juveland

Galliani, Galliani, che memoria corta ...

Glmdj

di S. Bianchi

“Bisogna saper perdere”, parole di Giuseppe Cassia su musica del Maestro Ruggero Cini, è una canzone presentata dal grande Lucio Dalla e dai Rokes di Shel Shapiro al Festival di Sanremo del 1967, anche se quasi tutti ricordano la versione del gruppo inglese. Dottor Galliani, allora aveva ventidue anni, non era ancora Dottore e gli intellettuali davano ancora un’occhiatina svogliata al Festival. Ma c’erano anche i jukebox, le balere… non può non averla sentita. Forse se l’è dimenticata. Il nostro glmdj.com non è YouTube, ma le parole possiamo ricordargliele. Dopo i primi due versi parlati, a dialogo, la canzoncina partiva, facile facile, educativa:

No, non puoi sempre vincere! (no, mai!)
No, non puoi sempre vincere!
Tu non devi odiarmi se lei vuole bene a me
capita ogni giorno quello che è successo a noi!
Bisogna saper perdere!
Bisogna saper perdere!
Non sempre si può vincere
ed allora cosa vuoi? ………….

Galliani, va bene che Le rode vedere la Sua ex squadra che prende a pallonate il Milan del Suo padrone. Va bene che anche Lei voleva Tevez ma il Suo padrone poteva prenderlo, nel 2012, nonostante i 100.000 euro al giorno di alimenti alla Veronica, le parcelle degli avvocati e le spesucce di altro tipo. Ora Lei s’inquieta (si fa per dire) perché il gol dell’Apache era buono, ma Lei sperava di no, voleva la conferma della moviola, ma quei cattivoni gliel’hanno fatta aspettare. Che Le restava da fare, a parte accettare una supremazia smaccata della squadra del Suo ex allenatore che stava prendendo a pallonate il povero Milan? Non se la rifaccia con la moviola, con chi la realizza e con chi ne assicura l’oggettività. Se la prenda con Zaccardo e magari lo mandi a ripetizione da Franco Baresi: come lo faceva lui, il fuorigioco non lo faceva nessuno, ci fosse o no. Bastava che alzasse il braccio e zacchete, il segnalinee alzava la bandierina. Sinergia perfetta.

Dottor Galliani: un attimo di coerenza, Cribbio! Ammesso che di coerenza possa parlarsi, visto il conflitto d’interessiche l’ha vista contemporaneamente Vicepresidente vicario del Milan, Presidente della Lega Nazionale Professionisti, e per di più culo e camicia con Fedele Confalonieri, il Presidente del Gruppo Mediaset. Chi più di Lei è stato il deus ex machina dei rapporti tra un attore (il Milan), chi fa le regole (la Lega) e chi le addomestica a proprio vantaggio (i programmi sportivi del Biscione)? Dei rapporti tra calcio e TV se n’è interessato di persona, sistemando tutto a modo perché la proprietà che rappresentava avesse il massimo dei vantaggi dal conflitto d’interessi che Lei impersonava.

E ora Lei s’inquieta (si fa sempre per dire) perché una moviola non ti mostra immediatamente che il povero Zaccardo ha poco a che vedere con Franco Baresi? Mi dispiace che Le sia andata a traverso la cena, in compenso, con la sua uscita ha fatto ingrassare dalle risate mezza Italia. Perché di sportività, Lei ne deve aver sentito solo parlare. Me lo fa pensare il ricordo di quella figura di mrd (non altrimenti definibile) che fece a Marsiglia nel 1991. Lei probabilmente ha rimosso, fa finta che Marsiglia sia un sapone, ma per noi che usiamo il bagnoschiuma, Marsiglia è una città, sede di una partita di ritorno dei quarti di Coppa Campioni. Il Suo Milan stava perdendo uno a zero contro Olympique e Lei ritirò la squadra per un black-out parziale dell’impianto, allo scopo di ribaltare il risultato e vincere tre a zero a tavolino. Ma il Diavolo (non quello rossonero) insegna a fare le pentole ma non i coperchi e l’UEFA il tre a zero lo sancì, sì, ma per i francesi, squalificando inoltre il Milan per un anno.

Dottor Galliani, lo so che è un momentaccio e che Braida non c’è più a farvi il mercato, ma questa volta ha proprio esagerato. Sportività: zero; memoria professionale: zero; senso del ridicolo: zero. Si compri un CD con le vecchie canzoni dei Rokes. Oltre alla citata “Bisogna saper perdere” troverà sicuramente anche “Che colpa abbiamo noi” e “C'è una strana espressione nei tuoi occhi” (scusi il “tu”, ma questo era il titolo).

http://www.giulemani...lio.asp?id=4081

Nedved č una Furia: «Juve forte e odiata»

Il consigliere di amministrazione bianconero: «Quando domini il calcio italiano per tre anni e mezzo finisci per farti dei nemici»

• Nedved a Vinovo
• «Gli attacchi ci caricano»

© LaPresse

TORINO - «Quando domini il calcio italiano per tre anni e mezzo finisci per farti dei nemici». E Pavel Nedved pronuncia queste parole con l’aria di chi fa volentieri a meno degli amici se si tratta di allungare quel dominio e, magari, estenderlo all’Europa. Come ha detto di lui Raiola è «diventato più juventino degli juventini, incarnando in pieno lo spirito del club». Così, anche quando torna in patria - per gli obblighi di rappresentanza per l’Europeo Under 21 di quest’estate, finisce per parlare della cosa che gli sta più a cuore. 

CI SIAMO ABITUATI - Soprattutto se pure nella Repubblica Ceca è arrivata l’eco delle assurde polemiche seguite a Juventus-Milan: «Siamo abituati a essere attaccati», ha sorriso Nedved: «Ci attaccano in campo e fuori, adesso avete visto che ci ha provato il Milan... Io credo che la Juventus abbia la squadra più forte e lo provi ogni volta che scende in campo, ma questo sembra non importare molto nella battaglia che si svolge fuori dal campo. Spesso sono le tv, ma non voglio immischiarmi in questa faccenda. Resta il fatto che noi siamo in testa da tanto tempo e voglio trascinarci giù e provano a farlo in tutti i modi possibili. Tuttavia siamo forti abbastanza per gestire questa situazione». Anche perché Nedved non è mai stato il tipo da tirare indietro la gamba, come aveva già dimostrato nel rintuzzare le accuse di Totti a ottobre. 

LA ROMA - E a proposito di Totti, il consigliere di amministrazione bianconero parla anche di campionato: «Siamo ovviamente soddisfatti dei sette punti di vantaggio sulla Roma, anche perché ormai siamo nella seconda parte del calendario, ma la Champions League è dietro l’angolo ed è estremamente impegnativa per qualsiasi squadra. Lo si può riscontrare nei risultati di molte squadre che sono impegnate in Coppa e in campionato: il rendimento spesso finisce per risentirne. Dobbiamo restare concentratissimi fino alla fine». E un trucco, per Nedved, c’è: «Non dobbiamo mai pensare troppo al vantaggio che abbiamo sulla Roma e affrontare ogni partita come se fosse l’ultima e decisiva per lo scudetto. Anche perché sette punti sono fondamentalmente due partite perse... Basta poco per mandarli in fumo».