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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, sta parlando in diretta ai microfoni di Sky Sport 24 da Roma, dove è in corso l'elezione del presidente Figc. Tuttojuve.com sta riportando integralmente ed in tempo reale le sue dichiarazioni:

Tutti contenti per questo campionato che sembra potersi riaprire, tranne voi...
"Noi siamo tranquilli, allontaniamo il pessimismo, ma siamo molto realisti. Il campionato di calcio è paragonabile al giro d'Italia, non alla Milano-Sanremo, quindi è una corsa a tappe, non sempre tutte le tappe si possono vincere, ma bisogna vedere il traguardo finale quando sarà. Se faccio un'analisi un pochino più ampia, l'anno scorso di questi tempi, a gennaio, noi dopo la prima vittoria di Lecce nelle successive dieci partite abbiamo fatto tre vittorie e quattro pareggi di fila. Quindi è grosso modo lo stesso copione di quest'anno, con un'analisi importante: in questo momento a noi mancano nel gruppo giocatori importanti come Marchisio, Chiellini, Asamoah, Pepe, lo stesso Vucinic che non gioca in modo continuativo per un problema fisico, di conseguenza Conte non può disporre di un gruppo più omogeneo, che possa soddisfare quelli che sono i consecutivi impegni che ha".

Il concetto di fame ha contraddistinto il consolidamento della Juventus ad altissimi livelli. Quanto può durare la fame? Per quanti anni può essere la linea guida della squadra?
"Se ci riferiamo alla Juventus, evidentemente, la Juventus è sempre obbligata a vincere nel momento in cui partecipa ad una competizione. Poi chiaramente ci sono anche gli avversari. Però io credo che l'anno scorso abbia dimostrato, pur con un gruppo nuovo, fatto di valori chiaramente non straordinario, ma di buoni valore, grazie soprattutto al lavoro, alla capacità di un allenatore anch'egli nuovo per un certo tipo di scenario ed esperienza, di arrivare con merito a dei grossi traguardi. Questo gruppo c'è ancora, l'allenatore ha superato indenne un momento negativo che lo ha visto protagonista con il calcioscommesse e che avrebbe potuto intaccare quello che era il suo modo di lavorare, ciononostante lui si è ripresentato con grande fame, con grande voglia di arrivare e questi sono i presupposti importanti per essere molto ottimisti".

Siamo qui per la rielezione del presidente Abete. Che spunto le dà il fatto che ci sia soltanto lui come candidato? Ha un significato oppure no?
"Intanto la Juventus - il presidente Agnelli - vive soprattutto in un'analisi che è quella della nostra casa principale, che è la Lega Calcio, dove c'è una grande insofferenza, c'è un forte senso di giudizio anche di irresponsabilità e di mancanza di coscienza. Il fatto di non trovare un presidente...".

Come si risolve questa vicenda?
"Si risolve con un grande senso di responsabilità, perchè la figura del presidente di Lega è una figura a cui non sono attribuiti grandi poteri, i poteri sono dell'assemblea, quindi trovare una persona che possa guidare la Lega deve essere un fatto molto facile da trovarsi".

individua dei responsabili in questo caso?
"Responsabili sono tutte e 20 le società, assolutamente, tutte allo stesso livello".

Rapida incursione sul mercato. Attaccante: Gabbiadini, Immobile, come va a finire questa sessione invernale?
"La sessione invernale andrà a finire senza nessun botto perchè come dicevo prima il mercato deve riportarci spero entro fine gennaio alcuni elementi che oggi ci mancano. Poi non è che all'orizzonte...".

Ci faccia un nome, anche piccolo piccolo...
"Non ne faccio, ma non per prudenza, quanto per una mancanza concreta di indizi, nel senso che il mercato di gennaio, soprattutto questo mercato di gennaio, non è che sta offrendo importanti per una società come la Juventus. Quindi guardia, guardiamo, ma l'importante è che possiamo riappropriarci di quei valori che sono i giocatori che mancano e che sono - questi sì - elementi molto importanti".

A conferma che per i pezzi da novanta la Juventus si muoverà nel mercato estivo....
(Marotta annuisce con la testa, ndr).

Alla Juventus basterà il carattere per salvare questo mese di gennaio? Non sarà che i giocatori, anche inconsciamente, si sono un po' montati la testa, tra virgolette...
"No, montati no. Devo dire che c'è anche una situazione psico-fisica legata anche ai ripetuti e ravvicinati impegni. Non dimentichiamoci che noi comunque abbiamo giocato mercoledì sera 120 minuti col Milan in una competizione altrettanto importante, a cui teniamo, e l'abbiamo superata meritatamente. Quindi questo è un altro piccolo tassello che va aggiunto e va considerato. Poi gennaio è un mese in cui forse la Juventus non raccoglie quello che raccoglie negli altri mesi, però anche ieri è stata una prestazione non straordinaria, una prestazione che poteva portarci alla vittoria se non fosse subentrato un episodio a noi sfavorevole, ma queste sono le componenti, le dinamiche del calcio. Dobbiamo essere realisti, analizzare che in questo momento la Juventus non è brillante come lo è stata nel passato, però è sempre un valore che oggettivamente parlando ha il suo peso".

Le statistiche dicono che creato tante, ma non arriva il gol. Se in questo momento dovesse, non dico tirare le orecchie, ma dare un consiglio a qualcuno dei suoi attaccanti, a chi lo darebbe?
"Non è questione di... come sapete noi siamo impostati con un modelli anche tattico che trova la valorizzazione del gruppo, di tutti i suoi attori, gli undici che sono in campo. Sacchi lo definisce il gioco moderno, dove tutti i giocatori vengono coinvolti. La dimostrazione è che in questa stagione e mezza, quindi mi riferisco alla stagione passata e a quella attuale, noi siamo la squadra - non dico l'attacco - più prolifica. Se togliamo quei tre gol alla Roma ottenuti a tavolino nella partita di Cagliari, noi siamo la squadra che ha realizzato più gol e che ha ancora la differenza reti migliori, quindi questo depone come in gol ci andiamo con tutti i componenti. Poi è chiaro che se vediamo il gioco sviluppato - ma questo è un dato di merito - forse potremmo realizzare di più. E' un gioco di merito".(redazione TuttoJuve.com).

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Marco Ansaldo su La Stampa analizza la situazione bianconera, vedendo alcune crepe: "Adesso i cani fiutano l’odore della volpe. Proprio non ce lo vediamo Claudio Lotito a cavallo e in divisa da caccia mentre cavalca nella brughiera come un milordino inglese: il suo «aplomb» è da Grande Raccordo Anulare ma la realtà dice che la Lazio del presidente dal «latinorum» eloquente è ormai in vista della Juve. Tre punti sono il vantaggio minimo che i bianconeri hanno avuto dal primo weekend di dicembre quando vinsero il derby e tennero il Napoli a 2 punti: dopo, partì la fuga che a Natale sembrava aver chiuso il campionato. Dal 21 dicembre al 13 gennaio la Juve si è fatta vedere a Parma due volte. La prima creò l’illusione perchè il successo in campo neutro sul Cagliari alimentò le proporzioni del distacco fino a 8 punti, la seconda l’ha spezzata visto che i bianconeri dopo il pareggio di ieri sentono l’abbaiare della muta: insieme alla Lazio, c’è il Napoli in ripresa (in settimana ci sarà il giudizio sulla penalizzazione anche se pare non ci siano gli appigli giuridici per restituire i 2 punti) e per il momento ci fermeremmo lì, non credendo al recupero dell’Inter che viaggia a singhiozzo come un’auto a corto di benzina. Il riavvicinamento è un grande merito di chi insegue: vuol dire che non si è fatto scoraggiare dalle apparenze. Sommessamente notiamo che la Lazio viene da due vittorie con episodi discutibili (ieri il tocco di mano di Floccari sul primo gol) e a ragione nessuno la definisce una grave offesa al campionato nè alle città sconfitte: sarebbe un passo avanti se lo stesso metro valesse per tutti, invece di gridare allo scandalo quando ne beneficia la Juve, ma abbiamo capito ormai che fa parte del gioco. Anche se i bianconeri restano i favoriti, l’aver dissipato 5 punti in due partite è un segnale che crepa le certezze prima che ricominci la Champions League. Non è la prima volta che succede perché accadde già con il pari interno contro la Lazio seguito dalla sconfitta con il Milan. Cambiano però lo spessore degli avversari e la dinamica dei risultati. Di solito quando si affronta una squadra più debole il problema è portarsi in vantaggio, il resto viene da sè. Anche in questo caso, come contro la Samp, la Juve non ha saputo invece mantenere l’1-0. Si prevedeva che il Parma fosse l’ostacolo più impegnativo rispetto agli avversari della Lazio e del Napoli però dopo il gol di Pirlo in combutta con Biabiany la Juve doveva chiudere la partita invece ha provato a congelarla e abbassando il ritmo si è esposta al ritorno degli emiliani. E’ come se nella sosta si fosse esaurita la brillantezza. Ritrovarla sarà essenziale per difendere il tesoretto, che come nei conti dello Stato si scopre sempre un po’ più esiguo di quanto ci si aspettava".