Creato da laparolamia il 17/02/2008

RICATTI esistenziali

Meglio bruciare in una coscienza ardente eppure restare in vita, piuttosto che portare dentro di sè, come un cadavere, una coscienza morta.

 

 

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frammento da East Coker

Post n°726 pubblicato il 06 Novembre 2010 da laparolamia

 

Era un modo di presentare il fatto non molto soddisfacente:
un perifrastico studio in una macchina poetica obsoleta,
che ancora una volta ci abbandona alla lotta intollerabile
con parole e i sensi.
La poesia non importa.
Non era (per ricominciare) ciò che ci saremmo aspettati.
Quale doveva essere il valore della tanto attesa,
tanto sperata calma, la serenità autunnale
e la saggezza dell'età?
Avevano ingannato noi o ingannato se stessi,
gli antenati della voce tranquilla,
lasciandoci in eredità soltanto una ricetta d’inganni?
La serenità, solo una deliberata ebetudine.
La saggezza solo conoscenza de segreti morti
senza utilità nel buio che fissavano
o da qui volgevano via gli occhi.
C’e, così ci pare,
nei migliore dei casi soltanto un valore limitato
nella conoscenze derivata dalla esperienze.
La conoscenza impone una trama, e falsifica,
perché la trama è nuova ogni momento
e ogni momento è una valutazione di tutto ciò che siamo stati.
Nuova sconcertante.
Non siamo ingannati soltanto da ciò che ingannando non potrebbe più nuocerci.
Nel mezzo, non solo nel mezzo della vita
ma tutta la vita nella selva oscura in un roveto sul orlo di un pantano
dove non è saldo l’appoggio e c’e minaccia di mostri e luci fantastiche,
rischi l’incantesimo.
Non voglio sentire parlare della saggezza dei vecchi,
piuttosto della loro follia, la loro paura della paura e frenesia,
la loro paura della possessione di appartenere a un altro, o ad altri, o a Dio.

La sola saggezza che possiamo sperare di ottenere
è la saggezza dell'umiltà: l'umiltà è senza confine.

Le case sono tutte andate sotto il mare.

I danzatori sono andati tutti sotto la collina.





Thomas S Eliot
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