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Messaggi del 11/12/2012

Petrucci e la pietra tombale sullo sport..

Post n°6775 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB

La pietra tombale, quella vera Petrucci l’ha già messa sullo sport italiano. Chiunque abbia un minimo di buon senso può vedere come sotto la sua encomiabile gestione, lo sport italiano per eccellenza è passato dall’essere quello più ammirato al mondo a quello più bistrattato. Se ne è capace, provi il contrario anziché nascondersi dietro le solite dichiarazioni di facciata!
Uno sport che grazie alla sua politica “compiacente”, non è cresciuto al pari di tutte le altre realtà europee che oggi navigano anni luce davanti a noi. E’ forse un merito quello di aver fatto regredire un settore fiore all’occhiello per proteggere interessi che nulla hanno a che fare con lo sport?

Il calcio italiano che lascia Petrucci è quello della giustizia sportiva che prescrive chi si macchia di reati; è quello che permette il rinvio delle partite per troppo sole; quello che non controlla l’agibilità degli stadi mettendo a rischio l’incolumità dei tifosi (Cagliari e Napoli); quello che permette l’ingresso allo stadio di teppisti che invadono il campo costringendo i giocatori a togliersi la maglia; quello dell’inciucio del tavolo della pace per raggirare quell’antipatica richiesta di parità di trattamento; quello che supplica l’approvazione della legge sugli stadi per favorire chi ‘mette soldi’ nel calcio e permettere la colonizzare di intere aree con finanziamenti agevolati e regolamenti superabili; quello che per ben due volte non è stato capace di offrire le garanzie per poter ospitare gli Europei; quello del fallimento della candidatura ad ospitare un altro importante evento come le Olimpiadi; quello della norma etica prima introdotta e poi ritirata (Lotito); quello che vede inerme i top player lasciare il nostro campionato; quello del procedimento ad hoc per i coinvolti in calciopoli e le contrattazioni secretate con Preziosi; quello che sposa le chiacchiere da bar compiacendo Moratti e Zeman; quello dei regolamenti cambiati in corsa; quello della mancata tutela dei tesserati (chiedete a chi è stato per errore coinvolto in scommessopoli); quello della perdita di una squadra in Champions League; quello delle vittorie a tavolino; quello secondo cui l’offesa a Moratti è più grave dell’offesa a Pessotto; quello sotto la cui gestione si ricordano gli scandali più grandi del calcio italiano: calciopoli e scommessopoli.
Ed ovviamente Petrucci, come presidente della massima istituzione calcistica (essendo presidente del CONI), mai ha risposto dei fallimenti e mai è stato chiamato a spiegare cosa stava facendo mentre il calcio italiano (e non solo) andava a rotoli. Si potrebbe continuare nell’elenco, ma se non è una pietra tombale questa…

Lasciamo aperto il capitolo calciopoli. Nonostante le assoluzioni dei tanti usciti dal rito abbreviato, nonostante la conferma che tesserati innocenti sono stati condannati solo per avvalorare un teorema falso come tutta la commedia inscenata nel 2006, che ha compromesso irrimediabilmente la loro carriera, costringendoli a vivere anche dei drammi personali, Petrucci se ne vanta e dice: “All'epoca tutti a dire: la giustizia sportiva è in ritardo, non fa niente, fa sconti a tutti. Invece è quella che è stata più chiara”.
Ma che uomo è Petrucci?

Capitolo Conte: "A conferma che aveva ragione Palazzi. Un mese in più o in meno non può modificare il giudizio..." . Forse Petrucci pensa che qualcuno abbia ancora l’anello al naso. Palazzi non ha ragione, Palazzi gode soltanto dell’appoggio incondizionato di chi si serve della giustizia sportiva per dare una lezione all’allenatore che si è permesso di alzare la voce contro il sistema… Palazzi dovrebbe provare le accuse e non coprirsi dietro chi, a caccia di sconti, si vende anche l’anima.
Ma quale poltrona riscaldava Petrucci mentre in Italia, in modo evidente e per anni, i tesserati si vendevano le partite?

“Se questa vicenda si può chiudere con la restituzione dello scudetto dell'Inter? Per me quella è una vicenda già chiusa“. La risposta dovrebbe essere dalla Juventus. E’ vero che Petrucci si prende beffa dei tifosi Juventini, ma da importanza pari a zero ai proclami bellicosi di Andrea Agnelli facendogli perdere credibilità. La società come considera queste affermazioni, come complimenti?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2692

 
 
 

LIVE VINOVO - CONTE: "Spazio a chi ha giocato meno. Marrone e Isla ok, Caceres in dubbio.

Post n°6774 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da nadir63l
 

 Gioca Buffon. Chi parla del mercato Juve non capisce nulla. Troppi riflettori su di me? A qualcuno dico..."

Fonte: dal nostro inviato a Vinovo Alberto Zanello
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

206 giorni dopo, Antonio Conte torna a parlare alla vigilia di una partita. L'ultima volta era accaduto prima della finale di Coppa Italia. Il tecnico bianconero, in questi minuti, sta presentando la sfida di Coppa Italia contro il Cagliari, in programma domani sera alle 21 tra le mura amiche dello Stadium. La redazione di tuttoJuve.com, presente al Media Center di Vinovo, sta riportando in tempo reale le sue dichiarazioni:

Partiamo dalla Coppa Italia, che comunque in questa società ha un significato, date la caccia alla decima coppa. Come pensi di affrontarla, con la formazione tipo? O farai un turnover importante?
"Iniziamo col dire che la Coppa Italia è una delle tre competizioni ufficiali, anzi la quarta con la Supercoppa che abbiamo vinto. Adesso sono rimasti Campionato, Champions e Coppa Italia, quindi la nostra intenzione è quella di cercare di fare del nostro meglio possibile, in tutte e tre le competizione e quindi anche la Coppa Italia rappresenta un qualcosa di importante, una vetrina da sfruttare anche per eventualmente far giocare chi in questo momento ha giocato di meno, ha giocato poco, giocatori su cui io comunque ho grandissima fiducia, perchè quando si parla di Giaccherini, quando si parla di Padoin, quando si parla di Marrone, di Caceres, di chi sta giocando di meno, si parla di elementi a cui io non rinuncerei mai. Elementi per i quali io ho la massima fiducia e finchè io sarò l'allenatore della Juventus staranno sempre con me, perchè sono la mia fortuna. Ne ho detti quattro, ma va allargato a tutti i giocatori che stanno giocando di meno. Adesso mi sono venuti in mente questi nomi perchè le punte alla fine giocano sempre, altri hanno avuto molto più spazio. E' il concetto che mi interessa".

La Juve ha 4 punti in più rispetto allo scorso campionato. E' più forte questa?
"Sì, mi piacerebbe parlare della Coppa Italia, anche se possiamo aprire una piccola parentesi... però sono qui per parlare di un impegno al quale noi teniamo e quindi preferirei concentrarmi sul discorso Coppa Italia. Abbiamo quattro punti in più di distanza dalla seconda, sicuramente un buon margine, però sappiamo che può essere un buon margine, può essere nulla se non si continua a vincere, anche perchè quest'anno il passo è molto spedito, soprattutto per le squadre davanti e quindi è importante dare conferme di giornata in giornata, così come quella che abbiamo dato noi a Palermo, sfruttando bene gli scontri diretti che ci sono stati nel turno precedente. La Juventus è sicuramente più consapevole dei propri mezzi, perchè l'anno scorso di questi tempi eravamo un grosso punto interrogativo, nel senso che avevamo già iniziato a stupire, perchè non dimenticatevi che ai nastri di partenza ci davano tra il settimo e il settimo posto.... invece già di questi tempi avevamo iniziato a stupire, però non sapevamo dove saremmo arrivati. Poi abbiamo fatto una stagione incredibile, qualcosa veramente di difficilmente ripetibile, perchè abbiamno vinto lo Scudetto da imbattuti, siamo arrivati in finale di Coppa Italia, però quest'anno c'è sicuramente più convinzione, la convinzione la dà il fatto di aver vinto lo Scudetto, di essere arrivati in finale di Coppa Italia da imbattuti, di aver vinto la Supercoppa e di essere ancora in testa al campionato, dimostrando partita dopo partita di meritare questa posizione, perchè il nostro primo posto non è un primo posto così aleatorio, un qualcosa avuto per grazia ricevuta; il nostro primo posto è un primo posto consolidato, è un primo posto meritato, ottenuto con grandissima difficoltà, come sapete tutti. Tutti sapete le grandissime difficoltà...se poi vogliamo far passare per normale qualcosa di anormale facciamolo passare pure normale, l'importante è che siamo in testa alla classifica, c'è più convinzione, c'è più consapevolezza nei nostri mezzi, però sappiamo che bisognerà lavorare duro per riconfermarci in Italia e soprattutto per rivincere perchè... lo testimonia il Milan l'anno scorso: nonostante una grandissima squadra, nonostante grandissimi campioni, non è riuscito a rivincere e a bissare lo Scudetto, quindi sarà molto molto dura".

Hai già qualche informazione sugli acciaccati, su chi potrebbe eventualmente recuperare?
"Sì, è recuperato Isla, è recuperato Marrone, Caceres in dubbio, Lucio non è recuperato. Gli altri...non ce ne sono altri...sono tutti disponibili".

Vorrei sapere come è andato il primo post partita dopo quattro mesi. Se ti sei rivisto in televisione, se sei stato più rilassato e più sereno delle altre volte, a casa con gli amici, le cose che ti sono venute in mente. Se ci sono stati troppi riflettori su di te, se si è data più importanza al personaggio che all'allenatore....
"Io devo aggiungere una cosa, una cosa che poi si è verificata e l'ho percepita: quello che più mi è mancato in questi quattro mesi è stato il contatto fisico in quei 95 minuti con i calciatori, questa è la cosa che ho percepito. La cosa bellissima che ho percepito, è stata a fine partita l'abbraccio con tutti quanti, mentre ciò avveniva questo mi ha provocato davvero qualcosa di bello, qualcosa di irrinunciabile. Se io volessi dire qualcosa a cui non vorrei rinunciare, dire a questo contatto fisico con i miei calciatori. Specifico contatto fisico nella giusta maniera, perchè non vorrei ...(ride, ndr).... Questo mi è molto mancato ed è una cosa veramente bella che ho avvertita: andare ad abbracciare e a ringraziare i miei calciatori, purtroppo in questi quattro mesi mi è stato tolto; perchè poi dopo la partita non riesci ad entrare nello spogliatoio, il giorno dopo comunque è passato quel momento, quell'attimo, quindi è una cosa che mi è stata ridata ed è la cosa più bella che io ho potuto constatare. Non posso rinunciare al contatto diretto, al contatto fisico con i miei calciatori. Dopo la partita sono tornato a fare quello che ho sempre fatto, quindi la normalità, tornare nello spogliatoio, ad abbracciarci, a godere della vittoria; a godere della vittoria se è una vittoria meritata, perchè a volte quando la vittoria non è meritata non ci sono complimenti, lo sanno benissimo i calciatori. A Palermo hanno fatto molto bene, quindi c'erano tutte le ragioni per fare i complimenti e per ringraziare i miei calciatori. Nelle conferenze ho dovuto sostare un po' di più proprio per via della lontananza di questi quattro mesi, sono ritornato e c'è stata comunque un'attenzione mediatica normale. Normale perchè c'è stata un'attenzione mediatica spropositata quando era in negativo, quindi nessuno l'ha sottolineato. Qualcuno invece, qualche furbo, qualche astuto, qualche persona intelligente, ha voluto far notare come poi in positivo c'è stato un eccessivo aspetto mediatico sulla persona. O c'è mediaticità sempre, o non c'è mai. Per quello che riguarda me, c'è sempre, nel bene e nel male. A queste persone dico di guardarsi allo specchio ogni tanto e di pensare prima di parlare".

Tornando alle difficoltà di questi quattro mesi, ti ha sorpreso che la squadra reagisse in questo modo? Oppure ti attendevi questa maturità...
"Mah...finchè non vedi, finchè non tocchi, non puoi mai sapere. Ho già risposto, ho detto di avere la fortuna di avere dei calciatori speciali, di avere una società speciale, penso quindi che in questo sia racchiuso tutto".

Tu adesso sei il personaggio più celebre del calcio italiano in questo momento. Ti sei spiegato come mai? Non rispondermi perchè alleno la Juventus, perchè ci sono stati tuoi predecessori che non sono arrivati ai tuoi livelli di mediaticità...
"No, partiamo dal presupposto, come ho detto prima, che c'è una base di partenza perchè io sono arrivato l'anno scorso alla Juventus: noi, io ed i miei calciatori, venivamo da due settimi posti. Io penso che anche da un punto di vista mediatico, non solo io ma i calciatori, la società, il presidente, il direttore, per tutti quanti da un punto di vista mediatico ci sia stato un qualcosa di importante che si è sviluppato. Per quale motivo? Perchè la Juventus l'anno scorso ha vinto, è tornata protagonista, ha fatto un campionato eccezionale, fuori da pronostico, perchè non dimentichiamo che l'anno scorso c'erano squadre molto più attrezzate e lo si è visto anche perchè i calciatori che sono stati venduti erano da 40-50 milioni, che avevano gli altri, non avevamo certo noi. Quindi l'anno scorso abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, di straordinario. Io penso che questo abbia portato ad accendere i riflettori, non tanto sul sottoscritto, ma sulla Juventus, sui calciatori, che sono gli artefici di questo grandissimo miracolo, frutto del lavoro, dell'abnegazione, nei confronti della società, perchè la società è tornata ad essere a livello internazionale una società conosciuta. Io penso che questo sia frutto del lavoro, sia frutto dei risultati, sia frutto del fatto che abbiamo fatto diventare una cosa normale, straordinaria. Ripeto, una cosa normale, perchè l'anno scorso la Juventus non era tra le squadre annoverate nella lotta per lo Scudetto, se gli va di lusso entrerà in Champions, altrimenti lotterà per la zona Uefa. Invece l'anno scorso abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Quest'anno abbiamo operato anche a livello di mercato senza spendere e spandere, perchè chi parla del mercato della Juventus e dice che abbiamo fatto cose eccezionali, significa che non capisce assolutamente niente. Abbiamo fatto delle cose molto ponderate, misurate, abbiamo agito ancora sul rafforzamento delle fondamenta, prendendo giocatori come Asamoah, come Isla, facendo tornare Giovinco, accrescendo la qualità nel reparto avanzato, prendendo giocatori svincolati, grandissime operazioni su Pogba. Non è che la Juventus abbia speso chissà che, perchè la Juventus si è già rinforzata quest'anno. Abbiamo ancora operato perchè c'era bisogno di fare questo. Mi auguro un giorno di arrivare poi, insieme alla società, a prendere i giocatori da 35-40-45 milioni, significa allora che lì potremmo davvero iniziare a guardare il Psg, il Real Madrid, i due Manchester, il Bayern Monaco. Adesso dobbiamo stare calmi, sereni, lavorare, e continuare a fare quello che stiamo facendo, il nostro percorso, che è già un percorso molto abbreviato rispetto a dove siamo partiti".

Tornando alla Coppa Italia, gioca Buffon?
"Gioca Buffon perchè Rubinho, il nostro terzo portiere, è arrivato quest'anno e abbiamo dovuto aspettare due mesi per recuperarlo per uno strappo muscolare. C'è voluto tempo per rimetterlo a posto, non abbiamo avuto modo di testarlo anche durante la settimana, magari anche in gare amichevoli. C’è la volontà di partire con Gigi e durante la partita, eventualmente, di dare spazio anche a Rubinho, che gode di grandissima fiducia da parte mia, da parte di tutti i calciatori. Però è giusto fare le cose per gradi e quindi partiremo con Buffon, visto che Storari è squalificato".

Rientro allo Juventus Stadium. Sensazioni?
"E' inevitabile che in tutto questo, l'ho fatto anche apposta a tralasciare il ringraziamento ai tifosi, perchè era giusto dedicargli nella partita in casa un mio ringraziamento speciale per tutto quello che hanno fatto, per tutto quello che mi hanno dimostrato in questi mesi. Li ringrazio pubblicamente perchè oltre alla mia famiglia, la società e i calciatori, loro sono stati veramente un elemento fondamentale, soprattutto nei momenti di scoramento e di rabbia, mi hanno sempre spinto a non mollare e mi sono stati molto vicini. Hanno capito - tra virgolette dico - il dramma sportivo, perchè ho già spiegato che i drammi sono altri nella vita. Mi sono stati molto vicino, Me lo hanno dimostrato con grandi testimonianza d'affetto, quindi da parte mia c'è grandissima gratitudine nei loro confronti. E li ringrazio pubblicamente perchè non mi hanno fatto mai mancare il loro sostegno".

Cosa temi maggiormente per la tua Juventus nella corsa Scudetto? Chi ti piacerebbe affrontare in Champions?
"Io e i ragazzi, così come la società, sappiamo benissimo che c’è un percorso da affrontare ed è un percorso molto lungo. Per noi è importante l'affermazione, riconfermarci in Italia per proseguire questo progetto che abbiamo iniziato insieme al presidente, insieme a Marotta, insieme allo staff e ai calciatori. Per noi è importante riconfermarci in Italia. Quando parlo di riconfermarci in Italia, intendo vincere, sarebbe l'optimum, sarebbe il massimo, però quando parlo di riconferma significa essere in pianta stabile in Champions, che per noi diventa fondamentale per continuare a progettare e - una volta messe le fondamenta, pian piano - a salire in questi piani, per arrivare alle famose ciliegine, da 35-40 milioni, che in questo momento non ci possiamo permettere. Quindi è fondamentale. Sappiamo che è un percorso lungo, sappiamo che ci sono squadre come l'Inter, come il Milan, come la Roma, la Lazio, il Napoli, che faranno di tutto per cercare di essere anche loro protagonisti. Quindi non bisogna mai mollare, da nessun punto di vista. Bisogna essere cattivi, determinati, vogliosi di riconfermarsi. Sarebbe bello rivincere perchè come dico sempre ai ragazzi, una volta può succedere a tutti...cioè, ti trovi in un contesto che capita a tutti, sei fortunato, sei trascinato da altri che ti portano a vincere; quando rivinci, significa che alla base c'è qualcosa di importante, c'è qualcosa di vero, c'è qualcosa che significa inziare ad essere vincenti, iniziare ad essere uomini vincenti. E' questo che ribadisco sempre ai miei calciatori, rivincere è molto difficile. Una volta può succedere a tutti per fortuna. Rivincere è già molto più difficile; è lì la differenza tra il campione e il giocatore fortunato che si trova in una competizione, trascinato da tutto, e vincere. Quindi sarà molto difficile ripetersi. Però lo vogliamo, con tutte le nostre forze. Per quello che riguarda la Champions, io ho ringraziato i ragazzi perchè la Champions me l'ero meritata sul campo e mi è stata tolta. Adesso ho la possibilità di gustarmela dal campo. Quindi ho ringraziato apertamente i ragazzi perchè questa è una gentile concessione che mi hanno fatto, io ho cercato di prepararli, ma poi sono scesi in campo alla grande e me l'hanno servita. Questo è un ringraziamento. L'avversario vedremo dall'urna cosa esce, perchè da questo punto di vista sono molto fatalista: magari può capitare la squadra che può sembrare la più semplice di tutte e ti elimina; magari può capitare la più forte di tutte e riesci a superare il turno; quindi godiamoci il primo posto, cosa inaspettata, cosa che a settembre nessuno avrebbe pensato e scommesso....anzi scommesso non lo diciamo....nessuno avrebbe pensato minimamente al nostro primo posto e invece ci siamo riusciti, grazie ai ragazzi".

Ti emoziona ancora vedere lo stadio pieno in una gara di Coppa contro il Cagliari, per lo più a dicembre.
"Io sono una persona che ancora si emoziona e vivo di emozioni e di passioni. Nel momento in cui mi vengono a mancare queste, smetto di fare ciò che sto facendo. Domani mi emozionerò, ma non accetto il discorso di dire domani verrà per me, assolutamente: il tifoso viene per i calciatori, viene per la società e viene anche per l'allenatore, perchè quello che sto sto offrendo alla squadra - la società e l'allenatore - è qualcosa forse di irrinunciabile e di incredibile. Non accetto il fatto che il tifoso viene per me domani; viene per la squadra, per vedere uno spettacolo perchè per fortuna i nostri tifosi sono abituati a vedere qualcosa di bello. E mi auguro anche che domani, che è un impegno da elimizione diretta, di riuscire tutti insieme a dare un bellissimo spettacolo".

 
 
 

Buffon e la Juve, contratto d'amore

Post n°6773 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da nadir63l
 

Gigi vuole garantire sempre il massimo e «non rubare lo stipendio». Pronto un 1+1

Buffon e la Juve, contratto d'amore© Foto Pegaso
TORINO - Il domandone è: ma perché? Perché un giocatore di 34 anni prossimo allo svincolo, al quale la società d’appartenenza offre un contratto triennale, dice urbi et orbi di preferire una intesa di breve durata? Tendenzialmente rinunciando ad una paccata di soldi (almeno 9, 10 milioni in 36 mesi) e alla garanzia di poter giocare in quella che è, e sembra poter essere, la squadra più forte d’Italia fino al 2016? Anche perché di solito succede sommarioesattamente il contrario: il club tende ad accorciare, l’atleta ad allungare... La rispostona: perché il giocatore in questione è Gigi Buffon. Personaggio estroso, schietto, vero. Ambizioso. Uno, per dirla a modo suo, che «ama avere la convinzione di non rubacchiare soldi, ecco perché preferisco un contratto breve». Dunque alla base del continuo posticipare il momento delle firme sul prolungamento non c’è una rottura tra le parti, men che meno una “lotta di cifre” tesa a risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro da una parte o spuntarne qualcuna in più dall’altra. Bensì voglia di fare chiarezza, voglia di mantenersi al top, voglia di cercare stimoli e tenere alto il livello di concentrazione. C’è una atto d’amore per i colori bianconeri, insomma. Quell’amore che ha portato Buffon a - numero uno al mondo - a diventare un “giocatore di serie B” per un anno. E che ora lo porta a voler fare un passo per volta.

 
 
 

     

 

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