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Messaggi del 21/11/2012

Il mistero del «Modello 45» e la Calciopoli alla milanese

Post n°6705 pubblicato il 21 Novembre 2012 da nadir63l
 

Intervista all'avvocato Gallinelli, l'uomo del Modello 45, il fascicolo che sta inseguendo da ormai due anni

Il mistero del «Modello 45» e la Calciopoli alla milanese
TORINO - Qualcuno un giorno lo ricorderà come l’uomo del Modello 45, il fascicolo che sta inseguendo da ormai due anni. Ma l’avvocato Paolo Gallinelli è soprattutto un uomo che non ha smesso di cercare le verità nascoste di Calciopoli, esplorando fra gli atti dei processi a caccia di indizi, perché a volte si tratta solo di scavare e qualcosa si trova. Le ultime “pepite” sono di questi giorni e le racconta lo stesso Gallinelli.

Avvocato, cos’ha scoperto di nuovo?
“Analizzando fra gli atti del Processo Telecom è emerso un documento nel quale la PM Ilda Boccassini richiede dei file di logs. Si tratta di una richiesta che, ritualmente, viene effettuata dalla Polizia Postale della Lombardia verso Telecom, all’ufficio per l’acquisizione del traffico telefonico. Il fax è indirizzato a Fabio Ghioni, uno dei personaggi chiave del processo Telecom, un membro del Tiger Team. Quello che in sede di udienza preliminare, durante l’incidente probatorio ha detto al gup Panasiti che attraverso il sistema Radar si potevano alterare i tabulati, creando un contatto tra due utenze telefoniche mai avvenuto”.

Che cos’è un file di log?
“In pratica è un tabulato telefonico con le chiamate effettuate e ricevute, i numeri telefonici, i nominativi delle utenze, la durata delle chiamate, gli eventuali sms e anche gli spostamenti fisici della scheda, tracciando le celle a cui si aggancia la scheda: è una radiografia molto più approfondita di un semplice tabulato”.

Cosa rende interessante questa richiesta di file di log da parte della dottoressa Boccassini?
“Questa richiesta potrebbe essere inerente al famoso fascicolo che la Boccassini aveva aperto dopo aver ascoltato l’ex arbitro Nucini che era andato da lei dopo i colloqui con Facchetti e attraverso l’intervento di Moratti. In teoria Nucini avrebbe dovuto denunciare il “sistema Moggi”, ma qualcosa - diciamo - non funzionò e la Bocassini archivio il fascicolo come Modello 45, ovvero fascicolo non contenente notizie di reato. Un modello che una volta archiviato può anche non essere concesso in visione. Tant’è che finora non sono mai riuscito a vederlo, nonostante due richieste, la seconda delle quali risale a pochi giorni fa”.

Cosa le fa pensare che quella richiesta di file di log possa avere a che fare con quel fascicolo e quindi con una specie di “Calciopoli alla milanese”?
“Da una serie di elementi penso di poter dedurre che il numero di procedimento sia lo stesso. Ma per aver certezza, naturalmente dovrei visionare il fascicolo...”

Cosa pensa di trovare in quel fascicolo di così interessante?
“Beh, sarebbe interessante sapere qualcosa di più di quel colloquio fra Nucini e la Boccassini, che con la richiesta dei file di log voleva verificare ’l’autenticità’ di dati di traffico telefonico che potevano essere allegati ad un esposto denuncia contro Moggi, De Santis, eccetera. Quelli che potevano essere contenuti in quel famigerato Dossier Ladroni, commissionato dall’Inter e che era il frutto di indagini illegali su De Santis, Moggi, altri dirigenti della Juve, i designatori. Insomma sarebbe interessante capire perché da Milano stava partendo un’inchiesta sul calcio nel novembre 2004, ma soprattutto da quali spunti partiva quella inchiesta”

Insomma, quel fascicolo archiviato come modello 45 potrebbe raccontarci qualcosa di più su Calciopoli, che poteva partire a Milano o forse, in realtà, da Milano è proprio partita...
“Quel fasciolo chiuderebbe il cerchio rispetto alle scoperte del Processo Telecom, da dove sono emerse le indagini illegali commissionate dall’Inter”

Altri ritrovamenti interessanti negli atti Telecom?
“C’è un decreto di ispezione di materiale informatico, computer e cd rom. Questa volta però il materiale che viene sequestrato dal nucleo operativo dei Carabinieri di Milano non viene analizzato dalla sezione del maggiore Auricchio ma, come normalmente avviene in casi simili, dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Ora, non abbiamo tutti gli atti di ispezione di materiale informatico, ma tutto fa pensare che la procedura fosse che i computer e i cd relativi a quell’indagine fossero ispezionati a Milano. Perché anche il computer di Tavaroli, che - secondo quanto deposto la processo Telecom da Cipriani conteneva anche materiale del Dossier Ladroni e delle altre indagini della Polis d’Istinto - non viene ispezionato dalla Polizia Postale della Lombardia? E viene spedito a Roma, nella caserma di via In Selci, quella dell’indagine di Calciopoli. E nella parte centrale dell’indagine di Calciopoli? Strano. Come quello che emerge a Napoli».

Cosa sta emergendo?
“Invece dagli atti di Napoli ho scoperto un decreto con il quale viene disposta, previa autorizzazione del Gip di Napoli, datata 29 ottobre 2004, l’esecuzione da parte dei Carabinieri della seconda sezione di Roma, comandati dal maggiore Auricchio, delle intercettazioni dei telefoni di Luciano Moggi, Massimo De Santis, Giuseppe De Mita, Francesco Ghirelli, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mattei, Piero Sciascia Tullio Lanese. Ebbene quel decreto fondamentale per l’inizio dell’indagine viene firmato in data 2 novembre 2004, non da Beatrice e Narducci come ci si aspetterebbe considerata la loro titolarità sull’indagine, e nemmeno da Lepore che era il loro suepriore, bensì da Carmine Esposito, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ovvero che è colui che rappresenta l’accusa, nelle vesti di procuratore generale, nel processo di appello di Antonio Giraudo: sembra quasi ci sia una circolarità dell'accusa nel processo Calciopoli”.

 
 
 

AGNELLI PUNGE ANCORA L'INTER

Post n°6704 pubblicato il 21 Novembre 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La bellezza e la solennità del discorso, a margine dell’intitolazione del corso davanti allo Juventus Stadium a Gaetano Scirea, aveva quasi fatto passare inosservata l'ultima frecciata di Andrea Agnelli all'Inter: "Il corso che oggi intitoliamo a Gaetano Scirea è stato intitolato dalla nascita dello stadio "Delle Alpi" al Grande Torino, che è stata una grandissima squadra, un grandissimo esempio di sport, l'unica altra squadra assieme alla Juventus a vincere cinque Scudetti consecutivi". Queste le testuali parole pronunciate oggi pomeriggio dal presidente della Juventus, che continua dunque a non considerare legittimo il primo Scudetto del ciclo nerazzurro, quello strappato indebitamente alla Juventus e assegnato a tavolino nel 2006 al club di Moratti. Una convinzione, quella del numero uno della società bianconera, rafforzata dalla relazione del procuratore federale Palazzi datata 1° luglio 2011, nella quale veniva motivato il provvedimento su "Calciopoli bis" e rilevata l'esistenza di comportamenti illeciti della dirigenza nerazzurra, sulla base delle nuove intercettazioni. Insomma, quello dell'Inter resta anche per Agnelli "uno Scudetto di cartone", come lo hanno ribattezzato i tifosi juventini. Carta canta.

 
 
 

CONTE integrale: "Qualcuno dubitava sul nostro cammino in Champions.Il meglio deve ancora venire.

Post n°6703 pubblicato il 21 Novembre 2012 da nadir63l
 

 Di Matteo? Dispiace, è un amico. Molto contento per i ragazzi, troppo spesso bistrattati. Cassano? Un'altra domanda..."

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Antonio Conte ha parlato ai microfoni dei cronisti a margine dell'intitolazione del corso davanti allo Juventus Stadium a Gaetano Scirea. TuttoJuve.com, tramite il suo inviato, ha trascritto integralmente le dichiarazioni dell'allenatore juventino.

Ieri una grande vittoria...
"E' una soddisfazione sicuramente deve essere una spinta in più per noi, per cercare sempre di migliorare. Sono molto contento per i ragazzi perchè meritavano questo successo, questa prestazione, non dimenticando che non abbiamo fatto ancora niente, perchè la qualificazione deve essere ancora raggiunta. E' stato fatto sicuramente un passo molto significativo, quando magari c'era più di qualcuno che dubitava sul nostro cammino in Champions. Penso che abbiamo dato delle risposte importanti, però l'importante è che le risposte le diamo sempre noi, a noi, continuare sempre su questa squadra".

Si dubitava che si potesse giocare così bene anche a quei livelli? Cioè, contro i campioni d'Europa in Champions....
"Mah...noi abbiamo una nostra filosofia di gioco, è un lavoro che stiamo portando dall'anno scorso e quindi la mentalità ci porta comunque a rispettare tutti, però a non avere paura di nessuno, cercare sempre di giocare con le nostre armi, sapendo benissimo che magari possiamo incontrare anche altre squadre che possono essere più forti di noi. Ma la nostra filosofia, la nostra organizzazione, la nostra mentalità, non deve mai mutare e non muterà".

Per il calcio italiano che risposta pensi di aver dato ieri all'Europa? Ieri il palcoscenico era Mondiale...
"Si è definita sempre la Juventus una squadra che gioca un calcio non italiano, la risposta di ieri è stata la conferma".

Di Matteo è stato esonerato. Un pensiero...
"Dispiace sicuramente per Roberto che è un amico. Dico anche che si è tolto una grandissima soddisfazione lo scorso anno vincendo la Champions, ha fatto sicuramente una grandissima cosa, però sappiamo benissimo che il calcio non aspetta e i risultati vanno al di là di qualsiasi tipo di progetto".

Il Chelsea l'anno scorso fu una sorpresa. Può esserlo anche la Juventus?
"Mah, ripeto, è prematuro parlarne. Per noi è importante superare questo turno, che è importante sotto tanti punti di vista: sia per una consacrazione nostra a livello europeo, sia da un puntodi vista economico, sia anche per l'Italia, perchè sarebbe importante che Juventus e Milan passassero tutte e due per risalire anche un po' il ranking, che un pochettino si sta abbassando sempre di più. Quindi è molto molto importante".

Pensi che questa vittoria possa servire un po' a tutto il calcio italiano? Può fungere un po' da volano ad una ripresa? Anche grazie ad un modo diverso di giocare...
"Il fatto che giochiamo un calcio non italiano, sono considerazioni che avete fatto sempre voi, che comunque siete sempre molto attenti a tutto; avete sempre detto che la Juventus gioca un calcio che si avvicina di più alle squadre europee. Non è che lo sto dicendo io. A domanda, ho risposto che abbiamo confermato questo. E' inevitabile che dobbiamo migliorare tanto, dobbiamo crescere nel nostro campionato, perchè si sta creando troppo divario rispetto al calcio nostro e al calcio che viene giocato negli altri Paesi. Gli altri Paesi stanno crescendo, noi invece stiamo regredendo".

E' stata la vittoria del gruppo? Giocatori e società...perchè dall'altra parte ci sono stati investimenti da 30-40 milioni, i famosi top player, però la Juventus ha sovrastato il Chelsea...
"E' inevitabile che comunque - non dimentichiamolo - avere giocatori di un certo livello aiuta, aiuta sicuramente, questo è fuori dubbio, ma la dimostrazione arriva anche dalla Juventus o anche dal Borussia Dortmund: se dovessimo fare un discorso esclusivamente economico, in questo momento non ci sarebbe partita, per noi, ma anche per qualsiasi squadra italiana a livello europeo, perchè ci sono delle potenze come Barcellona, Real Madrid, il City, il Paris Saint-Germain, il Bayern Monaco, il Chelsea, squadre che investono tantissimo. E noi in questo momento non abbiamo questa possibilità. Per fortuna ci sono le idee, c'è un'organizzazione, c'è una testa, ci sono delle teste, dei cuori e delle gambe, qualcosa che ieri ha funzionato benissimo. Sono molto contento, stiamo facendo qualcosa di straordinario da un anno a questa parte e spesso e volentieri questi ragazzi vengono un po' bistrattati troppo, questo a me dispiace e dà fastidio. Ma questo ci deve spronare a fare ancora meglio".

Ti hanno dato più fastidio le parole di Cassano o la prima sconfitta contro l'Inter?
"Noo...dimmi l'altra domanda...".

Sarà più difficile frenare l'entusiasmo dopo una partita di questo genere?
"No assolutamente, perchè sappiamo benissimo che domenica ci aspetta una partita importante, contro una grande squadra come il Milan. Ripeto, non abbiamo fatto ancora niente perchè la qualificazione è lì a portata di mano, ma ancora bisogna afferrarla. In più c'è in campionato dove vogliamo essere protagonisti e domenica andremo ad affrontare sicuramente una squadra che in questo momento non fa parte del lotto delle squadre in lotta per vincere, ma ha tutte le caratteristiche, la rosa, per tornare in corsa. Quindi dovremo fare una grande partita".

 
 
 

Sconcerti a Corsera: "Il vero ritorno della Juve in Europa"

Post n°6702 pubblicato il 21 Novembre 2012 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Mario Sconcerti nell'editoriale su Corriere della Sera elogia la Juventus: "E' stato il vero ritorno della Juve in campo internazionale dopo le note vicende. Una grande vittoria, senza bisogno di superlativi, solo con la constatazione della mole di gioco e la qualità di quel gioco. Il Chelsea è stato in partita per pochi minuti, poi ha finto una classe che non aveva. È stato via via sommerso dalla differenza atletica, dalla velocità e dalla semplicità della Juve. Non una partita leggendaria, ma con una sua epica, una sua voglia di resistere ai tempi. Figlia di una Juve dura, poco flessibile, però straordinaria nella voglia di vincere. Se c’è un giocatore che meglio la rappresenta è Vidal, un calciatore semplice e diverso, fondamentale, tanta corsa e tanti gol, tanta costanza di rendimento migliore. Ma tutta la squadra ha trovato la sua strada per l’Europa. Non stiamo parlando di un nuovo Barcellona, la Juve è ancora distante da quella qualità, ma contro il Chelsea, così dominato, così nettamente battuto, è nato qualcosa di indefinibile. La Juve può vincere contro chiunque e la piccola controprova è che in cinque partite europee in un girone difficile, due ne ha vinte e tre pareggiate. È una squadra vera, non solo in Italia, questo era il grande affronto per tutti, anche per chi in Italia cerca di inseguirla. Ha ormai fatto un altro salto di qualità, ha le dosi per correre in Europa, vincere o perdere, non importa, ma al suo livello. Il calcio a cui eravamo abituati sta del resto cambiando. Il Barcellona ha perso quasi due volte dal Celtic. Lo United ha perso a Istanbul, lo stesso Chelsea campione d’Europa ha mostrato di avere un volto pallido davanti al grande calcio. In questa folla poco omogenea la Juve avanza ora come una piccola roccia, come un esempio di uniformità diversa. È stata riconquistata una dimensione che non esisteva da molti anni, dalla stessa vecchia Juve di Lippi. Ed è stata ritrovata dentro una Champions che non ha padroni, condannata a lasciare spazio agli artisti di strada più veloci. Comincia anche in Champions quella strana normalità juventina dentro la quale non si perde mai. Non è un traguardo finale, ma qualcosa che ormai si avvicina molto".

 
 
 

     

 

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