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Mostra su Darwin al Castello Svevo di Bari

Post n°36 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da supergiuggiola
 

Il Castello Svevo di Bari ospita fino al 15 febbraio 2010 una mostra su Darwin. Potete trovare informazioni qui: http://www.darwin2009.it/ita/index.php e se siete in zona e non ci siete ancora andati vi consiglio vivamente di farlo, portando, eventualmente, anche i bambini! L'ingresso alla mostra è gratuito, ma gli adulti pagano 2 euro per l'ingresso al Castello. Ne vale la pena però. La mostra offre infatti interessantissimi spunti di riflessione anche per chi conosce già bene la vita di Darwin e le teorie sull'evoluzione.


Girando tra le sale vi troverete di fronte ad una spettacolare iguana vera (cioè viva!!) e ad un armadillo dello zoo safari di Fasano, vedrete enormi testuggini (no, queste non sono vive), fossili, scimmie, scheletri, reperti, farfalle, piante carnivore (vere)...



C'è anche la riproduzione dello studio di Charles e del "thinking path", cioè del sentiero che percorreva mentre rifletteva sulla gran mole di dati raccolti durante il suo viaggio.




 
Vedere i taccuini del grande naturalista è emozionante. Di solito, nei musei, se c'è qualcosa su cui mi soffermo poco sono proprio le lettere e i manoscritti. Questa volta però è diverso: in quei fogli ci sono gli appunti che porteranno alla teoria più innovativa e sconvolgente per l'umanità.


All'epoca di Darwin l'evoluzione era un concetto praticamente inesistente e gli scienziati che contemplavano questa ipotesi si contavano sulle dita di una mano.
Quando il giovane Darwin partì sul Beagle immagino non sapesse neanche cosa cercare e infatti durante il viaggio annotò non le prove a sostegno di una già nata tesi, quanto tutto ciò che osservava: la teoria dell'evoluzione nacque solo in seguito. Pare che Darwin, al ritorno in patria, fosse molto rammaricato di non aver annotato sui suoi appunti i luoghi in cui trovava gli esemplari che catturava: non pensava, infatti, che gli esemplari di isole vicine tra loro potessero differire tanto gli uni dagli altri e perciò non aveva ritenuto necessario annotare la provenienza di ogni animale. Si rese conto dell'importanza di quel dato solo più tardi.



Su uno dei pannelli esplicativi lungo la mostra c'è scritto che prima di pubblicare le sue teorie e utilizzare il termine "selezione naturale", Darwin lasciò passare vent'anni, mantenendo intanto un rigoroso silenzio sulle sue idee. Perchè? Tra le altre motivazioni una in particolare è sottolineata: "i tempi non erano maturi". Mentre leggo mi chiedo se oggi, invece, lo siano davvero (vedi le vicende sull'insegnamento del creazionismo nelle scuole americane, il librone di Harun Yahya, l'evoluzione tolta dai programmi scolastici anche in italia, il congresso organizzato di recente dal vicedirettore CNR che crede che Adamo ed Eva siano i progenitori dell'umanità...).
Solo alcuni amici fidati erano a conoscenza del "segreto" di Charles e lui stesso scrisse che parlare delle sue teorie era come "confessare un omicidio".


Verso la fine della mostra ci si sofferma sul termine "teoria". Infatti i creazionisti e i sostenitori dell'ID (Intelligent Design) son sempre lì a puntualizzare che l'evoluzione è solamente una "teoria", credendo che questo ne faccia venir meno la validità scientifica. Facendo quest'affermazione, però, creazionisti e sostenitori dell'ID dimostrano solo di non aver mai avuto a che fare con la scienza. Per gli scienziati, infatti, una teoria scientifica è una "spiegazione convalidata e corroborata di una parte del mondo naturale, che può comprendere leggi, ipotesi e fatti. Una teoria non si limita soltanto a spiegare fatti conosciuti: permette anche agli scienziati di prevedere ciò che si dovrebbe osservare se la teoria è corretta. Le teorie scientifiche sono controllabili e falsificabili". L'evoluzione è una "teoria scientifica": il termine teoria non è usato, quando si parla di evoluzione, nella sua accezione di "intuizione non verificata, supposizione non sostenuta da prove".



Su un pannello intitolato "L'evoluzione oggi" si legge: "Darwin sarebbe meravigliato - e ben lieto - di vedere quanto le nuove conoscenze abbiano contribuito a sviluppare e ad aggiornare la sua teoria". Per un attimo ho immaginato il faccione barbuto di Darwin che si affacciava da una nuvoletta e osservava da lassù l'"evoluzione della sua teoria dell'evoluzione". Se da un lato sicuramente sarebbe lieto di vedere i progressi fatti, dall'altro credo gli rimarrebbe in cuore un po' di tristezza nel vedere come, dopo 150 anni dalla pubblicazione dell'Origine della Specie e nonostante tutte le conferme dell'esattezza delle sue ipotesi, ci siano ancora numerose persone che mettono in dubbio l'evoluzione con la stessa mentalità ristretta della gente dei suoi tempi.

 

Alla divagatrice Beatrice, che si è occupata di "difendere Darwin" dai creazionisti e dai sostenitori dell'ID, farà piacere sapere che in nessun punto della mostra si faceva riferimento a queste due parole riguardo l'attualità! :)


 
Una sezione è dedicata all'origine dell'uomo e viene ricordato anche come le teorie sull'evoluzione non debbano essere fraintese in senso razzista: "Una specie, nessuna razza", si intitola il pannello in cui si legge: "Darwin fu un appassionato paladino dell'abolizione della schiavitù [...] e difese l'idea dell'unità biologica dell'umanità in tempi in cui la questione era ancora oggetto di dibattito. [...] La scienza ha appurato che è impossibile classificare gli esseri umani in "razze" definibili".
Credo che Darwin rimarrebbe disgustato se sentisse parlare di quello che fu poi chiamato "darwinismo sociale"!


Un'ultima parte della mostra è infine dedicata alle diffusioni delle idee di Darwin in Puglia grazie al naturalista barese Vincenzo De Romita (1838-1914).


C'è una cosa che mi ha sempre stupito molto: una teoria così radicale, controcorrente, innovativa, complessa è nata sostanzialmente da un solo uomo, intendo dire: da un uomo da solo. Un uomo che doveva, tra l'altro, diventare prete una volta tornato in patria dopo il lungo viaggio sul Beagle. E invece ha scolvolto per molto tempo tutto il mondo ecclesiastico, con le sue idee è andato completamente contro quelle che erano le certezze della sua epoca. E' incredibile. Scusate se lo ripeto: è incredibile. Non solo: che coraggio.

 

Per vedere altre foto della mostra clicca qui

 
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