Post n°404 pubblicato il 13 Marzo 2008 da laancella
È tornata la magia. La magica sensazione di essere in un posto bellissimo con un orizzonte infinito, oltre questa linea segmentata di tetti e di antenne. Nitido un sorriso di luna sbieco nel cielo ricamato da stelle, troppe stelle, come fosse estate al mare, un ferragosto immaginario, solo lassù, solo per me, solo in questa frazione di attimo che alzo gli occhi e lo vedo. Lo respiro dal naso al cuore e si diffonde nel sangue e mi sento bene. Felice in quel frammento di tempo che la mente inventa.
Post n°403 pubblicato il 10 Marzo 2008 da laancella
Avrei potuto stupire con immagini sfolgoranti e musiche significanti. Che tu faccia solo quello che hai voglia di fare, Buon compleanno.
Post n°402 pubblicato il 09 Marzo 2008 da laancella
Deliziosa allegrezza che cancella il cielo senza colore e lo trasforma nel sipario di un teatro dell’immaginario. Un pomeriggio ed una sera da regalarmi. Ritrovare il punto di contatto tra le storie che ruzzolano nella mia testa e la tastiera. Fregarmene del tasto che manca. Fregarmene di tutto che non sia quello che voglio veramente fare. Ecco. Oggi. Solo oggi mi accorgo che domani non sarà lunedì, ma una domenica in cui il tempo rabbioso e tirato se ne starà buono e zitto in un angolo nell’attesa che io lo consumi. E lo consumerò con la lentezza e la piacevolezza dei miei ritmi e non dei suoi. Sotto a questo mio scrivere suona la musica di Bregovic che mi ha regalato G. e l’ascolto per la prima volta. L’altro pensiero che si innesta su questi è il bisogno fisico di darmi spazio. Dovrò aspettare lo scorrere di questi quattro anni e l’unica cosa che posso fare è prepararmi a realizzare quello che non è più un sogno, ma un vero progetto. Adesso scrivo, non so che cosa, ma le mie dita lo sapranno meglio di me.
Post n°401 pubblicato il 07 Marzo 2008 da laancella
Non mi piace il freddo, nemmeno a Mister Pinguin che era fuggito dal suo artico antartico per rifugiarsi in un caldo paese mediterraneo. Non gli era poi andata benissimo, perché aveva sbagliato corrente ed invece di fermarsi dalle parti del Marocco era arrivato al delta del Po. Le anguille erano buone ma faceva una gran fatica ad acchiapparle ed allora su consiglio di un gabbiano con i reumatismi per il troppo umido della laguna si era avventurato per canali e canaletti. Non sa bene nemmeno lui come e si ritrovò nel Redefossi, tra pantegane grosse come gatti e schifezze varie. Ed è lì che lo trovai, qualche tempo fa, tremante di freddo e mezzo morto di fame. Adesso sta al calduccio nella mia casa e ha imparato a bere il caffè con me al mattino, ma stamattina faceva così freddo che rimpiangeva il suo artico antartico.
Post n°400 pubblicato il 02 Marzo 2008 da laancella
... che poi oggi
Post n°399 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da laancella
A volte mi allontano e non ritrovo la strada. Ci sono labirinti di tenebra in cui i miei passi risuonano cupi e non c’è nessun altro rumore se non lo sgocciolio monotono dell’umidità. Non fa freddo, ma un tepore ovattato come un ventre materno in cui annullare gli schiaffi e gli insulti e l’aria è pesante di conosciuti odori, muschio e acqua ferma, polvere, ragni, forse topi. Non sembra possa esserci luce, eppure vedo le pietre decorate dal calcare e smussate dalle tante mani che le hanno toccate per sentirsi ancora vivi.
Dormo un po’.
Post n°398 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da laancella
Il vnrdì ch vorri (senza eeeeeeeeee) è stato quello che ho avuto. Lavoro. Casa. Amicizia. Bello. Da star bene. Anche se stanca è stanchezza positiva, quella bella che fa addormentare con le labbra stirate dal sorriso. Passare una serata con le parole e la presenza calda e confortante di persone a cui voglio bene è bene assoluto, senza bisogno di spiegazioni, semplice come il vino frizzante e freddo al punto giusto. Nulla sarei se non avessi lo specchio dell’amicizia come confronto. E poi dal lessico dimenticato è saltata fuori quell’espressione che avevi inventato con la dolcezza e l’amore tipiche del padre innamorato perso del figlio. “Cucciolo d’uomo”. Me la sono ricordata con la nitidezza di una fotografia. Aveva forse nemmeno un anno e tu alla sera, tornando da lavoro, chiedevi “dov’è il mio cucciolo d’uomo?” L’ho ricordata con serena allegria.
Post n°397 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da laancella
Scrivere senza la e, perché manca il tasto, è volato via lasciando un buco con in mezzo un piccolissimo cosino che sembra un chip e mentre scrivo devo mirarlo esattamente e calibrare l’esatta forza con cui schiacciare ed è un casino perché mentre uno scrive mica pensa che sta scrivendo una e. Scrivere senza la e, e adesso ci provo. Non si può sguir il filo logico di qullo ch si ha in tsta e proccuparsi di andar a crcar la eeeeeeee, intrromp snza possibilità di riprndr insomma è un casino quindi prfrisco non scrivrr. Bisognerebbe evitare le parole con la e…oppure far aggiustare il tasto meglio ancora comprare un nuovo pc. Imparrò a scrivrr snza eeeeeeeeeeeeee.
Post n°396 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da laancella
Il freddo è talmente secco e tagliente che mi gela i pensieri e mi rimane solo la luce sfolgorante di una luna impossibile a metà del mio cielo. La guardo e mi sembra che nemmeno sia il freddo a sciogliersi, ma forse qualcosa di più profondo e lontano. Un’ostinata voglia di cercare ancora altri pezzi di me che ho trascurato per occuparmi di incollare la quotidianità. È vero. Non c’è un arrivo, ma solo il camminare passo per passo e non importa se al buio, tra sassi e rovi, inciampando, cadendo e alzandomi, ancora una volta con le ginocchia sbucciate e le mani graffiate. Lo sguardo in alto a seguire la luna.
Post n°395 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da laancella
E chi la sopporta un’altra commissione anche stasera e poi un’altra ancora martedì e poi domani mattina un altro verbale e poi mercoledì mattina ancora un altro verbale e poi devo arrivare al 29 che porcaputtana c’è anche il ventinove quest’anno e poi FINALMENTE!!! Una settimana di ferie. Pausa. Il tempo come voglio io e per quello che voglio io.
Egoista e felice.
Post n°394 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da laancella
Il sonno stanotte è qualcosa che ho voglia di masticare come fosse una torta di mele, quelle buone che prima del sapore ne sento il profumo. Non mi capita spesso di aver bisogno di dormire nella stessa misura in cui avrei bisogno di bere. Non so valutare se questa voglia di abbandonarmi alla dimenticanza del sonno scaturisca dall’opacità di queste mie giornate. Domani non sarà una giornata opaca. Sarà colorata, luminosa e sonora. Ma oggi nel silenzio della casa e nella ripetizione dei gesti mi sento come uno straccio sfilacciato. Quando penso cose così lascio affiorare la parte screpolata di me. Esiste. Non la nego e se a volte me ne dimentico è perché quella levigata è più facile da gestire. Buonanotte.
Post n°393 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da laancella
Il pargolo se ne va quattro giorni a Londra e ne sono ultra felice, per lui che un fine settimana allungato, lontano dal solito e in buona compagnia è un ottimo ricostituente per tutte quelle parti che si consumano nell’abitudinario. E per me. Ho anche un sentimento di piccola tristezza. Come avessi due anime. Che non è una roba così strana per me, anzi due mi sembrano perfino un po’ pochine. C’è quella striata di grigi e di neri, lamentazione continua ed anche rompicoglioni che si sentirà un po’ sola. C’è l’altra, quella dai cangianti colori, che pregusta lo spazio allargato del tempo come pare a me. Perché, e non ci si può far niente, adoro il pargolo, ci vado assai più che d’accordo (anche quando ci sbuzziamo gli occhi litigando), il nostro vivere insieme è, oserei dire perfetto, ma l’idea di quattro giorni in cui cadenzo le giornate e non solo le notti sui miei estri mi riempie di allegrezza. Buon viaggio Ti voglio bene.
Post n°392 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da laancella
La domenica le strade della Città sono vuote. Un senso di disagio appena avvertibile sotto pelle. Lo inseguo dalla punta delle dita, che stanno appoggiate sul finestrino, agli occhi che si stringono nell’impossibilità di capire. La canzone di Lenny Kravitz si appoggia tra il cielo bianco di foschia e i tetti delle case. La domenica è, da che ne ho memoria, un senso di solitudine opaca. Ha la stessa consistenza della parentesi che chiude una spiegazione. E nel tempo ho imparato che più ho avuto cose belle, più il pomeriggio della domenica diventa amaramente malinconico. E di cose belle ne ho avute tante. Tante davvero. Parole. Ma non solo quelle. Le parole che raccontano, che fanno pensare, che fanno vedere da un punto di vista diverso, che rielaborano ricordi e li distendono sul tavolo tra il piatto dei formaggi, il miele ed il rosso del vino. Le parole dell’affetto e dell’amicizia. La felicità è una grande piccola cosa. E la domenica sera racchiude nello stesso spazio l’inquietudine ed il benessere. Come una parentesi.
Post n°391 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da laancella
Incolori pensieri. Inesistenti emozioni. Fiaccole spente di processioni finite. Porte chiuse di chiese cadenti. Ruderi sepolti da rovi e sterpaglia. Muschio sul muro a nord. Avvolgente grigio. Penombra della stanza. Capelli sugli occhi. Sguardo sbieco. Sibilante sospiro sommessamente soffiato aspirato inalato emesso in forma di sottile filo fumoso sinuosamente rivoltato. Pelle fredda. Guardare lontano in un oltre che è solo dentro di me sarebbe come guardare dentro di me che è un oltre troppo lontano.
Post n°390 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da laancella
Difficile in giorni come questi ritrovare il filo di quel pensiero che non mi lascia mai e che non riesco mai ad acchiappare. Troppa stanchezza che non si smaltisce nemmeno in una notte di sonno, né in un sabato e in una domenica. E non è solo la stanchezza del lavoro che quando è così intenso ed assorbente è anche bello. È una sfida al senso di sovrastante impotenza, al come posso fare a fare tutto questo? E poi il programmare per gradini e per giorni e poi arriva qualcosa che sfalsa tutto e tutto quello che ho fatto è da buttare nel bidone della carta e ricomincio da capo. Da metà gennaio a fine febbraio circa. E non è solo la stanchezza del lavoro che mi lascia con il cervello prosciugato è la stanchezza di questo cammino che certo facile non è. Da un lato ho la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta. Dall’altro ho le mille e una incertezze che questa scelta mi ha portato in dote. Non fa niente. Dentro di me so che va bene così. Dentro di me ho sogni e progetti, storie da raccontare e parole da inventare. E colori e luci.
Post n°389 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da laancella
Respiro. Aria pulita spazzata dal vento ripulita dalla malsana nebbia fresca non fredda. Voglia di essere sopra alle pesantezze. Voglia di alzare la testa e liberare il collo dalla tensione e dall’attenzione. Voglia di non guardane niente altro che questo scuro di notte per tutta la notte fino a quando il sonno prevale. Voglia del sonno da bere come acqua fredda e saziarsene e non sempre in debito con le cose da fare. Se dormo non scrivo non leggo non vivo. Ho sonno.
Post n°388 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da laancella
Non è poi così importante etichettare ogni cosa e le giornate possono essere senza nome e senza traccia ma comunque passano. Non sono mai veramente uguali una all’altra e non è nemmeno vero che non lasciano traccia. Queste sono le cose che mi dico per piangermi addosso e per far finta che la mia vita sia una pozzanghera di fango. Perché ci sono delle volte che mi piace fare la tragica e vedere le cose storte anche se sono dritte. Il tempo passando lascia una scia. A volte leggera ed impercettibile, senza quasi segnare il suo transito e sono le giornate che sembrano ieri anche se sono oggi. Ci sono giorni che intaccano con piccole incisioni la scorza dura dell’abitudine. E ce ne sono altri che nel bene e nel male incidono graffiti che restano nella memoria come le immagini rupestri delle grotte.
Post n°387 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da laancella
E va beh! Facciamo che questo sia un blog_meteo. Buonanotte.
Post n°386 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da laancella
Me ne sono accorta stamattina quando ho aperto la finestra e mi sono affacciata. Non pioveva. La luminosità dell’aria sembrava quasi fosse il sole e l’odore era buono, di pulito. L’acqua lava. Talmente ovvio che è inutile dirlo. Per me non è inutile e non è nemmeno così ovvio. L’acqua lava. Pulisce. Purifica. Come la pioggia che tanto ho odiato in questi giorni di grigio buio freddo umido e di luce sempre accesa e di non capire se era mattina sera pomeriggio notte e il fastidio molesto delle nuvole troppo basse. La pioggia lava. Ha lavato. Ed allora ci penso alle altalene del mio umore. E capisco che la stessa cosa è successa a me. Periodo di cupezza e neri pensieri e poi come una pioggia purificante i giorni del natale e il pianto di capodanno. Ho pianto in quei giorni, spesso, e lasciando che le lacrime uscissero e scendessero e mi lavassero i maligni e stupidi sedimenti di pensieri malati. Ho lasciato che la commozione mi facesse tremare la voce. Non mi sono controllata in nulla che la mia anima voleva buttare fuori. Mi sono lavata. Mi sono pulita. E siccome devo trovare una spiegazione a questo benessere in sovrabbondanza, sorrido e ripenso alle lacrime, condivise ed al bene grande che mi hanno fatto. Non era così ovvio.
Post n°385 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da laancella
Rientro. Sono stata sul balcone a fumare. Freddo e umido. E il tramonto. Dietro questo chiuso orizzonte di tetti e di antenne. Rosso. Magnifico. Ma lo immaginavo soltanto. Potevo solo vedere le grigie nubi basse colorate di rosso dove toccano i tetti e le antenne. E tra gli scarsi spazi tra questa coperta di scuro esplodevano sprazzi di azzurro. Sopra, là in alto, il cielo è limpido e sereno. Noi invece no. Buio durante tutto il giorno e la luce accesa. Voglio andare a vivere in un posto che la luce si accende solo quando viene la notte e il giorno sia luce, luminosa e purificante. Da troppi giorni e chissà per ancora quanti sono al buio. E come arriva un piccolo spruzzo di sole, come oggi e per poco tempo, socchiudo gli occhi abbagliata, manco fossi una talpa. Divento talpa. Che palle.
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