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Messaggi del 18/01/2013

Agnelli: «Elezione Beretta? La Juventus non ci sta»

Post n°6888 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Il presidente bianconero: «Non ritieniamo corretto che nella formazione del governo del calcio ci si scambino poltrone per arrivare al consenso»

Agnelli: «Elezione Beretta? La Juventus non ci sta»© LaPresse
TORINO - «La Juventus è fuori dalle dinamiche con cui si è costruito questo consiglio e questo governo». Lo ha detto il presidente della Juventus Andrea Agnelli, interpellato sulla formazione del nuovo consiglio di Lega di Serie A (confermato Maurizio Beretta come presidente con 14 voti a favore, 2 schede bianche e 4 nulle): «Sono dinamiche - le parole del presidente bianconero - figlie di un continuo mercanteggiare su posizioni e la Juve non ci sta. Non è corretto che nella formazione del governo del calcio ci si scambino poltrone per arrivare al consenso». L'unica cosa da salvare, secondo Agnelli è che «finalmente la Lega è riuscita a darsi un governo e questo, visto che negli ultimi mesi non ci eravamo riusciti, è sicuramente un passo avanti». «Il problema - termina Agnelli - è che questo governo rappresenta il 30 percento del calcio italiano e troverà molte difficoltà».

 
 
 

MARCA - LLORENTE ALLA JUVE FINO AL 2017, ANNUNCIO IN ARRIVO!

Post n°6887 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Il bomber basco sarà bianconero però soltanto a partire da giugno
© foto di Alterphotos/Image Sport

Colpo in attacco finalmente messo a segno: si tratta del primo botto del mercato bianconero 2013, anche se vestirà la nuova maglia soltanto tra qualche mese. Preso, dopo un lungo corteggiamento, il bomber Fernando Llorente (28): Ci sono voluti mesi di tira e molla, guerra di nervi, trattative e vani tentativi di convincere l'Athletic Bilbao a cederlo in anticipo ma, alla fine, El Rey Leon sarà un nuovo calciatore della Juventus, a partire dal prossimo giugno. L'attaccante della nazionale spagnola si è legato ai colori bianconeri, come svela il quotidiano spagnolo Marca. La dirigenza della Vecchia Signora si è tuffata in anticipo rispetto alla concorrenza, intravedendo il goloso affare prima delle altre: da mesi, infatti, erano frequenti i contatti con l'entourage del ragazzo nato a Pamplona per fargli accettare la destinazione juventina, una volta accertato che la sua avventura al club biancorosso si sarebbe conclusa con la naturale scadenza del rapporto, con l'accondiscendenza di Jose Urrutia che, dunque, non ricaverà nemmeno una lira, una pesota o un euro dalla partenza di uno dei prodotti più talentuosi della sua squadra. È andato tutto a buon fine dunque: secondo i media spagnoli l'annuncio ufficiale arriverà nei prossimi giorni. Fernando Llorente firmerà un contratto della durata di 4 anni, fino al 2017 quindi, e guadagnerà un ingaggio netto di 4,5 milioni di euro a stagione. Oggi uno dei suoi agenti sarà a Torino per definire gli ultimissimi dettagli: poi, la Juventus comunicherà ufficialmente il suo prestigioso nuovo acquisto addirittura già in questo fine settimana o, più tardi, all'inizio della prossima. Llorente alla Juve, affare fatto!

 
 
 

Juve-Buffon 2015, c'č la firma. L'annuncio sarą di Agnelli

Post n°6886 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Gigi ha firmato, il club deciderà quando rendere pubblici i dettagli della grande operazione. Nel futuro Leali o Ter Stegen

Juve-Buffon 2015, c'è la firma. L'annuncio sarà di Agnelli© REUTERS/GIAMPIERO SPOSITO
TORINO. Ma quando arriva l’annuncio del nuovo contratto di Gigi Buffon? Questa è la domanda che continuano a farsi milioni di tifosi bianconeri. Che, per dovere di cronaca, cominciano ad essere preoccupati. A loro diciamo: tranquilli, Gigi ha firmato l’accordo. E’ tutto a posto. L’annuncio ufficiale arriverà quando lo deciderà la Juve che, spiegherà, anche nei più piccoli particolari, i dettagli della grande operazione. Perchè aver bloccato il portiere più forte del mondo sino al 2015 è un gran colpo. Grandissimo. Come aver preso Llorente a parametro zero. E anche qui arriverà l’annuncio.

A LOGICA Tutto lascia pensare che nel futuro ci sia Nicola Leali, classe 1993, di proprietà bianconera al cento per cento, attualmente in prestito al Lanciano in serie B. Il ragazzo deve maturare e al primo anno da titolare sta facendo molto bene. E’ possibile che la prossima stagione Beppe Marotta lo dia in prestito a qualche club amico di serie A. E se il ragazzo dovesse continuare a migliorare è possibile, anzi probabile, che dopo i mondiali brasiliani del 2014 in corso Galileo Ferraris decidano di portarlo a Torino. Il suo è stato un investimento importante, uno dei tanti, che alla distanza dovrebbe dare i suoi frutti.

IN BUNDESLIGA Nel campionato tedesco, precisamente nel Borussia Moenchengladbach, gioca Marc Andè Ter Stegen, classe 1992, pure lui giovanissimo. Ha cominciato la sua carriera nelle giovanili del club e il 10 aprile del 2011 l’asllenatore Lucien Favre lo fece debuttare in Bundesliga nel derby contro il Colonia. Ha poi ottenuto la riconferma per le restanti partite del campionato più i due spareggi salvezza contro il Bochum. Alla fine si è comquistato il posto da titolare che mantiene tutt’ora. Forte, promettente, Beppe Marotta ed i suoi collaboratori lo stanno seguendo da un po’ di tempo.

 
 
 

Campionato falsato? Solo quando fa comodo a qualcuno

Post n°6885 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Ora che si stanno toccando certe squadre che non sono la Juventus, adesso che ad andarci di mezzo sono club non invisi a certa stampa e a certi dirigenti di calcio in odore di santità, tutti sembrano accorgersi, come svegliati da un lungo letargo, che la giustizia sportiva, scritta rigorosamente in minuscolo, in Italia non funziona e per molti suoi aspetti è semplicemente qualcosa di aberrante.

E per magia, disgustati, tutti si sono scoperti garantisti, hanno urlato al complotto stracciandosi le vesti in segno di lutto e indignazione: lutto per la presunta "morte" del campionato di quest'anno, che chissà per quale motivo ritenevano falsato, e non quando c’erano state le squalifiche del tecnico della squadra Campione d'Italia, del suo vice Alessio, o i punti di penalizzazioni inflitti a Siena, Torino e Atalanta, e indignati da chi fino a ieri l'altro era da molti considerato l'eroe del calcio pulito, vale a dire il Procuratore Stefano Palazzi.

In questi giorni ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori, come vi abbiamo riportato su queste pagine, specie i commenti di noti personaggi dello sport, presidenti e calciatori, ma anche quelli di molti colleghi, che hanno parlato di "giustizia ad orologeria", paventando chissà quali assurdi complotti. Sono gli stessi che fino a qualche mese fa si indignavano di uno sconticino sulla pena inflitta ingiustamente ad Antonio Conte, condannato lo ricordiamo “perché non poteva non sapere di un probabile biscotto progettato dai suoi giocatori a Siena”, viste le sue abilità di legegre nel pensiero altrui, quindi non per scommesse o altro, e senza nessuna prova e con decine di testimoni e pentiti a scagionarlo.

Sono pure gli stessi che parlavano di "rispetto per le istituzioni sportive e per le sentenze" quando a lamentarsi di certi soprusi era la Juventus. Oggi queste persone sono felicissime, al Napoli sono stati restituiti i due punti di penalizzazione che gli erano stati tolti per lo scandalo del calcio scommesse in campionato, e pure Grava e Paolo Cannavaro, assolti da ogni accusa dalla giustizia sportiva (sempre con la “g” scritta rigorosamente in minuscolo). Adesso la serie A dal loro punto di vista non sarà più falsata, almeno fino al prossimo rigore dato alla Juventus o al prossimo gol in fuorigioco non convalidato a qualche avversario a cui tutto è permesso, anche segnare di mano o con gli attaccanti tre metri in fuorigioco.

E anche la Lazio può stare tranquilla: nessuno oserà toglierli cinque, tre o un punto, nessuno oserà squalificargli Mauri, né ora, né in estate. E questo indipendentemente se la società biancoceleste e il suo calciatore dimostreranno la loro innocenza o meno (noi, badate bene, in tal senso non ci esprimiamo, e in quanto garantisti veri, sempre, partiamo dal presupposto che, fino a prova contraria, la società capitolina e i suoi tesserati siano estranei ai fatti contestatigli): le punizioni esemplari, nonché assurde, si danno solo a una squadra, quella con le maglie a strisce bianco e nere che a sede a Torino.

La giustizia sportiva, sempre con la “g” (e tre) scritta in minuscolo, andrà ora in letargo per un po’,
in attesa di ridestarsi per davvero alla prossima occasione, e noi che ormai ci abbiamo fatto il callo, abbiamo già mezza idea di quando si risveglierà famelica…

 
 
 

Il golf interessa. La Juve forse

Post n°6884 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di M. Lancieri

Uno degli episodi più ilari del processo alla “cupola” moggiana fu la deposizione di Auricchio, quando il colonnello dei carabinieri dichiarò, senza remore, che Mediaset non è controllata dal Milan, rivelando così di essere l’unico cittadino italiano a non essersi reso conto che il proprietario del club rossonero è, guarda caso, anche proprietario della società di comunicazioni di Cologno Monzese.
Visto che siamo in clima elettorale, tanto vale menzionare un tema ricorrente di questi tempi: la par condicio. Ecco, per par condicio, va detto che, se Auricchio sorprese tutti con quella dichiarazione a suo modo surreale, sono pochi a rimarcare un’altra continuità: quella tra Agnelli/Elkann e RCS MediaGroup. Certo, la situazione è profondamente diversa: il presidente del Milan è anche egemone di Mediaset, mentre la famiglia Agnelli è proprietaria di poco più del 10% di RCS. Ma quel 10% la rende seconda azionista del patto di sindacato, dopo Mediobanca, che detiene il 14% delle quote.

Sia chiaro: nessuno chiede che si imponga ai mass-media di inventarsi le notizie per farci un favore. Ciò che vorremmo è esattamente l’opposto: invitare caldamente a non sparare balle a danno della Juve, che dovrebbe rappresentare, almeno in teoria, un interesse di John, Lapo e Andrea. Ma la famiglia spesso sembra dimenticarsi dell’indirizzo (o anche solo del numero di telefono) degli uffici RCS. L’unica reazione ai ripetuti attacchi provenienti da via Solferino è stata una laconica dichiarazione dell’attuale presidente juventino, che ne ha fatto quasi una questione fatale. Più o meno il concetto è: “In Italia ci sono tanti nemici della Juve… cosa volete farci?”. Dichiarazione che, se fatta dal cliente del bar sotto casa, ci può anche stare. Ma sentirla da un appartenente ad una delle famiglie più potenti d’Europa, che oltre tutto si era presentato come guerriero “duro e puro”, lascia il tempo che trova.

Apriamo ora una breve parentesi. Qualche tempo fa, RCS si è “stranamente” sfilata dal ruolo di advisor commerciale per gli Open di Italia di golf, che si dovrebbero tenere (il condizionale oramai è d’obbligo, vista la fuga di sponsor) in settembre al circolo La Mandria di Torino (quello dei fratelli Molinari), anziché al Royal Park I Roveri (casa Agnelli). Ed è proprio la strana coincidenza tra lo spostamento della sede, in pratica un benservito ad Andrea, e la fuga di RCS , a fare sorgere un sospetto: vuoi vedere che il bigliettino con il numero di telefono di RCS è spuntato dalla giacca di Andrea (o, più probabilmente, da quella di John), quando serviva davvero?
Il sospetto è che, quando si ledono gli interessi reali della famiglia, la si paghi cara, a partire proprio dal rapporto con RCS, che in Italia fa il bello e il cattivo tempo, soprattutto se c’è di mezzo lo sport. Ma allora, perché per la Juve non si muove mai un dito?

Se credessimo alle dichiarazioni belligeranti del nostro presidente, dovremmo pensare che RCS sia governata da un cavallo pazzo, che se ne frega bellamente delle indicazioni provenienti dai suoi azionisti. Ma poi vediamo quello che sta accadendo per quel torneo e qualche dubbio ci sorge. Il sospetto più grande è però un altro: che tra le promesse del nostro presidente ed i fatti, ci sia veramente un profondissimo mare. Lo dimostrano tanti episodi, non ultimo il voto regalato ad Abete, dopo tanti attacchi mediatici alla gestione della federazione. E rischiamo di dovere dare credito Petrucci, quando rivela una profonda differenza tra le dichiarazioni pubbliche di Andrea e ciò che poi dice (e a questo punto fa) in privato.

Siamo costretti a continuare a sperare (auspicare…) che tutti questi dubbi vengano prima o poi spazzati via da un gesto realmente forte a favore della Juve e della sua storia. Ma il tempo passa e ormai ci è rimasta solo la speranza. Bastasse quella, saremmo tutti milionari.

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