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COME ELABORARE IL LUTTO

Post n°267 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da loritatinelli
 



E' stato il tema dell'ultimo incontro del CeSAP

Venerdì 25 novembre, nella giornata mondiale contro la violenza della donna è stato affrontato, nell'ambito dell'incontro organizzato dal CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) , un tema molto delicato: quello dell'elaborazione del lutto. L'evento, patrocinato dal Comune di Noci, con la collaborazione del centro psico-educativo Adelante è stato efficacemente introdotto da Francesca Gigante, Presidente della Commissione pari opportunità e dalla Dott. Lorita Tinelli, famosa psicologa nocese ad indirizzo clinico e di comunità.
Il gran numero di gente riversatosi nel Chiostro di San Domenico, ha dimostrato il fatto che ciascuno mostra il bisogno di far proprio, seppur con uno sforzo enorme, il concetto di perdita e tutto il carico emozionale che ne deriva.
Siamo portati ad identificare con la parola "lutto" solo il momento in cui una persona si congeda dalla scena mondana. Eppure, come ha affermato Lorita Tinelli, la vita è costellata di lutti: il lutto, come perdita irreversibile è vissuto dalla madre al momento del parto, in quanto la vita che ha portato in grembo per nove mesi non vive più il legame perfettamente simbiotico della vita intrauterina; giorni di lutto ispensabile per una madre sono quelli in cui il proprio figlio si separa dall'ambiente domestico per vivere l'indispensabile esperienza della scuola dell'infanzia. E andando avanti negli anni, il fidanzamento del proprio figlio e ancora di più il matrimonio della propria "bambina" o del proprio "bambino", che suggellano l'autosufficienza dei figli e dunque l'inutilità di cure spesso morbose riservate loro.
Tutte queste esperienze di separazione, seppur caratterizzate da una certa "reversibilità", sono vissute come affronti alla propria capacità di adattamento all'assenza.
Queste situazioni richiedono una grande forza, magari anche un pò di scaltrezza che ci protegge dai colpi bassi che eventualmente possono esserci inferti.
Ovviamente il dolore che si prova in certi casi è strettamente correlato all'affetto nutrito nei confronti dell'altro, ma è una costante il sentire il bisogno di affrontarlo, magari ponendo risposte all'Alterità. Dalle testimonianze dirette di genitori che hanno vissuto la perdita dei propri figli si è potuta inferire l'esistenza di due fasi interne al processo di elaborazione del lutto: una "pars destruens" e una "pars costruens" .
Il primo momento, distruttivo, pervaso dai sensi di colpa per essere sopravvissuti al caro estinto, dalla voglia di autopunizione, dalla voglia di solitudine assoluta e talvolta da pericolosi comportamenti propri dell'anoressico, che celano una voglia di annichilimento. Poi, arriva un momento costruttivo, di stabilizzazione che attraverso la consapevolezza che vivendo e non "vegetando" facciano "rivivere" coloro che ci hanno lasciati, ci rende più solleciti all'altro e alla sua esistenza reale. In questa fase scopriamo l'importanza della fede e della religione caratterizzata (dal latino religare) dal "legarsi all'Alterità.
Certamente lasciarsi aiutare è un segno di grande maturità, come anche ascoltare chi ha bisogno.

FAX - I fatti della settimana del 3 dicembre 2011, p. 18

 
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