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cane elettrico a tre teste

Post n°61 pubblicato il 14 Settembre 2010 da le_vide
 

prendimi dentro
di te,
la notte ti fa bella,
e mi piace il profumo
che c'è,
il profumo
che c'è nell'aria -
due orfani,
dicevano,
due santi con i piedi
all'inferno,
abbandonati a Nasso,
e ci volevano bene -
e mi ricordo
la vecchia che faceva le carte
e qualcosa come un crepaccio
al centro del cielo,
il giorno del suo compleanno,
e un rumore come di
spade, e di cristo come si fa
a pensare a queste cose
e non vergognarsi come un bambino,
come si fa,
a non sentirsi più male.
e io questo vento
lo prenderei,
e lo metterei in un bicchiere
da potermelo bere
qui
come una spremuta di fiori.
e tu
adesso
con questa pelle freschissima
e questi occhi,
che ci sono più occhi
che pelle, tu adesso mi sembri
molto più di tutto quanto,
e non mi servono zingare
o palle di cristallo,
che sono le tue mani,
le tue mani che mi spiegano come stanno le cose,
le tue mani al posto giusto,
e la mia mano al posto giusto,
- un lavoro, un lavoro del cazzo ce l'ho,
e magari domani ci svegliamo pure presto,
e lo facciamo ancora finché
vogliamo, per dare un senso al mondo,
perché semplicemente ci va, punto -
le tue mani come un imbuto di dita,
libro di carta tagliente,
Palermo metropoli di strade e di corpi
schiacciati dalla malora e dal sole,
quello che voglio è
fuggirti via,
due realtà da poter scegliere,
bolle di speranza da poggiare
sulla punta di un dito,
la tua lingua che mi dice "Hello!"
come una parola sconosciuta da sempre,
sentirmi bagnato,
sentirmi sporco di te,
e convincermi che non ci sia nient'altro,
nient'altro di vero
nient'altro di falso,
le ore che dal calendario mi chiamano
con una voce di strega,
l'agghiacciante pomeriggio
di una domenica di mezzo settembre,
e il sale in vena,
sale in vena,
due corpi sulla testa
di un ago, persi e perduti
nel pozzo della stessa orchidea.
l'odore del mare
lo sento,
l'odore del mare,
e questa specie di testicolo
appeso al tetto
a forma di sole malato,
gli squarci degli idoli
non ancora bevuti
e delle servette da palcoscenico,
no, quella non sei tu,
questo non sono io,
io sono la candela che ti accende,
la fiamma che ti dà vita
là in basso,
quei sette candelabri di rame
che ti sollevano il viso,
dimmi che non sono già morto, come spero,
dimmi che non sono più vivo,
tu la vergine,
tu dolce amica,
tu la puttana,
ed io
io gioco a fare il poeta
e sono il tuo amante se vuoi
finché il giorno ce lo concede,
finché ne hai voglia, se voglio,
e tutto è così triste e patetico,
o forse non sono comodo io.



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"Noi crediamo forse di vedere come il chiaro di luna fosse già in do minore, prima che Beethoven lo scrivesse, come tutte le sinfonie europee fossero già state scritte dal vento sulle pagine degli alberi e i pentagrammi delle foglie, prima che i nostri padri le scoprissero nell’aria. Crediamo nella scoperta della bellezza.." 

le_vide

 

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