Un blog creato da luisdefunes il 22/09/2006

PUNTO CRITICO

...un viaggio nell'archivio della mia coscienza; gioie e dolori dello stare a sinistra. OGNI RIFERIMENTO A FATTI, PERSONE E LUOGHI E' PURAMENTE CASUALE

 
 
 
 
 
 

SONG OF THE DAY:CIAO

 
 
 
 
 
 
 

LAVORO

QUESTO E' UN LINK PER RICORDARE TUTTI QUELLI CHE OGNI GIORNO PERDONO LA LORO BATTAGLIA CON LA VITA...

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BLACK HOLE

LA MIA VITA A RITMO DI GROOVE

Le tre fondamentali songs della black music:

The dock of the bay - Otis Redding from the STAX LP THE DOCK OF THE BAY 1968
http://www.youtube.com/watch?v=A0m-wqndorM

What's going on - Marvin Gaye from TAMLA LP WAT'S GOING ON 1971
http://www.youtube.com/watch?v=kiZC_WrCqKk

 Get up i feel like being a sex machine - James Browm from KING DOUBLE LP SEX MACHINE 1970immagine
http://www.youtube.com/watch?v=yGJeU22XN0s

 
 
 
 
 
 
 

LIBRI DI SANGUE FRANKYE HI-NRG MC 1992

immagineC'e' chi la chiama intolleranza quest'ombra che avanza, che incalza, che aumenta di potenza: figlia di arroganza e di ignoranza, ragione di vita di chi ha perso la coscienza e crede ciecamente nella supremazia di una razza sulle altre: no, non è la mia questa visione della vita, e la partita non e' vinta finche' non e' finita ed io l'ho appena cominciata. Una manciata di dadi e' stata tirata e la valanga di facce numerate non si e' ancora fermata, non si ha il risultato: ci han provato ha stabilirlo a priori chi e' dentro e chi e' fuori, chi è uno e chi è zero, chi è bianco e chi è nero. Ma questa e' l'opinione di una parte, non e' la piu' importante, è solo quella del piu' forte e non abbiamo scampo di fronte alla morte. Far come il gatto e il topo non è lo scopo di questo gioco di ruolo guidato da un master senza scrupoli, l'odio fra i popoli, i forti sui deboli; che sono abili a crearsi alibi indimostrabili, che accampano ragioni futili ma incontestabili, che negano tutti i diritti ai propri simili in nome di una giustizia propria degli uomini soltanto nella forma, non negli intenti: sei grosso? Ti rispetto se no calci sui denti. Diversi nell'aspetto siamo scritti in mille lingue... ma siam libri di sangue... tutti libri di sangue...
Siamo libri di sangue, volumi di storia futura, diversa cultura ma identica natura: e' inutile negarlo, questi sono i fatti, il prologo e l'epilogo uguali per tutti: farabutti, politici corrotti, uomini dotti, mafiosi, poliziotti; non c'e' spazio per nessuna distinzione, siam tutti membri di una stessa nazione ZULU. E quando un uomo è nudo è nudo e nessuno puo' dire se quest'uomo sia buono o cattivo, figurati se importa poi come si vesta: una bestia in divisa resta una bestia, chiamata a tutelare i diritti di chi? E' successo a brother Rodney King, colpevole del crimine di esser nato nero nella buia capitale dell'impero del denaro. Colpo su colpo, battuto come un polpo, legato, incaprettato e trascinato per lo scalpo documentato, l'hanno filmato, pagine d'odio scritte sul selciato, vergate col sangue di un uomo innocente, impotente, che con quei bastardi no c'entrava niente, macara gente quotidianamente, succede anche in italia, ma non si sente. Lentamente, inesorabilmente la sabbia del tempo ricopre la mente. Ogni giorno d'ogni mese d'ogni anno in tutto il mondo la violenza comanda le azioni di uomini e nazioni: sesso, razza, religioni, non mancano occasioni per odiare, ma dobbiamo ricordare che siamo libri di sangue.. tutti libri di sangue...
Pagine e pagine e pagine di sentimenti, emozioni, decisioni, ripensamenti: fitte pagine scritte, anime trafitte dal dolore divedersi diversi, costretti a inscenare una farsa perversa inquesto universo di sole comparse percorso dall'odio o fingio sei perso! No, mi rifiuto di accettare questa logica contorta di chi non vuole amare ma vuole giudicare dalla copertina una persona: seduti in poltrona individui come questi governano il mondo e lo sfondo si riempie di morte e sconforto, il rapporto s'incrina: inevitabilmente discendiamola china. Gia' lunga e' la lista di ottusi soprusi ma piu' passa iltempo piu' crescon gli abusi su donne umiliate dai capi d'azienda sei "brava" c'hai il posto, se no alzi le tende! Su uomini nati lontano, troppo a sud per tendergli la mano: carcasse fumanti sui campi di sole, migliaia di gole gonfie di parole di dolore, spine nel cuore di quelli che vedon marcirei propri fratelli, popoli usati come merce di scambio: mi oppongo. A patti non scendo con questa realtà e non mi va... e non mi va... e non mi va che "patibolo" sia il titolo del nuovo capitolo che stiamo per scrivere: forza, capitelo! Usiamo piu' il cuore e un po' meno le spranghe, perche' siam libri di sangue...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
« Attenti a quei due...Messaggio #54 »

24.03.1944 / 24.03.2007 PER NON DIMENTICARE...MAI

Post n°53 pubblicato il 26 Marzo 2007 da luisdefunes

ANNIVERSARI

PATRIA INDIPENDENTE 22 FEBBRAIO 2004

20

L’ORDINE È STATO ESEGUITO

«Nel pomeriggio del 23 marzo

1944, elementi criminali hanno

eseguito un attentato con lancio di

bombe contro una colonna tedesca

di polizia in transito in Via Rasella.

In seguito a questa imboscata, trentadue

uomini della polizia tedesca

sono stati uccisi e parecchi feriti.

La vile imboscata fu eseguita da

comunisti-badogliani. Sono ancora

in atto le indagini per chiarire fino

a che punto questo criminoso fatto

è da attribuirsi a incitamento angloamericano.

Il Comando tedesco

è deciso a stroncare l’attività di

questi banditi scellerati. Nessuno

dovrà sabotare impunemente la

cooperazione italo-tedesca nuovamente

affermata. Il Comando tedesco,

perciò, ha ordinato che per

ogni tedesco ammazzato dieci

comunisti-badogliani saranno fucilati.

Quest’ordine è già stato eseguito

».

Riepiloghiamo brevemente i fatti.

Il 23 marzo, anniversario della nascita

del fascismo, nel primo pomeriggio

un commando partigiano

aveva fatto esplodere un ordigno in

Via Rasella mentre passava una colonna

di militari tedeschi e l’aveva

successivamente attaccata. I nazisti

persero complessivamente 33 uomini

con numerosi feriti. Per rappresaglia,

i tedeschi uccisero alle

Cave Ardeatine 335 italiani prelevati

dalle carceri o rastrellati dopo

l’esplosione. Tra questi c’erano 75

ebrei.

Il comunicato che abbiamo riprodotto

in apertura fu emanato intorno

alle 22.55 del giorno successivo,

24 marzo, dall’Agenzia “Stefani”

e rappresenta la prima notizia

pubblica dell’azione di Via Rasella

e del massacro delle Fosse Ardeatine.

I romani ne vennero a conoscenza

il giorno dopo, 25 marzo,

con l’arrivo dei giornali alle edicole

e con la trasmissione da parte di

Radio Roma, che mise in onda il

dispaccio soltanto alle ore 16.

Sono dati ormai definitivamente

accertati che fanno giustizia delle

molte tutt’altro che disinteressate

leggende nate intorno a quei tragici

eventi.

INNOCUI TERRITORIALI?

La prima leggenda riguarda le truppe

tedesche colpite. Si è detto che

quella di Via Rasella non era un’unità

combattente, come se i suoi

appartenenti fossero dei “veci

alpìn” in disarmo, buoni per qualche

parata domenicale. La realtà è

ben diversa. La formazione in questione

era l’11ª compagnia del

regiment “Bozen”

di alto-atesini, in pieno assetto di

guerra, dotata di armamento pesante,

con al seguito un veicolo corazzato

su cui era montata una mitragliatrice.

Il suo compito – e l’addestramento

dei suoi uomini – era

rivolto al controllo della popolazione

e all’intervento in caso di

sommosse e insurrezioni. Stranamente,

ma non troppo se si tiene

conto dell’impatto dissuasivo che

l’unità in questione doveva imprimere

sulla popolazione da un punto

di vista anche psicologico, l’addestramento

prevedeva il pieno apprendimento

di una canzone che

nella fattispecie era “Hupf, mein

mädel” (salta, ragazza mia).

Questi presunti innocui territoriali

il 23 marzo sfilarono per le strade

di Roma con il colpo in canna (testimonianza

di Franz Bertagnoll).

Apparteneva al “

che il 3 marzo aveva ucciso

a sangue freddo a Viale Giulio Cesare

Teresa Gullace, la popolana

rievocata con l’indimenticabile interpretazione

di Anna Magnani in

“Roma città aperta” di Roberto

Rossellini.

Ma il nome del “

sinistramente a lungo nei mesi successivi.

Ecco come ne ha ricostruito

la criminale attività Cesare De Simone

in

«Dopo la liberazione della città, le

compagnie 9ª e 10ª (l’11ª era stata

praticamente annientata a Via Rasella)

vennero inviate al Nord e nell’inverno

1944-’45 presero parte,

insieme alla Divisione SS “

Göring

Polizie, costituitaBozen” il motociclistaBozen” risuoneràRoma città prigioniera:Herman” e alla Brigata Nera “Ettore

A 60 anni dalle Fosse Ardeatine

«AVEVAMO FAME DI LIBERTÀ»

di LUCIO CECCHINI

IL 24 MARZO 1944

21

ANNIVERSARI

PATRIA INDIPENDENTE 22 FEBBRAIO 2004

Muti

Pisanò ha scritto che era costituita

da “avanzi di galera” –

nostra

nel Nord-Est. La 9ª operò

in Istria, la 10ª nelle vallate del Bellunese.

Furono bruciati decine di

villaggi, intere popolazioni passate

per le armi come in Val di Bois e a

Forcà; i fucilati e gli impiccati nei

rastrellamenti cui partecipò il “

saranno 800, tra combattenti

garibaldini e civili inermi fra i quali

donne e bambini».

” (quella di cui il fascista Giorgionota) ai feroci rastrellamenti antipartigianiBozen

LE MANIPOLAZIONI

DELLA VERITÀ

L’altra leggenda riguarda la diffusione

delle notizie. Ci si sono esercitati

in molti, compresa persino

Edda Mussolini, la quale in un’intervista

a

1994 ebbe a dire: «Ma in ogni modo,

dopo l’attentato i tedeschi avevano

fatto appendere i manifesti in

tutta la città di Roma, ed eravamo

in tempo di guerra!». Per proseguire:

«Ma sì, voglio dire che dopo

Via Rasella se i gappisti che avevano

fatto esplodere i camion delle

SS si fossero presentati entro le

ventiquattr’ore alle forze di polizia

tedesche, non vi sarebbe stata nessuna

strage. La rappresaglia tedesca

era legata a una convenzione

di guerra, credo. In particolare,

credo che si trattasse di un trattato

stipulato all’Aja. Insomma non capisco

perché oggi debbano accusare

quell’ufficiale che in fondo faceva

il suo dovere di soldato e probabilmente

nient’altro». L’ufficiale in

questione era Erich Priebke, che

sta scontando l’ergastolo per i crimini

commessi alle Ardeatine.

Nessuno stupore che la figlia del

duce la pensasse in questo modo. È

incomprensibile invece che il giornalista

non le facesse rilevare che

le cose da lei dette erano assolutamente

false.

In primo luogo perché i tedeschi

non affissero alcun manifesto. In

secondo luogo perché non rivolsero

alcun invito a consegnarsi agli

autori dell’azione di Via Rasella. In

terzo luogo perché la rappresaglia

nei confronti della popolazione civile

non è mai stata contemplata

da nessuna convenzione internazionale,

se non in circostanze particolarissime.

Ma il castello di menzogne costruito

attorno ai fatti del marzo 1944 è

duro a morire. Abbiamo già detto

che il comunicato della “Stefani”

riprodotto in apertura costituì la prima

notizia sull’azione partigiana e

sulla rappresaglia. A cose fatte, come

diceva chiaramente la nota.

La Stampa dell’8 maggio

LE RISULTANZE PROCESSUALI

Lo stesso Kesselring, comandante

delle forze tedesche in Italia, che

rientrò a Roma alle sette di sera del

23 marzo dal fronte di Anzio, messo

al corrente, dopo essersi consultato

ripetutamente con Berlino,

emanò l’ordine: «Uccidete dieci

italiani per ogni tedesco. Esecuzione

immediata». Questa affermazione

fu fatta in sede processuale e ripetutamente

ribadita: «Domanda

della corte: faceste qualche appello

alla popolazione romana o ai responsabili

dell’attentato prima di

ordinare le rappresaglie? Kesselring:

Prima no. Domanda: avvisaste

la popolazione romana che stavate

per ordinare rappresaglie nelle

proporzioni di uno a dieci? Kesselring:

no. [...] Domanda: ma voi

avreste potuto dire: se la popolazione

romana non consegna entro

un dato termine il responsabile

dell’attentato fucilerò dieci romani

per ogni tedesco ucciso? Kesselring:

ora, in tempi più tranquilli dopo

tre anni passati, devo dire che

l’idea sarebbe stata molto buona.

Domanda: ma non lo faceste? Kesselring:

no, non lo feci».

Quest’ultima domanda della corte

è molto importante. Infatti le convenzioni

internazionali adombrano

la possibilità di ritorsioni sulla po-

Via Rasella, alcuni minuti dopo l’attentato: un soldato della Feldgendarmerie

controlla le finestre che danno sulla strada…

… passanti rastrellati vengono fatti allineare in via Quattro Fontane,

davanti a Palazzo Barberini.

ANNIVERSARI

PATRIA INDIPENDENTE 22 FEBBRAIO 2004

22

coli e delle liste,

335, 5 in più rispetto

alla stessa proporzione

di uno a

dieci –

Calcolai anche le

armi e le munizioni

necessarie. Cercai

di rendermi conto di

quanto tempo avessi

a mia disposizione.

Divisi i miei uomini

in piccole

squadre che dovevano

alternarsi. Ordinai

che ogni uomo

sparasse solamente

un colpo,

specificando che la pallottola doveva

raggiungere il cervello della

vittima attraverso il cervelletto, in

modo che nessun colpo andasse a

vuoto e la morte fosse istantanea».

nota nostra).

«UN CERTO MONTEZEMOLO»

Joseph Raider, un disertore austriaco

che riuscì a scappare nella confusione

e che, riconosciuto, fu risparmiato,

ha così descritto

uno dei momenti

più toccanti:

«Di fronte c’era un

colonnello, credo un

certo Montezemolo,

dal volto già gonfio

per le percosse e i

colpi ricevuti, con

un’enorme borsa sotto

l’occhio destro, il cui

aspetto stanco, ma

tuttavia marziale ed

eroico non poteva nascondere

le passate

sofferenze. Tutti avevano

i capelli irti e

molti erano incanutiti

nel frangente per le

perdute speranze, assaliti

dal terrore o colti

da improvvisa pazzia.

In mezzo al frastuono

udii esclamare

una voce mesta e supplichevole:

“Padre,

benediteci!”. In quel

momento accadde

qualche cosa di sopolazione

civile soltanto nel caso

sia dimostrato che la popolazione

stessa è complice degli attentatori

e rifiuta la loro consegna. Neppure

questo remoto

invocato per sostenere la legittimità

della repressione.

Quindi, gli autori dell’azione di

Via Rasella non ebbero alcuna

possibilità di consegnarsi ai tedeschi.

D’altra parte, si trattava di

un’unità combattente che obbediva

al CLN e al legittimo governo

italiano, il quale aveva ordinato a

«tutti gli italiani dei territori occupati,

uomini e donne, di attaccare

ovunque e dovunque il nemico invasore

nazifascista».

Un’altra speculazione ignobile è

quella relativa alla sfortunata circostanza

che portò alla morte di un

giovinetto in conseguenza dell’azione.

I gappisti fecero di tutto, fino

a mettere a rischio se stessi e

l’esito dell’impresa, per allontanare

alcuni ragazzini che giocavano a

pallone e altri civili dal luogo dell’esplosione.

Purtroppo, il ragazzo

in questione sopraggiunse quando

ormai era impossibile sia avvertirlo

sia fermare l’esplosione.

fumus può essere

 
 
 
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LYRICS

VASCO ROSSI. CIAO

Anche se.......Non lo so
Non Vorrei.....Ma però...
No! non credo proprio che sia così
sarebbe comodo si
ma io non sono come te......

Anche se....Dove Andrò
Non Saprei.....o Non Sarò
No! Quest'è un Amore Grande si
vuoi che ti dica così
ma io non sono come te
Ciao!
sai cosa ti dico.....CIAO!
posso stare....senza Te...
senza più
tanti "se"....
senza tanti "ma", "perché"!
senza un "amore" ...così......
io posso stare.....Sì!....

Ciao!
sai cosa vuol dire "CIAO".....
vuol dire "un'altra"...come Te....
e mai più
tanti "se"...
e mai più Nessun Perché!......

.....ci si illude ancora...sì.....
...oh! Quest'è un Amore Grande...sì
vuoi che ti dica così
ma io non sono come te

CIAO!
sai cosa ti dico.....CIAO!
posso fare..... senza te
senza più
Grandi "se"
senza Grandi "ma...perché"
senza un "amore"...così....
io posso fare....sì!!!

CIAO!
in fondo basta dire anche "CIAO"
io sto Meglio....senza te
senza più
tanti "se"
senza tanti "ma...perché"!
senza un "Amore"....così
io posso stare....Sì!....

CIAO!
sai cosa vuol dire "CIAO".....
vuol dire "un'Altra....come te"
e Mai Più
tanti "SE"...
e Mai Più Nessun "Perché"...
senza un "Amore"....così
io posso stare....Sì!!!!
CIAO!

 
 
 
 
 
 
 

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