Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
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Quello che gli scienziati non dicono

Post n°596 pubblicato il 18 Novembre 2009 da middlemarch_g
 

Guardate qui. E’ un assunto interessante: facciamo sesso quasi per caso. Così, come se fosse una condizione incidentale, o una delle infinite manipolazioni possibili messe in atto da una natura con le idee confuse. Me la immagino benissimo, la Piccola Demiurga Fiammiferaia preposta all’evoluzione della specie, che nella notte dei tempi, quando tutto intorno a lei è ancora immerso nel brodo primordiale – a malapena la luce separata dalle tenebre e le acque dalle terre emerse – che siede pensosa davanti al fuoco e si chiede: come garantisco la continuità della vita? Cosa potrei inventarmi per assicurare la sopravvivenza di tutte quelle creature che al momento sono solo amebe in un’enorme zuppa calda, ma che da qui a qualche milione di anni svilupperanno una moltitudine di forme viventi popolando la terra?

E così, di riffa e di raffa, magari distratta da altri pensieri privatissimi e assillanti – perché va detto: si può ben essere Demiurga e avere i cazzi propri nella vita – le è venuto in mente questo stratagemma. Il sesso. Massì. Facciamoli scopare, che almeno moltiplicano le possibilità di incrocio genetico e al tempo stesso si allietano in serena letizia e non mi rompono i coglioni. Perché insomma trovamene uno che abbia il coraggio di venire a reclamare sulla procedura.

Vabbè, non è la cosa peggiore che mi sia capitato di sentire in vita mia, lo ammetto. Però non è bella. Innanzi tutto perché fa discendere un effetto da una causa in modo del tutto arbitrario. Ma dove stava scritto che il patrimonio genetico dovesse moltiplicarsi all’interno di questi parametri? L’obiettivo è ottenere quel tipo di rimescolamento, no? E allora per attuarlo si poteva ricorrere a cinquemila modi diversi. Il piacere non era necessariamente implicato. Mangiare per disperazione della roba schifosa perché è l’unica che hai e non vuoi morire di fame non è un’esperienza piacevole, eppure ciascuno di noi lo fa se vuole sopravvivere in condizioni drammatiche. Perfino fare la pipì, per restare nel campo delle esperienze meno estreme, francamente non si trascina dietro un portato di libidine particolare, ma lo facciamo tutti, necessariamente, e soffriamo parecchio se qualcosa ce lo impedisce, in altre parole è un input fisiologico obbligato che non puoi bypassare in alcun modo. Se lo scopo del gioco fosse solo rendere obbligato l’incrocio cromosomico, l’atto sessuale avrebbe potuto essere impostato su un vincolo biologico di questo tipo. Che francamente avrebbe reso la nostra vita senza dubbio più noiosa – ai limiti della pura insensatezza, se proprio vogliamo dirla tutta – ma certamente più semplice e forse più proficua in termini di sopravvivenza, specie se rifletti su quanta gente muore per cose che in qualche modo hanno a che fare col sesso. In specialissima misura se lo pratichi con qualcuno che non sia quello che decide di massacrarti. Per un sacco di specie viventi che pure ricorrono alla riproduzione sessuata, mi risulta infatti che sia una cosetta di ordinaria amministrazione del tutto sconnessa da qualsiasi particolare coinvolgimento. Lo fai perché la vita ti dice di farlo. Punto. Anche tra i merluzzi si pratica il sesso senza per questo ricorrere al Canzoniere petrarchesco per motivarsi. E guardate che dal mio punto di vista ne avrebbero un gran bisogno perché la riproduzione del merluzzo è una robetta impegnativa! Capirai, prima un corteggiamento sfiancante con modalità relazionali da mandarini cinesi, e poi dai sei ai dieci milioni di uova l’anno! Io se fossi una merluzza preferirei senz’altro optare per le gioie del chiostro.

Insomma non è sbagliato in sé, però è riduttivo. Per non parlare delle ricadute tristemente meccanicistiche. E non mi piace perché non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi che forse il piacere connesso al sesso – senza parlare di tutto quello che praticandolo impariamo su di noi, sugli altri, e sulla natura del mondo – è qualcosa di infinitamente più complesso, e con ambizioni che hanno che fare senz’altro con l’evoluzione della specie, ma in una dimensiona estremamente più sofisticata di quanto questa ricerca lasci intuire. C’è ben altro in gioco che la pura sopravvivenza fisica. Poi c’è sempre qualcuno che obbietta: e vabbé, che pretendi, è scienza, non si occupa di metafisica. Appunto, è quello il problema. Che non si occupa di metafisica. Però pretende di parlare di uomini.

Che da qui ad Alpha Centauri trovatemela voi se ce la fate una creatura più metafisica di così.

merluzzo

 
 
 
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