« Donne | Sogno » |
Post n°21 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da befana730
Nei giorni passati, commentando nei vari blog, ho notato, che c' è una certa iclinazione alla violenza. Leggo nelle parole della gente, tanto rancore, e gli insulti dilagano come una macchia d'olio. Mi sembra quasi, che questo mondo virtuale, faccia perdere in un certo senso, il corpo alle persone, ma internet è fatto di persone. Quindi si può tranquillamente aggredire qualcuno, senza provare nessun senso di colpa, e stare male. Più le persone usano i social network e le community, più al giorno d'oggi, sale il rischio di imbatterci in grossi maleducati, che ne fanno un utilizzo distorto. Per arginare questo fenomeno, a mio parere, i siti, dovrebbero avere una policy definita e molto rigida, ossia un codice che stabilisce le regole d'uso e le conseguenti violazioni. Si legge un commento offensivo, o si viene a conoscenza di tale violazione nei confronti di qualcuno? Il moderatore, o chi per esso, ha il dovere di rimuoverlo subito. Questo non significa censurare, ma creare una Rete di qualità, sinonimo di una società rispettosa e di un minor malessere, da parte dei più sensibili. Dall'altra parte, ci vorrebbe più pazienza e senso critico. Non penso con questo post di poter cambiare il mondo, ma di aiutare a riflettere chi passa di qui. Nei giorni scorsi ho letto che Libero e Virgilio si sono uniti nella lotta contro il ciberbullismo, con un servizio attivo 24 ore al giorno. Che si stia muovendo qualcosa? |
https://blog.libero.it/larossana/trackback.php?msg=12635034
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
POST PRESENTI SUL BLOG SUDDIVISI PER ARGOMENTO
FAVOLE ALLA MIA MANIERA
SOCIETA'
PENSIERI LIBERI
ANIMALI
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: cassetta2
il 05/10/2020 alle 18:28
Inviato da: gattoselavatico
il 15/07/2018 alle 21:14
Inviato da: avvbia
il 25/12/2015 alle 20:02
Inviato da: avvbia
il 20/03/2015 alle 13:33
Inviato da: ravanar
il 05/01/2015 alle 10:08
I MIEI BLOG AMICI
- LUXDIAPHANUM dellamico Alex
- marsof73
- ITALIANOinATTESA del gattone Mario
- firemyspirit
- Mongibello
- Anima22
- zuzzurellone
- Ilmioromanzo
- Sociobiologia
- monellaccio19
- marirosario
- ROSA2010
- ignoconsapevole del cardinale Napellus
- Stimoli
- soffiodicarezze
- CrochetMother
- rita5675
- Doty
- MISTEROPAGANO
- scintillesoft
- IlCantastorie
- 12345678998765
- notiziesemiserie di Vittorio
- animadiperle di Vittorio
- womansimply di io donna
Se invece si adottasse l'anagrafe reale, cioè ad una Carta di Identità, deve obbligatoriamente corrispondere e dichiarare pubblicamente il possosso dei vari blog, come le testate giornalistiche... allora, soprattutto le "donne" smetterebbero di fare le stupide con il loro comportamento infantile da bambine invidiose, sfogando nei blog il loro malessere sociale insultando il prossimo...
Le Marinelle di turno, che qui da te, ora è come (essenza_di_follia), verrebbero facilmente riconosciute, isolate e sanzionate... così verrebbero educate al rispetto reciproco... "A mali estremi, estremi rimedi"... Sarebbe la "vera" unica soluzione...
Scusa l'intrusione... è un po' che osservo il "peregrinare" di certe "donne", che oggettivamente hanno stufato..... Buona Nottata... io sono Augusto
Buona serata!
tratti in questo post un argomento sul quale ogni blogger che approda sul web prima o poi s'interroga. Ho letto anche molti dei commenti presenti e a tale riguardo, giustamente, esistono opinioni diverse: chi sarebbe per un certo tipo di moderazione, chi per un altro, chi per il controllo degli accessi con identificazione di ogni dato, chi l'IP, etc. Io ritengo che il web possa rappresentare un accesso alla libertà di espressione (che in ogni caso è già regolamentato da leggi vigenti – contro la pedofilia, contro i crimini informatici, contro gli abusi sul materiale pubblicato di proprietà privata, etc.) ed in quanto tale vada trattato. Bisognerebbe provare ad immaginare cosa succederebbe se sul blog di ognuno fosse messo in evidenza nome, cognome, indirizzo, dati fiscali e quant'altro: abbiamo presente cosa succede, a volte, contro le sedi dei giornali per pura divergenza di vedute politiche, per esempio? La politica, lo sappiamo, non è soltanto opinione, ma anche interessi economici, potere in senso lato; per molti la politica non ha alcun senso né alcun interesse: questione di punti di vista. Essere identificabili, come molte persone pensano che dovrebbe essere, renderebbe i web terreno sterile, non ci sarebbe più scambio d' idee, men che meno una discussione articolata in quanto ci sarebbe sempre il rischio di trovarsi sotto casa qualche balordo che per qualsiasi motivo decide di fare “giustizia” a modo suo, e per qualsiasi, sottolineo qualsiasi, motivo.
Il web, i blog diventerebbero contenitori di “ciao”; “buona giornata”; “che bel sole”; “buon caffè”. Avrebbe senso? Io sono dell'idea che la libera espressione - fatti salvi terminologie e contenuti platealmente offensivi – porti a galla, inequivocabilmente, la personalità ed il senso del messaggio di chi si esprime, il resto credo non conti molto: libera espressione significa anche libera opinione in quanto chi legge può farsi un'idea chiara sull'interlocutore. La moderazione, la censura, (a parte le eccezioni citate) sono strumenti spesso usati per distorcere la realtà delle cose ed impedirne la più obiettiva percezione.
Grazie. Roberto.
A presto, quindi... probabilmente domenica.
Grazie. Roberto. :)
Per rimanere in linea rispetto al titolo del post ed al suo contenuto, credo sia necessario, prima di tutto, sfatare alcune credenze infondate che disinformati o pseudo-intenditori ritengono di divulgare: non è possibile per nessun “comune mortale” risalire all'identità di una persona che utilizza un qualsiasi terminale collegato ad internet per mezzo di sistemi informatici conosciuti.
Conoscere l'IP di un computer (questo è facilissimo) non significa assolutamente conoscere l'identità di una persona, il suo nome, il suo indirizzo; soltanto le autorità preposte all'ordine pubblico possono fare richiesta di tali dati sensibili alle società telefoniche (vedi Telecom) solamente nei casi di comprovata violazione delle leggi in vigore e su mandato di un magistrato o figure simili (se questo avviene significa che non ci sono altre vie diverse).
Le società telefoniche sono tenute a custodire i dati da loro archiviati nella massima segretezza e nel massimo rispetto delle leggi che normano la privacy del cittadino.
Detto questo, la “violenza verbale” riscontrabile in varie/molte circostanze (può dipendere dai punti di vista) è innegabile, ma a questo riguardo, se provassimo a parlarne, ci accorgeremmo in quante e quali sfumature una tale espressione viene percepita.
Un blog - nello specifico del post - è una finestra nel web su cui una persona decide di sua iniziativa di immettere qualcosa di sé: pensieri, riflessioni, ragionamenti, informazioni secondo la propria indole e natura e, sulla base di tutto questo, interloquisce con gli altri.
In un mio recente post ho evidenziato quello che per me ogni blogger rappresenta: un'eslusiva sorgente di pensieri con cui rapportarsi, niente di più (che non significa poco, anzi). Quindi, escludendo che un blogger di sua iniziativa, sul suo blog o su altri network, pubblichi il suo indirizzo o telefono (o qualcuno lo faccia per lui), nessuno potrà mai venirlo a conoscere, perciò, a fronte di qualsiasi cosa venga detta nei riguardi di chicchessia, l'unico problema rimane quello di coscienza.
Il cosiddetto cyberbullismo è un fenomeno che conferma proprio il contrario di ciò che troppi credono, ed esattamente quanto sto sostenendo: conoscere i dati altrui comporta proprio l'amplificazione delle violenze in questione. Potremmo mai affermare che sapere che esiste la galera costituisce un deterrente per chi è deciso a compiere un crimine? Qualcuno se la sentirebbe di pubblicare le password dei propri conti bancari online contando sulla buona fede del prossimo? Dico, a qualche intervenuto che mi sembra si riferisca a quanto io ho già detto, che i furti di dati personali e le violenze fisiche conseguenti (vedi i fatti da te menzionati, Rossana) sono il risultato di incauti comportamenti che portano, il più delle volte per inconsapevolezza, molte persone a rendersi identificabili, raggiungibili o perseguitabili (naturalmente è responsabilità dell'internauta tenersi costantemente aggiornato sui sistemi di protezione dei propri dati - sulla questione minorile non entro per non dilungarmi troppo.
Concludo dicendo che, per comprenderlo meglio, il web deve essere considerato come un grosso amplificatore della vita reale, nel bene e nel male.
Grazie per l'opportunità.
A presto. Roberto. :)
Per le espressioni platealmete volgari e prive di evidente contenuto credo tutti saremmo d'accordo nel dire che andrebbero cancellate, ma sappiamo come vanno le cose: abitualmente si è portati a credere che "in casa propria" (così molti intendono il proprio blog) è giusto fare ciò che si vuole, ma sappiamo anche che in questo modo molti approfittano di questo luogo comune per confondere le acque, per fare opera di dissimulazione e di discredito; io dico (e qui, dal tuo blog, lancio una proposta anche a Libero) che le parolacce, le espressioni "di troppo" rientrano spesso in valutazioni difficilmente catalogabili come oggettive, quindi, per non scontentare nessuno, se Libero dotasse il suo sitema della possibilità di colorare gli interventi (commenti degli ospiti) ritenuti indesiderati nel proprio blog con lo stesso colore dello sfondo della pagina che li supporta (come succede per i post), con una “pennellata estetica” si potrebbe rendere il proprio blog meno “sporco” secondo i propri gusti, permettendo comunque la lettura, a chi lo volesse, passandoci sopra col mouse ed evidenziando lo scritto, per la verifica del contenuto. Questo perché io credo che la disapprovazione legittima non debba alimentare alcuna illegittimità (continuo a sottolineare l'imprescindibile importanza della libertà di espressione anche nell'ambito di Libero).
Tralasciamo i casi in cui viene violata la legge, dato che quelli seguono una loro via preferenziale.
Sono convinto che molti potrebbero considerare questa proposta come una bambinata ma, per come la penso io, credo che per molto di quanto viene cancellato basterebbe solo questo: una “nobile pennellata” di disapprovazione. Per coloro che non hanno la coscienza a posto, sicuramente questo non potrà bastare.
Roberto.
Dal furto di Password e dati sensibili, ladddove ci siano, all'utilizzo di ogni pensiero ad espressione dell'utente rilevato dalle pagine publiche del suo blog (sfera privata amori,amicizie,lavoro,idee, politica, eccetera), all'interferenza pubblica e sino al perseguimento in altri canali mediatici eventualmente utilizzati, si può ben capire che il "mostro" è già sotto casa e si chiama Stalker mediatico/cyberbullo.^^ E a ragione di ciò i blog sono gia divenuti un ciao ciao e buonasera come va ...
Un particolare che sfugge al commentatore cui sopra è che la comunicazione virtuale passa in ogni caso per strumenti che nulla hanno di impermanente cosicchè ciò che è scritto resta a lungo e leggibile da chicchessia. Ora posso capire l'interesse ad un documento di valore per la conoscenza e lo scambio in rete, viceversa per una serie di offese, calunnie, illazioni e invettive.. senza dimenticare che chi non "denuncia" il cyberbullo di fronte a fatti evidenti è a mio avviso complice di uno stato di disagio.
E aggiungo, stiamo parlando di adulti consapevoli dell'uso della lingua o di bambocci persi in un estenuante tempo libero da occupare? Dove è la bellezza dell'aggregazione di idee e scambio creativo. Ci si ritirerà forse su di un'Arca? saluti e grazie al post: quasi unico. Misti®^^