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Messaggi del 11/03/2013

NEDVED: "Ibra? Mi piacerebbe farlo tornare alla Juve. Conte non andrà via fino a quando ci sarò io. Pogba è unico"

Post n°7039 pubblicato il 11 Marzo 2013 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ci pensa Pavel Nedved a mantenere vivo quello che si preannuncia uno dei tormentoni di calciomercato. Il dirigente bianconero, intervistato da Pierlugi Pardo nel corso della trasmissione "Undici", ha infatti aperto le porte a un possibile e clamoroso ritorno: "Chi non vorrebbe un giocatore come Ibrahimovic? Non nascondo che mi piacerebbe farlo tornare alla Juve". La Furia Ceca ha anche affrontato l'argomento Conte blindando la permanenza del tecnico salentino: "Finché ci sarò io, Conte non lo lascerò andare via". Due notizie, una bomba che potrebbe scuotere il calciomercato.

Tuttojuve.com sta trascrivendo integralmente le parole di Nedved.


Come va Nedved? Mi hanno detto che sei a Beinasco. Dov'è Beinasco? La patria di Giovinco tra l'altro...
"Sì, dove è nato il nostro piccolo Giovinco. Una zona dove non mi capita di passare spesso, però almeno ho visto qualcosa di nuovo".

So che c'è Bologna-Juve, ma sabato ci sono i Finley che suonano a Torino, vuoi andare?
"Io non sono tanto esperto, però sabato sera sono sicuramente impegnato. Andrò la prossima volta".

Pavel, ti somiglia questa Juve? Spirito, concretezza, non mollare mai fino alla fine...
"Assolutamente sì, ho rivissuto delle emozioni l'altro giorno allo stadio che devo dire sono state molto forti. E' un momento molto positivo per noi. Lì sì è vista la Juve di Antonio Conte".

Tu sei un dirigente, un consigliere di amministrazione. Darai sicuramente dei consigli tecnici. Come si insegna questa mentalità vincente? Come si trasmette?
"Hai detto bene, come si trasmette: io sono stato scelto dal Presidente per trasmettere queste cose qua. Ovviamente siamo stati anche fortunati perchè abbiamo deciso di portare a Torino uno come Antonio Conte, che in prima persona rispecchia tutto quello che volevamo per la Juve. E si vede, abbiamo riportato quello che alla Juve c'è sempre stato: un grandissimo gruppo, una famiglia e gli abbracci sia sul campo che in tribuna lo dimostrano, siamo molto felici".

Te lo aspettavi così bravo? Si dice un allenatore in campo, come era quando giocavi con lui?
"Sì devo dire che l'ho vissuto come calciatore, mi gridava già quando stava giocando dietro di me; mi dava dei consigli a centrocampo, quando uscire, quando no, è stato già molto importante per noi in campo. Ma vedendolo come allenatore mi ha sorpreso in positivo in una maniera incredibile, perchè potendolo seguire quasi tutti i giorni negli allenamenti, è veramente un allenatore che farà una grandissima strada".

Pavel, ti faresti un quarto d'ora ancora oggi, di qualità?
"Non so se sarei in grado di poter scendere in campo, perchè ovviamente il fisico non è più quello di prima. La voglia ci sarebbe, eccome, quello sicuro".

Ieri, nell'esultanza, rivedendo il gol di Giaccherini, ti è venuto in mente il tuo gol contro il Piacenza a Piacenza, nel 2002?
"Sì, me lo ricordo eccome, perchè era una partita molto sofferta, tipo quella di ieri. Sono riuscito a sbloccarla un pochino prima del mitico Giak, perciò l'emozione è stata molto simile, perchè sono quei gol che alla fine contano tantissimo e ti portano a traguardi importanto. Ieri è stata una bellissima giornata".

Pogba come l'avete scelto? Di chi è stata l'idea?
"Pogba... ovviamente noi collaboriamo con tantissimi collaboratori, sapevamo di questo ragazzo. Siccome io sono molto in contatto con Mino Raiola - lo sapete, mi rappresentava -, le nostre conoscenze ci sono sempre, ci confrontiamo spesso. Però devo dire che la società è stata molto brava a prendere questo ragazzo. Dalla prima volta che l'ho visto già sapevo che sarebbe potuto diventare un giocatore molto forte".

Non ricordo uno così forte a quell'età...
"Sono assolutamente d'accordo, perchè la maglia della Juve pesa, come quella delle altre grandi squadre, ma un ragazzo di 19 anni con questa personalità.... poter giocare nel centrocampo della Juve, lì, oggi... se ne vedono pochissimi, credo sia forse anche unico

 
 
 

Dopo di noi il diluvio. Chi ha ucciso il campionato?

Post n°7038 pubblicato il 11 Marzo 2013 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Fiorito

L’ultima volta che la Juventus si è portata a +9 punti sulla seconda in classifica è stato durante la stagione 1999/2000. Mani a posto, mi raccomando, anche se c’è un bisogno disperato di fare gli scongiuri. Erano gli anni nei quali si faceva un gran parlare delle sette sorelle, ma di fatto la lotta per lo scudetto si era ristretta a tre: Juventus, Milan e Lazio. C’era un Giubileo da festeggiare e ci si aspettava di poterlo fare anche sul versante del calcio. Ma non fu la Roma a vincere, fu la Lazio.

C’era stato un torneo in estate, che non si gioca più dal 2007. Se il Milan si spaccia per la squadra più titolata, in virtù della vittoria con la quale si aggiudicò la Coppa Intertoto insieme a Montpellier e West Ham e il diritto a disputare la Coppa Uefa nel 1999/2000, la Juventus può affermare di avere vinto tutte le competizioni possibili. Magari fu quella la causa. Il dispendio di energie a inizio di stagione. Che fece illudere la squadra di Ancelotti di avere già lo scudetto appuntato sulle maglie, mentre il bottino si assottigliava e si perdevano gli scontri diretti con Milan e Lazio. Certo è che di veleni ne erano stati sparsi tanti, specialmente dopo il famigerato rigore non concesso a Ronaldo nello scontro diretto con l’Inter del campionato 1997/1998, che ha smesso di essere un tormentone solo dopo il cartone e il triplete nerazzurro.
Un campionato strano quello del Giubileo, culminato nell’acquitrino di Perugia, che credo costituisca un incubo per gli Juventini nella stessa misura in cui fu descritto come un benefico diluvio universale da tutti gli antijuventini, che videro in Collina il giustiziere della padrona presunta del calcio italiano.

Dopo di noi il diluvio. A Ancelotti è succeduto Capello. La Juventus, more solito, come è inciso nel suo dna, è ritornata a vincere. La scure di calciopoli, a cui ha condotto tutto quel veleno, insieme con un apparato di spie predisposto ad arte, con l’ausilio di procedimenti della giustizia sportiva e ordinaria discutibili al punto che la procura di Roma ha deciso di aprire un’inchiesta per indagare sui modi nei quali la procura di Napoli ha operato, si è abbattuta sulla società bianconera. Il tutto nel tempo triste che ha segnato la morte di Gianni e Umberto Agnelli. Due uomini dei quali tutta l’Italia piange ancora l’assenza.

Dopo di noi il diluvio. Racconta una delle tante storie nate su calciopoli che fu Giraudo ad affermare qualcosa del genere. Il diluvio ha regalato cinque anni di vittorie a un Inter che non ha saputo farne tesoro e non è già più ai vertici né della classifica del campionato italiano, né tantomeno del calcio europeo. Il diluvio di prescrizioni raccolte in questi anni, superiori ai trofei vinti, sembra trascinarla in un vortice che sa ancora una volta di inefficienza e figuracce. Nonostante i ripetuti salvataggi che le hanno arbitrariamente consentito di conservare un titolo non suo e persino di iscriversi al campionato al quale quel titolo risale. Come il Milan e tante altre società, l’Inter ha operato in questi anni operazioni di lifting finanziario per giustificare il fiume di soldi malamente sprecato senza ottenere risultati se non a tavolino.

Dopo di noi il diluvio. Dopo il diluvio di calciopoli, il diluvio del calcioscommesse. Nel quale la corrente ha trascinato anche Antonio Conte, nel tentativo andato a vuoto di ostacolare la Juventus nel campionato in corso, che la squadra bianconera sta invece rischiando seriamente di vincere. Nonostante altre due pretendenti allo scudetto, Napoli e Lazio, abbiano goduto e stiano godendo di qualche favore. Cancellata la penalizzazione inflitta ai celesti napoletani, siamo ancora in attesa dei procedimenti della giustizia sportiva che dovrebbero riguardare i celesti laziali.

Dopo di noi il diluvio. Il Milan reduce da calciopoli aveva addirittura vinto una CL e finita l’era degli onesti era stata lesta ad aggiudicarsi uno scudetto. Poi la sua politica era sembrata andare più in direzione elettorale che sportiva. Così almeno si era detto all’arrivo di Balotelli. L’ennesimo conflitto di interessi nel quale sguazza il Milan (ricorderete che ai tempi di calciopoli Galliani era insieme presidente di lega e vicepresidente vicario della società rossonera), più nitido di quelli che hanno riguardato e riguardano altri esponenti del calcio solo per la visibilità che in tutti questi anni ha avuto Silvio Berlusconi in qualità di presidente del consiglio.

Dopo di noi il diluvio. Il risultato delle recenti elezioni potrebbe purtroppo ricondurre il paese al voto in giugno o in ottobre. Nel silenzio della stampa sportiva il Milan continua a beneficiare di numerosi errori arbitrali che stanno condizionando la sua remuntada ben oltre le riconosciute capacità di Balotelli e El Shaarawy. Il campionato, così come l’Italia, non può rimanere ostaggio delle faccende private del presidente del Milan.

Dopo di noi il diluvio. La Juventus è ora come allora l’unica artefice del suo destino, perché solo il mister Conte e i suoi ragazzi possono vincere o perdere le partite. E io so che le vinceranno. La Juventus, unica in Italia, ha uno stadio di proprietà. E’ nei quarti di finale di CL. Mentre la UEFA ha abbassato il ranking delle italiane.

Egregi antijuventini, se è un altro diluvio che state aspettando, sappiate che ci siete dentro fino al collo.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2847

 
 
 

Raiola: "Pogba? Non sono sorpreso, è un grandissimo talento, spostandolo dallo United abbiamo fatto bingo"

Post n°7037 pubblicato il 11 Marzo 2013 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Mino Raiola, agente di Paul Pogba, centrocampista 19 enne della Juventus, commenta così, intervistato da "Tuttosport", lo straordinario momento di forma vissuto dal talento transalpino, che, in pochi mesi, si è imposto all'attenzione di tifosi e addetti ai lavori come uno dei più forti centrocampisti del nostro campionato: "Mi fa piacere che si parli dell'ennesima prestazione importante di Pogba. In occasione dell'assist per il gol di Giaccherini, ha fatto solo ciò che è nelle sue possibilità. Ma sono sono minimamente sorpreso: siamo di fronte a un grandissimo talento. Anzi, ha una classe, un fisico tale che ha tutto per diventare il giocatore più forte al mondo. Adesso deve essere però messo nelle condizioni di crescere e sbagliare. Una cosa è certa: spostandolo dal Manchester United alla Juve di Conte abbiamo fatto bingo. Affinché un pur ottimo giocatore possa esprimere tutte le sue qualità serve un mix di situazioni ideali. Ebbene, quelle che Pogba ha trovato a Torino. Soprattutto chi è giovane come Paul ha bisogno di un allenatore che creda in lui, esattamente come fa Conte. Tutto è al posto giusto".

 
 
 

     

 

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