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Messaggi del 14/11/2012

Cosa c’entra la Juventus?

Post n°6674 pubblicato il 14 Novembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

di G. Galazzo

Siamo in un campetto di terza categoria, nella pianura emiliana, probabilmente il campo è spelacchiato, con qualche buca e nascosto dai palazzi di un quartiere periferico.
In quel campo si gioca una partita di un campionato, qualcosina di più del calcio amatoriale, sideralmente lontano dal calcio che conta: possiamo pure immaginarci qualche ex atleta che fatica a correre per il peso dell’età e di un fisico non cosi in forma come qualche anno fa.
C’è un altro campo di terza categoria ( sempre nella stessa regione, nella medesima provincia, si noti bene questa precisazione); possiamo pure pensare che il terreno sia sintetico, ai margini di un bel centro sportivo, in un elegante quartiere, con giovani e meno giovani che corrono con un palla, animati dall’ esigenza di sfogare lo stress quotidiano, dalla convinzione che non è quello il calcio in cui meritano di giocare o dalla semplice voglia di divertirsi.
Non è questo che ci interessa: veniamo ai fatti.

Nel primo campo un arbitro viene malmenato da un giocatore, la diagnosi parla di trauma cranico, colpo della frusta e contusioni varie; peggio del peggio dalla borsa. Del malcapitato arbitro spariscono divisa e scarpette. Violenza e ladrocinio.
Nell’altro campo due calciatori sfogano la loro rabbia contro un avversario. Risultato: setto nasale fratturati.Violenza.

Fin qui la raccapricciante cronaca “liberamente tratta” da un articolo del Sig Gianluca Grassi, pubblicato sul blog del glorioso ( nei tempi andati) Guerin Sportivo. Cronaca suffragata da argute considerazioni tese a giustificare questi episodi quali figli direttamente partoriti dal velenoso clima e dalle polemiche che contraddistinguono il calcio che conta. Uno spirito di emulazione, in base a quanto sostiene il sig Grasso. Pur non condividendo, possiamo lasciar correre e accettare il suo pensiero; accettiamo ancor più la precisazione circa “gli sfigati” che non frequentano solo i campi dell’Emilia ma, ahinoi, sono patrimonio condiviso, alla fermata del bus, in coda alla posta, nel luogo di lavoro, non solo nei campi di calcio spelacchiati o meno.

C’è qualcosa che non ci convince Sig Grasso, o chi per Lei, ha corredato l’articolo con la foto allegata:




Link all’articolo


Ci spieghi perchè un naso rotto, delle scarpe rubate, lo sdegno che Lei manifesta, debba casualmente essere accostato ad una maglia bianconera, non una tra tante. Non un’anonima maglia: la maglia più nota, quella più odiata.

Ci perdoni se mai crederemmo che non lo si è fatto di proposito; ci perdoni se siamo cosi attenti al dettaglio. Ci piace particolarmente constatare quanto lo sdegno che ben ha rappresentato sia nulla rispetto a quello di vedere quotidianamente sprofondare lo pseudo giornalismo verso livelli neppure più degni della repubblica delle banane.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2628

 
 
 

Carobbio abbassa il cappuccio...

Post n°6673 pubblicato il 14 Novembre 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

Ritorniamo a parlare di Filippo Carobbio perché è stato ascoltato come teste dai giudici del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (Tnas) nell'udienza per il calciatore del Padova Vincenzo Italiano, squalificato tre anni nei primi due gradi di giudizio per la presunta combine di Padova-Grosseto del 23 marzo 2010. La convocazione arriva su richiesta dei legali della Federazione, Luigi Medugno e Letizia Mazzarelli, per la conferma davanti al presidente del Tnas Maurizio Benincasa delle sue accuse nei confronti di Italiano.

Per la prima volta Carobbio finisce per essere anche lo strumento probatorio all’interno di un’aula. Non un confronto, ma la possibilità di essere interrogato dal collegio giudicante anziché dall’organo inquirente nella fase di indagine. Carobbio non ha brillato in aula in cui ha mostrato invece qualche incertezza nel raccontare dei giorni che avevano preceduto quel match di Serie B. Difficoltà nel collocare temporalmente la telefonata in cui Italiano e l'ex grossetano Marco Turati avrebbero sistemato il match.

Turati, ex giocatore, già condannato a tre anni e sei mesi dopo il patteggiamento concesso dalla Disciplinare per la collaborazione fornita, era in aula a favore di Italiano. All’uscita ha affermato: “Potevo stare a casa, ma la bugia di Carobbio va cancellata…”. “Pensate, Carobbio avrebbe detto d’avere origliato la telefonata…”. Ed ancora: “…vivevo per il calcio e non l’ho più, ho ammesso le mie colpe ma le bugie no: ho beccato più io, 3 anni, che non Carobbio, ma scriverò un libro”.

Se ne parla poco, ma la credibilità di Carobbio sta letteralmente cadendo a pezzi così come la credibilità di chi lo ha usato per condannare Conte.
E’ stato ammesso come teste davanti al Tnas per la prima volta e pur non dovendosi confrontare con la difesa, ma recitare e ripetere la storiella per l’accusa, non ha retto il compito.
Sarà anche per questo che non è stato mai concesso da parte della giustizia sportiva il confronto con le difese degli imputati?

In questa occasione il Tnas ha accordato ai legali della Figc la possibilità di sfruttare ancora il pentito/collaboratore. Ricordiamo che questa possibilità non è stata concessa ad Antonio Conte che non ha potuto portare testimoni in aula. L’ennesima occasione da rimarcare per ricordare che la giustizia sportiva non è equa, ma utilizza tranquillamente due pesi e due misure.

Quando Carobbio esce, abbassa il cappuccio. Si nasconde. A Pippo è costata cara questa collaborazione….

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Platini a La Stampa: "Con l'Inter la Juve poteva stare 4-0 dopo venti minuti"

Post n°6672 pubblicato il 14 Novembre 2012 da nadir63l
 

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Michel Platini ha parlato a La Stampa.

L'Italia di Prandelli: «Ha dato una mentalità offensiva sfruttando il blocco della Juve che giocava così in campionato. Ha avuto coraggio e ha sorpreso tutti. Poi se vinci o perdi cambia poco».

Deschamps: «È stata la scelta giusta per quello che Didier ha fatto in campo e da allenatore. In questo momento la Francia non ha giocatori di grande qualità, ma un buon gruppo. Deschamps dovrà mettere insieme le tessere del puzzle, vedremo».

Balotelli, bad boy ma di talento. Le va come definizione? «A me del bad boy non importa. Vedo quel che fa sul campo e lo apprezzo. Anche ai miei tempi c'era chi faceva cazzate, solo che non se ne parlava».

Quanto a esuberanza nemmeno la Francia è mal messa: non c'è torneo in cui lo spogliatoio non vada in pezzi. «La Francia subisce un controllo morale esagerato. C'è troppa gente ben pensante che si occupadei calciatori: se uno non dà la mano all'allenatore, da noi scoppia l'inferno. Ma solo da noi».

Che effetto le fa la statua della testata di Zidane a Materazzi? «È storia e merita di essere ricordata, ma non è un bel gesto e quindi... Mah, se va bene a Zidane. E comunque dopo la Gioconda, vi abbiamo preso anche la statua di Materazzi».

Ancelotti al Paris Saint Germain può aiutare il calcio francese? «Per ora sta aiutando quello italiano visto quanti giocatori ha fatto arrivare a Parigi. Uno come Verratti, per esempio».

ica tanto per esempio: che ne pensa del ragazzo? «Ha colpi interessanti. E il talento, nonchè l'età, per diventare davvero come Pirlo».

Che calcio la diverte? «Le giocate dei singoli, il dribbling, il pallonetto. Niente moduli o tattiche, ormai sono fuori da quel mondo. Quando posso, guardo il calcio come se assistessi a una partita dei bambini. Detto questo si gioca meglio che ai miei tempi: noi stavamo in strada fino a 16 anni, oggi i settori giovanili fanno un lavoro straordinario. La mia Juve giocava con sette difensori, questa con sette attaccanti».

Uno se ne è andato, Del Piero è in Australia: sensazioni? «Belle. Piuttosto che stare in panchina alla Juve ha fatto benissimo, là si diverte. L'avrei fatto volentieri anche io».

Oggi Platini non si sarebbe ritirato a 32 anni? «Allora avrei voluto andare negli Usa, ma non c'erano opportunità. Si, avrei voluto continuare, ma lontano dallo stress».

Ha visto giocare la Juve? «Sì, con l'Inter. Poteva stare 4-0 dopo 20 minuti, è il calcio...».

Senza Conte, ma in testa: sorpreso? «In tribuna o in panchina poco cambia, c'è il telefono per comunicare con il vice. E poi il tecnico è fondamentale nella gestione del gruppo, ma durante la partita conta zero: sono i giocatori che decidono. Ho fatto entrambe le cose...».

La Juve farà strada in Champions? «Con sei partite, se non si qualifica significa che non ha meritato di farlo».

In Andrea Agnelli cosa rivede del padre Umberto e dell'Avvocato? «Lui è giovane, arriverà a una dimensione internazionale, ma ora lo vedo troppo teso sulle faccende di campo. Suo padre e suo zio guardavano la Juve dall'alto, l'Avvocato stava in elicottero sopra la Juve. Ecco, anche Andrea dovrebbe vivere dentro l'elicottero sopra la Juve. Ora è più istintivo ed esplosivo».

Come le sembra il calcio italiano visto da fuori? «Siete finalisti agli Europei, la qualità c'è. Comprate di meno all'estero, come nel '66 quando chiudeste le frontiere: un bene per i giocatori italiani. Come del resto in Francia, Psg escluso».

Ci siamo. Questa è l'ultima stagione pre fairplay finanziario, sicuro che gli sceicchi si metteranno in linea con i parametri? «Sanno da 4 anni come stanno le cose. Il calcio europeo perde 1 miliardo e 700 milioni, così non si va avanti. Se rimetteranno i conti a posto, bene, altrimenti interverrà la disciplinare».

Con quali sanzioni, l'esclusione dalle Coppe? «Possibile, ma non tocca a me decidere». Non teme qualche trucco per tappare le falle? «Certo, come noi per non pagare le tasse. Farà parte del gioco, se c'è la polizia è perché ci sono i ladri. Vedrete club che dribbleranno le regole come un numero dieci. Nomi? Non ne faccio, sennò si parla sempre dei soliti».

Platini è tenero con il Psg perché il figlio lavora con gli sceicchi: possibile? «La società per cui lavora mio figlio, è vero, è partecipata dagli sceicchi, ma lui si occupa di abbigliamento sportivo, con il Psg non c'entra nulla. E allora se mia figlia aprisse un kebab, io dovrei stare attento alla Turchia? Poi guardate, il Psg fa oggi quello che Moratti e Berlusconi hanno fatto per anni. si lamenta del fairplay solo chi non vince».

Anche in Italia sono arrivati gli stranieri. Non ha mai nascosto di non apprezzare le invasioni: situazione irreversibile? «Non posso fermarla. Ma il calcio resiste da anni grazie all'identità tra il club e chi lo gestisce. Qual è il nesso tra il Qatar e il Psg? Per questo mi piacciono Real e Barcellona, per come conservano la loro identità. Come fanno le grandi famiglie italiane con i loro club».

Altra ferita: le scommesse. Sorpreso dall'Italia? «È la natura umana, guardate la pallamano francese. La vostra polizia però ha lavorato molto bene, siete all'avanguardia». Farina in Inghilterra: una sconfitta per il calcio italiano? «Sì, è mancato il coraggio di trovargli un posto. Lui ha dato un segnale, deve essere il calcio dall'interno a cambiare le regole».

Come vorrebbe essere ricordato Platini da presidente Uefa? «Quando facevo gol ero popolare, ma ora non sono più così tanto simpatico. Ecco vorrei che mi ricordassero per il rispetto delle regole che ho cercato di introdurre a protezione del calcio».

E quel sogno di consegnare la Champions alla sua Juve? «Resiste. Se non mettono limiti ai miei mandati, però».

 
 
 

     

 

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