LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 23/01/2015
Il calcio italiano continua a perdere terreno nella speciale classifica dei ricavi che la Deloitte dedica ai principali club del calcio europeo. “Tiene” il dato dei diritti tv, ma cresce il divario commerciale e quello degli incassi da stadio. Il rapporto economico-finanziario cheDeloitte dedica ai primi 20 club europei di calcio ci consente di aggiornare le distanze fra il calcio italiano e quello europeo, improvvisando una sorta dibenchmark fra le strutture di ricavi dei principali top club. Innanzitutto vediamo le prime posizioni. Il Real Madrid comanda la speciale classifica con € 549,5 mln di fatturato, seguito dal Manchester United (€ 518 mln) e il Bayern Monaco (€ 487,5 mln). Prima delle italiane è la Juventus (€ 279,4 mln) al decimo posto, seguono il Milan (€ 249,7 mln) al dodicesimo, il Napoli (€ 164,8 mln) al sedicesimo e l’Inter (€ 164 mln) diciassettesima. Sono 8 le squadre inglesi nelle top 20, l’Italia segue con 4 , Germania e Spagna con 3, Francia e Turchia ne hanno una. E’ interessante notare che, scorrendo la classifica fino al trentesimo posto, dal 21° al 30° posto figurano ben 6 squadre inglesi su 10. Un’ascesa, quella dei club inglesi, favorita dal grande impatto dei diritti tv della Premier League rispetto agli altri campionati nazionali Ricavi raddoppiati in generale per i top club negli ultimi dieci anni. Il primo sguardo è per un confronto fra i ricavi dei top club praticamente raddoppiati nell’ultimo decennio, se è vero che al primo posto della stagione 2003/2004 c’era il Manchester United con € 259 mln, mentre dieci anni dopo troviamo il Real Madrid con € 549,5 (+112,%). Al quinto posto c’era la Juventus con € 215 mln e ora c’è il PSG con € 474 mln (+120%). Al decimo c’era il Liverpool con € 140 mln e oggi c’è la Juventus che fattura € 279 mln (+99%). Aumento ancora più contenuto per il ventesimo posto che dieci anni fa occupava l’Aston Villa con € 84 mln, mentre ora c’è l’Everton con € 144 mln (+71%). Le percentuali di aumento dei ricavi ci spiegano come il business sia sempre più concentrato nei primi 5 top club i cui ricavi sono più che raddoppiati, mentre l’aumento decresce, ma rimane significativo, scendendo nella classifica. Da segnalare che, nella stagione 2003-04, presa in esame per la comparazione, figuravano ben 3 squadre italiane nella classifica delle prime 10: il Milan (€ 222,1 mln) al terzo posto, quinta la Juventus (€ 215,3 mln) e ottava l’Inter (€ 167,1 mln). Ricavi da stadio, diritti tv e commerciali, le differenti strutture di ricavo fra i club. Il rapporto Deloitte considera i ricavi al netto delle plusvalenze e li suddivide in incassi dastadio, diritti tv e commerciali. E' interessante il raggruppamento delle prime 14 società della classifica per tipologia di ricavi. In una categoria si collocano i club che si contraddistinguono per l’equilibrio fra le differenti tipologie di ricavi. Sono Real Madrid, Manchester United, Barcellona, Manchester City, Chelsea e Liverpool. Tre club hanno il proprio punto di forza sia nei ricavi da stadio che nel commerciale, mentre risulta minore l’incidenza degli introiti dei diritti tv: si tratta di Bayern Monaco (22%), PSG (18%) e Borussia Dortmund (31%). Un club, l’Arsenal ha una struttura caratterizzata da ricavi da stadio e diritti tv, più che commerciale (solo il 26%). Lo Schalke 04 è la società che in proporzione invece sfrutta meglio il proprio appeal commerciale (il 49% dei ricavi). Nella fascia che si contraddistingue per la predominanza dei diritti tv troviamo Juventus (i ricavi tv pesano per il 55%), Milan (49%) e Tottenham (52%). Le italiane e la distanza dagli altri top club europei. Le società italiane hanno una struttura di ricavi simile fra di loro se rapportata a quella delle altre squadre europee. A sostenerle ci sono i diritti tv che contano il 49% nel fatturato del Milan, 52% per l’Inter, 55% per la Juventus e addirittura il 65% per il Napoli. C’è poi un gap interno riguardo agli incassi da stadio. La Juve incassa € 41 mln, ben € 16,1 in più del Milan, € 20,1 più del Napoli e € 22,2 mln più dell’Inter. Una differenza che non si spiega solo con i maggiori successi sul campo, ma anche con il pressoché totale sfruttamento delle risorse provenienti dallo Juventus Stadium (a cui si aggiunge lo Juventus Museum) che, nonostante conti su meno posti disponibili rispetto al Meazza e San Paolo, presenta un riempimento di oltre il 90% per le partite di campionato con 37.300 spettatori di media su 41.000 posti comprensivi del settore ospiti che spesso non si riempie. La differenza riguardante gli incassi da stadio (Juventus a parte) appare netto fra le italiane e le altre. Considerando le top 20, Milan, Napoli e Inter occupano in questo segmento di ricavi rispettivamente il 17°, 19° e 20° posto, mentre la Juventus si classifica al 13°. Non meno grave è il gap commerciale esistente fra le società italiane e le altre. Il Milan è 11° con € 102 mln, la Juventus al 13° con € 85 mln, al 16° l’Inter con € 60,4 mln, al 18° il Napoli con € 36,8 mln. Pesa su questo dato il ritardo accumulato dalla Lega di Serie A rispetto ad altre leghe. Per anni i presidenti delle società italiane hanno puntato solo alla fetta più grossa possibile di diritti tv, mentre il mare magnum dei ricavi in giro per il mondo sta indubbiamente nelle opportunità commerciali da sviluppare. Certo che per trovarle bisogna anche strutturarsi per andarle a cercare. Purtroppo, ancor oggi, manca un’ottica di sistema in questo senso, mentre, a danneggiare le entrate commerciali in casa nostra, permane un'intollerabile inadeguatezza legislativa e delle autorità di controllo rispetto alla violazione dei diritti sui marchi. Basti pensare a tutto il mercato del falso delle bancarelle che fanno affari anche all’esterno degli stessi stadi in cui si disputano le partite. La Juventus e la distanza dai principali top club europei. Rispetto alla scorsa stagione la Juventus è arretrata in classifica, scendendo dal 9° al 10° posto, nonostante i ricavi siano aumentati da € 272 mln a € 279 mln. Un risultato tanto più apprezzabile considerato la perdita dei proventi Champions League rispetto alla precedente stagione per via dell’uscita della squadra già nella fase eliminatoria a gironi. Per i diritti tv la Juventus è passata così da € 166 mln a € 153,4 mln (- € 12,6 mln). Una perdita compensata dall’aumento dei ricavi da stadio, passati da € 38 mln a € 41 mln, e dal balzo in avanti del commerciale, passato da € 68,4 mln a € 85 mln. Si tratta di risultati che nell’esercizio corrente dovrebbero essere migliorati, visto il passaggio della squadra agli ottavi di Champions e le contemporanee eliminazioni, prima del Napoli e poi della Roma, che faranno lievitare i proventi del market pool europeo di circa una decina di milioni. Dalla stagione 2015/16 ci sarà poi l’aumento (contenuto a dire il vero rispetto ai risultati) dei proventi derivanti dall’accordo con la Fiat (si passa da € 13 mln a € 17 mln annui non considerando i bonus) e quello, più remunerativo, relativo al passaggio da Nike ad Adidas come sponsor tecnico (da circa € 12 a 23 mln annui). Si tratta di elementi che fanno pensare a un futuro in crescita per la società bianconera. Il falso mito dello Juventus Stadium troppo piccolo e gli orizzonti commerciali. Per crescere la Juventus ha un’unica via: continuare a conseguire risultati sportivi vincenti sfruttandoli per crescere commercialmente. Un binomio inscindibile. Serve, in questo caso, sfatare anche la voce popolare secondo cui lo Juventus Stadium sarebbe troppo piccolo con i suoi 41.000 posti che hanno fruttato € 41 mln. La distanza è di € 88 mln dal Manchester United, di € 79 mln dall’Arsenal, di € 76 mln dal Barcellona. Una differenza che resterebbe abissale anche considerando, a spanne, uno stadio con una capienza di 10.000 spettatori in più sempre presenti (tutt’altro che scontato con l'eccezione delle partite di cartello) e un 20% in più mediamente di incassi che farebbe diminuire il gap di una decina di milioni, ma che al contempo comporterebbe superiori costi di gestione, senza considerare quello che sarebbe stato un costo superiore di realizzazione dell’impianto. Dove invece non ci sono limiti di capienza è in riferimento allo sviluppo commerciale nel mondo che attende il club nei prossimi anni. L’appeal della società bianconera è tornato agli antichi fasti e oggi l’obiettivo su cui lavorare dev’essere per forza risalire la china delle entrate commerciali cercando nel mondo prestigiosepartnership. Non considerando la diffrenza di entrate commerciali “drogate” da una sponsorizzazione sotto inchiesta UEFA per il Fair play finanziario che separa il PSG dalla Juventus (+ € 243 mln comunque sulla Juve), l’obiettivo dev’essere avvicinarsi il più possibile ai club ai vertici dei ricavi commerciali. Oltre ai francesi, sul podio ci sono il Bayern Monaco (+ € 207 mln sulla Juve) e il Real Madrid (+ € 146 mln sulla Juve). Una rincorsa lunga, quella bianconera, che potrà dare frutti migliori se il sistema Paese migliorerà rispetto alla propria situazione attuale, creando le condizioni affinché l’industria del calcio possa sprigionare nel modo migliore possibile le proprie potenzialità. Da non dimenticare che solo il calcio di serie A produce in Italia un valore vicino a € 2 mld l'anno, mentre l'indotto dell'intero movimento si stima superiore a € 6 mld l'anno. Cifre che collocano l'industria del pallone fra i comparti produttivi più importanti del Paese, tanto da meritare maggior considerazione. |
Il Gol più bello? Il primo con la Juve. Il più importante il prossimo. Non dimentico le mie radici. Torino città ideale per il calcio" Paul Pogba è negli studi Jtv ospite di Laura Barriales. Il francese sta rispondendo alle domande dei tifosi juventini e TuttoJuve.com sta riportando integralmente le sue dichiarazioni: Benvenuto Paul Pogba come va ti sei allenato stamattina? "Ciao, si si un po' stanco, però sto bene" Ti volevo chiedere o è sono le tue condizioni fisiche in questo momento? Ti senti in forma? "Sto bene, benissimo" Intanto volevo farti i complimenti per quello che stai facendo e augurarti di migliorarti sempre di più per te stesso, per la Juventus e per i tifosi. C'è da scrivere la storia in Italia e in Europa. Alla luce dei cinque punti di vantaggio sulla Roma e della partita di domenica contro il Chevo, alla nostra portata, credi che possa subentrare nella vostra testa una sorta di rilassamento? "No, non penso, perché se noi siamo una grande squadra dobbiamo pensare di finire il campionato e di essere campioni e dopo possiamo rilassarci. Ma adesso non siamo campioni ancora e dobbiamo ancora lavorare e fare meglio" A Paul vorrei chiedere l'esultanza che fai dopo il gol a cosa si riferisce? "Cambio sempre. Ma il gesto che faccio sempre è una cosa con i miei amici di Parigi, per dire che io sono sempre lo stesso e io non dimenticherò mai le mie radici. Lo faccio sempre. È che penso ai miei amici. È una cosa che faccio sempre. È un mio marchio che mi distingue". Come vedi la partita contro il Chievo? "È una partita sempre dura. La prossima partita è sempre dura, perché abbiamo vinto le ultime tre partite e può essere ancora più difficile. Sappiamo che il Chievo difende molto bene, quindi dobbiamo essere pronti. Il problema è che le squadre contro di noi si chiudono e dobbiamo fare sempre di più". Come trascorri il tuo tempo libero al di fuori del campo? E con quale compagno di squadra passi più tempo? Come ti trovi a Torino? "Mi piace riposare e guardo un po' di serie Tv come Walking Dead. Con ton ton Pat che è come mio zio Pat Evra. Come è stato a Manchester c'è il gruppo francese. Poi Fernando Llorente, lo vedo tanto. Lui è il mio professore di spagnolo. Mi piace passare il tempo con loro, a volte andiamo a mangiare, con la squadra. Penso che sia una cosa buona per il gruppo di stare tutti uniti ed è molto importante. Io mi trovo benissimo a Torino. Penso che è una città che ti fa stare concentrato sul calcio sul lavoro. A Milano ci sono troppe feste? Si ci sono tanti ristoranti, ci sono troppe cose da fare, c'è la fashion week, ci sono tante cose da fare. Torino invece è una città molto calma e va moto bene per rilassarsi e concentrarsi". Ti volevo chiedere, a tuo parere, quali sono le differenze principali tra il campionato italiano, francese e inglese? "Inizio con il francese che è il più tecnico-tattico, c'è un po' tutte e due le cose. Non è come in Inghilterra che è più fisico, c'è molta intensità, è molto tosto e mi piace questo aspetto, oltre alla cultura. In Italia è molto tattico, difendono meglio che negli altri campionati. Penso questo, perché ho giocato in tutti e tre e ho visto questa differenza". Vorrei domandare a Paul, visto che noi abbiamo un centrocampo fortissimo e sono tutti campioni, cosa ci manca per arrivare a qualificarci a una semifinale o a una finale di Champions League? "Manca... Sai per tutte le squadre c'è anche un po' di fortuna. Poi forse stiamo tutti molto bene e ci sono due o tre giocatori infortunati e cambia tutto. Penso che abbiamo la squadra per andare molto lontani. Poi il calcio è questo non possiamo dire chi vincerà. Però lo so che possiamo andare molto lontano e possiamo fare molto bene. Siete motivati? Si, sempre". Come vedi il duello con la Roma? "Non è il duello contro la Roma, è un po' contro tutti. Noi vogliamo essere davanti. Adesso siamo davanti e vogliamo fermarci davanti. Continuare ad essere primi. È questo il duello. Il duello è per noi penso". Alla Juventus ci sono due francesi che hanno lasciato veramente il segno nel cuore dei tifosi che sono Platini e Zidane. Io voglio chiederti che caratteristica di loro prenderesti, se dovessi scegliere? "Io prendo il piede di Platini. Però tutti e due sono tutti forti. La tecnica di Zidane. E la precisone di Platini". Se non avessi fatto il calciatore che lavoro avresti scelto? Magari il ballerino? "Forse si. A me piace ballare. Però non lo so. A volte mi faccio questa domanda da solo. Che potevo fare se non avevo il calcio? Non lo so. Ma forse il ballerino. Anche dopo il calcio non lo so. Il ballerino di salsa". Che musica ascolti per motivarti? "Tutte le musiche. A volte ho fatto un giro con le sudamericane, le francesi... Io faccio un po' di mix". Auguriamo a Pogba di vincere il pallone d'oro "Grazie mille". Il gol più bello e più importante? "Il primo. Il primo che ho fatto con la Juventus. Il primo che ho fatto allo Juventus Stadium contro il Napoli. Il più importante è il prossimo". Paul, hai mostrato sempre grandissima maturità ed umiltà nonostante tu sei ancora molto giovane e questo ti rende ancor più grande sia come uomo che come calciatore; questo tuo essere è dovuto più al tuo carattere oppure è l'ambiente Juve che ti ha aiutato in questo? "Io sono sempre naturale. Sono così. Sono sempre così, nella mia testa ci sono sempre tanti obiettivi. Per esempio se vinciamo il campionato ancora, ci sono altri obiettivi che voglio fare. Non siamo mai arrivati, io sono così. È vero che anche i giocstori della Juve mi hanno aiutato. L'ambiente della Juve mi aiuta sempre". Complimenti per l'umiltà. Grazie e in bocca al lupo per tutto "Grazie. Ciao" |
Glmdj
di P. Cicconofri
Il futuro del Brescia calcio sembra appeso veramente ad filo e le imminenti incombenze di gennaio (stipendi, contributi e ricapitalizzazioni) potrebbero rappresentare la fine della storica società. Il persistente problema economico e l’imminente penalizzazione in classifica non hanno fatto altro che peggiorare una situazione già difficile e proprio per questo, l’atteso risarcimento di calciopoli potrebbe rappresentare l’unico elemento di salvezza. In questo contesto troviamo, non con poco stupore, dal sito “Brescia oggi” le dichiarazioni dell’Avv. Catalanotti che riprendiamo per intero: «La crisi del Brescia Calcio è iniziata con Calciopoli. E le istituzioni calcistiche devono agire per evitare al Brescia una sorte che non merita». Lo stesso avvocato non va per il sottile ed in vista dell'odiernno giudizio della Cassazione scrive direttamente a Tavecchio, Berette e Abodi «affinchè il Brescia calcio, che versa in una situazione di preoccupante crisi, possa superare questo difficilissimo momento». «Difficilmente nella udienza in questione si potrà prevenire alla definizione del giudizio che, ove favorevole, potrebbe stimolare l'interesse di qualche investitore all'acquisizione del Brescia calcio, così risolvendo la sua attuale difficile condizione. Nel frattempo in tutti questi anni,nessuna offerta di un ristoro, anche minimo, è stata formulata da Fiorentina e Lazio (il Brescia rinunciò a suo tempo a richiedere i danni anche alla Juventus, ndr) nei confronti delle società danneggiate».«Confido che questo appello sia raccolto in primis dal presidente della Figc il quale, con l'autorità e il prestigio della sua carica potrà intervenire sulle società interessate, e comunque, nelle sedi più idonee per evitare al Brescia una sorte che non merita». (Link) Che calciopoli abbia rappresentato dal 2006 ad oggi un’ancora di salvezza per molti e per i più svariati aspetti non c’è nessun dubbio ma, con un giudizio in Cassazione non ancora espresso e con l’emergere delle molte anomalie che hanno totalmente riscritto lo scandalo, che qualcuno si aggrappi ancora alla speranza di intermediazione dei vertici delle istituzioni sportive e lo faccia pubblicamente come fosse cosa dovuta, senza nemmeno attendere l’eventuale decisione della Cassazione, è veramente aberrante. Sembra quasi che si cerchi il compromessomettendo ancora una volta in secondo piano una sentenza, anche perchè non è chiaro cosa dovrebbe fare Tavecchio; forse presentarsi nell'ufficio di Lotito o di Della Valle con cappello in mano ad elemosinare un rimborso senza che una sentenza quantomeno lo imponga? L’avvocato Gallinelli, legale di De Santis, in un’intervista rilasciata al Tempo ha dichiarato: “La sentenza d’appello ha negato il risarcimento danni alle società costituitesi parte civile. Alcune hanno ricorso in Cassazione, e almeno una di loro versa in pessime acque finanziarie. C’è anche chi specula su carriere distrutte da accuse inesistenti solo per cercare di sistemare le proprie finanze dissestate". (Link) La gestione dello scandalo nel suo complesso non ha mai dato nessuna certezza facendo emergere in modo più o meno chiaro accordi sottobanco di ogni tipo. Si è scelto chi condannare, cosa fare emergere, chi assolvere per prescrizione, chi allontanare dal mondo del calcio con norme ad hoc, chi far rientrare dalla porta principale … senza curarsi di essere almeno credibile. Un esercizio del potere senza vergogna di mostrarsi di parte. L’ultimo giudizio di Calciopoli, quello della Cassazione è atteso da molti, soprattutto da quelli che, dopo aver sfruttato lo scandalo in ogni modo, vorrebbero vedere definitivamente chiuso ogni discorso. Il Brescia è in trepidante attesa e bisognosa di soldi da versare nelle casse societarie e diffonde dichiarazioni e propone iniziative quantomeno ambigue. Lo slittamento del giudizio al 23 marzo non sarà da supporto nell’immediato alla società. Che qualcuno usi la pressione mediatica per vivacchiare fa sorridere, che venga permesso un po' meno. |
In caso di forfait Marchisio in cabina di regia con Pogba e Pereyra ai fianchi. Rientra Vidal, in attacco ballottagio Llorente - Morata Battere il Chievo e dare un alto segnale al campionato: per la Juventus il prossimo impegno casalingo con i cilvensi non è certo un impegno da sottovalutare, anzi, Tevez e soci dovranno ripetere lo stesso atteggiamento dimostrato nelle due gare ravvicinate con il Verona, uno-due micidiale, avversario al tappeto e gara in discesa. Mister Allegri intanto prepara la sfida contro la formazione di Maran, Buffon dovrebbe recuperare dall’influenza ed essere regolarmente tra i pali, in difesa il solito quartetto d’archi, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra. Un dubbio a centrocampo, come riporta Tuttosport, Andrea Pirlo è alle prese con l’influenza ed è in bilico per il match di domenica pomeriggio, se il Professore non dovesse farcela in cabina di regia ci andrà Marchisio, Pogba e Pereyra ai suoi fianchi con Arturo Vidal trequartista. Il cileno ha smaltito la tonsillite, si è allenato regolarmente con i compagni e domenica scenderà in campo nell’undici titolare. In attacco è sicuro del posto Carlitos Tevez, per l’altro è ballottaggio Llorente – Morata. El Rey Leon con il Verona è rimasto in panchina, Morata ha dimostrato di avere doti tecniche e qualità ma come caratteristiche è diverso dal collega spagnolo. Allegri dovrà decidere se affidarsi all’apriscatole Llorente oppure se mandare nuovamente in campo l’ex Real per non dare punti di riferimento alla difesa gialloblù. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14