Mi sveglio alle cinque e quaranta, mi lavo, mi vesto e scendo in cortile col buio pesto come la pece. Faccio un lungo respiro, salgo e avvio la macchina. Mi ritrovo a pensare: esisterà un altro posto al mondo dove sia possibile esperire la perfetta unità di spazio e tempo di tutta la malinconia del mondo come la pianura padana prima dell'alba in inverno? Non è inverno, d'accordo, ma tanto non esistono più le mezze stagioni, e l'autunno a cosa me lo volete accorpare, all'estate? Vi piacerebbe. Ma non si può. Comunque. La fortuna è che prendono subito il sopravvento altri dubbi meno speculativi, ansie più prosaiche. Non ho fatto colazione porca paletta. Muoviamoci, che ho fame. Accendo la radio e parto.
Poi, vai a sapere perchè, meno di un'ora dopo, ormai seduta al mio posto sul treno partito perfettamente in orario, senza che avvenga niente di speciale o significativo, qualcosa dentro di me cambia. Possibile che non ci sia nessun motivo? In realtà non lo so. So solo che percepisco un'impercettibile rotazione di qualche grado del mio orizzonte interiore. E quella che doveva essere una brutta giornata da passare per metà sui treni e per metà in una città che non amo e che non è famosa nel mondo per metterti allegria, si trasforma in qualcos'altro. Di ancora indefinito. Ma di sicuro meno spiacevole. Poi come spesso accade, le modifiche interiori cominciano a trasudare come miele da tutti i pori, e anche all'esterno i contorni delle cose sfumano, e poi si riassemblano in modo diverso.
Quando arrivo a Milano il miracolo si è compiuto. C'è un sole talmente bello, un cielo così sfacciatamente azzurro, un traffico così inverosimile nella sua quieta scorrevolezza non sincopata, una fila in attesa dei taxi in effetti lunghetta, ma così frizzante, così vivace, così pronta a saltare al volo su ogni mezzo disponibile senza perdere tempo, che si azzera in dieci minuti senza spargimenti di sangue. E dopo mezz'ora dal mio sbarco in città ormai non ci sono più dubbi. Non so cosa sia successo ma una cosa è sicura: il mondo ha preso a girare a ritmo di samba!
E non fa effetto solo a me! C'è in giro un'energia che non vi dico. Sarà l'effetto di quel sole incredibile e inaspettato, ma si vede che nessuno ha intenzione di perdersi lo spettacolo. Come me tanti magari s'erano alzati malinconici. Ma con una giornata così, cosa ci vuole a mandare a farsi fottere la malinconia? Tutti portano stampato sulla faccia quel sorrisetto sghembo e quello sguardo ridotto a fessura che ti vengono solo quando ti concentri sull'intenso godimento che sa provocare una sorpresa che non ti aspettavi.
E va avanti così per ore! Balla il tassita che mi porta alla Bicocca! Ballano i docenti che mi accolgono in ritardo alla riunione in piazza dell'Ateneo Nuovo! Balla il barista che si occupa di noi in pausa caffè! Balla l'autista del bus che prendo per tornare alla stazione alle 5! E balla perfino il capotreno prima che salga salutando la città con la manina e sventolando il fazzoletto, perchè, va bene, lo ammetto, sarà anche un gesto esageratamente carducciano, ma cazzo Milano, se tu fossi un uomo oggi avremmo fatto sesso. E il Signore mi è testimone che sarebbe stata una cosa da ricordare!
Mentre il treno riparte sbuffando lentamente, io mi sento completa e pacificata col mondo perchè ho passato una giornata stupenda senza motivo. Non so voi, ma a me lascia sempre abbacinata l'implicazione di potenza che si porta dietro l'espressione felice senza motivo. Sento ancora l'eco della musica in lontananza, e quando il treno prende velocità mi piace immaginare che alle mie spalle vada in scena all'incirca una cosa così:
<<Poi, vai a sapere perchè, meno di un'ora dopo, ormai seduta al mio posto sul treno partito perfettamente in orario, senza che avvenga niente di speciale o significativo, qualcosa dentro di me cambia.>> ...lo dice sempre la mamma, non accettare nulla dagli sconosciuti....cos'era caramella ecstasy? sigaretta alle "erbe"? polvere bianca per sturare il naso?
ma nessuno qui ha mai detto che tu hai preso qualcosa volontariamente, si diceva che forse qualcuno ti ha offerto una cosa e tu hai visto il mondo rosa!! e pure ballerino.
Se li ritrovo anche la prossima volta e se, come temo, interrogati sulle loro preferenze dichiarano di privilegiare un pomeriggio con te piuttosto che me, senz'altro. Ma se putacaso dovessero scegliere me (magari in ottemperanza al principio della preferenza per la res certa contro la res incerta), ti avverto, me li tengo io. La sorellanza va bene fino a un certo punto. Poi prevale il principio della maggiore prossimità alla menopausa.
è il treno che riparte sbuffando a perplimermi... forse non hanno tutti i torti: qualche sostanza devi averla ingerita, magari a tua insaputa. però se oggi non avverti effetti collaterali, magari era roba buona.
perchè perchè perchè non rileggo mai? eh? perchè? potevo evitare di mettere due "magari" così vicini? aahh ma basta eh! hanno ragione, troppa ignoranza e troppa attitudine ad esaltarla. appena i miei bimbi iniziano le elementari, mi metterò in pari. promesso.
No, ero solo felice. Nulla di psicotropo all'attivo. E' lo sbuffo del treno che ti perplime? Ma guarda che i treni sbuffano sempre, anche se hanno smesso di andare a carbone, cosa di cui peraltro quando viaggi con le ferrovie dello stato non sempre rilevi come un'evidenza. Non faranno fumo nero, ma fanno quel cogolio/intorcolio/scricchiolio che avevo assembalto sotto l'espressione: sbuffare. Ma la pianti di rompere sugli errori? Ma chi è che si rilegge i commenti prima di spedirli? E' normale, dàa!
non è vergogna quello che provo, ma rimpianto bello e buono. anche perchè sono finito in una cena aziendale a base di cucina piemontese e, con tutto il rispetto, se avessi saputo che c'era il risotto ai funghi spolverato di tartufo, me ce vedevano cor binocolo!... comunque a me rode non tanto il fatto di rileggere per correggere, quanto l'incapacità di esprimermi decentemente alla prima stesura.