Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
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Il crepuscolo degli dèi di quarta categoria

Post n°685 pubblicato il 22 Luglio 2011 da middlemarch_g
 

Sapete come cadde la Repubblica di Venezia? Vabbè, l'abbiamo studiato tutti. La decadenza, il Carnevale Perenne, poi Napoleone, ebidibim ebidibum. Ma non dico come evento storico, dico proprio in senso tecnico. Ve lo chiedo perché lo fece in modo originalissimo. Almeno quando lo lessi a me fece molto ridere.

Una struttura istituzionale che crolla sotto un'invasione di norma non cessa con un atto formale. Semplicemente arrivano quelli più cattivi di te, ti prendono a calci nel culo, portano al patibolo i primi fessi rappresentativi che trovano, nominano un nuovo governo, e chi si è visto si è visto. Non si fanno decreti per estinguere uno stato conquistato, insomma. A Venezia, no. A Venezia nel 1797 Il Maggior Consiglio si autoestinse con apposita votazione a scrutinio palese. Dichiarò formalmente cessata la Repubblica, e fece tutto da solo. 

Era riunito in seduta, col Doge e tutto l'ambaradan impupazzato di ermellino dentro il Palazzo Ducale, mentre da fuori arrivavano notizie sempre più drammatiche. Napoleone è a S.Lucia, Napoleone è a Rialto, Napoleone è giù al caffè Florian che prende un cappuccino sotto le finestre di piazza S.Marco pagandolo 12 euro - perché per il veneziano di fronte al soldo non ci sono cazzi, e deve essere chiaro per tutti compresi questi mangiarane di merda - e altre robe di analoga natura. Probabilmente esagerate perché amplificate dal terrore, ma insomma neanche troppo lontane dal vero. I francesi erano effettivamente a uno sputo dalla Laguna e decisamente attrezzati per fare ai Veneziani un culo mesopotamico, anche perché avevano una macchina da guerra che rispetto a quella di Venezia era come un squadrone di opliti spartani incazzati contro le tartarughe Ninja con l'influenza suina.

In tutto questo, il gesto scatenante che diede origine alla votazione più frettolosa della storia - quella appunto con cui il Maggior Consiglio si autoestinse e con lui la Repubblica - fu tanto plateale quanto involontario. L'ultimo squadrone di soldati fedeli alla Repubblica ancora presente sul suolo lagunare, quello degli Schiavoni, consapevole che la partita era persa, decise che era ora di abbandonare la città e si imbarcò dal molo di piazza S.Marco. Come forma di omaggio e ultimo saluto, spararono una salva di fucilate in aria. Era un modo da soldati per dire: addio. Abbiamo fatto quello che si poteva ma non è bastato.

Gli Schiavoni spararono in aria, e il Maggior Consiglio, scambiandoli per i fucili francesi che già vedevano volare di corsa su per le scale, simultaneamente si cagò sotto a reti unificate. In un nanosecondo votarono lo scioglimento per alzata di mano, e un attimo dopo erano già tutti ad accalcarsi all'uscita di servizio urlando come ossessi che li lasciassero uscire, che loro  erano padri di famiglia e, cazzo, avevano delle responsabilità!

Ci sono tanti motivi per cui ripenso a questa storia proprio ora, e non so se magari anche a voi suscita una vaga familiarità questo sottile senso di panico diffuso, lupi che ululano fuori dalle porte, il rischio dell'avvento di un'era cazzuta in cui c'è il caso che si cominci a chiedere conto dell'operato di quanti hanno fatto carne da porco delle loro cariche e delle loro responsabilità. Avverto la suggestione di un'analogia proprio a livello epidermico.

Può essere una fucilata a salve. Oppure la prossima votazione su una richiesta di arresto. E sia chiaro che si tratta del fondo di un barile che avrei preferito non raschiare, perché nemmeno questo è degno di una nazione civile.

Ma è proprio così che finisce, o almeno spero. E per il momento la mia priorità è quella. Alla dignità penseremo poi a mente riposata.

 

venice

 
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middlemarch_g
middlemarch_g il 03/08/11 alle 08:50 via WEB
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