L’EPOCA DEL DENARO A BASSO COSTO
STA PER FINIRE?
L’epoca dei tassi d’interesse bassi sta per finire? Sembra proprio di sì, ed il motivo è l’inflazione che rialza la testa.
Un ciclo ultradecennale di denaro a buon mercato va a concludersi, con tutto quel che ne consegue. In generale, una scorciatoia per combattere l’inflazione (che è, meglio ricordarlo, l’aumento generalizzato dei prezzi) è quella, appunto, di alzare i tassi d’interesse, il costo cioè del denaro preso in prestito (da tutti: cittadini, aziende e Stato).
Tuttavia questa ricetta non è indolore: i prezzi potranno pure fermarsi (mai scendere, sia chiaro), ma a quale costo? Una contrazione della vitalità dell’economia.
Come in tutte le cose, in ogni manovra di tipo economico o finanziario ci sono pro e contro. Domandiamoci: ci conviene vedere il ritorno del denaro a caro prezzo pur di mantenere stabile il prezzo dei beni di consumo?
Credo, e non sono il solo, che sia sempre preferibile avere un’economia in movimento, piuttosto che raffreddarla e stopparla a causa dell’inflazione. L’inflazione, entro certi limiti, è un’indice di buona salute: beninteso se i salari aumentano di pari passo e non si assiste ad una perdita del potere di acquisto.
Per ora Christine Lagarde, ex Fondo Monetario Internazionale ed ora presidentessa della Banca Centrale Europea, ha detto che per almeno un altro anno i tassi resteranno bassi: ricordiamo che è la BCE a dare il tono a tutta l’orchestra. Tuttavia la Banca Centrale tedesca ha già protestato, perché vorrebbe interventi antinflattivi immediati.
La Banca Centrale tedesca ha un potere teoricamente limitato visto che la Germania fa parte dell’Unione Europea e che la gestione di queste problematiche afferisce appunto alla BCE; ma sappiamo bene che Berlino è praticamente la padrona d’Europa: quasi sempre si fa come vuole essa, per cui c’è da credere che la resistenza della BCE sarà relativa, anche perché la filosofia monetarista e liberista, ultimamente in ritirata strategica, è sempre viva negli ambienti tedeschi. D’altronde già il fatto che la Lagarde parli di “un anno” significa che, alla lunga, l’aumento dei tassi d’interesse è praticamente ineluttabile.
Questa è, per me, una ferale notizia: non avendo ancora potuto comprare un’abitazione, ed essendo ormai ai limiti di età per un mutuo, sapere che si tornerà a tassi d’interesse alti potrebbe essere la mazzata finale per le mie pur fatue aspirazioni.