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Post n°761 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da middlemarch_g
 

Nel mio lavoro sono bravina con le banche dati. So che può sembrare strano, ma oggi i bibliotecari non sono più quelli di una volta. Uno pensa al tipo arcigno che ti assegna un libro in prestito e ti rimprovera per un ritardo nella restituzione, ma è un po' un'immaginetta iconografica tipo santino dei protomartiri coi gigli candidi e gli occhi rivolti al cielo.

All'università le risorse ormai sono quasi tutte elettroniche e di cartaceo è rimasto ben poco. Secondo me anche chiamarle 'biblioteche' è una cosa che facciamo più che altro in omaggio alla tradizione. Oggi una biblioteca universitaria di fatto è un'agenzia di servizi bibliografici, e il mio lavoro al 95% si svolge di fronte a un computer a configurare risorse oppure a spiegare come si interrogano. Intendiamoci, di tecnologia non capisco una mazza, ma questo non conta perché i sistemi non devo progettarli io. Però se parliamo dei contenuti e di architettura dell'informazione - come si progetta, come si indicizza, come si recupera, come si esporta, come si riduce per ulteriori finalità informative - allora gliel'ammollo abbastanza. Ormai quello che distingue uno strumento di qualità non è più il software - quello è l'ABC e ce l'hanno tutti - ma la capacità di organizzare il materiale informativo in modo che sia massimamente utile e fruibile dall'utente. E siccome su questo due acche ne so, ormai nelle commissioni interpolo di valutazione di riffa o di raffa mi ci cacciano spesso.

Insomma in questi giorni con i colleghi stiamo valutanto un prodotto italiano di cui non farò il nome. Diciamo che è la banca dati di un prestigioso quotidiano nazionale che contiene anche moltissime risorse utili a tutti quei professionisti che si occupano di economia, di finanza, o di legge. Infatti in origine è nata per loro. I singoli professinisti, dico. Poi si sono accorti che poteva servire anche alla ricerca universitaria di quello stesso ambito disciplinare, e ne hanno fatto una versione più ambiziosa.

Ve lo racconto perché il tipo di prodotto creato e le finalità seguite per farlo, chiariscono perfettamente perché questo paese, a meno che tu non abbia proprio le coordinate precise-precise, dal satellite risulta spesso indistinguibile dal Botswana. E sia detto con tutto il rispetto per il Botswana.

Di norma non lavoro mai con banche dati italiane. Nel mio settore sono inesistenti. Quelle che acquistiamo sono sempre di area nordamericana o nordeuropea, e la cosa vale in generale per tutte le discipline scientifiche. E' solo in ambito umanistico, e in minima parte in quello delle scienze sociali, che gli editori italiani si possono ancora permettere di produrre banche dati sperando che qualcuno disponga della fibra morale per comprargliele, perché il dislivello di prestazioni è talmente clamoroso che risulta davvero dura convincere qualcuno a cacciare delle svanziche per portarsi a casa dei prodotti che stanno al medio database come la telescrivente all'iPhone. Devi essere proprio amante del vintage, insomma. E il vintage è roba da collezionisti, non da ricercatori.

Ora, se parliamo di banche dati italiane che esistono da qualche anno sul mercato, be', non puoi fargliene una colpa. In questi tempi di vacche magre, con finanziamenti sempre più ridotti all'osso, se t'eri progettato la tua microbanchina a vapore 10 anni fa coi criteri di allora, non è certo adesso che puoi permetterti di ripensarla da capo a piedi e farne una versione decente. Ti limiti a implementare l'archivio dei dati di anno in anno riutilizzano il software a petrolio che avevi in orgine, e preghi che nessun baco ti impalli il sistema.

Ma la banca dati di cui parlo è finanziata invece da un grosso (e dico grosso) ente nazionale, ed è stata progettata proprio ora per le precise finalità di servire alla ricerca universitaria, che, come capisce qualsiasi cretino, ha esigenze diverse da quelle del singolo commercialista o notaio di quartiere.

Io sono solo una bibliotecaria, per cui di politche commerciali so un piffero, epperò mi domando: quando investi qualche centinaia di migliaia di euro per realizzare un progetto di questo tipo dal niente, per prima cosa, ma proprio prima ancora di cominciare a fare la lista della cancelleria penna-e-matita per approntarsi l'ufficetto destinato al progetto, non vai a dare un'occhiata a quel che producono i tuoi competitor? Non verifichi come sono fatti gli strumenti di questo tipo sul mercato? Come lavorano? Quali prestazioni offrono? Perché nessuno dice che tu debba saperlo di tua cultura personale. Se non hai mai prodotto per la ricerca è ragionevole che tu abbia le idee confuse. Ma proprio per questo, prima di cominciare a fare una cosa di cui di base non sai un cazzo, non vi sembra sensato cercare di capire di che si tratta?

Ecco, loro non l'hanno fatto. E se l'hanno fatto non hanno capito una mazza, ma sono quasi certa che non l'hanno fatto. Perché ho poste certe domandine per capire durante la presentazione, e ho visto il commerciale cadere dalle nuvole. Il risultato è un prodotto che offre prestazioni che sotto certi profili sono mesozoiche. Giuro che è difficile spiegare il senso di sconcerto che serpeggiava in sala tra i colleghi mentre l'omino ci spiegava quant'era avanzato lo strumento. Come se uno ti parlasse di avanguardia tecnologica della comunicazione sbandierando una radio a transistor. E' stato capace di tronfieggiare come un tacchino sui prodigi dell'accesso di sistema tramite riconoscimento IP invece dell'obsoleto account con login/password! Saranno 10 anni almeno che perfino gli atenei più scalcagnati di un paese tecnologicamente arretrato come il nostro hanno connessioni LAN e accedono tramite riconoscimento IP!

Vabbè, piantiamola qui che mi sono dilungata abbastanza e il tema per me è assai penoso, soprattutto perché questa accrocchio indigeribile ormai l'abbiamo comprato e occorre mandarlo giù volente o nolente. Costasse poco almeno. Ma no. Manco quello.

Comunque, dicevo: l'Itaglia Itagliana. Non finisce mai di stupirti. E io lo so, lo so bene che in questa penisola non abita solo gente fatta così.

Eppure, non so bene com'è, sono sempre questi che incontri per strada, oh.

 

 
 
 
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