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« L'IDEOLOGIA DEI NEOCONCONSUMISMO FARMACEUTICO »

CENTRALE A BIOMASSE

Post n°5 pubblicato il 12 Agosto 2006 da lade.blog
 
Tag: Varie

>Vorrei sollevare l'attenzione su una questione che sta destando notevole
>preoccupazione nel territorio in cui abito.
Una ditta che si chiama "Unigrà"  ha intenzione di costruire una centrale a
"biomasse" della potenza di 50 Megawatt che andrebbe alimentata bruciando i
sottoprodotti di altre produzioni e principalmente con olio (di palma o di
colza) che arriverebbe tramite il porto di ravenna dalla Malesia a Conselice
al ritmo di
ca 1.600 TIR    al mese.
Notevoli preoccupazioni per la salute della popolazione sono espresse da un
comitato che si chiama CASTA
    BLOG http://castainfo.spazioblog.it  in particolare per la ricaduta
delle polveri sottili (pm 2,5) e gli effetti sulle popolazioni residenti
(non solo il Comune ma sino a Lugo e Argenta!). Vi chiedo di divulgare la
notizia (i tempi di realizzazione e decisione in regione sono stretti) e
aiutarmi fornendomi indirizzi o nominativi a livello nazionale in grado di
amplificare la notizia.
Grazie Tiziano

*** Inviato via e-mail da Tiziano Bordoni il 07/08/2006 ***

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/08/06 alle 21:41 via WEB
Effettivamente il termine "Biomasse" si presta diverse interpretazioni, in particolare con riferimenti alla normativa europea sulla questione (che l'Italia ha adeguatamente stiracchiato su quel che concerne la combustione). Non vi è traccia di questo impianto nella filosofia del Piano di Sviluppo Provinciale. Il dimensionamento a 50 Mega è quello che occorre per poter avere i cosidetti "certificati verdi" cioè vendere energia (assimilata a rinnovabile) all'E.N.E.L. ad un prezzo mi sembra 3 volte superiore a quello pagata all'energia prodotta da fossili (e finanziato dalle bollette di tutti). In sostanza, appare evidente l'intenzione di usufruire di questa normativa e del vantaggio economico derivante (mi sembra circa 8 anni). E poi? La struttura rimane. In altri casi, escludendo la demolizione dell'impianto, maturano le condizioni per una conversione, all'interno del piano Regionale per una conversione in inceneritore (meglio prevenire che curare...) Se sono chiari i benefici aziendali, meno chiaro è il beneficio per la comunità in termini economici o di salute. Torno a sottolineare che anche in incontri pubblici non ci sono state ancora risposte in merito all'impatto delle polveri sottili. L' AUSL in incontro pubblico ha prospetto un controllo di "monitoraggio" a posteriori (per verificare l'evenutale accrescersi di patologie tumorali o respiratorie ad esempio) il che ha lasciato sconcertati molti cittadini. Vorrei chiarire che non ho nulla contro le "energie rinnovabili". Ci mancherebbe! Anzi non vedo alternative. Ma che come anche Riccardo nella replica evidenzia, si parla di riutilizzo di ciò che è prodotto in loco. Non vedo un gran bilancio ambientale nella alimentazione di una centrale con oli che per giungere qui viaggiano per mezzo mondo (Malesia ripeto) non credo su mezzi alimentati a energie alternative. Qual' è l'effettiva impronta energetica di questa operazione? Chiediamo di conoscerne tutti gli aspetti e vogliamo il maggior coinvolgimento possibile di esperti in tutti i settori prima che venga presa una decisione ultimativa. Centrali a biomasse già esistono e sono "piccole centrali" (a volte comportano il teleriscaldamento e vanno a beneficio delle comunità che ne accettano la installazione) in Trentino e in altre parti di Italia. del resto nella conclusione dell'intervento Riccardo conviene con me che le centrali a cui fa riferimento utilizzano biomasse locali, di origine vegetali, caratteristiche (dimensionamento, utilizzo di materia prima locale, esclusiva origine vegetale e non termovalorizzazione) che allo stato attuale il progetto attuale Unigrà el a sua torre di 55 metri con tonnellate di emissione in aria e potenziale ricaduta su un territorio ripeto da Lugo ad Argenta non ha. Lo ringrazio per tempestività con cui è intervenuto. Tiziano
 
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