LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 05/12/2012
L'ad bianconero: «Siamo stati impeccabili sul piano tattico e agonistico» © Action Images / Reuters/ANATOLII STEPANOV ROMA - Beppe Marotta esalta la Juve dopo il passaggio del turno in Champions: «Siamo stati impeccabili sul piano tattico e agonistico, entrati in campo determinati, per vincere, nonostante la trepidazione della vigilia conoscendo la forza dell'avversario». Immancabile l'accenno a Conte: «Sono felice che possa tornare a guidare la squadra in questa grande competizione. Era felice, molto felice». Si sottrae invece al pronostico limitandosi a dire che è soddisfatto che il ritorno verrà giocato in casa dalla Juventus. |
Una vittoria che ci permette di toglierci qualche sassolino dalla scarpe. Uno è indirizzato a Mircea Lucescu: "La Juve è prevedibile. Conte? Deve imparare quando rispondere". Lo hanno fatto per lui i suoi ragazzi. Sul campo, dove conta di più. L'altro sassolino va al Corriere dello Sport. La politica editoriale ormai è nota, vedere un titolone "Battaglia o biscotto?" quando una squadra del tuo Paese si gioca la qualificazione è quantomeno improprio. Il biscotto ucraino è gustoso, magari lo vorranno assaggiare anche in redazione... |
di Luca
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La partita decisiva arriva in Ucraina, Conte sceglie la formazione tipo con la sola assenza di Marchisio. Lo Shakhtar, invece risponde con Eduardo al posto di Luiz Adriano . Primi venti minuti equilibrati di totale studio con le formazioni che non vogliono rischiare nulla. La Juventus comunque fa la partita e lo Shakhtar gioca di rimessa. Le squadre ci mettono attenzione, meno l'arbitro che si perde un braccio largo di Fernandinho. La prima grande occasione arriva al ventinovesimo per Giovinco che calibra il sinistro che finisce a fil di palo a portiere battuto. Bellissima l'azione di Vucinic di classe e forza. La Juventus comunque gioca abbastanza bene, cresce ma manca lo spunto decisivo. Succede questo quando a fine primo tempo la Juventus spreca un bel contropiede con Pogba e Vucinic. Ancora nel finale la Juve ci prova ma la precisione non risiede tra i bianconeri. Buon primo tempo della Juve, con un finale di frazione in crescendo. Lo Shakhtar alza l'intensità nella ripresa e con Devic crea la prima occasione potenziale. Sulla punizione di Rakitskiy brivido Juve con respinta centrale e Texeira che spreca a lato. Spingono ora gli arancio-neri e la Juve soffre. La Juventus risponde però subito con una bella combinazione Vucinic-Pogba-Pirlo che colpisce il palo esterno. La Juventus però soffre le ripartenze ucraine e ancora Devic va vicino al gol con un diagonale fuori di poco. Arriva il gol della Juve al minuto 53 su bella combinazione di Lichtsteiner-Vucinic con palla centrata benissimo e deviazione del difensore Kucher con colpo finale di schiena di Giovinco. Gol meritato. Lo Shakhtar reagisce ma la Juve con Bonucci va vicina al raddoppio. La Juve prova a far addormentare la partita ma lo Shakhtar macina gioco ora, e insiste. Lo Shakhtar va vicino al pareggio con Il neo entrato Ilsinho che spinge Asamoah all'auto palo. Il raddoppio sembra fatto ma prima Vucinic, poi Giovinco ed infine Pogba non riescono a battere la difesa. La Juve rischia di incassare un rigore, ma Mkhitaryan simula e si prende un giallo. La Juventus soffre tanto ora sulla pressione degli Ucraini e prova ad allentare l'insistenza degli uomini di Lucescu. Va vicina ancora al gol la Juve con Lichtsteiner che mette una bellissima palla al centro ma nessuno e' pronto al gol. A tre minuti dalla fine Chiellini ammonito per un dubbio contrasto, diffidato salterà la prossima. Un Chiellini in trans agonistica nel finale che sprona tutti da condottiero. Il finale e' una battaglia, ma la Juventus fa un'impresa batte lo Shakhtar che non perdeva da venti partite in casa e soprattutto porta a casa il primo posto. Il Natale arriva prima.... |
In primo grado l'ex ad della Juve era stato condannato a tre anni di reclusione © LaPresse TORINO - Un anno e 8 mesi è la condanna inflitta dalla Corte di appello di Napoli all'ex ad della Juve Antonio Giraudo che in primo grado era stato condannato a tre anni di reclusione. Giraudo è stato condannato per associazione per delinquere e un unico episodio di frode sportiva relativo alla partita Juve-Udinese (2-1). La Corte ha rigettato l'impugnazione del procuratore generale nei confronti di altri imputati che erano stati assolti in primo grado. "La Corte - ha spiegato il pg Carmine Esposito - ha riconosciuto la sussistenza del reato associativo". Sono stati assolti l'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese e gli ex arbitri Tiziano Pieri e Paolo Dondarini che erano stati condanni in primo grado dal gup con rito abbreviato. Così ha deciso la IV sezione della Corte di appello di Napoli. |
Ai bianconeri basta il pareggio contro lo Shakhtar Donetsk per passare il turno, ma è vietato accontentarsi © LaPresse DONETSK - Per frequentare la nobile Europa, che resta il palcoscenico più stimolante e gratificante. Per Antonio Conte, che fin qui ha visto la Champions sempre dall’alto e non è solo una questione di prospettive. Per il presidente Andrea Agnelli, che domani spegnerà le 37 candeline più bianconere di sempre. Per i tifosi tutti, una ventina davanti all’hotel e quattrocento attesi alla Donbass Arena, che amano la squadra senza confini. «Per continuare il grande sogno», l’urlo della truppa a occhi aperti. Juventus versus Shakhtar, stasera vietato congelare. CROCEVIA La Juve si gioca una fetta di futuro, quello con implicazioni molteplici, varie ed eventuali. Basta un pari per fare festa, basta mollare la tensione per rovinare la festa. E allora, tutti uniti, a testuggine, sul campo e fuori. «Testa, cuore, gambe», l’input del tecnico al culmine del ciclo. Per lui è una svolta, per la Vecchia Signora pure. Da agosto in avanti, ha frequentato box discreti e tribune discretamente ostili, ha fatto il pieno di amarezza, ha assistito ad attacchi monotematici spesso senza (poter) replicare. Poche eccezioni, tanta applicazione. E la squalifica, i quattro mesi ridefiniti dal Tnas, scadranno sabato: poi, da domenica, al Barbera di Palermo, sarà tutto - o quasi - come prima. Conte a bordocampo, Conte che urla, Conte che dà indicazioni sbracciandosi, Conte che riassaggia il dialogo con i direttori di gara, Conte che si prende il boato della folla e anche qualche epiteto, Conte che torna in gioco. Completamente. UCRAINI INFIDI Prima, però, c’è lo Shakhtar che non sarà la madre di tutte le partite, ma resta una bella prova del nove, calcisticamente, moralmente. «Testa, cuore, gambe», gli ingredienti per una serata perfetta. Con avvicinamento non casuale, curato nei minimo dettagli, anche dal punto di vista psicologico. C’è il discorso che dà la carica, c’è la valvola di sfogo. Mai esagerare, ponderare per bene. Nella tarda mattinata del martedì, gruppo completo in avanscoperta, per le vie di Donetsk. Una passeggiata salutare, con l’aria bella frizzante a svegliare la truppa. Capitan Gigi Buffon l’uomo di punta, pur essendo un portiere, quello riconosciuto dal popolo della strada. Antonio Conte il più acclamato al rientro. Un conto alla rovescia in apparenza normale, in sostanza senza eguale. L’importanza del match è tale che nessun aspetto va tralasciato. Così, si analizza la piantina della Donbass Arena, si mette a punto il piano strategico e di sicurezza, logistico e tattico. Il meccanismo non deve avere una pecca. IN COPPIA Anche l’approdo anticipato a lunedì è un segno della determinazione Juve. Il volo aereo nel pomeriggio, il tecnico sereno a dialogare con il ds Fabio Paratici, la presa di contatto con la città. Infine, ieri sera, con il campo da gioco. Un allenamento in tinta. Con il cappellino in testa, con tuta e piumino, per ripararsi dal primo grande freddo in arrivo da queste parti, proprio in coincidenza con l’ultimo match del girone Champions. Il grande freddo per la grande carica. Pavel Nedved, che riscuote infinito successo, osserva e commenta. Lui sa come si fa, nel 2003 in finale si era qualificato, anche se la squalifica gli aveva tolto la gioia di mettere a terra la voglia matta di affermarsi. Conte pure sa come si fa: era tra quelli del ‘96, i magnifici cavalieri di Marcello Lippi che fecero l’impresa, in finale con l’Ajax. E allora ecco il mix di esperienze da trasmettere, ai debuttanti come ai veterani. Indicazioni per l’uso. L’ad Beppe Marotta, giunto ieri, è un “novizio” sul fronte Champions. Anche lui a seguire la seduta nell’arena neroarancio che tanto impressiona. Un’emozione da assaporare minuto dopo minuto, nel dialogo, nell’immagine, nel suono, nel confronto, nell’incoraggiamento. AFFAMATI Dal biscotto al borsh, dal dolce alla... zuppa di barbabietola. Qui, per la Juve, è un menu variegato. C’è solo la discussione sugli ingredienti. E non c’è nessuna intenzione di scherzarci troppo su. Anche il calcio sa diventare argomento serio, da maneggiare seriamente. La squadra contiana ha un imperativo: deve essere sempre intensa. «La Juve ha il destino nelle sue mani», la molla. L’ultimo atteso è il presidente Andrea Agnelli, che non vuole mancare. Assolutamente. La (ri)salita è continua. «Perché per storia e tradizione è qui che deve stare la Juve, in alto. E questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione. E’ chiaro che quella di Donetsk è una gara importantissima. Dovremo affrontarla con determinazione, rabbia e cattiveria perché potrebbero arrivare due risultati diametralmente opposti, dalla vetta del girone all’eliminazione. Quindi massima concentrazione, perché intendiamo continuare a sognare in Europa». Conte sente il feeling giusto. E gira lo sguardo verso i suoi, che gli vogliono davvero confezionare un regalo, stasera. Un regalo speciale. Un regalo Champions. Direttamente sul campo. «Ricordatevi da dove arriviamo», il monito. Non è importante il viaggio, è importante la destinazione. Wembley. |
L'edizione odierna di Libero presenta così la vicenda Giraudo con il verdetto atteso oggi: È in arrivo oggi la sentenza del processo di appello di Calciopoli per Antonio Giraudo e tutti gli imputati che scelsero il rito abbreviato. Verranno inoltre giudicati anche gli assolti al processo di primo grado, come gli arbitri Gianluca Rocchi, Marco Gabriele, Stefano Cassarà, Domenico Messina e gli assistenti Duccio Baglioni, Foschetti e Griselli. Le richieste, per quanto riguarda l’accusa, sono già state formulate: per Antonio Giraudo ad esempio sono stati chiesti 4 anni e 30mila euro di ammenda. Per gli altri, il sostituto procuratore generale Carmine Esposito ha chiesto 3 anni per l’ex arbitro Tiziano Pieri (2 anni e 4 mesi la condanna in primo grado), mentre ha chiesto la conferma delle condanne a 2 anni per l’ex presidente dell'Aia Tullio Lanese e l’ex arbitro Paolo Dondarini. Il pg ha chiesto altresì la condanna per gli imputati che erano stati assolti in primo grado: 2 per l’ex assistente Duccio Baglioni, un anno e 4 mesi per l’arbitro Gianluca Rocchi, unico direttore di gara in attività, un anno e 6 mesi per l’ex arbitro Stefano Cassarà, un anno e 4 mesi per l’ex assistente Giuseppe Foschetti, un anno e 6 mesi per l’ex arbitro Marco Gabriele, un anno e 4 mesi per l’ex assistente Alessandro Griselli, un anno e 4 mesi per l’ex arbitro Domenico Messina. Ma la speranza per Giraudo e tutti gli altri imputati è che le sentenze del processo di primo possano venire capovolte oggi in appello. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14