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Messaggi del 07/05/2013

Conte a Bergamo con 21 giocatori: fuori causa Buffon, Barzagli, Asamoah e Bendtner

Post n°7147 pubblicato il 07 Maggio 2013 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

E' stata appena diramata la lista dei convocati bianconeri per la sfida contro l'Atalanta, in programma domani sera allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo. E si registrano alcune inattese defezioni: rispetto all’ultima uscita contro il Palermo, mancheranno lo squalificato Pogba, oltre a Bendtner, Barzagli, Buffon e Asamoah. Il danese - riporta il comunicato della Juventus - accusa una lieve contrattura dei flessori, il difensore un’infiammazione al tendine di Achille sinistro, il portiere un’infiammazione tendinea all’adduttore sinistro e il ghanese una lesione di primo grado al bicipite femorale destro.

Sono 21 i giocatori a disposizione di Conte. Ecco l'elenco completo:

3 Chiellini
4 Caceres
8 Marchisio
9 Vucinic
11 De Ceglie
12 Giovinco
13 Peluso
18 Anelka
19 Bonucci
20 Padoin
21 Pirlo
23 Vidal
24 Giaccherini
26 Lichtsteiner
27 Quagliarella
30 Storari
31 Branescu
32 Matri
33 Isla
34 Rubinho
39 Marrone

 
 
 

Tuttosport - Prioreschi: "Gli Scudetti della Juve sono 31, lo dice una sentenza.

Post n°7146 pubblicato il 07 Maggio 2013 da nadir63l
 

 E a Napoli ne vedremo ancora delle belle..."

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervistato da Tuttosport, l’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore di Luciano Moggi nel processo penale di Napoli su Calciopoli, ha spiegato perchè gli Scudetti della Juventus sono 31 e non 29: "La Juventus ha fatto bene a festeggiare con il numero 31. E non solo perché gli scudetti sono quelli vinti sul campo e le feste del 2005 e del 2006 nessuno potrà mai cancellarle dai cuori dei tifosi, ma anche perché lo dice una sentenza del giudice Casoria, dove si legge che la stagione presa in esame dalle famigerate indagini è regolare. Punto. Hanno indagato un solo campionato e alla fine, nonostante una condanna per altro piuttosto controversa, il giudice ha scritto che non risultano evidenze di alterazione di quel campionato. Potrebbe bastare questo per contare trentuno scudetti, ma chi ha tempo potrebbe leggere il libro e scoprire la fragilità di un’inchiesta in cui sono saltate fuori le intercettazioni occultate, il video del sorteggio sparito, le indagini condotte in modo, diciamo, poco convenzionale. E, infine, tre sentenze che si contraddicono fra di loro: De Gregorio , nel primo grado dell’abbreviato, condanna tutti per il sorteggio truccato che la Casoria , nel primo grado dell’ordinario, dice essere regolare. Lei invece condanna per dei contatti sulle sim svizzere, che invece Stanziola nel secondo grado dell’abbreviato non ritiene sufficienti per condannare gli arbitri. Verrebbe da dire: mettetevi d’accordo! Ma la verità è che non si può, perché in questa vicenda non esiste un reato preciso, circoscritto, facilmente individuabile e soprattutto provabile in sede di processo. Così ognuno tira la materia dove gli pare".
Sul tema Calciopoli, Prioreschi ha scritto anche un libro dal titolo “30 sul campo”: "Due mesi fa lo regalai a Conte . Gli ho chiesto se era scaramantico e siccome mi ha detto di no, nella dedica ho scritto: con l’augurio che diventino 31, 32. Pensate che per presentare il mio libro vado in giro per l’Italia. Non solo Juve Club, dove in teoria uno gioca in casa, ma anche in Lions Club o Rotary, come dire... campo neutro. Il mio intervento racconta la storia del processo e vedo tifosi di tutte le squadre che si scandalizzano e mi chiedono: ma davvero hanno fatto questo? Davvero hanno fatto sparire delle intercettazioni? Davvero hanno indagato così a senso unico? Chi ha voglia di vedere la vicenda senza paraocchi, scopre delle cose pazzesche".
Tra poco si riparte con il processo d'appello a Napoli: "L’ascolto delle telefonate occultate non è mai finito, potremo ascoltarne ancora delle belle...", ha concluso Prioreschi.

 
 
 

CONTE a La Gazzetta: "Ibra, Higuain e Suarez non bastano, per vincere la Champions ne servono tanti.

Post n°7145 pubblicato il 07 Maggio 2013 da nadir63l
 

 Proposi a Secco Robben, Lennon e Walcott. Calcioscommesse? Vittima di un'ingiustizia"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Come vi abbiamo anticipato nella notte, sulle colonne de "La Gazzetta dello Sport" campeggia stamane una lunghissima intervista del giornalista Francesco Ceniti ad Antonio Conte. Ecco le parole del tecnico bianconero, pubblicata alla vigilia dell'uscita nelle librerie della sua autobiografia scritta con Antonio Di Rosa, ex direttore della rosea:


"ECCO COME HO CONVINTO AGNELLI" - Come ho convinto a Agnelli due anni fa? Le parole arrivarono da dentro. Ero un tifoso della Juve e la vedevo impaurita, una nobile decaduta che scendeva in campo attendendo le mosse dell’avversario. Mentalità da provinciale. Il rischio, dopo i fatti di Calciopoli e due settimi posti, era proprio quello. Cosa proposi? La mia idea di calcio dove il talento è al servizio dell’organizzazione di squadra.

"PROPOSI A SECCO ROBBEN, LENNON E WALCOTT" - Mi contattarono anche l'anno prima? Sì, avevo incontrato il d.s. Secco cercando di spiegare come intendevo rilanciare la Juve. Puntando sul gioco offensivo, ma con un possesso palla a partire dalla linea difensiva. E poi avendo due esterni d’attacco per sorprendere gli avversari. Avevo anche indicato dei giocatori come modello: Robben, Lennon e Walcott.... Mi proposero Diego? Mi chiesero un parere: dissi con franchezza: 'E’ un buon giocatore, ma abbiamo in rosa Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta. Io spenderei i 25 milioni in altro modo'. Sapete tutti come è finita. Se hai un allenatore che ha una precisa organizzazione di gioco, non si può escluderlo dalle scelte tecniche".

"SCUDETTI BELLISSIMI E COMPLICATI" - "Più difficile vincere o rivincere lo Scudetto? Entrambi bellissimi e complicati. Il primo era inaspettato, non eravamo favoriti e forse neppure considerati. Superare una corazzata come il Milan e restare imbattuti per un campionato è stato un capolavoro. Confermarsi non è mai semplice: gli altri ci aspettavamo, in più dovevamo gestire l’impegno in Champions.E poi c’è stata la zavorra del calcioscommesse...".

"NEGLI STATI UNITI HO CAPITO CHE POTEVAMO RAGGIUNGERE TRAGUARDI IMPORTANTI" - "Quando ho capito di poter ambire a traguardi importanti? Durante il ritiro negli Stati Uniti del primo anno. Avevo parlato alla squadra, fatto leva sulla voglia di riscossa di campioni come Buffon, Del Piero e Pirlo. E chiesto sacrifici a tutti. Senza sconti a partire dagli allenamenti. Un giorno li vedo sudare come pazzi, ma nessuno che si lamenta. Erano un po’ fiacchi, mi spiegano 'Mister, fa troppo caldo'. Non ci credo del tutto e allora faccio una corsetta per saggiare le condizioni. Beh, dopo 10’ a basso ritmo stavo svenendo. Sono tornato negli spogliatoi e ho fatto i complimenti a tutti per l’impegno nonostante il clima infuocato".


"BAYERN MODELLO DA SEGUIRE" - "Ci vogliono almeno un paio d’innesti importanti per competere in Europa? Ai miei giocatori sarò grato a vita. Di certe cose, poi, è giusto parlarne con la società. Quando sento certi commenti mi viene da ridere. Tipo: 'Alla Juve bastano due acquisti per vincere anche la Champions'. Sarebbe un discorso superficiale e presuntuoso. Ma di cosa stiamo parlando? La realtà è diversa: negli ultimi anni la vetta si è allontanata. Il ranking Uefa lo dimostra. Se ci vorrà del tempo per vedere una nostra squadra vincere in Europa? Spero di no, ma il rischio c’è se non si lavora in un certo modo. Non è solo una questione economica. Certo, i soldi aiutano a vincere, ma non bastano. Il modello da seguire è il Bayern: un progetto serio iniziato anni fa con Van Gaal, passato anche da sconfitte brucianti che hanno alimentato la ferocia dei calciatori. Alla base di ogni successo c’è: una organizzazione di gioco, una società disposta a seguire una strada precisa con investimenti mirati e una gestione oculata del vivaio. Solo così si può invertire la rotta. Il problema è che viviamo di ricordi.... A che cosa mi riferisco? Devono migliorare tutte le componenti del nostro calcio. Scendiamo sul pratico: ho sentito Robben l’altro giorno dire: 'La nostra è stata una vittoria di squadra'. Ha capito, Robben è un talento puro. Come Ribery. Eppure si sono messi al servizio della squadra. E’ l’organizzazione di gioco che esalta il talento, purtroppo da noi questo è un pensiero di minoranza. Si dice: 'l’attaccante non deve stancarsi con il pressing altrimenti non è lucido in area, il 10 deve essere libero da ogni marcatura e tutto ruota intorno a lui'. Non è così, almeno per me. E mi pare che questo possa essere un modello vincente".


"I COMPLIMENTI DI ZEMAN MI FANNO PIACERE" - "Zeman dice che il Bayern è la squadra più forte d’Europa ed io l’allenatore migliore in Italia? Sul Bayern sono d’accordo. I complimenti fanno sempre piacere, specie da Zeman che non fa sconti a nessuno. L’ho votato per la panchina d’argento: a Pescara ha fatto un gran lavoro".


"I MIEI ELOGI A..." - "Un collega che in questa stagione merita i miei elogi? L’Udinese perché Guidolin riesce ogni anno a fare i miracoli, nonostante le tante cessioni, sono sempre lì a dare fastidio alle grandi e lo fanno attraverso una identità riconoscibile. Non è un caso, insomma. E poi la Fiorentina: con Montella alla prima stagione sta facendo molto bene. In Europa? Tanto di cappello a Heynckes: ha vinto la Champions con il Real nel 1998 e praticava un calcio diverso. Ma non è rimasto fermo a quel sistema. Se mi piace molto il gioco del Bayern? Sì, è molto simile alla mia idea di calcio. Con gli esterni a far male e una organizzazione perfetta in ogni reparto. Se Guardiola porterà il modello Barcellona? Credo di sì. Sarà una bella sfida. Guardiola è tra i migliori allenatori in circolazione. Altri nomi? Mourinho: riesce ad avere il 100% dalla squadra. L’Inter del triplete era un grande esempio di forza, abnegazione e volontà. Lui l’ha portata al massimo, andando via all’apice di un ciclo. Quello del Barcellona è chiuso? Iniziamo col dire che ha vinto comunque la Liga ed è arrivato in semifinale di Champions. Considerarli al capolinea mi sembra esagerato. Certo, di recente sono molto Messi-dipendenti".

"SCUDETTI E QUARTI DI CHAMPIONS NON ILLUDANO, DISTANZA DAL BAYERN è AMPIA" - "In confronto al Barcellona, noi abbiamo fatto un figurone col Bayern? Mi hanno accusato, dopo il 2-0 di Monaco, di rassegnazione. No, ero solo sereno. Avevamo incontrato una squadra più forte. Ai miei giocatori non potevo chiedere di più. La distanza è ancora ampia, si può recuperare a patto che si facciano i giusti passi. E noi abbiamo bruciato i tempi. Questo è un rischio: non dobbiamo illuderci dopo i due scudetti e i quarti in Champions. La strada è lunga".


"INFLUENZATO DA SACCHI, LIPPI E TRAP" - "L'allenatore che mi ha influenzato di più in Italia? Arrigo Sacchi. Il suo Milan ha fatto la storia e tracciato una via importante: la squadra sopra il singolo e non viceversa. L’ho avuto in Nazionale e mi ha aperto la mente. Lippi e Trapattoni mi hanno insegnato tanto riguardo alla motivazione e gestione del gruppo".

"MARADONA IL PIU' GRANDE" - Il giocatore più forte in assoluto? Parlo degli ultimi 30 anni: Maradona, l’ho anche marcato. Uno spettacolo: negli occhi aveva ancora la felicità di un bimbo che gioca per la prima volta. Poi Messi. E Ronaldo, il Fenomeno dell’Inter".

EL SHAARAWY GIOCATORE TOTALE, INSIGNE UN TALENTO, CAVANI STRAORDINARIO" - "Come siamo messi in fatto di giovani? Direi bene. Credo che l’Under 21 possa vincere l’Europeo. E anche la Nazionale ha un gruppo importante. Un nome? El Sharaawy: un giocatore totale, capace di attaccare e difendere. Cresciuto tantissimo e con ampi margini di miglioramento. E’ un patrimonio del nostro calcio. Altre investiture? Insigne, talento di strada come Cassano e Miccoli. Può sempre fare la differenza, creando superiorità. Il nome di un giocatore per questo campionato? Tutti quelli della Juve. Al di là della mia squadra, invece, dico Cavani: un attaccante così completo è difficile trovarlo".

"CALCIOSCOMMESSE, CICATRICE PROFONDA. HO SUBITO UN'INGIUSTIZIA" - "Quanto sono stati difficili i 4 mesi senza panchina per la vicenda scommesse? E' una cicatrice profonda. Quello che mi ha fatto più male è stato leggere articoli che davano per finita la mia carriera, avallando accuse prive di senso. Chi mi conosce sa che non accetterò mai compromessi. Alla fine ho subito una ingiustizia, senza prove. 'Non potevo non sapere'. Faccio felice Crozza: la parola 'agghiacciante' ha fotografato bene il mio stato d’animo".

"ECCO PER HO LASCIATO L'ATALANTA" - "A Bergamo diedi le dimissioni proprio perché non le andavano alcune cose? Sono convinto che ci saremmo salvati, ma quando ho capito che potevo essere un problema mi sono fatto da parte. Peccato, perché la tifoseria è calda, vicina alla squadra, proprio come piace a me".

"LECCE? NESSUN RIMPIANTO" - "Rimpianti per il mancato feeling con Lecce? No, sono fatalista: doveva andare così. Mi hanno accusato di cose non vere, ho cercato di spiegarlo anche nel libro".

"DO VALORE AI SOLDI" - "La situazione del Paese? Io fortunato? E’ vero, sto bene e potrei togliermi degli sfizi. Ma non fa parte del mio carattere: non mi piace ostentare, do valore ai soldi e prima di qualunque spesa penso sempre ai sacrifici di mio padre 'Cosa direbbe Cosimino su questo acquisto?'".

"STO CON NAPOLITANO" - "Il cittadino Conte che ne pensa della situazione politica attuale? Ha ragione il presidente Napolitano: i partiti devono pensare al bene comune. Anche lì è un gioco di squadra. Per troppo tempo si è badato agli interessi personali".

"IBRA, HIGUAIN E SUAREZ NON BASTANO" - "Se resto alla Juve e quali acquisti chiederò? Ci vuole rispetto per i miei giocatori e per la società. Di queste cose parlerò con il presidente e Marotta. Sceglierne due tra Ibra, Suarez e Higuain? Ahahahahah... A loro non si può dire di no. Prenderei tutti e tre. E per vincere la Champions non bastano mica...".

 
 
 

     

 

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