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Messaggi del 15/02/2013

Sentenza Telecom. Gli intoccabili e il potere di non sapere

Post n°6982 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Fiorito

“Finisce in carcere la 'squadra Tavaroli': la prima Corte d'assise di Milano ha condannato i collaboratori dell'ex capo della security di Telecom e Pirelli, accusati di associazione a delinquere per aver creato dossier illeciti su personaggi noti e meno noti”. (La Repubblica, 13 febbraio 2013) 7 anni e mezzo a Bernardini, 5 e mezzo a Cipriani, 1 anno a Angelo Jannone, 4 a Andrea Pompili, 2 e mezzo a Roberto Preatoni. Risarcita per 10 milioni di euro la Telecom, oltre alla Presidenza del Consiglio, ai ministeri dell'Interno, della Giustizia, dell'Economia, all'agenzia delle entrare, all'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, al PD come erede dei DS, all'ex vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti. Mentre Luciano Moggi, che pure era parte civile perché spiato, non avrà nessun risarcimento.

Il re, gli hacker e gli ex carabinieri

Visto col senno di poi, l’affaire Telecom potrebbe avere questa tra le chiavi di lettura: un contrasto tra due epoche, due modi differenti di fare spionaggio. E la fusione forse mancata tra i vecchi sistemi derivati dalle potenzialità della magistratura acquisite durante la lotta al terrorismo e in gran parte riversate nella lotta alla mafia (anche attraverso un uso indiscriminato di intercettazioni telefoniche e infiltrazioni dentro le organizzazioni) e l’esplosione del fenomeno degli hacker. L’enigma irrisolto concentra l’attenzione, come spiegò a suo tempo Giuseppe D’Avanzo e come conferma Andrea Pompili nel suo libro “Le Tigri di Telecom”, sulla privatizzazione dei metodi di indagine e del patrimonio di informazioni acquisito dagli ex appartenenti alle forze dell’ordine, nella fattispecie ex carabinieri, militari con cariche e gradi di spicco, ufficiali della guardia di finanza, passati tutti dal percepire uno stipendio dallo stato e dall’operare sotto giuramento di fedeltà e onore, a contrattare guadagni con le imprese private. In questo humus che genera le vicende Telecom, emblematiche della collusione tra interessi pubblici e privati, si innesta l’ansia tecnologica, posta a servizio da una parte delle nuove leve di hacker inseriti nei quadri dirigenziali di un’azienda di spicco, impressionate dal potere delle armi tecnologiche a disposizione e poco inclini a un’etica in grado di spaziare oltre il successo e l’arricchimento personale, come si evince dalla testimonianza offerta da Pompili nel suo libro e dall’altra di imprenditori ossessionati dall’esigenza di conoscere prima le mosse dell’avversario. Non a caso Pompili concede a Tronchetti Provera l’appellativo di re, così egocentrico e quasi ipertrofico nel pretendere di sapere sempre cosa gli altri pensino di lui nell’imminenza di un’importante riunione o di un affare.

Io so che tu sai che li spio

La recente sentenza sui dossier illegali Telecom ci consegna ‘la squadra di Tavaroli’ ancora una volta come “il colpevole”. Spiavano centinaia, migliaia di persone e personaggi del mondo della cultura, dell’imprenditoria, della politica. Pro domo sua. La sentenza di novembre riguardo alle responsabilità di Tronchetti Provera aveva già ribaltato il giudizio della giudice Panasiti, che lo voleva inaffidabile e incoerente. Ma un capo poteva non sapere? Il dubbio dovrebbe attanagliare l’opinione pubblica italiana nei confronti di tutta la classe dirigente. Segretari di partito, ministri, imprenditori, direttori dei massimi enti dello stato, anche di quelli eletti al controllo e alla supervisione di tutto ciò che è connesso alla sua amministrazione, servizi segreti, in alto fino alla presidenza del consiglio e della repubblica. Possono non sapere? E se possono, sono le persone adatte a ricoprire quei ruoli ai quali è affidata la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e la loro stessa ragione di esistere?
In questi giorni se lo deve essere chiesto anche Benedetto XVI o per meglio dire Joseph Ratzinger. L’uomo posto a essere capo della chiesa ha sollevato con la sua rinuncia tutte le domande, le ansie, le angosce della nostra epoca. Riassunte spesso frettolosamente in quel relativismo dietro al quale si nasconde a volte l’impossibilità ad assolvere le responsabilità e gli impegni richiesti dai ruoli imposti dalla società per la presunta realizzazione del bene comune.
Scendendo ai piani più bassi del ragionamento faremmo bene a ritrovare metodi di indagine più terreni e concreti. Magari riconducibili a una forma di investigazione più cara a Tavaroli, a Cipriani, a Bernardini. Il confronto delle biografie mette chiaramente sul piatto la vicinanza estrema di Tronchetti Provera e Tavaroli, come di Tavaroli e Cipriani. Uomo di fiducia del primo e “committente” del secondo, Tavaroli è il collegamento tra la sfera alta degli intoccabili e quella bassa della manovalanza. Egli, amico di Marco Mancini e passato per Pirelli e Telecom anche attraverso il delicato ruolo che gli consentiva di curare la sicurezza personale dello stesso Tronchetti Provera e della moglie Afef, il 2 ottobre 2009 patteggia 4 anni e mezzo di reclusione e un’ammenda di 60.000 euro, ma tra gli 8 mesi già trascorsi in carcere, condizionale e indulto non torna in galera. Come non ci andrà Tronchetti Provera.

Telecom. L’azienda per bene con la mela marcia

Il 25 luglio del 2006, il presidente di Telecom si incarica di trasmettere un videomessaggio in diretta a tutti i dipendenti di Telecom per riferire loro la sua verità: “Telecom Italia è un’azienda perbene e fatta di gente perbene con qualche mela marcia”. A quattro giorni dalla morte di Adamo Bove. Era lui la mela marcia? Il primo articolo sul sistema Radar era uscito sui giornali il 10 giugno 2006. Bove aveva un passato da poliziotto. Era stato il responsabile del sistema Radar. Colui che aveva riferito a Tavaroli del tentativo di Vodafone di sottrarre i clienti a Telecom, fatto dal quale era scaturita l’operazione “Vodkared”. Tra Ghioni, l’hacker, e Bove, l’ex poliziotto, non correva buon sangue. Secondo la ricostruzione di Pompili Bove aveva fatto silurare Ghioni, capo del Tiger Team. La magistratura fa improvvisamente luce sui casi Kroll e RCS, avendo deciso Bove di collaborare. I giornali pubblicano notizie che arrivano da una fonte che sembra essere Ghioni, il quale inizia a parlare del sistema Radar. Come scrive il Sole24 Ore il 10 giugno 2006, “Forse a Bove verrà anche chiesto perché negli uffici suoi, o nella sua disponibilità, fossero installati dei terminali (isolati solo pochi giorni fa in attesa di riallineare gli standard di sicurezza) da cui era possibile operare con ‘modalità anomale e non certificabili’, come scrivono i controllori interni; oppure perché certe potentissime possibilità di rilevamento e di incrocio dei dati siano state rinvenute in quelle stesse stanze, ma non risultavano dichiarate nei protocolli di sicurezza del gruppo. Insomma, anziché rilasciare gli elementi di una piena identificazione, quel che appare su quei terminali riservati non lo saprà nessuno, tranne l’operatore”. Bove precipita dal cavalcavia di via Cilea a Napoli, forse condannato “inconsapevolmente” da Ghioni. Forse, come scrive il Corriere della Sera il 23 marzo 2007 riportando le parole di suo padre, perché era stato ucciso dalle calunnie, “Calunnie orchestrate e propagate dall’interno di Telecom… E tutto questo per mano dei quadri dirigenziali espressione della gestione Tronchetti, al pari di Tavaroli”.
Qualunque sia la vostra opinione sui fatti che riguardano il processo Telecom e sui personaggi che popolano questa che più volte abbiamo raccontato come una spy-story, sappiate che calciopoli è nata nel suo seno. E che per le verità processuali fino a oggi emerse Tavaroli faceva spiare Moggi, De Santis, Carraro e quasi tutti gli esponenti del mondo del calcio e della federazione per conto suo. Del resto Moratti aveva già detto a Beccantini nell’estate del 2006 che qualcuno si era offerto di farlo. Poi qualcuno aveva pagato la Polis d’Istinto e le ricevute erano state trovate presso una delle sue sedi all’estero, a Londra. Qualcuno che poteva pagare pur potendo non sapere.

”Nessuno avrà interesse a celebrare il ‘processo Telecom’. Nessuno: né i pubblici ministeri, né gli imputati, né la Telecom vecchia, né la Telecom nuova. Ma io non sono e non farò né accetterò mai di essere il capro espiatorio di questo affare. Io vorrò con tutte le mie forze il processo e nel processo vorrò vederli in faccia ripetere quel che hanno riferito ai magistrati. Il mio vantaggio è che tutti – tutti – hanno mentito in questa storia, e io sono in grado di dimostrare che le informazioni che ho raccolto sono state distribuite in azienda perché commissionate dall’azienda e nel suo interesse... Ne ho sentite di tutti i colori. Come Marco Tronchetti Provera che nega di aver mai avuto conti all’estero, come se non sapessi che per lo meno fino al 2006 i suoi conti erano a Montecarlo”.
(Giuliano Tavaroli, La Repubblica, 21 luglio 2008)

“Il re sarebbe stato protetto a costo del resto della scacchiera, ogni personaggio più o meno coinvolto nella vicenda sarebbe stato spazzato via pur di dimostrare coerenza e volontà di riscatto a procuratori, politici, analisti, spettatori e, soprattutto, clienti” . (Andrea Pompili, Le tigri di Telecom)


Richiesta di rettifica dell'avv. Ciarletta (Jannone)

«Più segnatamente, La informo che il Dott. Angelo Jannone, come da dispositivo letto in udienza, è stato assolto con formula piena per il capo di imputazione relativo al delitto di associazione per delinquere, per non aver commesso il fatto.
Inoltre, il mio assistito non è stato condannato al risarcimento dei danni patrimoniali e non nei confronti delle parti civili, in solido con gli altri imputati.

Nel testo pubblicato online, al contrario, si parla in via generica delle sole condanne detentive e, soprattutto, senza il dovuto distinguo, del risarcimento dei danni riconosciuto in favore di Telecom pari e delle altre parti civili, per oltre venti milioni di Euro. In tal modo, pare che anche il Dott. Jannone sia stato condannato su tutti i capi di accusa, con relativa responsabilità patrimoniale nei confronti delle costituite parti civili.»

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2805

 
 
 

CONTE integrale: "Con la Roma mai facile. Chiellini? Spero rientri col Siena.

Post n°6981 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da nadir63l
 

 Lusinghe da Londra e Madrid? Fanno piacere, ma alleno la Juve. Auguri a Zeman e Milito. Imbriani amico, vicino alla famiglia"

Prima della seduta di rifinitura, appuntamento con i giornalisti per Antonio Conte, che al Media Center di Vinovo sta presentando l'importante e suggestiva sfida contro la Roma nella consueta conferenza stampa della vigilia. TuttoJuve.com sta riportando integralmente ed in tempo reale le dichiarazioni del tecnico bianconero:

"Prima di iniziare la conferenza volevo... oggi è un giorno molto triste, perchè purtroppo c'è stata la scomparsa di un amico, Carmelo, Carmelo Imbriani. Sono molto vicino al fratello, a tutta la sua famiglia, a tutte le persone che hanno voluto bene a questo ragazzo".

Passiamo a questioni più futili. Viene in mente un trascorso recente: Milan-Juve, dove al di là dell'episodio del rigore inesistente, eravate entrati in campo piuttosto molli, probabilmente perchè avevate speso tantissimo 3-4 giorni prima col Chelsea. Può esserci un'analogia tra le due situazioni?
"Io mi auguro di no, perchè quella di domani è una partita molto importante, una partita che come ho detto sei giorni fa, avrei preferito giocare come minimo domenica sera, invece ci tocca giocare la terza partita in sette giorni, dopo aver giocato con squadre importanti, per obiettivi anche di una certa rilevanza: mi riferisco alla Fiorentina e all'andata degli ottavi di Champions contro il Celtic. Adesso ci tocca fare l'anticipo, sabato contro una squadra che ha grandissimi valori tecnici come la Roma. Non è mai stata una partita molto semplice per la Juve, soprattutto quando siamo andati a giocare all'Olimpico. Quindi è sicuramente una partita con un alto indice di difficoltà, anche se magari qualcuno può dire che la Roma in questo momento sta faticando. Però penso che per la Roma arrivi la partita più giusta, al momento giusto, perchè la Juve dà grandi stimoli, grandi motivazioni. La Roma è una squadra che nella rosa, in organico, è ricca di giocatori, di campioni, uno su tutti, due su tutti, Totti e De Rossi. Quindi bisognerà fare molta attenzione e cercare di preparare bene la partita sotto tutti i punti di vista".

La Juve l'ultima volta che ha perso a Roma contro la Roma era l'8 febbraio del 2004, tu eri in campo...
"Nelle sconfitte io c'ero sempre, quindi... (ride, ndr)".

Da allora, otto partite giocate lì, 6 vittorie la Juve, 2 pareggi, 19 gol fatti, 7 gol subiti. Credi che la pressione che l'ambiente giallorosso dà a questa partita, che è inferiore solo al derby per loro, rischi di condizionare negativamente i giocatori? Da parte juventina deve essere interpretata come una rivalità normale? La scorsa settimana hai usato l'espressione provinciale. Poi se avresti preferito incontrare ancora Zeman...
"Innanzitutto domani affrontiamo una squadra che è partita con dei propositi importanti, perchè più volte ho sentito in passato che gli obiettivi erano quelli di lottare per la testa della classifica. Sicuramente è un momento non positivo, qualche risultato ha portato anche all'esonero di Zeman, quindi di cambiare l'allenatore. Ripeto, è una partita che bisognerà prendere con le pinze, bisognerà fare grandissima attenzione perchè l'indice di difficoltà è altissimo per i valori tecnici della Roma, per l'ambiente che si crea per questo tipo di partite, e anche perchè noi veniamo da due vittorie, da tanti elogi. Io mi auguro e sono convinto che gli elogi poi alla fine non ci appesantiscano. Per quanto riguarda Zeman, niente, noi siamo legati ai risultati, quindi la società della Roma ha preso questa decisione, ha deciso di dare fiducia ad Andreazzoli, del quale mi parlano molto molto bene tutti quanti, quindi faccio gli auguri a Zeman per il suo futuro e faccio gli auguri ad Andreazzoli a partire dalla partita prossima".

Andreazzoli ha detto che per i numeri è una sfida impari. Cosa ne pensi? E poi cosa hai detto ai tuoi giocatori?
" Come ho detto prima, quest'anno la Roma ha allestito un organico di grandissimo valore, quindi gli obiettivi non sono sicuramente quelli che rispecchia adesso la classifica. Però resta il fatto che l'organico e i valori sono rimasti gli stessi. Quindi l'indice di difficoltà sarà molto alto domani perchè affronteremo una squadra che era partita con obiettivi di lottare per la testa della classifica. E' cambiato l'allenatore, ma sono rimasti tutti quanti i calciatori, dunque bisognerà fare grande attenzione. Dal punto di vista degli elogi e delle critiche dico sempre che bisogna avere grandissimo equilibrio. Così come vi ho detto in precedenza, quando qualcuno parlava di crisetta, di piccola crisi, è sembrato che io volessi difendere a spada tratta la squadra, ma sono valutazioni che si fanno in maniera obiettiva da allenatore. Altri giudicano in base ai risultati, io giudico in base alle prestazioni. Non vedevo questa piccola crisi, il campo mi ha dato ragione, che è poi la cosa più importante. E' inevitabile che ora sono arrivati elogi, giusti, giusti, perchè perchè è stata fatta un'impresa martedì, anche se è stata fatta a metà questa impresa. Ci rituffiamo nel campionato, sapendo che la nostra crescita passa sicuramente dal campionato italiano, dal riconfermarsi leader possibilmente o in zona Champions".

Come è tornata la squadra da Glasgow? C'è qualche giocatore acciaccato? Chiellini quando verrà recuperato? Poi un commento sul caso Pistorius...
"Guarda sul discorso di Pistorius, io sono uno che prima di esprimere dei giudizi vuole sapere veramente e realmente le cose come sono andate. Siccome non c'è chiarezza su quello che è successo, mi sembrerebbe inopportuno e poco rispettoso formulare dei giudizi. Non voglio astenermi, ma non avendo delle cose concrete, esprimere dei giudizi sarebbe veramente dda stupidi. Per quello che riguarda il rientro dalla Champions, siamo tornati alle 5 e mezzo, siamo tornati con una bellissima vittoria e quindi col morale alle stelle, e questo spesso aiuta sul recupero. I ragazzi stanno bene, parlerò personalmente con tutti quanti, vediamo se qualcuno dovesse accusare problemi di stanchezza o qualcos'altro, sicuramente ne terrò conto. Altrimenti l'intenzione è quella di confermare perlopiù la squadra che ha fatto bene in queste ultime due partite. Ma dovrò parlare con i ragazzi e lo farò oggi. Per quello che riguarda Chiellini, sta procedendo il recupero. Mi auguro dalla prossima settimana di averlo in gruppo e possibilmente che ci sia la disponibilità da parte sua per la partita con il Siena".

Volevo chiederle se era intenzionato a fare turnover, ma in parte ha già risposto. Per l'attacco, il funzionamento della coppia Matri-Vucinic, riscrive un po' tutte le gerarchie o continuano ad essere tutti sulle corde? Prima sembrava che davanti a tutti ci fosse la coppia Giovinco-Vucinic. E' cambiato qualcosa?
"C'è stato un momento in cui c'erano Giovinco e Quagliarella, che hanno fatto molto bene in coppia. Adesso stanno facendo bene Vucinic-Matri, in precedenza avevano fatto bene Vucinic e Giovinco. Diciamo che non ho grandi problemi, visti i numeri, vista la posizione in classifica, visto il nostro cammino per adesso in Champions. Diciamo che non ho mai avuto problemi di sorta davanti, è inevitabile che uno poi valuta lo stato di forma, valuta quello che vede in allenamento e fa le scelte. Non ci sono gerarchie prestabilite o prefissate, ho la possibilità e la fortuna di poter scegliere tra cinque attaccanti, cerco di farlo sempre in maniera molto giudiziosa, equilibrata, sempre per un solo obiettivo, quello di vincere. A volte ci riesco, quando scelgo bene, a volte magari ci riesco meno bene".

15 giorni fa identificava il Napoli come la candidata più qualificata nella lotta per lo Scudetto. Come va letto lo scivolone di ieri sera? Un problema di concentrazione, di condizione?
"Innanzitutto dispiace quando ci sono questi scivoloni perchè in Europa chiaramente stiamo cercando tutti quanti di riportare un po' l'Italia ad essere un Paese, anche a livello di coefficiente europeo... a risalire un po' la china. Dispiace, ho visto un po' la partita e mi è dispiaciuto sicuramente vedere una sconfitta contro una squadra slovacca. Ma questi sono problemi che dovrà analizzare Mazzarri con la squadra. Da contraltare c'è stata sicuramente l'ottima prestazione dell'Inter e della Lazio, oltre la nostra. E adesso siamo in attesa anche del Milan".

Sta cambiando la percezione che ha l'elite del calcio europeo nei vostri confronti? In particoare dopo la vittoria dell'altra sera, ma anche dopo il girone preliminare...
"L'obiettivo nostro è cercare di proseguire questo cammino di crescita, che è iniziato, non dimenticatelo mai, da un anno e mezzo a questa parte. Io penso che da un anno e mezzo a questa parte si siano fatti dei passi veramente straordinari: passare da due settimi posti a vincere lo Scudetto, a fare la finale di Coppa Italia, quest'anno ad arrivare a fare la semifinale di Coppa Italia, arrivare agli ottavi con la possibilità seria di arrivare ai quarti di Champions, rimanere in testa alla classifica dall'inizio del campionato, queste sono cose belle che stiamo facendo, cose straordinarie, che chiaramente non sfuggono nè in Italia, nè all'estero. Questo ci deve dare sicuramente grande forza, grande orgoglio, per continuare a lavorare duramente come facciamo, perchè sappiamo che i frutti sono frutti di duro lavoro. noi ci auguriamo che la percezione o la visione della Juventus cambi, perchè significa che stiamo facendo delle cose positive. E' cambiata in Italia perchè nel giro di un anno siamo passati ad essere la squadra che tutti prendono d'esempio, ci auguriamo che di questo nostro percorso di crescita si accorgano anche in Europa. E di entrare nell'elite del calcio europeo. Sarà molto difficile perchè c'è un cammino da fare e ci sono squadre - dico sinceramente - molto molto attrezzate per andare avanti e per la vittoria finale".

Hai visto Real Madrid-Manchester United?
"Sì".

Hai visto due squadre così lontane dalla tua?
"Innanzitutto ho visto sicuramente un bel match, ho visto anche l'altro, Shakhtar-Borussia. Bello... ti dico sinceramente, bello vederlo con gli occhi da allenatore di una squadra che partecipa a questa competizione. Prima ho guardato queste competizioni con l'occhio di un allenatore che non era in competizioni importanti. Vedere una partita come Real-Manchester, mi ha sicuramente reso orgoglioso di partecipare a questa manifestazione. Chiaramente c'è la nostra volontà, possibilmente, di cercare di essere quanto più protagonisti possibili, sapendo, vedendo il Real, vedendo il Manchester, che sono due squadre sicuramente costruite già negli anni, testate negli anni per ottenere determinati risultati. Noi, ribadisco, siamo un'outsider da questo punto di vista, per un'outsider che può dare fastidio, questo è fuori dubbio".

C'è la percezione che in Champions raramente avete cali di concentrazione. Siete affamati come eravate in campionato l'anno scorso. E' sbagliato?
"Io... (ride, ndr)... se vado a ritroso, perchè poi ho una buona memoria, a inizio parlavate di Juventus non europea, bensì di una Juventus nazionale, che in casa, nel campionato italiano, la faceva da padrona e poi balbettava in Europa. Adesso nel giro di 4-5 mesi, sono cambiate un po' le opinioni; quindi, non era vero prima, non è vero neanche adesso. C'è una Juventus che cerca di vivere sia il campionato che la Champions, così come la Coppa Italia, da protagonista. La Coppa Italia l'abbiamo vissuta da protagonisti, peccato. C'è questo, non ci sono due Juventus, non c'è una Juventus più affamata, meno affamata, così come non c'era prima, non c'è adesso. C'è da parte nostra la consapevolezza che si deve sbagliare il meno possibile, sia in campionato che in Champions, perchè non ci sarà più tanto tempo per recuperare. Questo è fuori dubbio".

Quella di Glasgow è stata anche una prova di maturità. Tu ti aspettavi che arrivasse in questo modo, con queste proporzioni, o ti ha sorpreso questo salto di qualità in Europa?
"Guarda, sinceramente io valuto la prestazione di Glasgow anche da ex calciatore e l'ho detto anche ai ragazzi. E ho fatto i complimenti ai ragazzi perchè da ex calciatore ti trovi in delle situazioni ambientali eccellenti dall'altra parte, mentre per te sono praticamente negative sotto tutti i punti di vista; poi ti trovi delle squadre che vanno a duemila, che praticano un calcio ad alta intensità per 60-70 minuti, e martedì c'erano tutte, tutte, tutte le premesse per prendere un'imbarcata di quelle serie. Loro sono stati bravi, siamo stati bravi ed equilibrati a gestire le situazioni. Su questo sono stati anche molto più bravi di alcune Juventus del passato, in cui io avevo giocato...alcune volte ci siamo fatti travolgere in questo tipo di situazioni. Quindi da questo punto di vista sono molto contento, l'ho detto, non era facile, e sono rimasto sorpreso, sì, perchè sono situazioni che possono travolgere chiunque, non solo la Juventus. Noi invece non ci siamo fatti travolgere e questa è una nota di merito ai ragazzi, allo spirito, alla nostra organizzazione, a quello che facciamo. Volevo anche fare gli auguri a Diego Milito, i migliori auguri perchè è un grandissimo calciatore, un ottimo ragazzo e dispiace quando succedono questi incidenti così brutti. Mi dispiace veramente, gli sono vicino, perchè poi io ne ho avuti infortuni in carriera e sono convinto che si riprenderà, sarà ancora più forte di prima".

In Europa si sono accorti anche di Antonio Conte. Delle varie avance, sei solo lusingato o anche interessato? Di quelle che possono arrivare da Madrid e da Londra...
"(sorride, ndr) Io dico che sono l'allenatore della Juventus, sicuramente gli apprezzamenti fanno piacere: fanno piacere a me e devono far piacere a tutto l'ambiente, alla società, perchè significa che la scelta che è stata fatta un anno e mezzo fa è stata una scelta giusta, significa che stiamo lavorando e come dico sempre la mia crescita va di pari passo con la crescita dei ragazzi e della mia squadra, questo è fuori dubbio. Però se ci sono delle lusinghe sicuramente sono contento perchè significa che stiamo lavorando tutti bene, società, allenatore e calciatori".

Quindi solo lusinghe?
"Lusinghe me lo stai dicendo tu.. (ride, ndr)".(redazione tuttojuve.com)

 
 
 

Vidal non si tocca: la Juventus non lo cederà

Post n°6980 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da nadir63l
 

Prima il Real Madrid e adesso il Bayern Monaco. Due colossi del calcio mondiale che vorrebbero arruolare uno dei centrocampisti più forti e completi in circolazione ma che difficilmente riusciranno nell'impresa, nonostante le enormi disponibilità economiche. L'oggetto del desiderio dei due top club è Arturo Vidal ma la Juventus, almeno secondo le indiscrezioni raccolte da Goal.com Italia, non ha intezione di cedere alla tentazione. E dire che la società tedesca avrebbe già pronto un assegno di 30 milioni di euro per il cileno: più del doppio di quanto Marotta pagò il giocatore al Bayer Leverkusen. Niente da fare però, non se ne parla. Cedere Vidal infatti, significherebbe ridimensionare sensibilmente il tasso tecnico della squadra, azzoppando un cavallo lanciatissimo verso un lungo ciclo di vittorie. E se arrivasse un'offerta irrinunciabile, perfino superiore ai 30 milioni? Stesso discorso: la Juventus non ha intenzione di privarsi di uno dei suoi pezzi più pregiati. Le proposte quindi, se arriveranno (e arriveranno), verranno garbatamente respinte al mittente come accadde l'estate scorsa quando il Real Madrid chiese informazioni sul giocatore prima di cambiare obiettivo virando su Luka Modric. Vidal poi, ha dichiarato a più riprese di voler restare a Torino a lungo, sentendosi elemento fondamentale del complesso organizzato da Antonio Conte.

Insomma, i tifosi juventini possono stare tranquilli: "Celia Punk" scorrazzerà ancora a lungo per i prati italici con buona pace degli avversari di turno.

 
 
 

     

 

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