Creato da: massimocoppa il 22/08/2006
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Presto /
anche noi (…) saremo /
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la nostra, ché si mescola in essa /
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Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

 

 
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Economia al disastro, colpa di Putin

ECONOMIA AL DISASTRO, COLPA DI PUTIN
Oggi, sul “Corriere della Sera”, il giornalista economico Federico Fubini ha perfettamente inquadrato, in poche parole, il problema: l’inflazione in aumento in Europa e nel resto del mondo è dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi di petrolio, gas e cereali; e questi, a loro volta, sono dovuti alla guerra in Ucraina.
Quindi, in realtà, l’aumento dei tassi d’interesse, e cioè del costo del denaro preso in prestito, deciso dalla Banca Centrale Europea, e rivolto a combattere l’inflazione, ha un responsabile ben preciso: “Vladimir Putin. È lui ad aver scatenato una guerra che impedisce al costo di gas, petrolio, fertilizzanti o grano di scendere, anzi tende a proiettarli in alto”.
Nel contempo i media ci informano che gli Stati Uniti e l’Europa ancora si stanno domandando se fornire all’Ucraina i famosi lanciarazzi capaci di colpire oltre i duecento chilometri: la Russia ha minacciato terribili, ma imprecisate, rappresaglie, se le forze armate di Kiev riceveranno queste armi, potenzialmente capaci di colpire anche in territorio russo.
Si è spesso affermato che le guerre scoppiano per motivi economici: è un’impostazione teorica specialmente marxista. Bene, se questo è vero, è allora arrivato il momento di confermarlo. Quale miglior motivo per opporsi decisamente e con tutti i mezzi alla Russia, visto che ha scatenato, oltre ad una orribile guerra di aggressione, anche una crisi economica globale?!
Si dice che pur di salvaguardare il nostro stile di vita siamo disposti persino ad andare verso una catastrofe ecologica mondiale, cosa che sta accadendo con le mutazioni climatiche, proprio perché non vogliamo rinunciare a certi lussi o comprimere i nostri consumi. Quindi, a maggior ragione, non possiamo accettare un sovvertimento dei fondamentali economici perché il nazionalismo esasperato dei russi ed il delirio di potere di Putin hanno bisogno dello scalpo ucraino.
Mi domando, dunque, cosa stiamo aspettando per fornire all’Ucraina tutti gli armamenti di cui abbisogna. Non è tutto; già l’ho detto tempo fa: non solo non dobbiamo temere le minacce russe, perché da eventuali gesti sconsiderati Mosca ha solo da perdere, ma l’Occidente e la NATO devono impegnarsi militarmente in maniera diretta: con l’aviazione, innanzitutto, e con gli “stivali sul terreno”, cioè con truppe di terra, se necessario.
Pochi conflitti, nella storia, sono stati così simbolici come quello in corso. Non è un problema tra popoli confinanti, non possiamo dire “se la sbrighino tra loro”: è un affare nostro, che ha un impatto diretto sulla nostra condizione attuale e su quella futura. E non solo dal punto di vista economico, che già basterebbe, ma anche strategico, storico, geopolitico, sociale ed etnico.
Difficilmente, in passato, si sono radunate tali e tante condizioni minacciose sul futuro di una serie di popoli: di cos’altro abbiamo bisogno per passare dall’indifferenza all’azione?

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