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Messaggi del 19/03/2013

CONTE AL PREMIO CERAVOLO: "Io come Ferguson? Ci proverò. Estero? Ne riparliamo tra 15 anni"

Post n°7061 pubblicato il 19 Marzo 2013 da nadir63l
 

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

A margine della premiazione del Premio Nicola Ceravolo a Catanzaro, presso l'auditorium Casalinuovo, l'allenatore della Juventus Antonio Conte, premiato della quinta annata della manifestazione, ha brevemente commentato uno striscione apparso che recitava "Ferguson : Manchester United = Conte : Juventus", come riportato da Repubblica.it: "Ci proverò, cercherò di rimanere tutto quel tempo per conseguire tante vittorie e avvicinarmi a un personaggio così straordinario e leggendario come Sir Alex Ferguson". In più, il giornalista di Tuttosport Guido Vaciago, ha riportato un'importante frase riguardo un futuro all'estero del mister salentino tramite il proprio profilo Twitter: "Ne riparliamo tra 15 anni...". Sempre da Tuttosport.com, poi, Conte ha parlato degli obiettivi futuri e di mercato: "Quando sarà terminato questo mio percorso, allora ci sarà la voglia di misurarmi all'estero. Però mi auguro che quel giorno sia ancora molto lontano. Non c'è bisogno che il popolo juventino mi mostri il suo affetto, già so quanto ne nutre nei miei confronti e verso la squadra. Mercato? Ne parleremo a fine stagione. Oggi sarebbe irriverente parlarne, per rispetto dei componenti della rosa. Sono molto contento di questo gruppo, se l'anno prossimo ci sarà l'occasione per migliorarci sicuramente lo faremo. Da parte nostra c'è sempre costante la ricerca di giocatori che pensino più al noi che all'io. Scegliamo chi pensa al gruppo, che poi è ciò che conta per raggiungere le vittorie e i risultati".

 
 
 

Buffon: Juve, Conte resterà. Champions? Ci rispettano

Post n°7060 pubblicato il 19 Marzo 2013 da nadir63l
 

Il capitano della Juve dal ritiro dell'Italia: «Non capisco perché non venga riconosciuto a questa squadra quello che sta facendo sul campo. Il mister? Resterà con noi fino alla fine di questo progetto. In Europa non so se vinceremo ma l'obiettivo è farsi rispettare da tutti. Totti? Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe che continua a giocare a livelli formidabili come sta facendo quest'anno Francesco, è giusto che il ct non voglia precludere nulla a uno che fa la differenza e ti può far vincere la partita»

Buffon: Juve, Conte resterà. Champions? Ci rispettano
ROMA - Gianluigi Buffon esalta la Juventus. Il capitano bianconero e dell'Italia dal ritiro azzurro celebra la stagione della Juve e sottolinea come sia incomprensibile il fatto che i grandi risultati sul campo non siano riconosciuti da tutti: «In questo momento stiamo facendo benissimo sul campo eppure non ce lo riconoscono. Conte? Resterà juventino e non si fa condizionare da agenti esterni. Champions? Non so se la vinceremo, ma abbiamo anche come obiettivo quello di farci rispettare». Poi il capitano azzurro precisa il concetto: «Non credo ad un addio di Conte, il legame tra lui e la Juve è troppo forte, finchè non riterrà concluso questo progetto sportivo non penso che il nostro allenatore prenderà in considerazione altre alternative». Sempre su Conte Buffon si lascia andare esprimendo un giudizio importante: «Io ho avuto la fortuna di avere sempre il top come allenatori - ha proseguito Buffon -, lui è il primo per bravura. Quando vedo che lui non è tra primi dieci allenatori in Europa non sono d'accordo, lui non è inferiore a nessuno. E non penso che ci sia il rischio di perderlo anche pensando alla sua sempre maggiore ambizione, alle sue eventuali ulteriori richieste di potenziamento della squadra. Conte non ha bisogno di questo tipo di escamotage, tra lui e la società c'è un rapporto talmente limpido che non credo che arriverebbero a certe conclusioni».

SONDAGGIO: HA RAGIONE BUFFON QUANDO DICE CHE CONTE È IL MIGLIOR TECNICO CHE HA MAI AVUTO IN CARRIERA? VOTA!

BUFFON SUI POLITICI E IL PAPA - C'è spazio anche per l'attualità tra i discorsi del capitano della Nazionale e della Juventus Gigi Buffon, in ritiro a Coverciano. «Lo stop del Coni alle tessere omaggio ai politici? Ho letto, è un discorso che non ho approfondito ma credo si un segnale. Come quelli - ha poi aggiunto Buffon - venuti dal Papa nuovo. Sono segnali molto belli, fa bene pensare che ogni tanto ci siano segnali di discontinuità, vuol dire che ogni tanto ci si ferma e si pensa». Sulle recenti elezioni, lui che non aveva nascosto nei giorni precedenti di stimare Mario Monti, ha osservato: «Il voto del popolo è sovrano e ci si deve attenere. Quello che è accaduto è specchio del nostro paese: , se poi siamo contenti così e riteniamo giusto andare avanti in questo modo, allora andiamo avanti così».

BUFFON SU TOTTI - Altro tema del giorno dal ritiro della Nazionale è il ritorno di Francesco Totti in azzurro. Anche Gianluigi Buffon dice la sua su questa eventualità: «Lo spogliatoio per quel che riguarda le decisioni di un ct non deve dir nulla, sono responsabilità' specifiche di chi guida la squadra - ha spiegato il numero 1 della Nazionale e della Juventus - poi se si parla di un ragazzo come Francesco, allora dico che lui ancora oggi è uno di noi. Con qualcuno di noi, me compreso, sin dall'Under 15 Totti ha condiviso questo tipo di avventura e per me saràsempre un mio compagno di Nazionale. Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe che continua a giocare a livelli formidabili come sta facendo quest'anno Francesco, è giusto che il ct non voglia precludere nulla a uno che fa la differenza e ti può far vincere la partita. Mi sembra giusto per un ragazzo che sta scrivendo la storia del calcio italiano».

 
 
 

Pogba: «Francese e juventino nella scia dei grandi»

Post n°7059 pubblicato il 19 Marzo 2013 da nadir63l
 

Il centrocampista della Juve: «Platini, Zidane, Trezeguet: guardo a loro. Questa prima convocazione è emozionante, ma deve esere soltanto una tappa di un lungo percorso. Non voglio fare come quei giovani che si montano la testa e spariscono subito dai radar»

Pogba: «Francese e juventino nella scia dei grandi»© Foto Pegaso
PARIGI (FRANCIA) - Duecento metri sotto la pioggia, per raggiungere il castello di Clairfontaine. Paul Pogba ha iniziato il suo primo giorno da giocatore della nazionale francese come se fosse ancora uno dei ragazzi della squadra Under 20. In pratica il neo-galletto lascia la macchia nel parcheggio riservato alle squadre giovanili e poi cammina fino all’ingresso principale dell’altro stabile, quello dove alloggiano i grandi. Dopo qualche consiglio, saggio, di Philippe Tournon storico addetto stampa della nazionale francese, Paul si concede qalche risata con i pochi compagni che consce già: Evra , con lui a Manchester, e Varane con cui ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili.

PAROLE DA GRANDE - Nel pomeriggio, dopo la conferenza stampa di Deschamps , è toccato al giovane bianconero prendere la parola davanti ai giornalisti. «Il primo pensiero? La mente è tornata al mio primo giorno in Under 16 - ha confessato Pogba -. Mi sono detto che quella di oggi era solo una nuova tappa e il buon lavoro fatto fino ad adesso non è ancora finito». Nonostante Deschamps lo neghi a più riprese, in Francia tutta l’attenzione è rivolta verso lo spareggio mondiale contro la Spagna, in programma martedì sera a St. Denis, anche se prima c’è la partita con la Georgia. Sfida complicata, perché la concentrazione dei blues rischia di essere dedicata, esclusivamente, alla partita con i campioni del mondo. Tra i pochi che aspettano con impazienza la gara contro i georgiani c’è invece proprio Pogba che venerdì sera, secondo la stampa francese, potrebbe anche partire dal primo minuto dal momento che Matuidi è diffidato: «Non penso ancora a questa possibilità, oggi sto solo muovendo i primi passi qui. Vediamo come andranno gli allenamenti e quali saranno le scelte del coach. Ovviamente sarei contento di giocare, ma anche se andassi in tribuna sarei comunque felice di questa esperienza».

NIENTE PAURA - L’emozione, dice, gli è passata subito: in 5 o forse 10 minuti. D’altronde per chi è abituato a giocare in Champions con la maglia bianconera un altro debutto, anche se internazionale, non può essere troppo spaventoso. Conte e Deschamps hanno parlato spesso di Pogba, e non si può nascondere quanta importanza ha avuto il suo maestro nella Juve nel percorso che in pochi mesi ha portato Paul a passare dallo status di promessa a quello di giovane protagonista del calcio europeo: «Se ho ringraziato Conte? Lo ringrazio tutti i giorni perché ha dimostrato di avere fiducia in me. Prima che io partissi mi ha detto che mi meritavo questa convocazione e di continuare a lavorare così». Nonostante l’amicizia che lega Conte e Deschamps, Pogba non crede di aver beneficiato di un trattamento di favore, anche perché in sala stampa tutti si ricordano ancora di quel discorso su cui i due allenatori concordano in pieno: con lui bisogna usare il bastone e la carota. «Io la prendo dal punto di vista positivo - ci scherza su il centrocampista - vogliono spingermi a dare il 100 per cento. Ci sono giovani che spariscono dopo che si sono montati la testa, quella è la strada da non prendere».

 
 
 

Nicchi, ignorante o bugiardo?

Post n°7058 pubblicato il 19 Marzo 2013 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Quando le agenzie hanno battuto la notizia, quasi non ci si credeva. Già scossi dalla notizia che er gol de Turone tanto gol non era, ci pensa il presidente Aia, Marcello Nicchi, a far crollare un’altra certezza: quella sull’ultimo uomo.

“Il mani di Zapata con il Palermo non era da rosso, ha fatto bene Peruzzo a estrarre il giallo. Lo ha detto il n.1 dell’Aia Marcello Nicchi secondo il quale l’azione contestata non era una chiara occasione da gol. “Questa è tale - spiega a ‘Novanta Minuti’ di Raisport 1 - quando un giocatore ha il pieno controllo della palla. Il rosso in questo caso era eccessivo

Bene, un po’ il regolamento lo conosciamo, ma per essere certi siamo andati a spulciare tra le pagine del manuale stilato nel 2011 e consultabile su Internet al seguente indirizzo http://www.aia-figc.it/download/regolamenti/reg_2011.pdf

Innanzitutto, che cosa è il fallo da ultimo uomo e come va punito chi ne è colpevole? “Impedisce un’evidente opportunità di segnare una rete ad un avversario che si dirige verso la porta, commettendo un’infrazione punibile con un calcio di punizione o di rigore”.

Ritornando sull’episodio di Zapata, leggiamo cosa dice lo stesso Regolamento: “Tuttavia un calciatore sarà espulso se impedisce la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete toccando volontariamente il pallone con la mano. La sanzione non è dettata dal fatto che il calciatore ha toccato volontariamente il pallone con la mano, ma dall’intervento inaccettabile e sleale che ha impedito la segnatura di una rete alla squadra avversaria

Nicchi giustifica la decisione di Peruzzo sostenendo che il giocatore del Palermo non era in possesso della palla. Ecco cosa dice il Regolamento nel spiegare quale debba essere uno dei criteri per valutare se il difendente si macchia di fallo da ultimo uomo su chiara occasione da rete: “La probabilità di mantenere o entrare in possesso del pallone

E’ una questione di logica e di buon senso, perché altrimenti qualsiasi difensore potrebbe falciare, malmenare l’attaccante chi si sta lanciando verso la porta a patto che non sia in possesso della palla.

Insomma, Nicchi prova a metterci una pezza, ma ne esce male. Malissimo. Come un tifoso da Bar Sport che non conosce il Regolamento del Calcio

Il sospetto che il presidente dell’Aia menta sapendo di mentire è molto molto forte. Si fa decisamente migliore figura ammettere l’errore piuttosto che arrampicarsi sugli specchi rischiando l’osso del collo pur di salvare quello che non può essere difeso.

 
 
 

     

 

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