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Maria Immacolata 51

Apre la Scuola Maria immacolata di Alghero 1951

 

 

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Le "Scuole Nuove" aprono

Post n°12 pubblicato il 20 Luglio 2011 da mariaimmacolata1951

IL PRIMO OTTOBRE 1951 il caseggiato, ancora in via di completamento, apre dieci aule per ospitare le prime dieci classi.

Sentiamo adesso i ricordi di un'insegnante che quel primo ottobre era presente, pronta ad accogliere le bambine della prima classe che le erano state affidate.

 

INTERVISTA A UN'INSEGNANTE

L'intervista si è svolta presso l'abitazione della signora Santandrea il giorno 7 febbraio 2007 ed è stata raccolta da una sua ex alunna, l'insegnante Laura Angius.

Le domande erano le seguenti.

Quando fu inaugurata la scuola dedicandola a Maria Immacolata?

Può descrivere i preparativi per l'inaugurazione (scelta degli alunni per il coro, canti eseguiti, cerimonia dell'inaugurazione, autorità presenti, ecc.).

Che cosa pensavano gli insegnanti della nuova scuola? Quali erano gli aspetti positivi e negativi che venivano individuati rispetto al Sacro Cuore?

Tutti gli insegnanti vi si trasferirono volentieri?

Quanti alunni c'erano in ogni classe?

Come si svolgevano le lezioni? (Orari d'ingresso e di uscita, ricreazione, attività)

C'era la refezione? In quali locali? Chi assisteva gli alunni durante la mensa?

Come erano i rapporti tra insegnanti e genitori?

Ha particolari ricordi dei bidelli?

Altri ricordi personali.

 

PARLA L'INSEGNANTE ANNA SANTANDREA

 

Ricordo che allora le case terminavano con la scuola; oltre c'era la campagna. Dove oggi c'è il campo da tennis c'era il cimitero; dove c'è la sede della Misericordia di Alghero, servizio ambulanza, c'era la casa cantoniera.

La scuola sorse dove c'era la discarica comunale e inizialmente aveva una sola ala: in seguito fu costruita la nuova ala e il caseggiato assunse la configurazione attuale.

 

La scuola dedicata a Maria Immacolata iniziò la sua funzione nell'anno scolastico 1951-52, ma la cerimonia di inaugurazione si svolse qualche anno più tardi, nel 1954.

Ricordo che per l'occasione scrissi un canto che musicai intitolandolo "Inno alla scuola". Ecco il testo:

 INNO ALLA SCUOLA

 

Siamo gli scolaretti della scuola elementare,

Maria Immacolata ci protegge dall'altare.

Ogni giorno qui sostiam

Ben felici d'imparar.

Sempre attenti e diligenti

Il sapere conquistiam.

Scuola d'Italia nostra

Per te cantiam

Perché t'amiam.

Fecondo è il seme che in te germoglia

Fatto d'amore, di fede e di bontà.

Per tutti noi, nei nostri cuori

Tu lo fai crescere e sbocciare

In fiore grande e bello

Che lo fa vivere.

Sarà un sorriso il tuo ricordo

Che nel domani con noi sarà.

Sarà un rimpianto non far ritorno

Perché la vita  lontan ci porterà.

 

 

Per il coro scelsi quindici bambine, ma tutte impararono il canto. In seguito, per riposare dopo una lezione impegnativa, facevo cantare l'inno che entusiasmava le alunne.

Alla cerimonia d'inaugurazione erano presenti: il Sindaco, il Vescovo, le Autorità militari, le classi e gli insegnanti del Sacro Cuore e molti genitori.

La scuola era retta dal Dott. Pala, direttore del 1° Circolo, il quale trasferì nel nuovo caseggiato gli insegnanti più giovani o più disponibili, per motivi personali, al trasferimento. Nel confronto tra le due scuole il Sacro Cuore appariva antico e solido; Maria Immacolata aveva aule spaziose, ma fredde d'inverno. Noi insegnanti portavamo da casa stufe elettriche che, però, dovevano essere accese a turno per non far scattare il limitatore del contatore.

In primavera, per il caldo, i bambini, e non solo loro, dormivano al pomeriggio. Mettevamo il cartone alle finestre per mitigare la calura.

Le classi erano molto numerose: non meno di trenta alunni fino a un massimo di cinquanta. A volte i banchi erano insufficienti. Dal primo anno furono organizzati i doppi turni: quattro ore al mattino, tre al pomeriggio. Quando fu completata la seconda ala del caseggiato la popolazione scolastica era, nel frattempo, aumentata e i doppi turni continuarono.

Inizialmente la ricreazione si svolgeva in aula; quando fu costruito il muro di cinta che delimita il giardino, i bambini trascorrevano la ricreazione all'aperto. La merenda consisteva in un frutto, un piccolo panino, un dolcetto. Anch'io facevo merenda insieme a loro.

Durante la lezione davo ampio spazio agli interessi delle alunne, parlavo con loro, stimolavo la loro curiosità.

Qualche collega usava la bacchetta per farsi ubbidire; era più diffusa la punizione dietro la lavagna o fuori dalla porta.

La refezione era destinata agli alunni bisognosi che ricevevano anche libri, quaderni, e altro materiale scolastico. Alla fine della lezione questi alunni, figli di famiglie meno abbienti, venivano condotti negli scantinati della scuola dove, in una sala mensa, usufruivano della refezione scolastica. L'assistenza era svolta a turno da uno di noi insegnanti. Quel pasto, distribuito ad alcuni bambini della classe, diventava un premio ambito per gli esclusi che si impegnavano sia nel comportamento che nell'apprendimento per accedere alla mensa di tanto in tanto.

I rapporti tra  insegnanti e famiglie erano buoni. Le madri erano più presenti e ascoltavano con rispetto le parole degli insegnanti. I bambini erano più ubbidienti di quelli di oggi grazie a quella collaborazione. Quando, a fine anno, un bambino veniva bocciato, alla consegna delle pagelle versava qualche lacrimuccia, ma la madre accettava la ripetenza perché sapeva che era per il bene del figlio. La maestra era vista come una seconda madre. C'era calore nei rapporti interpersonali.

I bidelli presenti nella scuola fin dall'apertura sono due persone da ricordare.

Maria era l'allegria in persona, amorosa con i bambini; per Natale si vestiva da Befana; a Carnevale indossava una maschera divertente o paurosa.

Il signor Priami abitava con la famiglia in un appartamento situato nello scantinato. Molto gentile, ritardava la chiusura del portone se un insegnante giungeva in ritardo.

Anche il Direttore Pala deve essere ricordato perché era come un padre: ascoltava e consigliava gli insegnanti e scherzava con i bambini.

Ho un ricordo divertente legato al fatto che la scuola era in aperta campagna.

La collega vicina di aula teneva nel cassetto della cattedra una scatola di pastiglie Valda. Avendo notato che diminuivano in quantità consistente esortò le alunne affinché non le mangiassero perché non erano caramelle. Ma le bambine negavano di averne mangiate. Una mattina si sentirono urla atroci. Aprii la porta e vidi passare l'insegnante con le vesti sollevate seguita dalle alunne che si comportavano alo stesso modo. Accorse il signor Priami che entrò nell'aula e trovò un topolino che mangiava le pastiglie. Uscì nel corridoio e disse: -Ihhh ...! Per un topo! E non è neanche grosso!

L'insegnante Anna Santandrea è venuta a mancare il 30  luglio 2015.

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