LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 13/03/2014
Non è bastato un primo tempo infuocato. La lotteria degli episodi, che aveva regalato a Madama un solo gol, ha confezionato un pareggio al termine dei giochi. Il precario bottino, non implementato da altre reti, ha trascinato la Juve nel gorgo del rischio e dell’instabilità. Ne ha approfittato la Fiorentina, letale in un momento di calma piatta. Dai toni vagamente pirotecnici, il primo tempo è un calderone di occasioni. La prima, trasformata, dopo appena tre minuti: tiro di Asamoah, carambola impazzita, stoccata vincente di Vidal. Scintille e riverberi, la gara ha i vaghi contorni del focolaio. La Viola tenta la reazione spavalda, Madama è sontuosa per andatura aerobica. Asamoah, treno fumante, crossa per Osvaldo, anticipato da Savic. Allontanato il pericolo, la Fiorentina esce con coraggio dai propri reticolati difensivi. Mati Fernandez costringe Buffon alla parata, poi Asamoah pulisce l’area di rigore in rovesciata. Sul cambio di fronte, Osvaldo inventa un assist intelligente, al volo, per Giovinco, neutralizzato dalla tempestiva uscita di Neto. La Fiorentina rischia l’osso del collo, ma la traversa salva i gigliati dal tentato raddoppio di Vidal. Non che la Viola non sfiori il pareggio, anzi. L’ultimo brivido della prima frazione recita i connotati di Borja Valero: una sua conclusione, deviata, per poco non beffa Buffon. Montella cambia ad inizio secondo tempo: fuori Fernandez, vittima di un infortunio, dentro Ambrosini. La stanchezza attanaglia le gambe dei calciatori. Ritmo da camomilla, appena intramezzato da qualche scintilla improvvisa. Giovinco esce per Llorente. La Viola ha qualche singulto, represso dalla difesa della Juventus. Il peso del primo tempo ciondola sulle risorse energetiche delle due squadre come una strozzatura. Entra in campo anche Mario Gomez: fuori Matri. Detto del calo di velocità di alcune giocate, il bottino bianconero è comunque esiguo. Conte conosce l’importanza di un eventuale raddoppio. La Fiorentina, a tratti, sembra astenersi da slanci pindarici. Montella sostituisce Aquilani con Vargas. Conte fa entrare Pogba per Osvaldo. In un lampo, la partita si accende: Ilicic imbecca Gomez, abile a scattare alle spalle di Ogbonna e trafiggere Buffon in uscita. La rete arriva con la forza vigliacca del pugnale alle spalle. Esce Isla, entra Padoin. La Viola, gasata dal pareggio, tenta persino il colpaccio, ma Buffon è magistrale a deviare in tuffo un tiro di Vargas. Quando l’arbitro fischia, il pareggio sorride sornione alla Fiorentina. Gli errori hanno un prezzo, certo che sì. La Juventus l’ha pagato. Ma non è ancora finita. La corsa europea dei bianconeri passerà da Firenze. L’ultima battaglia di una guerra che vincerà chi avrà più coraggio. |
di G. Fiorito
Mariella Scirea vuol negare il nome di suo marito alla Curva Scirea. Provocatoriamente ha lanciato l’idea di chiudere le curve di tutti gli stadi agli ospiti, per togliere a tutti lo spasso di insultarsi reciprocamente. Perché, la signora l’ha sottolineato, il problema riguarda tutte le tifoserie e invece a essere monitorata è solo quella juventina. Quella che va allo stadio. Per molti di questi signori che reputano intelligente, culturalmente adeguato e normale lo sfottò all’avversario di turno in forma di invettive e discriminazioni che non sfuggono a caratterizzazioni razziali, territoriali, sessiste e di carattere, per così dire, necrologico, con particolare attenzione ai morti ignari di Superga e dell’Heysel che nulla possono più fare né per difendere le loro ragioni né la loro memoria, il resto dell’umanità consiste di pinguini. Di occasionali. Di tifosi che la Juve non sono loro.
Sia chiaro che quelli come me, che secondo la logica di qualche minoranza, non siamo la Juve perché non ci imbarchiamo anche due volte a settimana in un autobus per andare a vedere le partite, ma ce le vediamo pagando una qualunque delle tv private che ci spellano e dicono male della nostra squadra, nemmeno per sogno si sarebbero aspettati che a mettere pressione alla società per calciopoli fossero quelli della curva. Né hanno mai considerato l’idea che ad esempio fosse normale che i tifosi romanisti avessero fermato una partita raccontando alla polizia la balla che era stato investito un bambino. Allo stesso modo e anzi di più mai mi era passato per la mente che evitare che la Juve andasse in serie B potesse essere di competenza della curva, perché in grado di esercitare pressioni nei confronti della società Juventus, quella che ha incaricato alla fine dei conti nel 2006 l’avvocato Zaccone di far finta di trovare quegli illeciti che i pm non hanno potuto scovare e tuttavia i giudici hanno potuto condannare dentro i tribunali.
C’è, è inutile negarlo, un’aria strana, che rimanda a calciopoli. Si sta diffondendo un nuovo diffuso sentimento popolare che racconta, lo sta facendo in prima pagina il Corriere dello Sport, come altre testate, facendone risuonare l’eco in televisione, che gli Juventini sono razzisti, odiano gli ebrei e i neri e costituiscono il peggio quanto a esaltazione dei valori negativi della società. Naturalmente non è vero. Tutte le tifoserie si assomigliano per certi versi. Esse comprendono ovviamente gente di tutte le categorie sociali e culturali. La tifoseria juventina ha il solo torto di essere la più cospicua e di essere maggiormente rappresentata in ogni circostanza. Arriverei persino a dire che oltre che utopistica è insensata la richiesta fatta alla Curva Scirea di dare il buon esempio, perché appunto bianconera e depositaria di uno stile che i giornalisti fanno attualmente a gara per negarci a tutti i livelli. A partire da Andrea Agnelli, che è naturalmente obbligato a raccoglierne l’eredità, seppur espressa con accenti diversi dal padre e dallo zio, rispettivamente il Dottore e l’Avvocato.
I tifosi juventini che hanno esposto lo striscione sulla tragedia di Superga non sono migliori né peggiori di quelli viola che hanno viaggiato su un autobus contrassegnato dal numero -39 per recarsi allo JS a vedere Juventus Fiorentina. La differenza consiste nel fatto che i primi sono stati individuati dalle forze dell’ordine e sono andati incontro alle legittime sanzioni previste che hanno meritato. I secondi forse subiranno le stesse conseguenze.
Sicché ancora una volta ci ritroviamo ad assistere a una campagna mediatica, degli inquirenti e dei vertici sportivi finalizzata a prendere la Juve ad esempio per far capire agli altri che certe cose non si devono fare e di conseguenza a danneggiarla. Quei veleni sbattuti in prima pagina che servono a rianimare un campionato ammazzato dai troppi punti di vantaggio della Juventus ne sono la prova. Tanto più che quello che viene non a caso deriso come il Corriere di Trigoria si presta al gioco per evitare di scrivere che 92 milioni di euro di passivo sono un problema per la Roma che la sconfitta patita con il Napoli ha aggravato mettendo a rischio anche la qualificazione in CL, quand’anche le sanzioni per aver sforato i parametri imposti dal fair play finanziario fossero osservati nel corso del prossimo campionato.
Il punto rimane però solo e sempre uno. La responsabilità di ciascuno di noi nel momento in cui compie un’azione. La sua capacità di discernimento. Il voler o no piegarsi alle decisioni della massa o del capo. La presa di coscienza che un tifoso è, non dico prima di tutto, né soprattutto, ma semplicemente un uomo. E che come tale non è svincolato dalle norme della coesistenza che sotto l’ombrello della legalità e dell’etica fanno di lui un individuo degno di vivere in una società civile. E’ per questi motivi che io personalmente rifiuto l’autoghettizzazione che il tifoso si impone accettando che lo stadio diventi zona franca, dove non valgono le regole. Poiché sono convinta che non è e non può essere una donna diversa da me quella che va a sedersi in uno stadio non per supportare la Juventus, ma per far valere le ragioni del tifo, che altro significato non dovrebbero avere che il sostegno tributato alla squadra del cuore.
Quella Juve che dicevo mia e da calciopoli ho imparato a dire nostra, di tutti coloro che per difenderla non hanno esitato a mettersi in gioco, dapprima con un nickname, poi col nome e la faccia propria, con la stessa foga e lo stesso entusiasmo dentro un forum oppure al bar, sul luogo di lavoro o su una spiaggia. Solo per amore.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3514 |
Con un durissimo comunicato, i Drughi, storico gruppo della Curva Sud juventina, replicano alla presidente del Centro Coordinamento degli Juventus Club Doc, Mariella Scirea, che nelle ultime aveva condannato alcuni beceri cori dei tifosi bianconeri, prospettando anche di togliere alla Curva il nome del suo compianto marito. Ecco la nota: Cara signora Mariella, |
Secondo la Gazzetta dello Sport, per stasera Conte potrebbe decidere di tornare al 4-3-3 per tenere bassi gli esterni di Montella e anche per motivi fisici, infatti Barzagli ha la tendinite oltre alla volontà di far giocare Isla e Caceres che hanno fatto bene, mentre Asamoah sara' confermato a sinistra con Marchisio favorito su Pogba e Llorente su Osvaldo per fare coppia con Giovinco. Tevez si è allenato, non c’è nessun allarme, ma non è stato convocato per l’infiammazione al tendine rotuleo che si porta dietro da tempo. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14