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Post n°79 pubblicato il 08 Dicembre 2014 da umbredemuri

Le 4 di un pomeriggio tetro e aspetto con fiducia il tuo arrivo. Una panchina di una stazione di provincia fa il suo lavoro inconsapevolmente ospitandomi dopo noiose camminate lungo la banchina, il cielo promette lacrime ed un maligno venticello mi fa benedire sciarpa e cappuccio. Sono le 5 passate, dopo essermi raccontato gli ultimi sei mesi di vita comincio a dubitare dell'appuntamento nell'ordine: dell'orario, del giorno, del luogo, della mia salute psichica. Ovviamente inizia una pioggerella mista a neve che rallegra lo spirito. Riprendo la ronda delle banchine e per rendere tutto più interessante, coinvolgo anche il secondo e ultimo binario. Conto le carrozze di un treno che ha ripudiato la stazione e melanconicamente la assimilo alla mia triste persona. Mi convinco a rinunciare al facile patetismo ma il tempo mi sogghigna la gelida verità. Ti chiamo? La domanda trasuda raziocinio da far impazzire tutti quelli che si chiamano Luigi in una sauna. Con le mani ipoglicemiche annaspo il telefono. Purtroppo ho campo e nessuna chiamata o messaggio a conforto.
Parte la chiamata, dopo eoni mi ritorna il segnale di libero carico di tristezza e solitudine, nel frattempo non avendo di meglio da fare inizio a tremare come un cormorano asmatico finito in una risaia. Lo squillo cessa, il mio respiro con lui, la tua voce sussurra un ciao. Cerco di raccogliere le idee per tramutarle in parole, uno sforzo vano che produce uno strozzato "allora?". Qualcuno mi prende per un braccio con decisione strattonandomi via dal marciapiede, mentre il fischio del rapido mi assorda levito nello spostamento d'aria e vedo volare il telefono miseramente. Il tipo mi sbraita nel fragore come se gli avessi rubato la borsa. Una coltellata mi farebbe sanguinare meno. Finisco sulle ginocchia e piango alacremente. Una mano pietosa mi prende la spalla ed una voce mi riscalda le vene.. "Andrea! Stupido! vuoi prenderti un accidente?" Mi alzo meccanicamente dalla panchina  e ti seguo scodinzolando.

 
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