matantotango
Passione, forti emozioni, grandi illusioni, magica atmosfera, la memoria del corpo, il gioco dei ruoli. Tutto questo in una sola parola, Tango.
Post n°51 pubblicato il 08 Giugno 2009 da franztango
Alla mia età accadono cose incredibili, spesso prive di apparente significato. Io non mi sarei mai aspettato di parlarne qui, ma ora, a cose fatte, penso che mai luogo sia stato cosi adatto. Io qui c'ho messo i miei pensieri, le mie ansie, la rabbia e il fastidio per le cose poco piacevoli che la vita mi ha riservato, gli affetti privati. Ma anche emozioni, preoccupazioni, cazzeggi come d’altronde spesso accade in ogni blog che si rispetti. Si l'ho fatto, poichè ho sempre pensato che il silenzio (alla faccia di tutte le dotte citazioni che scrittori e poeti hanno partorito al riguardo) fosse un modo per scappare, per non scegliere, per prendere tempo. Ne ho parlato, senza mai stancarmi. Poi, a un certo punto, ho avuto paura, paura di guastare il letto appena fatto, cosi bello teso e frutto di un meticoloso lavoro di composizione. Mi sono quindi avviato sulla via del silenzio. Quel silenzio che mi uccide trapanandomi il cervello e che infila in quei buchi le mie ansie, le mie paure, le mie insicurezze. Un po’ come le mitiche siringhe di Zamberletti, tristemente note per l’effetto devastante sugli edifici lesionati del terremoto dell’80. Iniezioni di cemento che avevano lo scopo di rinforzare e invece hanno appesantito pericolosamente le già fragili strutture dei palazzi. Per mesi ho pesato i silenzi, li ho addolciti con futili parole, li ho spalmati sulla mia vita accettando anche quelli altrui, convinto anch’io, come Guevara, che il silenzio potesse essere una discussione che continua con altre modalità. Niente di più sbagliato ! Ahimè, ahinoi, ahiloro. E’ nella discussione che ci si confronta. Si può non essere d’accordo, ci si può accalorare ma alla fine, se c’è correttezza e rispetto, ognuno ha detto la sua, lontano da qualsiasi falsa interpretazione e fraintendimento. E vivaddio! Finalmente si sa come la pensi e se la pensi sbagliata ci rifletti, perché parlare è coraggio di comunicare ma anche strumento di elaborazione per rivedere i propri punti di vista, correggerli o mantenerli, per crescere e maturare, poiché solo gli stolti non cambiano idea. La parola cura . Ed io ho bisogno di cure così come ho bisogno di somministrarle, è un equilibrio affatto enfatico. Il 50 e 50 del “do ut des”, l’effetto moltiplicatore che permette non di creare o distruggere energia vitale ma di trasformarla. L’Energia positiva del guardarsi negli occhi ed esprimersi. Altrimenti come si fa a chiedere scusa ?
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Post n°50 pubblicato il 08 Giugno 2009 da franztango
C'era un buco così in quella nuvoletta soffice ed accogliente ed io, elefante distratto come pochi, non me ne sono accorto. E' come lo scherzo del buco sullo spiaggione, ben nascosto all'apparenza, poi ci metti un piede su (già di per se acciaccato ) e patatum ci sei dentro. Ironia della sorte, ti accorgi in un attimo che il buco nella sabbia, diversamente da quanto credi in un primo momento, ha del portentoso. La mente ti si apre, ne parli con qualcuno per verificare se non ti sei giocato gli ultimi spiccioli di lume e,infine, ti dai conferma: tutto diventa più chiaro. Urge intervenire, su te stesso. Devi riequilibrarti, mi dice, prendere il toro per le corna e, cercando di non farti male, affrontarlo. Beh grazie, mi ci voleva. Non so capire quanto sia stato voluto o avvenuto per caso o per ripicca o perchè necessario ma lo scivolone giova. Riposati, mi ha ribadito, prendi le misure con te stesso, è necessario. Ok lo faccio perchè un giorno in più non mi basta, voglio una vita di giorni in più. |
...... Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Commentare forse non serve, in fondo è un inno alla voglia di vivere dove traspare la paura, spesso, irrazionale di non essere in grado di farlo. Accade che questa voglia di vivere sia spesso frenata dagli eventi stessi. Nel romanzo di Baricco troviamo concetti quali il nonluogo e il nontempo utilizzati abilmente per raccontare le emozioni. E quante "parole in prestito" abbiamo adoperato per raccontare le nostre. "Dillo a parole tue", mi direbbe qualcuno per togliermi dall'imbarazzo della ricerca delle espressioni più consone. In realtà la letteratura ci aiuta a concretizzare la concettualizzazione delle nostre visioni che, inevitabilmente, frenano la nostra voglia di dire e quindi di vivere. Leggere ci aiuta a spiegarci, scrivere a far capire che il problema lo conosciamo, ma parlarne salva. Salva dal rischio di non essere correttamente interpretati, ma poi, Vi pare che sia cosi importante? In fondo in quel punto la vita, falsa o vera che sia, è sempre tempo. ... Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia |
BENVENUTI
IL TANGO IN CAMPANIA -
Ma da più parti, specie dagli amici tangueros che sono qui sporadicamente, mi è stata sollecitata una lista delle miloghe con appuntamento fisso della Campania.
La lista la sto preparando, prego tutti quelli che sono nel "settore" di segnalarmi gli appuntamenti fissi e le eventuali serate. Sarà mia cura provvedere ad inserirle in questo spazio.
Franz
I MIEI MITI........ E UN RAGNO LO SA PERCHÈ
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il 06/02/2010 alle 16:03
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Inviato da: franztango
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il 11/06/2009 alle 19:51