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Messaggi del 19/10/2013

LIVE VINOVO - CONTE: "Vidal? Gli Chiederò il motivo del ritardo.

Post n°7291 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da nadir63l
 

  Domani match importante, il Real oggi non ha importanza. Il vero 3-5-2 è della Juve. Llorente fa progressi"

Alle 9:45 Antonio Conte si è presentato nella sala stampa del Media Center di Vinovo per l'attesa conferenza stampa della vigilia di Fiorentina-Juventus. TuttoJuve.com ha riportato integralmente e in tempo reale le sue dichiarazioni:

Buongiorno, ci togliamo subito il dente con una domanda diretta...
"Dwawawawa (Conte mima un uomo senza denti e ride, ndr)".

Quanto l'ha fatta arrabbiare Vidal e, al di là dei provvedimenti che prenderà la società, se prenderà provvedimenti anche lei, anche estremi, nel senso una non convocazione per domani.
"Mah... l'argomento Vidal penso sia abbastanza semplice, nel senso che io ancora non ho parlato con il ragazzo, anche perchè è giusto chiedere ad Arturo perchè si è presentato praticamente con giorni di ritardo saltando tutti e due gli allenamenti. Anche ieri lui non era presente all'allenamento, doveva arrivare un giorno prima e chiederò il motivo. Ancora non lo so. Quando avrò le idee abbastanza chiare, poi c'è un regolamento, ci sono delle regole e le faremo rispettare, perchè se le regole ci stanno devono essere sempre fatte rispettare, per il bene di tutti, per un esempio per tutti".

La Fiorentina veniva messa davanti in estate. Pensavi partisse meglio? Rispetto ai due anni precedenti c'è una squadra che sta andando veramente forte come la Roma. E' una pressione nuova per voi? Ti mette più ansia del solito il fatto di avere qualcuno davanti che non sbaglia mai una partita?
"Diciamo che ero stato cattivo profeta. Io ribadisco quello che ho sempre detto due mesi fa e magari da qualcuno veniva preso in maniera... come se voessi mettere le mani avanti o dire chissà quali cose. Ieri io ho visto due squadre fortissime, la Roma e il Napoli, che saranno protagoniste fino all'ultimo della lotta per lo Scudetto. Domani c'è una partitissima che è Juventus-Fiorentina, la Fiorentina vincendo tornerebbe a parlare anche lei di altri discorsi e l'Inter vincendo si riaggancerebbe di nuovo al treno che porta allo Scudetto. Quindi non mi porta nè ansia nè niente perchè era tutto previsto. Io ve l'ho detto con largo anticipo. Sarà una stagione molto dura, sarà una stagione durissima, sicuramente è un bene che stia accadendo questo, perchè magari se c'era qualcuno nel nostro ambiente che pensava che fosse facile o che magari andava dietro a qualche giornale o ai media che parlavano di strafavoriti  e tutto, magari sta iniziando un attimo ad accorgersi che sarà un campionato molto difficile, duro, dispendioso, dove dovremo veramente superarci quest'anno per riuscire a fare qualcosa di straordinario per il terzo anno consecutivo. Ma ribadisco, sarà moto molto difficile. Il fatto che queste squadre stiano andando così forte, magari farà aprire gli occhi a chi li teneva chiusi o per forza di cose o perchè non voleva proprio vedere. E domani il match con la Fiorentina è un match importante, perchè la Fiorentina è stata costruita per migliorare il terzo posto dell'anno scorso, è una squadra che ha fatto deglio investimenti importanti, è una società che ha iniziato un progetto bellissimo che ha delle idee, quindi complimenti alla proprietà, a Montella, ai giocatori, perchè stanno proseguendo quello che hanno fatto l'anno scorso. Quest'anno sarà più difficile anche per loro perchè la Fiorentina non è più una sorpresa come l'anno scorso e quindi chi affronta la Fiorentina la affronta con le antenne dritte".

(Domanda di un giornalista spagnolo, del quotidiano Marca, ndr). Le devo chiedere del Real Madrid, che è stato criticato molto per il suo gioco in Spagna. Tu come lo vedi in questa stagione?
"Guardi, io non voglio essere scortese perchè capisco, ma per me il Madrid, il Real Madrid, oggi, non ha importanza. Per me oggi la partita della vita, quella che è importante per noi, è la partita con la Fiorentina. Affrontiamo un match alla volta. Ripeto, non voglio essere maleducato o scortese per non rispondervi, però noi dobbiamo concentrarci sulla Fiorentina, sarà un match molto molto duro e dopo al novantesimo inizieremo a pensare al match contro il Real Madrid".

(interviene un giornalista del quotidiano spagnolo AS, ndr) Volevo chiederle su una questione tattica. La Juve gioca con un 3-5-2 che è molto di moda, anche in Italia, lo utilizza anche la Fiorentina. Come va la Juve con questo sistema? Come lo utilizza? Come attacca e come difende? Perchè è così di moda in Italia?
"Sì, anche se bisogna fare secondo me un bel distinguo tra il nostro 3-5-2 e tanti 5-3-1-1, perchè dipende come lo utilizzi questo modulo. Questo è un modulo che può diventare un modulo offensivo se tieni gli esterni alti, può diventare un modulo prettamente difensivo se li tieni tutti bassi. Quindi, diciamo che in Italia non è che tanti giocano come giochiamo noi. Nei numeri cercano di dire 'ci mettiamo come la Juventus', ma non vedo in Italia altre squadre che fanno il gioco che facciamo noi. E' un modulo comunque offensivo perchè attacchi a volte con 5-6 uomini. Per adesso ci ha dato dei risultati importanti, nella fase offensiva secondo me ti dà tante soluzioni per andare al gol. Nella fase difensiva magari ti fa abbassare un po' troppo, ma stiamo lavorando per modificare anche questo".

Quanto pesano gli infortuni di Vucinic e Quagliarella in vista del mini-ciclo che affronterete? Poi se domani potrebbe giocare Giovinco accanto a Tevez.
"Gli infortuni fanno parte di un'annata, di una stagione, quindi bisogna metterli in preventivo chiaramente quando si preparara prima della stagione la rosa da mettere a disposizione. Noi abbiamo cinque attaccanti e quindi il momentaneo stop di Vucinic e Quagliarella darà più spazio a Tevez, Llorente e Giovinco, dei quali ho grandissima fiducia, credo ciecamente in loro. Fernando sta facendo degli ottimi progressi. Bisogna affrontarli con serenità, con la serenità anche di chi sa di aver lavorato bene, con la serenità di chi sa che chi scenderà in campo sa quello che deve fare. Ci stanno gli infortuni e dovremo essere bravi a sopperire quando questi ci saranno".

Lei ha detto che è giusto pensare solo alla Fiorentina, ma volevo chiederle se mentalmente il fatto di dover affrontare una partita come quella di Madrid, che è decisiva - e magari quando è uscito il calendario si pensava che non fosse così decisiva -, rende più difficile la concentrazione per la sfida con i viola.
"Ma io penso che sia un match comunque contro una squadra forte ed è meglio che ci sia questo tipo di partita, piuttosto che magari una partita con una squadra di seconda fascia, perchè potrebbe involontariamente portare a sottovalutare il match, a concentrarsi apiù al match di Madrid. Non deve accadere questo, non accadrà, perchè c'è una bella partita, un impegno probante per noi, vogliamo fare bene e poi pensare al Madrid. L'ho già detto, mancano quattro partite in Champions, le affrontiamo nella maniera più serena possibile, se saremo bravi andremo avanti, se invece non saremo bravi applaudiremo gli altri, significa che quest'anno non saremo stati così bravi".

Antonio, a Firenze diciamo che tu non sei amatissimo dal pubblico. Sei preoccupato? Avevi letto che da quest'anno lo stadio Franchi non ha più le barriere dietro la vostra panchina?
"(ride, ndr) Se dovessi pensare il contrario, smetterei già oggi stesso di fare l'allenatore. Stiamo parlando di che cosa? Arrivano a menarmi, saltano e vengono ad assalirmi? Tanto siamo in Italia, non ci meravigliamo di niente. Siamo in Italia, è questo il calcio, lo viviamo così in maniera non bella, come lo vivono in altri Paesi. Come lo vivono in Inghilterra, come lo vivono in Spagna, in Germania, vivono l'evento, tifano per la squadra, si vince o si perde, poi tornano a casa... qui sembra di andare in guerra ogni volta. Questo è uno schifo. Cerchiamo di migliorarci da questo punto di vista. Penso che a Firenze abbiano fatto bene a togliere le barriere, consideriamo Firenze e i fiorentini molto educati, molto civili, un esempio per l'Italia. Lo saranno anche domani, sicuro".

Cosa ti sta impressionando della Roma? Avere qualcuno davanti cambia la prospettiva per  voi?
"Io la Roma l'avevo inserita tra le protagoniste, tra quelle 6-7 squadre che potevano ambire alla vittoria finale e ai primi tre posti, perchè non dimentichiamo l'importanza in Italia dei primi tre posti che danno l'accesso alla Champions League e danno la possibilità alle società di autofinanziare tante volte il mercato. No, ripeto, non sono sorpreso per niente, perchè la Roma e l'Inter quest'anno non fanno le coppe e questo sarà un grande vantaggio sotto tutti i punti di vista. Per noi deve essere uno stimolo avere qualcuno davanti che sta facendo cose straordinarie, perchè non dimentichiamo che la Roma ha fatto otto vittorie su otto, mentre noi su sette partite ne abbiamo vinte sei e ne abbiamo pareggiata  una. Così aveva fatto anche il Napoli e adesso ha perso una partita. Quindi stanno viaggiando a ritmi straordinari e strepitosi. Continuando di questo passo, noi dovremo solamente applaudire, frantumeranno tutti i record possibili e immaginabili, e cadranno tante ipotesi che magari erano state fatte questa estate in cui si vedevano altre squadre favorite. Per noi deve essere uno stimolo e la partita di ieri deve fare aprire gli occhi a chi magari li tiene ancora chiusi, socchiusi. Questa servirà ancora di più a farci tenere le antenne dritte e a farci capire che se vogliamo fare qualcosa di super-straordinario quest'anno, dovremo veramente molto faticare e sarà veramente molto molto dura, sotto tutti i punti di vista. Se saremo tutti consci di questo, io dico che le nostre possibilità aumenteranno. Se invece continueremo a tenere gli occhi chiusi, a pensare...si ma tanto prima o poi qualcuno molla, sarà durissima". 

L'invito ad aprire gli occhi mi pare più rivolto ai tuoi più che all'esterno. Hai notato forse qualcosa di particolare all'interno dello spogliatoio che non ti ha convinto?
"No, io quando lancio questi messaggi coinvolgo tutti, tutti, dal magazziniere a chi ci cura il campo, al tifoso, a  tutti. Allo staff tecnico, alla società, ai miei giocatori, a tutto l'ambiente juventino. Se vogliamo ripeterci quest'anno dobbiamo fare qualcosa di veramente straordinario ed aprire gli occhi tutti, non dare niente per scontato perchè non c'è niente di scontato quest'anno. Mi dispiace, lo sto ribadendo da due mesi, lo ribadisco, poi può piacere, può non piacere, a me non frega". 

Perchè per Llorente sta incontrando difficoltà ad entrare nel gioco della squadra? Ha giocato pochi minuti...
"Fernando non dimentichiamo che è stato un anno praticamente da turista a Bilbao, un anno in cui non solo ha giocato pochissimo, ma era anche inviso all'ambiente ed ha subito anche delle critiche pesanti. Anche dal punto di vista psicologico non è stato un anno facilissimo per Fernando. Poi siccome è un ragazzo pulito, è un ragazzo molto sensibile, penso che l'anno scorso abbiamo inciso molto in lui. Si è calato in un nuovo calcio, perchè in Italia comunque a differenza della Spagna, i difensori sono meno gentili, e quindi lui si sta ambientando sotto tutti i punti di vista, da un punto di vista tecnico-tattico, da un punto di vista dell'organizzazione di gioco, da un punto di vista fisico, e sta crescendo. Spero di portare Fernando assieme alla squadra a livelli ottimi e magari anche il ct della Nazionale spagnola possa ripensare ancora a Fernando".

Parlava di una certa difficoltà della squadra che si schiaccia in fase difensiva. Più avanti potrebbe esserci qualche correzione, magari avendo i quattro centrocampisti, Pirlo, Vidal, Marchisio e Pogba tutti insieme in campo, con una difesa a quattro o un trequartista dietro due punte. 
"Guarda, io penso che in questi due anni e tre mesi di Juventus, di aver dimostrato abbastanza elasticità e di aver adattato i miei principi, le mie idee di calcio, ai calciatori che ho avuto a disposizione. Ero partico con un'idea di 4-2-4, ero passato al 4-3-3, per poi trovare l'abito giusto, ideale del 3-5-2. Quindi non è che sono partita da kamikaze e mi sono buttato su questa soluzione di gioco. Ci siamo arrivati per gradi, trovando gli accorgimenti e soprattutto delle situazioni congeniali agli uomini che ho a disposizione. Rispetto all'anno scorso noi abbiamo in questo momento un solo giocatore che è entrato nella squadra titolare, che è Tevez. Gli altri sono sempre quelli dell'anno scorso, le caratteristiche sono sempre quelle dell'anno scorso, non è che sono cambiati o hanno pensato di fare qualcosa di diverso. Noi studiamo, cerchiamo di aggiornarci sempre e cerchiamo soprattutto di mettere i calciatori nelle condizioni migliori di esprimersi. Cerchiamo di fare del nostro meglio, è molto facile stare dietro una scrivania e mettere la formazione scrivendo i nomi. Anch'io lo posso fare, mi posso inventare tantissimi tipi di situazioni, di moduli di gioco per questa squadra: poi tra lo scrivere e il pensare, c'è il fare, c'è il lavorare con delle persone che hanno determinate caratteristiche e che in questi due anni hanno vinto, hanno convinto e hanno fatto bene. Quindi, rispetto tutti, ma cerco anche di fare il meglio sapendo che ho dei calciatori che sposano un determinato progetto. Non devo accontentare giornali o giornalisti, ma devo fare il meglio della Juventus. E cercherò sempre di fare il megliod della Juventus. Non è detto che fra 5 mesi non possa giocare con un 3-3-1-3 o 7-2-1 o 8-1-1 che mi voglio difendere. Magari faccio 1-10, attacco. Va bene? (sorride,ndr). Grazie"

 
 
 

Zoff_ Barbera e champagne

Post n°7290 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da nadir63l
 

 

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di G. Fiorito

 

 

Pietro Anastasi è il detentore assoluto del titolo di “colpevole” della mia juventinità, ma non sono pochi i suoi complici e hanno giocato tutti con la Juve di Dino Zoff. A distanza di un anno dal 70° compleanno celebrato su SKY, l’ex n. 1 si toglie qualche sassolino dalle scarpe con Premium Calcio, nella trasmissione “La tribù del calcio” (Link ).

Il mitico portiere è sempre appartenuto alla schiera degli eroi silenziosi per i quali parlano le gesta e le vittorie, come il compagno di squadra Gaetano Scirea, con il quale ci racconta festeggiò chiuso in camera il mondiale dell’82, perché a 40 anni reputava ridicolo andarsene a ballare. Ripercorrendo le tappe della sua carriera, si scopre che agli albori, tra Mantova e Napoli, si era intravisto il Milan, ma accadde che Alberto Giovannini, allora direttore del quotidiano Roma, di proprietà come il Napoli di Achille Lauro, si “travestisse” da presidente partenopeo e lo strappasse alla concorrenza per 120 milioni di lire. Ci vollero 5 anni e 143 presenze all’ombra del Vesuvio prima che nel 1972 gli orizzonti di Zoff venissero a coincidere con quelli bianconeri, mentre Dino si era già laureato campione europeo nel 1968 con la nazionale azzurra.

Dino Zoff ha vinto con la Juventus tutti i suoi titoli di club, come calciatore, nel ruolo solitario ed enigmatico del portiere e come allenatore. 6 scudetti, due Coppe Italia, la prima Coppa Uefa vinta dai bianconeri, l’edizione 1976/77, ancora oggi ricordata per essere l’unica vittoria internazionale mai ottenuta da una compagine interamente composta di giocatori nazionali. Nel 1988 lasciò la panchina della nazionale olimpica per allenare la Juventus. Nelle due stagioni successive la squadra bianconera realizzò due quarti posti, ma nella stagione 1989/90 si permise il lusso di sfilare al Milan di Sacchi la Coppa Italia e di vincere la finale tutta italiana di Coppa Uefa contro la Fiorentina. Il 12 luglio 1988 la Juventus di Trapattoni allenatore e Zoff portiere era stata insignita a Ginevra della targa Uefa in quanto prima squadra europea a vincere tutte e 3 le competizioni del continente (Coppa Uefa, Coppa della Coppe, Coppa dei Campioni).

Tuttavia, con il senno di poi, abbiamo imparato a riconoscere nei colori della Juventus le sue due anime. Una vincente e protesa verso la luce. L’altra oscura e dalle tendenze autodistruttive. Con l’arguzia di chi sa centellinare i fatti essenziali di una vita in bianconero (Zoff fu portiere della Juve dal 1972 al 1983 senza mai saltare una partita di campionato), vissuta al centro dell’epopea juventina, Zoff ha fermato nel tempo un momento storico per la storia del calcio italiano ai microfoni di Premium Calcio così: “Divento allenatore dei bianconeri nel 89-90 e con una squadra modesta vinco Coppa Italia e Coppa Uefa. Pensate che stagione fu quella! Eppure, la società non mi riconfermò per puntare su un allenatore che era un prodotto giornalistico (Luigi Maifredi, ndr). Ma era una novità, portava lo champagne e allora il buon barbaresco che avevi in casa non andava più bene” . L’operazione è passata (tristemente) alla storia come progetto (non usavano ancora i francesismi) “juventusiasmante” e ha avuto come artefice Luca Cordero di Montezemolo, il quale è versato più per le scuderie dei cavallini che per quelle delle zebre.

L’ultimo tocco di fioretto Zoff lo riserva a Buffon: "Non mi offendo certo se qualcuno dice non sono stato io il miglior portiere italiano di tutti i tempi: c’è chi mi ha preferito Maifredi come allenatore, ormai non potrei più offendermi per nulla. Ma a chi sostiene che Buffon è stato un portiere più bravo di me dico di no, il più bravo sono stato io". Il mio giudizio non può essere parziale. La mia generazione è stata svezzata dalla Juve di Zoff. Siamo diventati grandi così. Peggio. Abbiamo compiuto 18 anni e superato l’esame di maturità nell’estate dell’82. Però culturalmente siamo figli di un modo di intendere la storia calato nei suoi giorni, indagato nelle vicende e nello spirito dei tempi. E sappiamo quanto sia utile il ricorso ai numeri e quanto ci metta del suo il giudizio imperfetto del cuore.

Buffon arriva alla Juve dal Parma, nel 2001 a 23 anni, insieme a Thuram, per 75 miliardi di lire, ancora oggi la cifra più alta sborsata dalla società bianconera per un calciatore. Si tratta dell’operazione più famosa della Triade, che una cosa aveva nel suo DNA: fare avverare i miei sogni. Gigi apparteneva a una famiglia di sportivi. Lo sport e il calcio credo saranno anche nel suo futuro di dirigente: nel 2012 è stato il primo giocatore in attività ad essere eletto vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ma è anche diventato azionista unico della Carrarese. In bianconero vince subito 2 scudetti e la Supercoppa Italiana, ma perde la finale di CL di Manchester contro il Milan. Con Capello in panchina vince i due titoli revocati con calciopoli e viene eletto miglior portiere del mondo per il 4° anno prima che cominci il calvario dei dolori di schiena e degli interventi. Quando risale dalla serie B è di nuovo scudetto con Conte, per 2 volte, come pure Supercoppa italiana, ma senza di lui in porta la Juve perde la Coppa Italia contro il Napoli.

E’ la nazionale l’altro terreno di scontro tra Zoff e Buffon, entrambi campioni del mondo rispettivamente nel 1982 in Spagna e nel 2006 in Germania. Zoff occupa la 47ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 Pelé ha inserito entrambi nella speciale lista dei 125 più grandi calciatori viventi stilata in occasione del centenario della FIFA. Nello stesso anno, in occasione del cinquantenario della UEFA, Zoff è stato eletto Golden Player su segnalazione della FIGC, che lo ha così decretato miglior giocatore dell’ultimo mezzo secolo. È l'unico giocatore italiano ad essere stato sia campione europeo sia campione del mondo con la Nazionale e detiene il record mondiale d'imbattibilità per squadre nazionali, non avendo subito reti per 1142 minuti consecutivi. E’ stato il primo allenatore ad aver vinto la Coppa Uefa dopo averla conquistata da giocatore. Ha allenato anche la Lazio, con 202 presenze che ne fanno ancora il ct con più presenze, nonostante si sia diviso contemporaneamente tra presidenza o vicepresidenza e panchina. Nel 1998 sostituì Cesare Maldini alla guida della nazionale, che condusse alla finale degli europei persa nel 2000 con la Francia in seguito al golden gol di Trezeguet. In quell’occasione gli toccò sorbirsi anche le critiche di Berlusconi e diede le dimissioni.

Nel 2006 Buffon non solo è stato premiato dalla FIFA come miglior portiere mondiale, ma si è classificato 2° dopo Cannavaro, vincitore del Pallone d’Oro. L’IFFHS lo ha decretato miglior portiere del decennio 2000/2010, del venticinquennio 1987/2011 e del XXI secolo. 137 presenze ne fanno il calciatore con più presenze nella nazionale azzurra. Considerato uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, il Sun lo ha inserito nella squadra ideale del decennio nel 2009.

Forse i piatti della bilancia si equivalgono. Zoff non mi ha mai deluso sul piano caratteriale e ancora oggi rappresenta per me i valori della Juve al più alto grado. Buffon ha ceduto a qualche caduta di stile. Non ha mai, a mio avviso, indossato la fascia di capitano con quel carisma nobile, solido, innato, eppure coltivato con fatica quotidiana che avevano gli uomini del Trap.

Ma c’è una cosa nella biografia di Buffon che non si trova in quella di Zoff. Nel novembre del 2006 la Juventus decise di acquistare una pagina dei tre massimi quotidiani sportivi italiani (Tuttosport, La gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport) e vi fece scrivere: “La tua maglia dice chi sei. La società, i compagni, i tifosi e i partner ringraziano Gigi Buffon per essere ancora e sempre il loro numero uno”. (
Link)

Per qualcuno questo vorrà dire un altro caso Del Piero. Quanto è difficile fare i conti con se stessi e con la propria storia. Anche per chi è abituato alla solitudine dei numeri uno

 

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