LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 18/02/2014
glmdj
di G. Fiorito
Il fine settimana trascorso è stato animato da tre episodi che hanno avuto per comune denominatore il calcio. Essi si sono sviluppati su tre piani diversi che pongono interrogativi per coloro i quali nel calcio vedono qualche cosa di più del semplice tirare calci ad un pallone: lo specchio nel quale riflettiamo la bellezza, termine recuperato recentemente grazie a un film in odore di Oscar, le interpretazioni e i malesseri della società italiana.
Immaginate l’Avvocato, Gianni Agnelli, che si scambia ingiurie con un altro imprenditore a base di epiteti a guisa di bimbi dell’asilo. E’ quanto la cronaca ha registrato tra John Elkann e Diego Della Valle (Link ), che hanno arricchito di una nuova puntata una telenovela acuitasi con il comportamento rampante manifestato all’interno dei delicati equilibri di RCS dal rampollo degli Agnelli (Link).
L’ultima parola sulla querelle che si è scatenata tra Antonio Conte e Capello l'ha pronunciata con serenità Luciano Moggi (Link ), che avendo acquisito suo malgrado un’esperienza notevole nella comunicazione, ha indicato i meriti dei due allenatori sottolineando che appartengono a due momenti diversi e importanti della storia della Juventus, senza dimenticare di mettere la lingua là dove il dente duole. Capello, strepitoso in campionato, non riuscì a conseguire in CL grandi risultati con l’armata bianconera che gli era stata messa a disposizione dalla Triade, Conte deve ancora dimostrare in Europa quello che vale. Tuttavia, è proprio necessario, dal momento che la Juventus sembra a ogni turno di campionato vanificare le aspettative delle inseguitrici, offrire continuamente il fianco alle polemiche, offrendo gratuitamente argomenti di discussione dai quali trarre nuove illazioni ai famelici professionisti dell’informazione? Fa bene al calcio che sulle prime pagine dei giornali sportivi campeggino le guerre tra personaggi del mondo bianconero che tanto ci sono cari piuttosto che le meraviglie compiute in campo da un Asamoah o da un Llorente? E perché tirare in ballo quei due scudetti scippati dalla bacheca bianconera che ogni tifoso juventino dovrebbe considerare sacri e che sono stati proprio la causa del degrado del calcio italiano in Europa? Solo nel secondo intervento a Premium Calcio Conte ha aggiustato il tiro, rendendosi conto della gaffe commessa ai microfoni di SKY, forse perché deve ancora comprendere come trattare e non farsi maltrattare da certi signori dalla parola e dalla penna velenosa mai a caccia di verità, ma ben consapevoli di come possa rendere bene un ambiente surriscaldato. A meno che dietro le quinte della società Juventus non dispiaccia questa continua baraonda alimentata da un protagonismo alla Mourinho.
L’abbraccio con il quale Antonio Conte ha protetto Giovinco (Link ), sempre più fischiato dai suoi stessi tifosi, è stato commovente anche per me che non ho mai amato questo calciatore. Il fisico non lo aiuta, ma non credo sia questa la causa che fa di lui una speranza incompiuta. Almeno stando a guardare, senza tirare in ballo il fenomeno Messi, Lorenzo Insigne. Nemmeno appartengo alla schiera di quelli che "non si fischia il giocatore con la maglia della Juve". Per l’ennesima volta ripeto che alla Scala di Milano fu fischiato Von Karajan, per aver diretto una Traviata più intima e raccolta di quanto non esigesse la tradizione. Il pubblico è pagante e per taluni il calcio è uno spettacolo e non solo una fede. Fu fischiato anche Il Barbiere di Siviglia di Rossini, essendosi ritenuta cosa troppo ambiziosa riscrivere Paisiello. Avendo posto cura all’ascolto le repliche non poterono essere esaurite.
Il problema però è serio, perché riguarda le nuove frontiere della comunicazione e dei social forum, dove ciascuno crede di esaltarsi raccogliendo spesso soltanto le peggiori istanze della comunità. Istigato da un’abitudine inaugurata dai reality e amplificata dal web. Giovinco può piacere o no. Può essere adatto alla Juve o no. E’ il calcio che non può essere il motivo perché diventi non solo il bersaglio di insolenze e offese, ma addirittura il destinatario di invettive tese ad augurargli la morte. Nessuna manifestazione di critica o di libertà di pensiero può essere accettata se portata avanti con questi metodi violenti che descrivono la cifra scarsamente umana e la miserabile dimensione culturale di chi li pone in essere. Costituisce un’autentica vergogna che i protagonisti di questi atti di inciviltà non sentano addosso l’onore e l’onere di una storia che ogni domenica cantiamo frutto di un grande amore. Appartenuta a uno stile che dovrebbe chiamarsi Juve.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3465 |
glmdj
di G. Fiorito
"Con i rossoneri, ho sempre vissuto le partite partendo alla pari, anche quando c'erano gli olandesi. Con la Juventus, invece, avevo sensazioni strane, poi è venuta fuori Calciopoli, ma allora non capivo". Nel giorno di San Valentino Bergomi si è espresso sulla sua Inter tra passato e futuro, dando l’impressione di rimanere ancorato più al primo che proteso al secondo, complici forse le solite difficoltà economiche ereditate da Thohir.
Nell’arco degli otto anni che ci separano dalla primavera estate del 2006, che sconvolsero il mondo del calcio italiano, siamo in tanti ad aver capito molti aspetti documentati di uno scandalo che i commentatori di parte nerazzurra amano ancora sottoporre al vaglio delle loro sensazioni, essendo restii a uscire dall’alveo di una maniacale mania di persecuzione.
Il 5 maggio 2002 avevamo già capito che l’Inter non era capace di vincere uno scudetto nemmeno a biscottarlo, cioè a farselo regalare. Il 25 maggio 2006 abbiamo saputo che il passaporto di Recoba era stato falsificato e che il calciatore aveva patteggiato con Oriali una pena di sei mesi convertita in una multa di circa 24 mila euro. Nel settembre 2006 abbiamo saputo da Sabelli Fioretti e Beccantini che Moratti aveva loro confermato in due differenti interviste che la security di Telecom (da lui indicata con un generico qualcuno) aveva operato spionaggi illegali nel mondo del calcio (avremmo poi visto Vieri vincere una causa contro l’Inter di Moratti) e lui non aveva cercato di impedirlo. Questi ed altri spionaggi erano costati la vita ad Adamo Bove, il responsabile tecnico delle intercettazioni illegali. Sempre in piena calciopoli, il 30 giugno, l’Inter aveva dato un’aggiustatina ai bilanci passivi, in seguito prescritta sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva, come il Milan. Con tanto di dichiarazione del pm Nocerino che asseriva che la società della quale Moratti deteneva allora le quote di maggioranza, non avrebbe avuto i parametri sufficienti per iscriversi al campionato 2004/2005 vinto a tavolino e scippato alla Juve sul campo. Il 4 luglio 2011 Palazzi ha dichiarato prescritti alcuni presunti illeciti grazie ai quali l’Inter ha vinto 5 scudetti e vanta un triplete.
Come riporta fcinternews.it (Link ), Fiorentina Inter dello scorso venerdì 14 febbraio, sarebbe stata caratterizzata come accade spesso, da alcuni episodi dubbi, rilevati da Sportmediaset: “non c’è fuorigioco nel primo gol di Palacio, regolare. E’ invece leggermente in fuorigioco Icardi sulla rete dell’1-2. Ci sarebbero due rigori per la squadra di casa, il primo per trattenuta di Kuzmanovic su Joaquin allo scadere del primo tempo. Poi all’80’ per il gioco pericoloso di Hernanes su Ilicic”. Dai microfoni SKY Bergomi avrebbe commentato che l'Inter sarebbe stata premiata dagli episodi avendo giocato meglio della Fiorentina. Saranno i viola autorizzati ad accusare sensazioni strane la prossima volta che si ritroveranno contro i nerazzurri? Per contro: le sensazioni che il povero Bergomi calciatore, almeno fino al 1999, anno in cui ha dismesso le scarpette per indossare i panni di opinionista televisivo, provava di fronte alla Juve erano solo il prodotto delle supposizioni che puntualmente si rivelavano veritiere che la squadra bianconera giocasse meglio e fosse più forte dell’Inter?
Sofismi. Che però la danno a bere a professionisti di chiara fama come Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport, grande esperto di calcio estero e unico giurato italiano del Pallone d'Oro, il quale ha twittato in risposta a un tifoso nerazzurro piccato del commento del suo giornale riguardo al fuorigioco di Icardi: "Per me ciò che conta è soltanto un fatto: ieri l'Inter ha meritato, al di là di ogni episodio. Il calcio è questo" (Link ) . Il calcio è questo, ma per la Gazzetta dello Sport, per i giornalisti, gli opinionisti tifosi e i frequentatori del bar fazioso dello sport diventa altro se il dubbio investe i calciatori juventini, ai quali non è mai lecito aver meritato, al di là di ogni episodio. Come è accaduto di recente a Tevez e Llorente in occasione dei match contro Napoli e Verona. Morale che si è allargata a un intero campionato in occasione del gol fantasma di Muntari, che Galliani e seguito hanno fatto diventare un autentico tormentone per giustificare un campionato che non è stato perso dal Milan a causa di quel singolo episodio, ma vinto dalle tante prestazioni positive bianconere.
A Bergomi ha risposto Luciano Moggi dalle colonne di Libero, ricordandogli il dovere dell’imparzialità in qualità di commentatore televisivo stipendiato: “Ci vogliamo dedicare oggi al malvezzo dell'ambiente calcistico, quello di sputtanare gli altri per giustificare i mancati successi della propria squadra o della squadra del cuore…” (Link). L’ex DS della Juventus ha tutte le ragioni di rivendicare le vittorie bianconere della Triade sull’Inter, ma non è più il solo a rimarcare la scarsa professionalità del duo Caressa Bergomi, in passato al centro delle attenzioni del pubblico juventino pagante di SKY, perché troppo schierati con l’Inter. C’è di nuovo che è Il Corriere dello Sport a tirare le orecchie ai due, stavolta tacciati di tifo rossonero: Ad un certo punto della partita ci sembrava essere finiti sul canale della telecronaca tifosa, visto che Beppe Bergomi, ex bandiera dell’Inter e Caressa, hanno commentato da tifosi del Milan. In primo luogo sul mani di Flamini dicendo subito che era involontario quando le immagini dicevano altro e dopo sull’entrata killer di Flamini su Zuniga“ (Link ).
Istituzioni. Vertici sportivi. Giornalisti. Opinionisti. Tifosi. Un gioco di ruoli che spesso si confondono, confondendo le idee, mescolando i fatti, travisando quella realtà che è tanto semplice da vedere guardando una partita di calcio e appellandosi al regolamento. Di recente Narducci, il pm di Napoli, ha parlato a “La Partita Perfetta”, in onda su Gold Tv, affermando di non aver nulla da rimproverarsi sul lavoro svolto intorno a calciopoli e avversando quelle che definisce “campagne per alcuni versi mistificatorie e per altri revisionistiche”, da noi fortemente rivendicate, arrivando a dire: “si è montata una campagna tesa a far scomparire quei fatti, attraverso parole come “farsa”, “inganno”, “menzogna” (Link).
Non ci meraviglia che fcinternews.it sia orgoglioso di scrivere i risultati di un sondaggio che ha visto impegnati tremila tifosi nerazzurri per scegliere l’erede di Branca (Link ). Se Thohir “ascoltasse nuovamente il parere del popolo interista (come accaduto nel caso dello scambio Vucinic-Guarin)”, capirebbe subito cosa fare. L’uomo più amato dagli interisti, colui che dovrebbe andare ad occupare la poltrona di DS nerazzurro per acclamazione, sarebbe giusto quello allontanato dal predecessore: Lele Oriali. A volte ci tocca davvero il destino che ci meritiamo.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3464
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Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14