suo grande sponsor in estate, gli abbia concesso una totale apertura di credito. Quella che ad esempio Alessandro Matri mai ha avuto nell’ultimo anno e mezzo, a dispetto dei molti gol inizialmente realizzati. Perché?

SALTO IN ALTO - Le risposte sono molteplici, come i dubbi che accompagnano Giovinco. Questi ultimi riguardano l’unicità di un giocatore, condannato per la sua leggerezza (insostenibile per la Juve?) a essere tutto o niente. Proprio quel fisico esile vieta un’aurea mediocrità: o Giovinco regala magie, oppure chi lo ha dalla sua parte si ritrova a giocare inevitabilmente con un uomo in meno. Perché il cosiddetto lavoro sporco non potrà mai essere nelle sue corde. Il punto è che a certi livelli, in un top team per intenderci, la qualità non è patrimonio di pochi. E la trovi anche in giocatori più strutturati. Infatti nelle partite che contano, ad esempio nella trasferta con il Chelsea o sabato sera contro l’Inter, l’apporto di Giovinco è ben al di sotto del minimo salariale.

L’EQUIVOCO - Giovinco ha troppo spazio, eppure ancora di più gliene servirebbe per incidere davvero. La contraddizione è presto spiegata e qui si arriva al nodo della questione, perché il numero 12 bianconero fatica a giocare negli spazi stretti. Esattamente il contrario di quanto sostiene la maggior parte dei critici. Il punto è che per fermare Giovinco basta una piccola spallata, una certa presenza fisica. E nelle aree affollate di difensori, se ne trova sempre uno in grado di metterla sul fisico. Anzi, di solito più di uno. Questo dato è ulteriormente penalizzante quando si gioca in una squadra come la Juve che stazione larga parte del tempo nelle aree avversarie, quindi in spazi intasati. Non è infatti un caso che il suo meglio Giovinco lo abbia mostrato proprio a Parma, dove godeva di ampie porzioni di campo che gli consentivano di saltare l’uomo senza trovare subito dopo altra opposizione.

 
 
 

L'omessa "vigilanza" della RAI

Post n°6648 pubblicato il 05 Novembre 2012 da nadir63l
 

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di F. Filippin

E' di questi giorni la notizia della sospensione del giornalista (e dell'apertura di un procedimento disciplinare a suo carico), che nell'edizione del Tg regionale piemontese RAI si é reso protagonista di un servizio decisamente sopra le righe.
Non pensiamo che il giornalista in questione sia improvvisamente impazzito, ma che si sia trattato di un alquanto maldestro tentativo, riuscito veramente male, di evidenziare come un certo tifo sia ancora legato a stereotipi primitivi, duri a scomparire.
Il suo comportamento colposo, gravemente colposo, é sicuramente meritevole di una reprimenda, non certo delle sanzioni estreme di cui qualcuno ha parlato.
La notizia, al di là del merito, è, comunque, rassicurante: la RAI, servizio pubblico per eccellenza, vigila costantemente sull'operato dei suoi dipendenti ed è pronta a punire, anche duramente, chi si macchi di comportamenti non in linea con la condotta che è lecito attendersi dal dipendente di una rete pubblica.
Ma é sempre così?

Sono passati già alcuni mesi dalla finale di Supercoppa italiana giocata a Pechino.
In quell'occasione, tra gli inviati della cospicua delegazione RAI, c'era anche Enrico Varriale.
Il giornalista, notoriamente tifoso del Napoli (questo dobbiamo riconoscerglielo, non lo nasconde di certo) non si distinse certo per la sobrietà dei commenti e per la "distanza" emozionale con cui seguì la partita, caratterizzata come tutti sappiamo, da un notevole nervosismo da parte napoletana, non solo tra i giocatori e i dirigenti.
Già questo sarebbe bastato per far storcere il naso ai più, in particolare a tutti quei tifosi che, pagando un canone anche salato, gradirebbero di poter assistere ad una cronaca imparziale e neutrale.
Non che fosse la prima volta, nè per quanto riguarda il giornalista in questione, spesso protagonista nella sua trasmissione settimanale di "sparate", nè per quanto riguarda le telecronache RAI, su tutte quelle ormai famose della scorsa Coppa Italia, in cui nella partita contro la Roma, ad esempio, le azioni di questa erano addirittura coniugate in prima persona ("attacchiamo"...).
Ovviamente la RAI, di fronte alle numerose proteste che si levarono da più parti, rimase in silenzio e non adottò alcun provvedimento.
Ma non è tutto.

Pochi giorni dopo la finale di Agosto, uscì una notizia che lanciava una precisa accusa al giornalista RAI: la sua trasferta cinese sarebbe stata completamente pagata, compreso il lussuoso hotel presso cui era alloggiato, proprio dal Napoli.
Sul punto il Codice Etico della Rai è molto chiaro: ogni omaggio e ogni beneficio ricevuto da un dipendente, deve essere da questo comunicato all'azienda che ne deve valutare l'appropriatezza.
L'appropriatezza, proprio così: a quanto risulta (non abbiamo trovato fonti ufficiali), tanto è stato fatto, avendo il giornalista puntualmente informato la Rai e ottenuto da questa il via libera necessario.
E qui sorge il problema: se Varriale dal punto di vista formale si é comportato correttamente, si può dire lo stesso per quanto riguarda l`opportunità di quanto é accaduto?
É normale il legame tra un giornalista, che dovrebbe essere, o quantomeno apparire, imparziale (dal momento che lavora, e quindi rappresenta, un ente pubblico), e una società?
Ed é normale che la RAI non dica né faccia nulla e, a conoscenza della cosa, la giudichi appropriata? Il fatto che il giornalista in questione si sia ripetutamente reso protagonista di "uscite" palesemente sbilanciate, non ultime proprio quelle in occasione della finale, non richiederebbe una valutazione diversa e quantomeno un richiamo?

Tutte domande che meriterebbero come risposta qualcosa più del solito silenzio proveniente da viale Mazzini.
Con riferimento al recente episodio del TGR Piemonte, non intendiamo certo paragonare il comportamento dei due giornalisti, né la gravita dei fatti, ma riteniamo che la vigilanza della RAI sulla professionalità dei suoi dipendenti e sulla loro condotta professionale ed etica, dovrebbe riguardare anche quella che é un'altra qualità irrinunciabile di un giornalista del servizio pubblico: la corretta imparzialità.

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