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Granpa(5) - Italian Boom

Post n°747 pubblicato il 05 Gennaio 2012 da middlemarch_g
 

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A un certo punto la guerra finì, lui si congedò a tutti gli effetti, e cominciò la sua carriera di business man. Mi raccontò che tutto ebbe inizio con un colpo di fortuna assolutamente imprevedibile, capitato frequentando qualche evento mondano. Come ci era arrivato? Non ne ho la minima idea. In quello che so della sua storia c'è un gap incolmabile tra la fine della guerra e gli inizi del boom; l'avevo lasciato morto di fame a vendere profumi per le strada di Roma su un velocipede scassato, e me lo ritrovo alle feste dei palazzinari del generone romano. Non ho idea di come si produsse la metamorfosi e ormai lui non può più spiegarmelo. Ma non è importante, perché c'è tutta una cinematografia italiana di eccezionale livello - Scola, Monicelli, Germi - che racconta questa storia con infinite varianti. Non è che ho proprio bisogno di sapere passo per passo come andarono le cose. Ogni tanto mi riguardo uno di quei film, e poi lo ritaglio addosso a nonno finché non gli calza a pennello.

Ad ogni modo: pare che tra un party e un vernissage gli capitò di ascoltare, separatamente e a poca distanza di tempo, un paio di persone molto ricche che avevano bisogno di servizi e materie prime complementari. Lui si propose come mediatore, li fece incontrare, e da quel primo affare ricavò una cifra assurda che gli permise di campare benone fino alla metà degli anni '60 e soprattutto lo convinse che il suo futuro era quello.

Poi qualcuno gli disse che il paese ideale per svolgere quel mestiere era l'Argentina. Detto fatto si imbarcò per Buenos Aires, e una volta sistemato si fece raggiungere dalla famiglia: moglie e figli, che a quel punto erano diventati 3. Era la primavera del '46 e mia madre venne caricata sul piroscafo a pochi giorni di vita. Mia nonna - questa nonna qua - dice che mentre sbarcava dalla nave con la bambina in braccio, alla Boca, in mezzo alla folla scrosciarono gli applausi perché si trattava della prima neonata che vedevano arrivare a Buenos Aires dalla fine della guerra. Considerando che la guerra era finita da più di un anno, che anche allora Buenos Aires era una megalopoli smisurata, e che da un piroscafo scendevano centinaia di persone contemporaneamente, la potenza deflagrante della cazzata si commenta da sola. Credo che non si sarebbero accorti manco di Ava Gradner in bikini, figuriamoci di mia madre col pannolone. Questo però era proprio il genere di cose che mia nonna adorava dire. Aveva qualche problema di contenimento dell'Ego, diciamo. E a ripensarci oggi le sono grata per l'allegria dionisiaca che mi mette sempre ripensare alle sue strabocchevoli stronzate che spacciava come fossero il dogma della Santissima Trinità.

 

 
 
 
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